Lost Sphear | Tokyo RPG Factory - Recensione

Lost Sphear è un JRPG isometrico ambientato in un mondo avvolto dalla nebbia, l'atmosfera sognante è evocativa e nostalgica 




Lost Sphear è un JRPG isometrico che apparentemente richiama alla mente opere come Chrono Trigger, Xenogears, e i Final Fantasy. Si possono incrociare le mosse dei membri del party, ci sono magie personalizzabili, ed è possibile indossare degli esoscheletri.
Ma non ci si imbatte negli iconici scontri casuali (utili al farming) quando si esplora la normale mappa del mondo, i mostri sono infatti relegati ai soli dungeon. Inoltre, non a tutti farà piacere la possibilità di poter salvare i progressi in qualsiasi momento, anche nei pressi di uno scontro particolarmente ostico.
Il titolo di Tokyo RPG Factory (piccolo studio fondato nel 2015) cerca quindi di mettere due piedi in una scarpa: in parte si rivolge a uno storico target di nicchia, ma dall'altra non disdegna il pubblico più giovane. Cerchiamo allora di capire se questo mix di scelte di game design sia valido o meno.

Il prologo è ambientato a Elgarthe, un piccolo villaggio immerso nel verde, che negli ultimi tempi è diventato la meta preferita delle scorribande dei mostri. Così il rintocco di una campana non annuncia più i momenti di giubilo per gli abitanti del posto, li mette invece in allerta e richiama alla battaglia tre arrembanti adolescenti. Si tratta però di ometti speciali: Kanata (alter ego del giocatore) è un abile spadaccino, Lumina è l’amica del cuore del protagonista, e Locke è un fine arciere. Al trio si aggiunge in seguito pure l’irascibile Van.
Le vicende entrano nel vivo solo in seguito alla sparizione dell’interno villaggio tra le morse di una misteriosa nebbia bianca. Ma tale infausto destino non rappresenta un caso isolato, interessa più zone del globo. L’unica soluzione in grado di far ricomparire persone e oggetti sembra essere riposta nel potere che Kanata pare aver acquisito in seguito a una serie di sogni.
La riuscita dell’operazione risulta però possibile solo se il ragazzo riesce a immagazzinare abbastanza memorie circa i target da ripristinare: occorre dunque leggere appunti e parlare con le persone non inglobate dalla nube.
E’ così che inizia il nostro viaggio atto a riportare di nuovo le cose al loro posto, tra mille insidie e macchinazioni di terzi.

Lost Sphear | Tokyo RPG Factory - Recensione

Combat system dinamico e appagante, ma dalla curva di difficoltà abbastanza morbida 

Il sistema di combattimento richiama alcune scelte di game design già viste in I am Setsuna, del resto gli sviluppatori sono gli stessi. Pur essendo un sequel spirituale (ma ambientato in un mondo diverso), Lost Sphear non rappresenta un semplice riadattamento delle stesse idee appezzate nell'opera prima del team, alcune meccaniche sono anzi più eleganti.
Innanzi tutto è stato fatto un ottimo lavoro sul posizionamento (all'interno dell’area di lotta) dei personaggi lanciati in combattimento: a ogni turno è sempre possibile variare la zona occupata, alla ricerca dell’angolo più efficace. Si tratta di una feature molto utile — soprattutto durante le boss fight — perché dona maggiore tatticismo alle manovre.
Ogni azione (difensiva o offensiva) è regolata dalla storica e rodata meccanica dell’Active Time Battle. Senza dimenticare però la presenza delle Vulcosuit, ovvero i succitati esoscheletri utili sia in combattimento che nelle fasi esplorative dei dungeon (per distruggere ostacoli e risolvere blandi enigmi ambientali). Queste tute avanzate si rendono disponibili dopo le prime ore di gioco e sono sempre richiamabili alla bisogna. Tuttavia è bene limitarne l’uso bellico alle sole boss fight, in quanto il loro utilizzo è legato al consumo di specifici punti azione (VP), recuperabili solo fermandosi a riposare nelle locande.
Oltre alle capacità attive dei nostri protagonisti, possiamo equipaggiare diversi perk passivi che si attivano solo in determinate condizioni (spesso legale al riempimento di specifici indicatori). Così è possibile contrattaccare, curare i componenti del party, scatenare fendenti pesanti, ripristinare una parte dei punti magici, ecc… Gli indicatori fanno riferimento alla barra del Momentum, la quale aumenta a ogni singolo colpo subito o inflitto.
Meritano una menzione a parte gli artefatti. Principalmente si tratta di architetture sacre atte a dissipare la nebbia: il giocatore deve decidere con oculatezza dove erigerle, in quanto i punti a disposizione sono limitati. Questi artifacts donano ai nostri PG bonus di varia natura (boost nella velocità di movimento, maggiore probabilità di sferrare colpi critici, ricarica casuale dei punti momentum, ecc…).
I personaggi accedono a incantesimi e abilità d'attacco attraverso l’ottenimento degli Spritnite, scovabili in giro per la mappa o reperibili nei negozi. L’equipaggiamento si può quindi migliorare attraverso due valute di gioco: il denaro può essere speso presso i mercanti dei villaggi, i ricordi vanno invece investiti nelle botteghe magiche.
La longevità si assesta sulle circa 25-30 ore; la prima run mette a disposizione 3 livelli di sfida, sempre modificabili durante l’arco delle vicende. Manca però un vero e proprio endgame.

Lost Sphear | Tokyo RPG Factory - Recensione

Un mondo da attraversare con numerosi mezzi di trasporto, tra cui barche e aeronavi

Lo stile artistico è ispirato ai canoni classici, ma la mole poligonale non fa gridare certo al miracolo; tecnicamente anche i modelli dei personaggi tradiscono il basso budget messo a disposizione. Per lo meno la mappa non è ricca di spazi vuoti, ciò lenisce la mancanza di dettagli. Gli ambienti — vicini più all'immaginario steampunk che a quello fantasy — mostrano comunque un paio di colpi d’occhio appaganti.
Manca la localizzazione in italiano dei testi, tuttavia l’inglese utilizzato è davvero molto semplice da comprendere; basta essere in possesso di una formazione scolastica di base.
La colonna sonora — ricca di strumenti a fiato — è opera di Tomoki Miyoshi: è piacevole, seppur non indimenticabile. Le note hanno comunque il pregio di modulare lo stato d’animo del giocatore a seconda del contesto, facendo provare tristezza, malinconia, ansia e tranquillità.

Modus Operandi: ho realizzato questa recensione dopo aver acquistato il gioco su steam.

Titolo: Lost Sphear
Genere: JRPG
Sviluppatore: Tokyo RPG Factory
Editore: Square Enix
Data di rilascio su pc: 23 gennaio 2018


Commento finale

Lost Sphear si erge attorno a una narrativa non originale. Ci sono però un paio di temi importati, come la legittimità dell’entrare o meno in possesso delle informazioni più intime delle persone. Un dubbio etico affrontato anche in altri videogame, ricorderete ad esempio il buon Finding Paradise.
Il videogame edito da Square Enix non vuole rinnovare il genere, ma riportare piuttosto in auge gli JRPG old school, senza apportare nuove meccaniche.
Per i nostalgici resta comunque una piacevole prova, ma non aspettatevi un’opera magna: questo non è un capolavoro.

Pro:
  • Un paio di temi interessanti...
  • Sistema di combattimento dinamico e articolato
  • World Map mutevole


Contro: 
  • ... Ma narrativa non originale
  • Dungeon piccoli e poco curati
  • Non innova il genere e semplifica alcuni aspetti tradizionali

Voto 7,6

Fonte immagini: google