Book of Demons è un originale roguelite dove la struttura dei card game incontra elementi hack and slash
Book of Demons fa parte di un progetto molto ambizioso (chiamato "Return 2 Games"), che — nelle intenzioni di Thing Trunk (il team di sviluppo) — dovrebbe completarsi nel giro di diversi anni, grazie all'uscita di ben 7 videogame, tutti connessi tra loro.
Si tratta di una vera e propria epopea, dove Book of Demons rappresenta solo il primo tassello. Difatti, quando si avvia il gioco ci si ritrova all'interno di una sala in cui sono disposti ben 7 leggii, che a loro volta fanno parte dell'Archive of Awesome. Al momento è possibile accedere solo al Libro dei Demoni, ma nei prossimi anni (se questo progetto avrà un buon riscontro di pubblico) sarà possibile immergersi in altre avventure.
Il videogame recensito oggi è acquistabile su steam singolarmente a 21,99 euro, ma è possibile assicurarsi già le prossime 6 pubblicazioni al costo di 59,99 euro. Il progetto è interessante perché non si tratta banalmente di un’unica saga: ogni videogioco celebrerà un genere ludico diverso, che ha fatto la storia degli anni ’90. L’elemento comune sarà rappresentato dalla condivisione del Paperverse e dalla meccanica principale del deck-building, ma le atmosfere saranno tutte diverse.
Book of Demons è stato lanciato in Accesso Anticipato nei mesi scorsi, ma dal 13 dicembre 2018 è disponibile in versione definitiva.
Book of Demons ci porta alla mente quelle commedie cinematografiche, dove il protagonista è un ragazzo che pur di tentare la fortuna abbandona in tenera età il suo villaggio natale, ma che al suo ritorno trova un ambiente radicalmente mutato. Come a sottolineare che in fondo, la grande avventura non va necessariamente cercata altrove.
La narrativa di Book of Demons non è originale, nè mette in scena dei rocamboleschi punti di svolta. Del resto nei roguelike la storia riveste da sempre un ruolo di mero orpello. Ma la cornice bucolica che ci introduce al videogame si ferma solo in superficie, una volta varcate le porte della cattedrale del piccolo villaggio ci aspetta un covo di demoni assetati di sangue. Nello specifico, veniamo a sapere dell’attuazione di un antico rituale che avrebbe violato la santità delle catacombe sottostanti, risvegliando un potente Arcidemone e la sua infernale armata di sottoposti.
Qui troviamo un primo accenno — sebbene in tono parodistico — a Diablo (edito da Blizzard Entertainment), nella fattispecie è evidente il richiamo a Tristam e al monastero di Horadrim.
Il nostro compito è quello di stanare i malefici boss presenti nel dungeon, che a sua volta risulta suddiviso in più zone in cui portare a termine una serie di quest principali e di missioni intermedie. Al termine di ogni scorribanda, potremo scegliere se proseguire o ritornare istantaneamente al villaggio (vero e proprio hub di gioco) per ripristinare la salute, consultare il bestiario, potenziare le carte già acquisite e identificare quelle ancora sconosciute, semplicemente parlando con uno dei quattro npc presenti nella piazza principale del luogo.
L’elemento originale di Book of Demons è rappresentato dalla particolare struttura di gioco
Nel titolo ho accennato ai roguelite. Molti a torto pensano che si tratti di una semplice rilettura moderna dei roguelike (sottogenere RPG nato negli anni ’80). Ma — a voler essere pignoli — il roguelite non è un vero e proprio genere ludico, si tratta piuttosto di una filosofia d’approccio che prende solo alcuni elementi degli eredi di Rogue (spesso permadeath e generazione procedurale delle mappe), per poi traslarli in altre categorie ludiche (FPS, Strategici, Rhythm game, …) sì da ottenere qualcosa di nuovo e di fresco.Questa volta il giovane team polacco ha cercato di stupire il giocatore mischiando l’atmosfera e l’universo degli hack and slash con la tipica struttura dei card game. Nello specifico siamo al cospetto di un’esplorazione del dungen che avviene su delle sorti di binari che delimitano il percorso, mentre il sistema di combattimento prevede l’uso delle carte per sfruttare le abilità speciali. Le carte vanno prima equipaggiate nel limitato numero di slot messi a nostra disposizione, che tuttavia potranno essere incrementati (fino a dieci slot) arricchendo le tasche del Saggio (uno dei quattro NPC presenti nel villaggio).
