Mutant Year Zero: Road to Eden è uno strategico a turni post-apocalittico denso di ironia, atmosfera e personaggi risultano di forte impatto
Mutant Year Zero: Road to Eden è stato sviluppato da The Bearded Ladies, prendendo spunto da un famoso board game svedese denso di humour nero, ovvero quel Mutant di Modiphius Entertainment. Tant’è che nella schermata di caricamento del videogame compare spesso lo storico dado giallo, protagonista del gioco cartaceo.
Mutant Year Zero Road to Eden risulta intrigante sin dalle prime battute, tenendo — di conseguenza — il giocatore col fiato sospeso per buona parte della narrazione. Tuttavia, a parte un paio di colpi di scena ben architettati formalmente (ma non eccezionali in termini di contenuti) la sceneggiatura non riesce a brillare per originalità, almeno rispetto al resto della letteratura di settore.
Il giocatore è chiamato a esplorare un mondo oscuro, in cui si riesce a percepire sia l’odore dell’incertezza dei tempi, che il flebile respiro di una speranza mai sopita per un futuro migliore, nonostante il territorio sia per buona parte sotto il controllo di robot dai circuiti malandati, ghul degenerati (esseri contagiati dalla Piaga Rossa), bestie deformi, e predoni. Il che non è affatto un elemento di poco conto, visto che — per sopravvivere — gli stalker (esploratori) si vedono costretti a lasciare in continuazione i loro insediamenti sicuri per inoltrarsi nelle terre del nemico, alla ricerca di cibo e risorse.
Il titolo — edito da Funcom — è ambientato in un’era difficile, in cui dimorano soprattutto mutanti e animali antropomorfi. L’eredità dell’uomo è un bene da preservare, ma molte delle tracce del suo radioso passato si vanno oramai perdendo. Anche se — di tanto in tanto — i personaggi del nostro party finiscono con l’imbattersi in “strani strumenti” che celebrano gli anni ’80, dando di conseguenza animo a riflessioni assurde sul loro improbabile uso.
Divide et impera
Mutant Year Zero Road to Eden sfoggia un approccio atipico per il combattimento strategico. Difatti, la componente stealth gioca un ruolo fondamentale, non a caso nel team di sviluppo figurano vari elementi provenienti da Io Interactive (software house che ha lavorato a Hitman). Più che a X-com (dunque) il videogame s’ispira a Wasteland 2, difatti è presente anche una mappa globale che può essere esplorata liberamente e in tempo reale; mentre nei titoli (ora) di Firaxis troviamo delle mappe singole in cui la priorità è riposta nel combattimento.Nonostante ciò, anche qui è presente un hub — chiamato Arca — a cui è possibile tornare più e più volte (tramite viaggio rapido) per ottenere nuovi indizi (scambiando quattro chiacchiere con l’Anziano), e potenziare l’equipaggiamento del nostro team. Tra l’altro il mondo di gioco è ricco di casse che celano armature, elmi, armi, e bombe di vario genere (fumogene, incendiarie, stordenti, …).
Possiamo modificare l’equipaggiamento dei nostri lottatori in qualsiasi momento, senza limitazioni di classe. L’inventario è condiviso, per cui (ad esempio) ogni membro ha sempre accesso al totale dei medikit (che quindi non vanno divisi per singolo individuo).
Le contese in Mutant Year Zero Road to Eden si svolgono in modo diverso da quanto visto in Xcom 2. Le truppe nemiche sono decisamente più numerose, per cui vanno sfoltite colpendo prima le unità mobili di pattuglia, sfruttando il più possibile armi silenziate per non allertare i rinforzi. A tal proposito, è conveniente effettuare una perlustrazione prima di attaccare, al fine di individuare e stanare per primi quegli avversari in grado di richiamare in massa i colleghi ubicati nei paraggi.
Purtroppo la varietà degli avversari non è elevata. Abbiamo a che fare con psionici in grado di dominare le menti, robot capaci di rianimare i morti (vi consiglio di stanarli subito con le granate EMP), unità armate di armi incendiarie, cani da guardia, e cecchini abili nel colpire da distanze generose.
