Star Wars: Battlefront 2 | Dice - Recensione

Star Wars: Battlefront 2 è uno shooter arcade dai colori sgargianti, ma non è perfetto. Del resto se un Sith vive di assoluti, EA vive di microtransazioni




Star Wars: Battlefront 2 è stato accompagnato da un infelice evento su Reddit in cui gli sviluppatori hanno subito dei veri e propri attacchi personali — in parte ingiustificati — da alcuni utenti poco inclini al dialogo sulle microtransazioni.
Il mio pensiero ormai lo conoscete: se l’investimento di soldi reali incide sull’estetica non ci vedo alcun problema; se velocizza la progressione di chi non ha molto tempo, già comincio a sopportarlo meno, ma ne comprendo comunque il senso. L’importante è che non si forniscano set esclusivi con vantaggi tangibili sull’esperienza, altrimenti sì che bisogna farsi sentire, sebbene sempre in maniera educata. Ricordiamoci che il medico non ci prescrive certo di giocare a un dato gioco: basta non acquistare ciò che non ci va a genio.
Il punto, però, è che il sistema iniziale voluto dal publisher — e imposto agli sviluppatori (che non avevano avuto voce in capitolo sulla questione) — era stato concepito in maniera un pò furbetta: il pericolo era quello di competere contro videogamer agevolati dalle microtransazioni. Ma entrerò meglio nel dettaglio di seguito.
L’altro grande tema di fondo, che andrò a valutare, riguarda l’implementazione di una campagna principale che si inserisce tra gli episodi VI e VII delle pellicole viste al cinema. Ora, senza entrare ancora nello specifico, è bene chiarire che questo contenuto non rappresenta l’offerta principale del gioco. E, vista la longevità di appena 4-5 ore, non bisogna caricarsi di alte aspettative: è una piacevole divagazione, ma nulla di più. Come del resto lo è in tutti i videogiochi nati per la componente multi-player: Call of Duty WWII, Battlefield 1, Destiny 2, e così via.
Ma i cambiamenti più importanti riguardano l'introduzione dei battle points e delle classi. Del resto, l’assenza delle specializzazioni aveva influito negativamente sul predecessore, riducendone l’interesse della community sul lungo periodo.
Mentre Dice (Digital Illusions Creative Entertainment) si è concentrata sulle battaglie a terra, Criterion Games — che negli anni si è specializzata nei racing arcade, vedi l’ottimo Burnout — si è invece occupata di dare forma al nuovo modello di guida delle navi stellari. Il team inglese, ha reso i controlli più intuitivi, dando corpo a manovre più fluide, pur mantenendo un sistema di mira manuale e dando la possibilità ai singoli utenti di fare o meno uso degli aiuti alla guida.

Interpretiamo i panni di Iden Versio, comandante delle Inferno Squad (le forze speciali dell’Impero), nonchè figlia dell'ammiraglio Garrick Versio, salito in carica dopo la morte dell’Imperatore. Il contesto ci vede impegnati su Endor, con l'obiettivo di fermare le forze Ribelli. Tuttavia il nostro piano non andrà a buon fine (impedire la distruzione della seconda Morte Nera) e ciò alimenterà la sete di vendetta della nostra protagonista.
I personaggi non sono ben sviluppati, perché manca il tempo necessario a approfondirne il quadro psicologico. I temi sono gestiti in maniera superficiale, nonostante la sceneggiatura sia opera di Walt Williams, uno degli autori del sottovalutato (dalla critica) Spec Ops The Line. Ma per lo meno sono previsti nuovi spunti gratuiti già con i contenuti delle prossime settimane, a partire da quelli programmati per il 5 dicembre che si allacceranno a quelli del film Star Wars Episodio VIII Gli Ultimi Jedi. Ciò che mi ha invece colpito positivamente è stata la gestione del ritmo, nonché la spettacolarità delle azioni a schermo.
Per chi vuole approfondire il tema sulle squadre d’élite dell’impero, consiglio la lettura del romanzo Star Wars Battlefront II Inferno Squad, scritto da Christie Golden (già autrice de L’apprendista del Lato Oscuro), ambientato dopo gli eventi di Rogue One: A Star Wars Story.