Esistono tre tipologie di carte: quelle Oggetto (di colore rosso) sono limitate nell’uso, quelle Incantesimo (blu) consumano Mana, mentre quelle Artefatto (verdi) vengono usate come se fossero dei veri e propri equipaggiamenti capaci di donare abilità passive (ma hanno lo svantaggio di bloccare una parte del mana totale messo a nostra disposizione).
In pratica la gestione delle carte permette di modificare continuamente lo skill-set, senza dover sottostare a un rigido e classico albero delle abilità. Si tratta di un’idea geniale, perché dà modo di variare continuamente il modus operandi nell'affrontare le sfide.
L’attacco standard è automatico (appena entriamo nel raggio d’azione del nemico il nostro eroe passa all'attacco), tuttavia possiamo migliorare l’efficacia dei nostri colpi spostando il cursore direttamente sul corpo dei vari nemici. Non solo, quando il demone è protetto da una corazza, dobbiamo concentrarci prima su di essa dando luogo a una sorta di mini-gioco, altrimenti non riusciremo a danneggiarlo. Anzi, potremo persino finire con l’allungare enormemente i tempi della lotta, col rischio ulteriore di rimanere invischiati in battaglie sempre più numerose, perché alimentate dall'arrivo di nuovi rinforzi.
Ci sono varie categorie di avversari, tutte caratterizzate da pattern specifici da apprendere. Per non parlare dei numerosi mid-boss contraddistinti da più fasi d’attacco, e dei pochi veri e propri boss legati alle quest principali, che ovviamente fanno testo a sé.
Il recupero della salute durante la discesa nel dungeon avviene tramite l’abbeveramento presso delle fontane ristoratrici, o attraverso il consumo di apposite carte dedicate al ripristino dell’energia.
Il giocatore può scegliere tra tre classi eroe, contraddistinte da specifici mazzi di carte. il Guerriero è il classico tank; l’Arciere/Ladro è capace di colpire il nemico da distanze maggiori, ma risulta più debole nelle mischie; mentre il Mago vanta proiettili a ricerca.
Uno degli elementi più controversi degli hack and slash riguarda l’esigenza di dedicare molto spazio al farming. Ma in Book of Demons i ragazzi di Thing Trunk hanno deciso di venire incontro a chi ha poco tempo a disposizione (causa studio/lavoro), dando modo di decidere in anticipo la durata delle varie spedizioni, consultando il flessiscopio. Questo strumento dal nome bizzarro (trattasi di un neologismo) ci mette a disposizione cinque gradi di lunghezza, basati su un algoritmo predittivo che si adatta al nostro modo di giocare. Le singole spedizioni possono durare dai cinque ai cinquanta minuti.
Chiaramente, chi decide di spendere più tempo nei sotterranei ottiene maggiori ricompense, ma la difficoltà dell’avventura viene comunque ricalibrata in base al tempo che il giocatore può concedere al videogame. In tal modo tutti possono arrivare al finale senza dover cadere per forza nella litania della ripetitività. Ciò che si perde — optando per la strada più breve — è l’impossibilità di provare tutte le carte offerte dal mazzo del proprio eroe, visto che molte vanno prima sbloccate.
Ma non è finita qui. E’ possibile interrompere la discesa nel dungeon a ogni nuovo checkpoint, tornando istantaneamente presso l’hub di gioco, senza perdere i risultati acquisiti e senza incorrere nelle ostilità del backtracking. La difficoltà non viene alterata quando s'interrompe il viaggio, e non s’incorre in alcuna penalità: basta solo raggiungere il checkpoint succitato, il quale si materializza ogni qual volta che si porta a termine una data missione intermedia (la cui durata, come già detto, è scelta dall'utente stesso).