Quando ci si avvicina nei pressi di un'evidente minaccia, l’interfaccia la rende visibile con la materializzazione di un cerchietto rosso, il cui raggio di percezione può essere ridotto spegnendo la torcia dei nostri esploratori. In questo modo possiamo avvicinarci il più possibile di soppiatto, e organizzare meglio l’attacco.
Il via alle ostilità scatta quando si da il là all'imboscata. A questo punto il movimento cessa di essere libero, e diventa a turni. Gli scontri danno sfoggio delle solite regole che sottendono questa categoria di videogame. Per cui siamo al cospetto di: coperture distruttibili (usando bombe e specifiche bocche da fuoco), una portata dell’attacco che è legata alla tipologia dell’arma imbracciata, colpi soggetti a percentuali di riuscita (che dipendono dalla distanza, dalla presenza o meno di una visuale libera, dall’uso di talenti da attivare, …), danni critici, e strumentazioni con cui interagire (es. parti elettroniche da disattivare).
Ogni mossa (avanzamento, attacco, ricarica, cura, fuoco di supporto) risulta chiaramente limitata dalla spesa di un dato ammontare di punti azione, che una volta esauriti decretano la fine del turno concesso al giocatore. Non è necessario rispettare un ordine prestabilito per gestire i personaggi, ma i movimenti in combattimento sono limitati da un numero massimo di passi possibili, evidenziati su una griglia che delimita l’immediato campo d’azione.
Il giocatore può contare su un party formato al più da 3 membri attivi, a cui vanno aggiunte due unità messe in panchina. La costante inferiorità numerica accresce la particolare patina tattica dell’avventura, soprattutto se consideriamo che di norma (già alla difficoltà standard) dopo ogni scontro non si recuperano tutti i punti salute.
Occorre un’estrema cautela nello svolgimento degli scontri perché i kit medici sono limitati: alle volte possono essere scovati esplorando la zona; ma di norma è necessario far ritorno alla base per ripristinare le risorse (scambiando qualche rottame). Sempre all’Arca, è possibile barattare i pezzi delle armi — raccattati qua e là — per potenziare quelle già in nostro possesso, e/o fare una visita all'esperto di “strumentazione antica” per scambiare gli artefatti umani trovati e ricevere in cambio dei perk validi per l’intero team.
Lo sviluppo del personaggio non si limita certo a questo. Ogni volta che i nostri eroi salgono di livello ottengono dei punti abilità che possono essere investiti in nuovi talenti, definiti mutazioni. Queste ultime hanno effetto sul singolo individuo, e risultano suddivise in tre categorie (maggiori, minori e passive).
Occorre ammettere che è stato fatto un ottimo lavoro di diversificazione. Ogni personaggio ha delle caratteristiche uniche che — se ben combinate — possono rendere gli scontri vari e elettrizzanti. Dux (un papero decisamente più impavido e strafottente di Howard, tanto per rimanere in tema anni ’80) è in grado di volare, Selma possiede delle gambe talmente poderose da farle raggiungere altezze altrimenti irraggiungibili (un pò come il Painkiller visto in Black Lightning), Bormin (un cinghiale) carica il nemico come se fosse un animale furioso, e così via.
Art direction promossa, ottimizzazione ammessa con riserva
Oltre alla modalità difficile, si può far leva sulla condizione Iron Mutant, che è possibile applicare a ogni livello di sfida. L’Iron Mutant può essere attivato solo a inizio run, introduce il permadeath e annulla i salvataggi manuali.Mutant Year Zero Road to Eden è stato realizzato con Unreal Engine 4, grazie al quale il team di sviluppo ha potuto implementare un ottimo sistema d’illuminazione, una gestione volumetrica della foschia, e un fitto foliage. Ciononostante solo alcune texture risultano ben realizzare, alcune zone sono meno curate in termini di dettagli. L’altalena estetica si ripercuote anche sui modelli dei personaggi, non tutti vantano una cura ai dettagli certosina.
