Shaq Fu: A legend Reborn | Big Deez Productions - Recensione

Shaq Fu A legend Reborn è un brawler game a scorrimento in 3D con protagonista un istrionico e goliardico Shaquille O’Neal




Shaq Fu A legend Reborn è il sequel di Shaq Fu, ovvero un picchiaduro in 2D sviluppato dalla Delphine nel 1994, che aveva come protagonista l’icona sportiva Shaquille O’Neal.
La ex star degli Orlando Magic all’epoca era un vero e proprio personaggio mediatico camaleontico. Oltre ad essere ricordato come uno dei migliori cestisti della storia NBA, è stato anche un rapper e uno showman. Poteva quindi mancare un videogame a tema?
Certo che no. Shaq Fu però si rivelò un’autentica delusione, su tutte le piattaforme in cui venne proposto (Mega Drive, SNES, e Game Boy), salvo poi diventare un piccolo cult trash negli anni successivi.
Per tale motivo c’era un mix di sensazioni diverse tra gli appassionati quando nel 2014 venne avviata la campagna di crowdfunding su Indiegogo per questo sequel. Tra parentesi l’obiettivo dei 450.000 dollari è stato centrato solo in calcio d’angolo.
Tuttavia — sebbene anche questo secondo atto non rappresenti certamente una grandissima prova — mi duole constatare come A legend Reborn sia stato giudicato dalla critica con dell’evidente pregiudizio.
Se vi fate un giro su Metacritic potete notare come la media si aggiri tra il 36% e il 49%, a seconda della piattaforma di riferimento (PS4, Xbox One, Pc, Nintendo Switch). Eppure il gioco che recensisco oggi non ha nè degli evidenti difetti tecnici, nè è vessato da scelte di game design sbagliate. A questo punto — vista la sceneggiatura di Big Deez Productions — mi viene piuttosto da pensare che a qualche critico manchi il senso dell’ironia.

La trama di Shaq Fu A legend Reborn è a dir poco allucinante, se fosse un film rientrerebbe di diritto nel genere demenziale americano. Quindi sì, non è adatto a tutti.
Ad ogni modo, il giocatore interpreta le vesti di Shaq Fei Hung, un ragazzo di colore cresciuto in Cina da un misterioso maestro di arti marziali, dopo essere stato abbandonato dai genitori e poi salvato da una donna. Ma, crescendo, Shaq è stato sempre preso di mira dai bulletti del piccolo villaggio cinese, a causa dei tratti somatici stranieri.
Tuttavia le cose, ora, paiono destinate a cambiare. Il breve tutorial di Shaq Fu A legend Reborn ci mette dinanzi a un assalto aereo ubicato nei pressi del piccolo villaggio del protagonista, che a quanto pare sembra essere l’unico in grado di poter salvare il pianeta.
Shaq, ancora non lo sa, ma il suo tutore gli ha nascosto le sue reali origini. E, ciò che sta accadendo ha proprio a che fare col suo passato. L’unico modo per conoscere la verità su sé stesso sarà quello di combattere varie ondate di esaltati demoni narcisisti.

Shaq Fu: A legend Reborn | Big Deez Productions - Recensione

4 lunghi anni di sviluppo per un ennesimo cult trash?

Shaq Fu A legend Reborn è a tutti gli effetti un picchiaduro a scorrimento. Il moveset prevede pochi tasti per le manovre basilari: uno per il pugno, uno per il calcio standard, e uno per la rotolata (necessaria a eludere i “proiettili” lanciati da armi nemiche bizzarre). Ogni tanto è possibile anche sfruttare dei QTE per sferrare dei colpi unici.
Inoltre sono presenti alcune tecniche speciali che consumano la barra dell’energia, accumulabile facendo incetta di sfere blu, lasciate cadere dai nemici abbattuti o dagli oggetti dello scenario distrutti. In questo modo possiamo ad esempio accedere a un colpo ad area (tirando un pugno verso il terreno), nonchè a un breve scatto in avanti (utile per rompere le combo delle banshee).
In determinati punti dello scenario è possibile anche raccogliere due perk che trasformano l’aspetto fisico di Shaq.
Uno di questi (Big Diesel) lo muta momentaneamente in una sorta di terminator devastante. Quando il nostro eroe indossa questa sorta di esoscheletro è in grado di tirare dei pugni velocissimi che non possono essere interrotti. Ma il rovescio della medaglia è che ogni tanto deve scaricare la pressione del motore altrimenti la corazza si blocca, lasciando l’eroe (per qualche secondo) alla mercé dei suoi aguzzini.
Mentre la seconda trasformazione (Shaqtus) permette a Shaq di indossare una tutina verde, che lo fa sembrare un cactus umanoide. E ciò gli consente di lanciare una serie infinita di spine devastanti, come se imbracciasse un’arma automatica.
Ma non è finita qui. A seconda della postura del corpo di Shaq — e della posizione assunta dai nemici — possono cambiare le animazioni dei colpi. Ad esempio, quando mettiamo in serie un tot numero di cazzotti abbiamo accesso a un calcio caricato che: può colpire un gruppo di nemici posti in fila, oppure abbatterli lateralmente se ci stanno circondando da più angolazioni.
Qualcosa di analogo accade anche con le armi del nemico che è possibile raccogliere dal terreno; il protagonista di norma è armato di soli pugni. Quando attacchiamo i demoni, se muoviamo la levetta lateralmente (verso il nostro monitor), possiamo lanciare il nemico contro lo schermo. E in tal caso assistiamo a una divertente animazione a tema, dove le buffe facce dei nostri avversari vengono spiaccicate sull’ideale vetro in frantumi del nostro schermo. E’ un effetto semplice, ma è anche molto carino, l’ho visto fare anche in Shantae Half-Genie Hero Ultimate Edition.
Il livello di sfida non è ostico, anzi mi sarebbe piaciuta una prova più impegnativa. Solo un paio di mid boss mi hanno costretto a far uso dei checkpoint (ve ne sono molti e sono tutti ben distribuiti). Per fortuna qualche boss battle è stata più stimolante. Le contese contro i boss sono tutte diverse, difatti ognuno ha dei pattern specifici, distribuiti su più fasi. Ma — soprattutto — si tratta di caricature parodistiche di celebrità famose: Justin Bieber, Paris Hilton, Trump, ecc…
Vi faccio un esempio pratico per farvi capire quale sia il grado di comicità nonsense. A un certo punto — in una delle tante canoniche boss battle — il gioco ha fermato la zuffa, e mi ha chiesto di pigiare dei tasti a ritmo di musica: per battere il mio nemico ho quindi dovuto ballare, come se fossi alle prese con un rhythm game.
Spero di avervi fatto capire che Shaq Fu A legend Reborn è un titolo autoironico, quindi va giudicato come tale. Non bisogna approcciarsi al gioco come se stessimo dinanzi a un beat ’em up tradizionale, come invece lo è Mother Russia Bleeds. Non so se avete presente LocoCycle (edito da Microsoft Studios): siamo più o meno sulla stessa linea d’onda (per quanto concerne l’atmosfera), solo che Shaq Fu A legend Reborn è tecnicamente più curato.
Per non parlare del fatto che in game ci sono dei coin gialli da raccogliere che all'atto pratico non servono a nulla, ma sono stati inseriti solo come citazione ai cabinati degli anni ’90 che ci spillavano una marea di gettoni (in Italia ognuno costava 200 lire).

