Dusk è uno shooter in prima persona dallo stile volutamente retrò, il cui scopo è quello di catapultarci di peso nei gloriosi anni ’90
Dusk è stato creato col chiaro intento di riportare in auge l’atmosfera immediata dei primi shooter in soggettiva, dove regnava lo splatter e era importante possedere degli ottimi riflessi. Mi riferisco a videogame come Wolfenstein 3D (1992), Doom (1993), Duke Nukem 3D (1996), e Shadow Warrior (1997).
Quello degli FPS Old School è un genere che nel tempo ha subito delle flessioni d’interesse cicliche, ma non è stato mai abbandonato del tutto, ricorderete ad esempio Painkiller (2004) e Hard Reset (2001). David Szymanski però, a differenza delle succitate due prove più “moderne” nella composizione grafica, ha deciso di proporre un tuffo nel passato anni ’90 anche per quanto concerne la struttura tecnica. Difatti in Dusk ci sono elementi in 2D, animazioni grezze, modelli poco più che stilizzati, e oggetti a blocchi come in Minecraft.
La campagna di Dusk non prevede un’articolata trama da raccontare, ma gli scenari inquietanti e la carneficina risultano comunque incastonati all'interno di un quadro evocativo rumoroso. Dusk non propone elaborati testi da leggere, sposando perfettamente l’anima retrò che pervade il progetto. A parlare sono solo le immagini.
Ad ogni modo, il protagonista si risveglia in un luogo buio dove brulica solo l’odore di morte. Il nostro alter ego pare essere la vittima designata di un qualche tipo di rito sacrificale, difatti l’incipit ci mostra tre uomini incappucciati pronti a tagliuzzarlo.
Non ci resterà altro da fare che difenderci con due falcetti, trovare l’uscita dal sotterraneo, e cercare fortuna presso la foresta limitrofa. O forse sarà del tutto inutile?
Non ci resterà altro da fare che difenderci con due falcetti, trovare l’uscita dal sotterraneo, e cercare fortuna presso la foresta limitrofa. O forse sarà del tutto inutile?
Le meccaniche di Dusk sono molto semplici
In ognuno dei livelli di gioco, dobbiamo innanzitutto abbattere quanti più carnefici incontrati sulla nostra via, ed esplorare gli scenari alla ricerca di varie chiavi colorate. Queste ultime risultano fondamentali per sbloccare alcune zone della mappa altrimenti a noi precluse.
Ovviamente potremo pure impegnarci nello scovare i segreti disseminati qua e là (spesso presso muri illusori), mettere le mani su armi più potenti, munizioni, kit medici, e oggetti preziosi per incrementare lo score di fine livello. Quest’ultimo terrà conto pure del tempo impiegato a trovare l’uscita.
La longevità si aggira attorno alle 9-10 ore per chi deciderà di testare il livello di sfida più arduo, altrimenti ne basteranno molte meno. La conclusione dell’avventura prevede una boss fight finale davvero impegnativa, che —in molti si ricorderanno per anni.
Non ci sono puzzle complessi con cui fare i conti, ma la memoria e il senso d’orientamento giocano un ruolo fondamentale. Gli scenari risultano ricchi di cunicoli e di percorsi labirintici, per cui la risoluzione degli enigmi ambientali passa necessariamente dalla scoperta degli oggetti utili allo sblocco delle aree di gioco.
I nemici — sulla carta — più ostici risiedono nelle figure in possesso di armi efficaci dalla breve distanza (asce, spade, …e finanche motoseghe), tra questi profili cito l’ottimo Leatherneck. Tuttavia se non si sprecano le munizioni, questi nemici possono essere abbattuti senza grossi patemi mantenendosi a debita distanza. Ad ogni modo occorre anche fare attenzione ai pericoli provenienti da lontano, ad esempio occorre imparare a eludere dei buoi capaci di sparare delle palle energetiche.
