Light Tracer | Void Dimensions - Recensione

Light Tracer è un colorato e divertente puzzle-platform, creato per essere goduto a mezzo di set per la realtà virtuale




Light Tracer giunge su PC dopo l’esordio a Settembre su Playstation VR.
E’ una prova pensata per fruttare in modo nuovo e specifico i visori e le periferiche della virtual reality: non siamo in presenza di un semplice riadattamento di idee. Ed è sorprendente che questo sia solo il primo esperimento in realtà virtuale per il talentuoso team cinese di Void Dimensions.
Lo scopo dell’avventura è molto semplice. Dobbiamo condurre una principessa in cima a una struttura sospesa nel vuoto, eludendo ostacoli, attraversando pedane semoventi e/o friabili, risolvendo puzzle, evitando e combattendo nemici. Dovremo altresì raccogliere dei minerali verdi che sbloccano i checkpoint, e delle monetine gialle per aumentare il punteggio finale. Queste ultime possono anche essere spese (nel menù di gioco) per accedere a nuovi costumi per la piccola reale.
Ho giocato al titolo edito da Oasis Games usando il set di HTC Vive, ed è su questa prova che mi sono basato per la realizzazione di questa recensione. Non è necessario disporre di una grossa area di manovra, si può rimanere anche seduti sulla sedia, visto che visuale e zoom sono gestiti molto bene con il solo uso del controller sinistro.

Light Tracer | Void Dimensions - Recensione

Il mondo è tutto nelle nostre mani, giochiamo al deus ex machina

Light Tracer è ambientato su un percorso ascendente, attorcigliato su sé stesso, a mò di torre quadrata. Assomiglia a una sorta di pianta rampicante, con la differenza che qui il sostegno non c’è: diversamente dalle strutture apprezzate in Fez, siamo sospesi tra le nuvole, un pò come visto in Tinertia.
I puzzle ambientali sono divertenti: non sono complessi, ma è necessario acquisire una buona dimestichezza con i comandi, altrimenti si finisce col dover ripetere più volte alcune sezioni dello scenario. L’unico punto dolente è riposto nel doppio salto: la meccanica di per sé è precisa e studiata bene, ma è decisamente opinabile la scelta della configurazione dei tasti. E’ inizialmente molto scomodo gestire con lo stesso trackpad (dello stesso controller) sia il salto che il movimento.
Gli sviluppatori hanno optato per una configurazione concettualmente efficace più sulla carta che nella pratica. L’interazione è gestibile con due sole mani, simulate dai due controller di Htc Vive.
Con la periferica posiziona sulla mano sinistra possiamo agire sull'intera struttura di gioco (afferrandola e girandola con il grilletto sinistro), per variare direzione e zoom della telecamera; oppure possiamo limitarci a muovere piccoli elementi dello scenario per risolvere i vari puzzle (ad esempio spostando verticalmente o orizzontalmente alcune pedane).
Con il controller posizionato sulla mano destra siamo invece chiamati a direzionare la principessa, indicandole il percorso attraverso l’uso del fascio laser del nostro scettro (attivabile con una leggera pressione sul trackpad); per farla saltare dobbiamo invece pigiare sul trigger laterale (o effettuare una forte pressione sempre sul trackpad destro). Il movimento non è dunque relegato alle solite quattro direzioni del touchpad, come accade ad esempio in Fallout 4 VR.
L’idea di muovere il mondo e la protagonista con due controller diversi è di per sé geniale, perché possiamo agire sulla telecamera come se fossimo noi i registi dello show; l’implementazione di una visuale manuale dona un senso di libertà totale. I comandi sono in generale precisi, a parte la necessità di riportare (di tanto in tanto) l’immagine in primo piano. Ma si tratta di una mossa tipica di ogni gioco in VR, soprattutto se i giocatori tendono a muoversi nella stanza, rendendo necessario ricalibrare la posizione dello spazio analizzato dai due sensori ambientali.
La tediosità dell’incedere — come vi accennavo precedentemente — è riposta solo nella meccanica del doppio salto: oltre che pigiare due volte su delle pedane specifiche (esteticamente simili a dei cuscini d’acqua), ci tocca pure spostare il controller dal punto in cui ci troviamo a quello che vogliamo raggiungere. Con la pratica s’impara ma resta una dinamica non naturale, che andava studiata diversamente.
Superare gli ostacoli è più una questione di giusta prospettiva e di spirito d’osservazione. Ad esempio quando ci si imbatte in un pulsante che occorre mantenere pigiato, va scovata e spostata una cassa di legno (attraverso l'uso del trackpad del controller sinistro), altrimenti le mattonelle scompaiono al nostro passaggio. In questi casi occorre osservare l’ambiente circostante, altrimenti non si capisce bene cosa fare: il gioco (giustamente) non c’imbocca, ma ci chiede di ragionare un pò.
Altre volte è invece solo una questione di riflessi. Ad esempio, lungo il percorso dovremo eludere dei massi rotolanti: in presenza di quelli più grandi bisogna trovare una via di fuga parallela o ortogonale, quelli più piccoli vanno invece saltati. Queste diverse manovre non sono possibili se non si sposta l’inquadratura nella corretta angolazione: con le palle più grosse basta avere una visuale frontale, ma con quelle più piccole è più utile un taglio dell’immagine dall'alto (altrimenti non si apprezza bene la distanza spaziale necessaria). Ovviamente ci sono tanti altri tipi di ostacoli, tutti inseriti di volta in volta nei nuovi livelli, solleticando il senso di avventura e di scoperta.
Molto carine sono pure le boss battle. Gli avversari normali vanno spesso elusi, ma nelle arene di fine capitolo occorre combattere contro dei boss, caratterizzati da pattern d’attacco specifici. Ad esempio, il primo di questi energumeni lancia spesso degli affondi a area (saltando nei pressi delle nostre vicinanze), ma quando si appresta a sparare una sfera energetica blu bisogna posizionarsi su delle mattonelle specifiche, le quali erigono delle momentanee barriere. In questo modo le sfere rimbalzano sulle pareti e ritornano addosso al nemico.
La longevità si aggira sulle circa 5 ore, utili a affrontare otto capitoli (rappresentanti i vari piani della torre), suddivisi a loro volta in più livelli.