Le animazioni sono sottotono, soprattutto quelle relative alle figure di stampo narrativo; ad esempio la muscolatura facciale dell’Anziano non riesce a trasmettere empatia.
Di converso l’allestimento degli ambienti mostra un ricercato piglio per l’universo post-apocalittico. Il mondo di gioco è disseminato di cadaveri umani, carcasse di mezzi di trasporto (auto, aerei, …), di edifici diroccati, e di una vegetazione che avvolge i resti di un’era gloriosa annientata dai bombardamenti satellitari.
Mutant Year Zero Road to Eden non si avvale di vere e proprie cutscene (se escludiamo alcune sessioni scriptate, realizzate col motore di gioco), gli intermezzi risultano gestiti da una voce narrante che accompagna una successione di immagini statiche realizzate a mano.
Sul fronte dell’ottimizzazione vanno segnalati dei piccoli bug legati a una gestione non eccellente del pathfinding, e degli sporadici cali di framerate che non sono giustificati da quanto proposto a schermo (a testimonianza del fatto che il prodotto non riesce a usare sempre nel migliore dei modi le risorse hardware messe a disposizione). Nulla di grave comunque, personalmente non sono sceso mai sotto i 50 frame. Inoltre non sono mai incappato in crash.
L’audio è in inglese, sono però presenti i sottotitoli in italiano che tuttavia non rendono bene come quelli in lingua madre. Inoltre avrei gradito un font più leggibile e ampio per le risoluzioni grafiche maggiori, a 3440x1440 pixel (formato video in 21:9) a volte ho trovato delle difficoltà nel leggere qualche riga.
La longevità non è elevata se paragonata a altre opere del passato (servono circa una ventina di ore), ma risulta analoga a quella di tanti altri titoli moderni (vedi Shadowrun: Dragonfall
). Mancano il New Game Plus e il fattore rigiocabilità.
Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.
Titolo: Mutant Year Zero: Road to Eden
Genere: strategico a turni
Sviluppatore: The Bearded Ladies
Editore: Funcom
Data di rilascio ufficiale su pc: 4 dicembre 2018
Prezzo di lancio su steam: 34,99 euro
Commento finale
Mutant Year Zero Road to Eden non inventa nulla in termini di meccaniche di gioco, ma l’approccio focalizzato sullo stealth dona ugualmente una patina del tutto personale al videogame.Il sistema di combattimento non è complesso, ma risulta ben articolato. Il videogioco risulta chiaro anche al neofita che è in cerca di un’avventura tattica e ricca di personalità.
Mutant Year Zero Road to Eden si avvale di un’atmosfera convincente come poche altre nel panorama ludico, grazie al corposo background garantito dalla licenza del board game e alla caratterizzazione dei personaggi (la stella indiscussa resta Dux). Se amate approcci tattici alla UFO, X-com, e Wasteland dovete assolutamente provarlo.
Pro:
- Eccellente atmosfera e personaggi carismatici
- Combattimenti appaganti …
- Approccio stealth piacevole
- Interfaccia chiara e pulita
- Scalabilità e pulizia del codice migliorabili
- … Ma regole d’ingaggio già viste
Voto 7,8
REQUISITI DI SISTEMA
MINIMI:
Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
Sistema operativo: Windows 7 64 Bit/ Windows 8 64 Bit/ Windows 10 64 Bit
Processore: Intel Core i5-760 / AMD Phenom II X4 965
Memoria: 6 GB di RAM
Scheda video: NVidia GTX 580 / AMD Radeon HD 7870
DirectX: Versione 11
Memoria: 8 GB di spazio disponibile
CONSIGLIATI:
Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
Sistema operativo: Windows 7 64 Bit/ Windows 8 64 Bit/ Windows 10 64 Bit
Processore: Intel Core i7-6700K/ AMD Ryzen 5 1600X
Memoria: 8 GB di RAM
Scheda video: Nvidia GTX 970 / AMD Radeon RX 480
DirectX: Versione 11
Memoria: 8 GB di spazio disponibile
Fonte immagini: Google