Star Wars: Battlefront 2 | Dice - Recensione

Più meritocratico e meno casuale, ma un pò subdolo

Star Wars Battlefront 2 vanta un time to kill più alto della media dei suoi competitor già con le unità normali, mitigando gli effetti di chi preferisce fare attività da camper (appostandosi in zone protette per eliminare gli avversari).
La balistica non è curata come in Battlefield 1, proponendo invece uno shooter più immediato; ciò che ha in comune con l’altra proprietà di Electronic Arts è l’approccio più votato alla collaborazione, premiando più il gioco di squadra che le abilità del lupo solitario.
Gli eroi risultano chiaramente sbilanciati. Prima che vengano stanati saranno in grado di eliminare una lunga serie di unità, anche con pochissimi affondi. Ma oltre a seminare terrore a destra e a manca, potranno contribuire pure in manovre di supporto trasversali, creando barriere energetiche, disturbando i radar nemici, ecc… Per il resto, il moveset riprende quello del capitolo precedente: è stata solo aggiunta una schivata, che ora dona maggiore fluidità di manovra.
Le classi sono 12. Alcune sono utilizzabili sin da subito. 4 fanno testo a unità di fanteria (assault, heavy, officer, specialist), e 3 sono invece relegate a unità spaziali (fighter, interceptor e bomber). Durante le partite si accumulano i Battle points (con le uccisioni e gli obiettivi completati), che possono essere spesi per accedere agli eroi, alle unità di élite, o ai veicoli. Questa volta vengono premiate le abilità dei giocatori più bravi, riducendo l’elemento casuale del capitolo edito nel 2015. In quest’ultimo, chiunque poteva diventare Darth Vader: bastava trovarsi nel luogo giusto al momento giusto. Ma ora non è più così.
Ogni classe ha a disposizione tre slot per le 2 tipologie di carte disponibili. Le Carte Boost incidono sulle statistiche generali (danno maggiore, tempi di ricarica dimezzati, ecc…), mentre le Carte Abilità mettono a disposizione nuove funzionalità che sostituiscono quelle di base. Ma non è finita qui, ogni card è presente in 4 versioni differenti: comune, non comune, rara, epica. Le prime tre si trovano nelle lootbox, reperibili con la spesa di crediti in-game o tramite l’investimento dei cristalli (acquistabili con valuta reale); quelle epiche si possono ottenere solo tramite il crafting di parti reperibili nelle lootbox o mediante la distruzione delle carte doppie. Purtroppo il peso delle microtransazioni non è nullo, già su questo fronte è innegabile il vantaggio di chi decide di spendere soldi veri.
Per fortuna solo il primo slot di ogni classe è accessibile, gli altri due sono bloccati finché non si fa evolvere quella data classe (investendo ore e ore di gioco): chi intende spendere soldi veri non può quindi evitare di impegnarsi nello sviluppo della specifica classe che intende usare, centrando gli specifici obiettivi richiesti, venendo così premiati con vari reward.
Un discorso diverso lo meritano gli Eroi: prima vanno sbloccati (un pò come per gli operatori di Tom Clancy's Rainbow Six Siege), poi vanno pagati di volta in volta — con la valuta in-game (ottenibile anche con quella reale) — nelle varie partite. Ma potranno essere usati solo in determinati momenti dei match. Ciò vuol dire che i più bravi accumuleranno abbastanza punti per sfruttare gli eroi, mentre chi ha poca pazienza (o poco tempo o non è bravo abbastanza) potrà accedere ad essi pagando. E’ chiaro che la categoria più a rischio è quella dei minori, su cui i genitori dovranno porre attenzione.
Le 5 modalità online sono: Galactic Assault (evoluzione della vecchia Walker Assault), Starfigher Assault (evoluzione della vecchia Fighter Squadron), Heroes vs Villains, Strike (Attacco) e Blast (Eliminazione). Le ambientazioni sono 15 (10 terrestri e 5 spaziali) ma non sempre sono sfruttate nella loro versione più estesa, alcune sfide sono ristrette a porzioni più piccole, perché caratterizzate da un minor numero di giocatori. Ci sono sia sezioni aperte che aree interne (edifici), in cui vengono alternati ampi slarghi orizzontali a contesti più verticali. L’incedere è strutturato a obiettivi, come accade nelle Operazioni in Battlefield 1.
Galactic Assault è una prova asimmetrica (un pò sbilanciata) per 40 giocatori, che sfrutta le mappe nella loro interezza; sono presenti veicoli terrestri e mezzi volanti.
Starfighter Assault mette in scena epiche battaglie intergalattiche, ancora una volta asimmetriche. Sono presenti: X-Wing, Millenium Falcon, Tie-Fighter.
Heroes Vs Villains si erge attorno a partite 4vs4 dallo stile più arcade, in cui si affrontano eroi e cattivi di generazioni diverse. A ogni turno, uno dei protagonisti di ambo i team assurge al ruolo di target, diventando l’obiettivo principale dei rivali: chi riesce a stanarlo guadagna un punto.
Strike è una prova 8vs8, ambientata a terra su porzioni ristrette di mappe più grosse. Consiste nella conquista e nella difesa di due punti di controllo.
Blast è una sfida 10vs10, consiste nel classico Team Death Match.