Light Tracer | LucullusGames

Colori vitaminici e personaggi buffi, ma soprattutto un’ottima tridimensionalità degli spazi

Il level design è studiato molto bene, inoltre non ci sono né glitch né cali di framerate. A parte la scomoda configurazione del tasto del salto, gli input sono precisi. Se si manifestano delle incongruenze nei comandi vuol dire che le casse dei sensori ambientali non sono state posizionate bene (oppure è richiesta una nuova calibrazione); personalmente non ho avuto alcun problema né con la telecamera né col fascio laser. Ripeto, l’unica cosa sulla quale occorre prestare attenzione è impostare la giusta visuale, ma questo è un aspetto che ricade sulle abilità del singolo giocatore: se non si sfrutta l’angolo visivo giusto, chiaramente, si finisce col cadere giù per demeriti propri.
Né io né i componenti della mia famiglia abbiamo avvertito sintomi da chinetosi. L’esperienza risulta valida anche per chi è particolarmente sensibile ai disturbi del motion sickness, ciò è dovuto anche all'assenza di movimenti bruschi.
Manca la localizzazione in italiano, ma il sottotitolato in inglese è molto semplice. Purtroppo i contenuti non sono memorabili: i monologhi della principessa sono banali e ricchi di luoghi comuni.
Le musiche invece sono molto carine, i suoni sono più che sufficienti.

Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.

Titolo: Light Tracer
Genere: Puzzle-Platform
Sviluppatore: Void Dimensions
Editore: Oasis Games
Data di rilascio su pc: 15 gennaio 2018

Commento finale

Light Tracer si mostra una buona prova in ambito VR. L’unica pecca è riposta nella posizione del comando del salto, che finisce col dare qualche grattacapo di troppo. Chiaramente la pratica lenisce il senso di frustrazione iniziale, ma se l’utente ha poca pazienza rischia di abbandonare anzitempo l’esperienza.
E sarebbe un peccato, perché il gioco edito da Oasis Games è davvero molto divertente. Chi possiede un visore può prendere in considerazione questa prova.

Pro:
  • Colori e design
  • Puzzle ambientali
  • Boss battle carine e mai ostiche

Contro: 
  • Storia banale
  • Il comando del tasto risulta scomodo da pigiare

Voto 7,4

Fonte immagini: google