Oltre ai bottini ricavati dalle battaglie e dall'esplorazione, è possibile accedere a ulteriori ricompense recandosi presso la Locandiera (uno degli Npc) che custodisce il Calderone. In questa enorme pentola finisce il bottino scartato quando si sale di livello e ci viene chiesto di scegliere come migliorare le abilità del nostro eroe, investendo l’esperienza in punti Mana o in punti Energia. Dunque, non ci sono le classiche statistiche da incrementare manualmente (come forza, destrezza, e così via); Il materiale scartato finisce proprio nel pentolone. Per accedere alle ricchezze contenute nel Calderone occorre spendere quantità di denaro crescenti, il cui ammontare aumenta notevolmente ogni qual volta se ne usufruisce, per cui è bene recarsi presso la Locandiera solo quando s’incomincia a notare una certa difficoltà nella normale progressione delle missioni.
Tuttavia non bisogna neppure aspettare l’inevitabile sconfitta, giacché alla morte si perde l’intero contenuto bonus raccolto. Ma, almeno, è possibile raccattare nuovamente le carte già equipaggiate, recandosi nei pressi della propria lapide all'interno del dungeon; un pò come avviene nei soulslike quando si prova a recuperare l’esperienza perduta. Anche se, anche qui, occorre fare dei distinguo in base alla difficoltà scelta a inizio run: nella modalità denominata "Casual" non si perde nulla, in quella “Roguelike" si rischia addirittura di non riuscire a resuscitare l’eroe se non si possiede abbastanza denaro. Ad ogni modo ci sono tre slot di salvataggio per ognuna delle tre classi.
Come in ogni altro esponente di questo genere la rigiocabilità è elevata. Inoltre ci sono una valanga di achievement da provare a conseguire (più di 200), oltre a una leaderboard aggiornata settimanalmente.
Un po' d’origami e un po' di papercraft, grazie
Nel Paperverse ogni essere è caratterizzato da cartoncini pieghevoli animati, come quelli che prendono vita nei libri cartacei illustrati per ragazzi, dove le pagine — una volta sfogliate — danno corpo a strutture e a personaggi in tre dimensioni. La cura artistica di Book of Demons è deliziosa.L’interazione ambientale è purtroppo limitata. E col proseguo della discesa (nel dungeon) si avverte pure un pò di ripetitività, a causa della scelta (poco oculata) di spiattellare tutte le idee già nelle prime due ore di gioco.
Non ci sono cut-scene, ma la colonna sonora è stata composta da Paweł Błaszczak che in passato ha lavorato su The Witcher 3. La traduzione in italiano dei testi è più che sufficiente.
Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.
Titolo: Book of Demons
Genere: Roguelite
Sviluppatore e Editore: Thing Trunk
Data di rilascio ufficiale su pc: 13 dicembre 2018
Prezzo di lancio su steam: 21,99 euro
Commento finale
Book of Demons nasce da una serie di idee di ottima fattura, e tra queste merita un’attenzione particolare il flessiscopio. Tuttavia una maggiore armoniosità e una più oculata centellinazione delle meccaniche di gioco avrebbe giovato non poco all’opera del team polacco. L’atmosfera — tipica dei diablolike — risulta efficace, grazie anche al delizioso level design.Vi consiglio di dare una chance al prodotto indipendente di Thing Trunk, ma non vi nascondo che mi sarei aspettato una maggiore profondità negli scontri. La passione c’è, e spero che arrivi anche il successo commerciale, sì da vedere le altre avventure di questo ambizioso progetto.
Pro:
- Level design e comparto grafico
- Colonna sonora
- Struttura di base originale e efficace
- Flessiscopio
- Incedere un pò ripetitivo alla lunga
- Storia banale
Voto 7,6
REQUISITI DI SISTEMA MINIMI:
Disponibilità: Windows, Mac OS X
Sistema operativo: Windows 7, 8, 8.1, 10
Processore: 1.7 GHz Dual Core or Greater
Memoria: 2 GB di RAM
Scheda video: 512 MB DirectX 9.0c compatible graphics card
DirectX: Versione 9.0c
Memoria: 1 GB di spazio disponibile
Fonte immagini: Google