Star Wars: Battlefront 2 - LucullusGames

Grafica da spaccamascella, narrazione priva di anima

Star Wars Battlefront 2 è molto bello da vedere: rispetta l’immaginario delle pellicole, ci mostra un universo vivo e ricco d’azione (con astronavi che compaiono dal nulla e civili spaventati in fuga), e fa uso di ottime sequenze cinematografiche.
Il Frostbite 3 riesce a mostrare spesso i muscoli, pur non essendo esente da alcune imperfezioni. Le texture sono ricche di dettagli, i riflessi e i giochi di luce sono ottimi, il foliage è fitto e realistico, inoltre la distanza sull'orizzonte dona un ottimo senso di spazialità. Tuttavia le compenetrazioni poligonali nelle fasi in volo — unite a hitbox un pò imprecise — danno qualche grattacapo nelle manovre più ardite. Nella fattispecie sono incorso in esplosioni senza apparente contatto con alcun velivolo o elemento dello scenario. Inoltre la distruttibilità degli ambienti è minore rispetto a quanto Dice ci ha abituato negli ultimi anni.
Il comparto audio vanta ottime campionature ambientali e le musiche originali della saga; il doppiaggio invece non è sempre ottimo, alcune voci (personaggi secondari) offrono una prova sottotono.

Titolo: Star Wars: Battlefront II
Genere: FPS Multiplayer
Sviluppatore: Digital Illusions Creative Entertainment, Criterion Games
Editore: Electronic Arts
Data di rilascio su pc: 17 novembre 2017

Commento finale

Star Wars: Battlefront 2 si rivolge a un’ampia fetta di mercato, e — soprattutto — ai fan della saga, che magari (di norma) non s’impegnano molto negli shooter competitivi. L’approccio online è quindi arcade; l’intelligenza artificiale nel single si mostra aggressiva, ma non si preoccupa minimamente di mettere in piedi neanche manovre tattiche di base.
Le micotransazioni sono un tema caldo e non intendo far finta che non abbiano un peso, seppur sia minore di quanto temessi: del resto gli eroi, le astronavi, le armi, e i contenuti single-player che arriveranno post lancio come credete che verranno finanziati? Proprio con l’investimento di valuta reale.
Attualmente è possibile impegnarsi in ore e ore di gioco per riequilibrare le carte in tavola, ma all’inizio lo svantaggio è percepibile. Ci sono stati già dei cambiamenti: il costo degli eroi è stato ridotto del 75% (sebbene Darth Vader e Luke Skywalker presentino ancora richieste un pò alte), ma i crediti si ottengono con una discreta velocità. Sono quindi fiducioso sulla raccolta dei feedback dei giocatori, e voglio sperare che si riesca a trovare un maggior equilibrio al sistema proposto. Del resto EA deve ancora trovare la quadra per questo nuovo business, che di fatto potrebbe sostituire i season pass. I suoi avversari (Activision, Ubisoft, …) hanno però le idee più chiare sul tema delle lootbox.

Pro:

  • Aspetto grafico
  • Musiche e campionature audio...
  • PvP spettacolare...
  • Le classi (sulla carta) sono un'ottima introduzione


Contro: 
  • Campagna single-player
  • ... Ma il doppiaggio è altalenante
  • ... Ma le microtransazioni incidono e sono incentivate dal sistema di progressione

Voto 7,7

Fonte immagini: Google