Il nostro protagonista vanta un arsenale mostruoso e una maggiore rapidità nei movimenti rispetto ai suoi inseguitori, e ciò gli permette di evitare di finire invischiato nel bel mezzo di capannelli avversari. Ma occorre (al solito) un buon gioco di gambe. Non bisogna restare fermi in un dato punto, e occorre fare attenzione a non chiudersi negli angoli delle varie strutture, altrimenti sarà quasi impossibile uscirne fuori illesi.
Il feeling delle armi non mi ha colpito positivamente, soprattutto perché rinculo e maneggevolezza risultano poco curate. E’ possibile sfruttare la doppia arma per quasi tutti i modelli, quando si raccolgono due strumenti dello stesso tipo (es. due fucili a pompa, due pistole, ecc…). Ogni arma è diversificata per capienza, cadenza di tiro, e distanza percorsa dai proiettili.
Texture sgranate e pixel a gogo
Dusk non è un prodotto ben rifinito sotto il profilo tecnico. Si poteva fare sicuramente meglio, ma occorre sempre tenere presente che lo stile retrò (povero di dettagli) è in parte anche frutto di una scelta precisa di David Szymanski. Il frame rate è abbastanza stabile, ma ci sono alcuni glitch grafici da sistemare.
Il comparto audio si comporta decisamente meglio, sia per quanto concerne le musiche che gli effetti sonori. Dusk si avvale di una colonna sonora heavy metal — elaborata dal talento di Andrew Hulshult — capace di mantenere sempre alta l’adrenalina, svolgendo egregiamente il ruolo di companatico durante la bramosia di smembramento.
Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.
Titolo: Dusk
Genere: FPS Old School
Sviluppatore: David Szymanski
Editore: New Blood Interactive
Data di rilascio ufficiale: 10 dicembre 2018
Prezzo di lancio su steam: 16,99 euro
Commento finale
Dusk non vanta una sceneggiatura ricca di colpi di scena, non è costruito intorno a una figura carismatica, non offre una componente online degna di nota, non presenta delle meccaniche originali, e non sfoggia un comparto tecnico al passo coi tempi. Cronologicamente sembra essere uscito fuori tempo massimo, ma è anche vero che i giocatori alle volte chiedono proprio un ritorno a concezioni più immediate e prive di orpelli estetici o idee macchinose.
Nel tempo i vecchi marchi citati a inizio articolo si sono evoluti, Wolfestein e Doom ne sono un chiaro esempio, soprattutto il secondo perché è riuscito a mantenere comunque un forte legame con l’anima originale della serie. In Dusk si è puntato molto più sull'atmosfera che sulla sostanza, tuttavia il gioco recensito oggi presenta un’intelligenza artificiale troppo scolastica e poco stimolante per i nostri tempi.
Alzare il livello di sfida rende più complicata la partita, ma solo indirettamente perché aumenta il danno procurato dai nostri nemici e viene incrementata la loro resistenza ai nostri fendenti. Purtroppo non migliorano gli scadenti pattern d’attacco degli avversari, ed almeno su questo punto si doveva fare di più.
Pro:
Pro:
- Atmosfera
- Anima old school
- Soddisfa la sete di splatter
- IA eccessivamente scolastica
- Rifinitura tecnica
- Alla lunga risulta ripetitivo
Voto 7
REQUISITI DI SISTEMA
MINIMI:
Sistema operativo: Windows 7 Or Later
Processore: 2.4GHZ Dual Core Processor Or Higher
Memoria: 2 GB di RAM
Scheda video: GeForce 9800GT or equivalent
DirectX: Versione 9.0
Memoria: 2 GB di spazio disponibile
Note aggiuntive: Requires a 64-bit OS
CONSIGLIATI:
Sistema operativo: Windows 10
Processore: 2.4 GHZ Quad Core Processor
Memoria: 4 GB di RAM
Scheda video: Geforce GTX 460 or equivalent
DirectX: Versione 9.0
Rete: Connessione Internet a banda larga
Memoria: 2 GB di spazio disponibile
Fonte immagini: Google