The Textorcist: The Story of Ray Bibbia | MorbidWare - Recensione

The Textorcist: The Story of Ray Bibbia è un indie decisamente fuori dagli schemi, in cui trovano posto meccaniche Rpg, bullet hell e typing game



In The Textorcist The Story of Ray Bibbia i toni sono decisamente sarcastici, citazionistici e dissacranti. La sceneggiatura di questo indie tutto italiano brilla più per il contenuto delle battute che non per la qualità generale della trama. I testi sono intriganti ma solo una piccola parte dei giocatori sarà in grado di cogliere tutti i riferimenti, giacché spesso il contesto risulta legato a specifici quartieri di Roma.
Da un punto di vista squisitamente estetico The Textorcist parrebbe quasi richiamare i giochi di ruolo giapponesi anni ’90, non a caso il design in pixel art era tipico dell’epoca in 16 bit. Tuttavia le meccaniche dell’opera — edita da Headup — traggono chiaramente ispirazione dai typing game, dove ogni azione — prima di poter essere eseguita — richiede di essere digitata sulla tastiera, lettera per lettera.
Ma non è tutto, perché il ritmo e le movenze del protagonista — nonché gli attacchi dei nemici — richiamando inequivocabilmente quelli dei bullet hell. Si tratta di un titolo fieramente hardcore, sappiatelo.


La storia è ambientata in una Roma immaginaria degli anni ’90, dove la gente ha ormai perso la fede a causa di un governo del Vaticano ormai corrotto. La Chiesa è diventata una sorta di teocrazia maligna, dove gli uomini di fede risultano collusi con i demoni.
In questo contesto surreale, il giocatore è chiamato a vestire i panni di un esorcista scontroso di nome Ray Bibbia, che ha deciso di scendere in prima linea per purificare il popolo dalle malefatte degli ecclesiastici.
The Textorcist The Story of Ray Bibbia è sviluppato dalla software house Morbidware.

The Textorcist: The Story of Ray Bibbia | MorbidWare - Recensione

Chi ha detto che le armi feriscono più delle parole non conosce Ray Bibbia

Vi ho già detto che per eseguire le varie azioni di gioco occorre prima digitare le parole corrispondenti, ma ora voglio farvi qualche esempio pratico per capire meglio questo funzionamento. Quando siamo nello studio di Ray Bibbia (una sorta di hub di gioco) per poter leggere il diario dobbiamo avvicinarci alla scrivania e poi digitare la parola “Journal", sfruttando proprio i pulsanti della nostra tastiera. E ancora, per parlare con un dato personaggio (incontrato sulla mappa di gioco) dobbiamo avvicinarci e scrivere la parola "Talk".
Questa operazione potrà sembrarvi un pò tediosa. Tuttavia il tutto risulta abbastanza fluido per chi è abituato a interagire costantemente con la tastiera, come il sottoscritto che sta appunto scrivendo questa recensione.
La difficoltà si palesa però durante i combattimenti contro i boss, poiché non ci sono armi canoniche da sfoderare. Il giocatore deve sia attaccare digitando le parole che compaio a schermo (lettera per lettera), sia muovere costantemente Ray Bibbia per evitare che venga colpito dagli attacchi del nemico.
Dunque con una mano bisogna muovere il nostro PG e con l'altra bisogna digitare le parole, per cui è fondamentale saper scrivere senza guardare i tasti che vanno digitati. E questo non è da tutti, soprattutto perché alcune formule vanno scritte in latino.
E — come se non bastasse — bisogna pure mantenere una certa vicinanza dal boss, poiché i nostri colpi “letterali” hanno un raggio d’azione limitato.
Non scoraggiatevi però, perché esiste una soluzione più semplice, ovvero utilizzare il controller. Chi decide di sfruttare il pad si troverà dinanzi a un gameplay decisamente diverso, poiché in tal caso The Textorcist si trasformerà in una sorta di rhythm game, dove al posto di digitare intere parole basterà pigiare un solo tasto, scegliendo tra due opzioni (una corretta e l’altra scorretta), assegnate ad altrettanti pulsanti differenti. Vi sconsiglio però di farne uso — a meno di non incappare in blasfemie invereconde col primo sistema di comandi — poiché questa seconda possibilità toglie un pò di magia al videogame.
Quando il protagonista subisce un affondo da parte dell’avversario non perde subito la salute ma lascia cadere il libro degli esorcismi. Quando però ciò si verificherà, Ray risulterà davvero in pericolo perché un successivo colpo intaccherà la sua energia vitale, a meno che il nostro colletto bianco non recupererà prima il libro degli esorcismi entro un breve lasso di tempo.
La prova è particolarmente ostica in quanto ogni boss risulta caratterizzato da pattern d’attacco differenti, che vanno prima appresi.
Le musichette in stile 8-bit sono orecchiabili, il genere scelto è quello metal.
Chiudo questo paragrafo menzionando il nome di Giuseppe Longo, che — come in Milanoir — si è occupato di curare l’aspetto grafico di questo gioco.

Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.

Titolo: The Textorcist: The Story of Ray Bibbia
Genere: typing game
Sviluppatore: MorbidWare
Editore: Headup
Data di rilascio su pc: 14 febbraio 2019
Prezzo di lancio su steam: 14,99 euro

Commento finale 

The Textorcist The Story of Ray Bibbia è un titolo atipico e non alla portata di tutti, ma d’altro canto — proprio per questo — risulta originale. Il sistema di combattimento richiede la capacità di digitare intere parole senza guardare i tasti, per cui potrà essere goduto solo da chi scrive spesso al pc.

Pro:
  • Meccaniche originali
  • Battute spiritose
  • Carattere da vendere
  • Livello di sfida elevato…

Contro: 
  • ... Ma può risultare frustrante data la sua particolarità

Voto 7,8


REQUISITI DI SISTEMA
Windows Mac OS X
MINIMI:
Sistema operativo: Windows 7
Processore: 1.4 GHz
Memoria: 2 GB di RAM
Scheda video: 512 MB
DirectX: Versione 9.0c
Memoria: 250 MB di spazio disponibile

CONSIGLIATI:
Sistema operativo: Windows 10
Processore: 2 GHz
Memoria: 4 GB di RAM
Scheda video: 1 GB
DirectX: Versione 9.0c
Memoria: 250 MB di spazio disponibile 

Fonte immagini: google