Shaq Fu: A legend Reborn | LucullusGames

A spasso per il mondo, Cina, Los Angeles, Fiji e persino nelle viscere dell’Inferno

Le location sono varie e ispirate nell’allestimento, ma la risoluzione grafica è sottotono. I modelli poligonali sono poveri di dettagli, mentre quello del protagonista è decisamente più curato.
C’è tanto humor e i dialoghi fanno scompisciare dalle risate, ma solo se si apprezza il genere demenziale. 
Molte gag riprendono i toni di quelle viste nello show Inside the NBA. Ma capisco che non sempre risultano semplici da cogliere per noi occidentali, soprattutto se l’utente non ha mai visto all'opera l’originale Shaquille O’Neal in veste di comico, mentre prende in giro vip e istituzioni americane.
A legend Reborn è sottotitolato in italiano. Sono presenti varie scene d’intermezzo “fumettose” e ben disegnate, che fanno da raccordo tra un livello e l’altro. Le musiche mantengono alto il ritmo ma risultano anonime, sicché le dimenticherete facilmente dopo aver chiuso il videogioco. La voce del protagonista è proprio quella di Shaquille O’Neal.
La longevità si aggira attorno alle 2-3 ore, per cui è in linea con quella di tanti altri picchiaduro a scorrimento da sala giochi (come Metal Slug). Purtroppo manca sia una leaderboard che una modalità co-op, e quest’ultima era stata promessa durante la campagna di crowdfunding.

Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.

Titolo: Shaq Fu A legend Reborn
Genere: beat ’em up dall'atmosfera demenziale
Sviluppatore: Big Deez Productions
Editore: Mad Dog Games
Data di rilascio su pc: 5 giugno 2018
Prezzo di lancio definitivo su steam: 19,99 euro

Commento finale

Shaq Fu A legend Reborn è un’opera goliardica che riprende la verve comica di Shaquille O’Neal. Oltre a celebrare le doti fisiche dell’ex icona sportiva statunitense, siamo in presenza di un onesto picchiaduro.
Se però ci limitassimo a analizzare le sole meccaniche di gioco, certamente dovremmo ammettere che era lecito aspettarsi più varietà dal prodotto edito da Mad Dog Games. Ma a parer mio ciò non giustifica l’accoglienza così negativa a cui è stato sottoposto. Anche se avrei preferito vedere più trasformazioni e più situazioni assurde, che rappresentano la vera anima di Shaq Fu A legend Reborn.
In definitiva se volete farvi delle sane risate prendetelo pure in considerazione quando sarà proposto in sconto. Se invece preferite un beat ’em up più impegnativo, allora vi conviene rivolgere il vostro sguardo altrove.

Pro:
  • Comicità nonsense
  • Effetti grafici di alcune animazioni
  • Scene d'intermezzo fumettose
Contro: 
  • Si poteva osare di più nelle meccaniche di gioco 
  • La risoluzione grafica doveva essere più dettagliata

Voto 6,4


REQUISITI DI SISTEMA

MINIMI:
Sistema operativo: windows 7 64bit
Processore: intel Core i3-530/AMD Athlon II X4 640
Memoria: 4 GB di RAM
Scheda video: Intel HD 4000/GeForce GT 630/Radeon R7 240
Memoria: 3 GB di spazio disponibile

CONSIGLIATI:
Sistema operativo: windows 7 64bit
Processore: intel Core i3-3220/AMD AMD FX-4200
Memoria: 4 GB di RAM
Scheda video: GeForce GT 650/Radeon HD 7750
Memoria: 3 GB di spazio disponibile

Fonte immagini: google