Hollow Knight | Team Cherry - Recensione

Hollow Knight è un metroidvania in 2D dal gusto artistico squisitamente malato e dall'invidiabile anima hardcore




Hollow Knight è l’opera prima di tre sviluppatori australiani, riunitisi sotto l’etichetta Team Cherry.
E ci presentano Hallownest, una tetra ambientazione abitata da colonie di insetti antropomorfi, che potrebbe riportare alla mente alcune idee lanciate in Salt and Sanctuary. Ma — contrariamente a quanto riportato in altre sedi — Hollow Knight non è assolutamente un soulslike, siamo invece al cospetto di un intrigante metroidvania con spiccati elementi platform, proprio come non se ne vedevano da diverso tempo, a parte un paio di rare eccezioni (Axiom Verge e Valdis Story).
Ci sono però delle similitudini con le opere dei From. C’imbattiamo infatti in una narrazione prettamente ambientale, fatta di indizi da raccattare qua e là, solo all'apparenza sconnessi. Il giocatore deve quindi prestare particolare attenzione alle incisioni disseminate nei lugubri anfratti e alle battute scambiate con alcuni NPC. Come se non bastasse ci sono pure finali multipli da svelare, ma solo uno è quello “vero”. Detto ciò non aspettatevi una lore profonda e complessa come millantato altrove: spesso si tende a cercare chiavi di lettura seducenti dove semplicemente lo sviluppatore ha volutamente lasciato elementi non definiti in maniera specifica (succede anche e spesso nei libri).
Anche il livello di sfida è particolarmente elevato, ma questo è solo uno dei tanti aspetti positivi che accomunano diversi indie di qualità che non c’imboccano col cucchiaino, come invece accade spesso nei tripla A. I boss sono particolarmente stimolanti, e richiedono una propedeutica fase di studio delle specifiche skill. Sono richiesti ottimi riflessi e tanta pazienza, sia per l’immancabile trial and error che per il pesante backtracking, tanto più che non ci sono checkpoint intermedi ma solo delle rare panchine per il salvataggio.

Il personaggio di Hollow Knight ha un aspetto buffo e sospeso tra due Mondi, un pò come quello di alte figure apprezzate nelle opere di Tim Burton. Il nostro si presenta con una mantella, un prolungamento appuntito posto sulla schiena, un paio di ossute corna sul cranio, e due vuoti e impenetrabili occhi.
Quando costui giunge finalmente a Dirtmouth, dopo aver attraversato un’umida e cupa grotta, ancora non ha idea di cosa l’aspetta. La città è ormai solo un pallido ricordo di quello che era un fiorente passato: i suoi abitanti, i suoi locandieri e suoi servizi si sono spostati più giù nel sottoterra. Ad accoglierci quindi in questa zona fantasma e deserta c’è il vecchio Elderburg, il quale ci metterà al correte del fantomatico regno di Hallownest.

Hollow Knight | Team Cherry - Recensione


A metà tra il masochismo e il gusto per la sfida

Inizialmente il nostro alter ego può sfruttare solo il salto e l’attacco all’arma bianca, ma via via avrà modo di ottenere varie abilità come il dash orizzontale a mezz’aria e i colpi caricati.
Tra gli item più preziosi troviamo due elementi da raccattare tra i cadaveri: i Geo sono dei preziosi oggetti di scambio, mentre le anime consentono di ripristinare parte della salute dopo un breve lasso di immobilismo. E’ quindi opportuno scegliere con oculatezza il momento giusto per ristabilire le proprie forze, evitando i capannelli avversari. E qui notiamo già una delle grosse differenze con Dark Souls: mentre in questo tale essenza è fondamentale per la progressione evolutiva del Chosen Undead, in Hollow Knight le anime svolgono più il ruolo delle fiaschette estus (con le opportune differenze).
Manca dunque un classico sistema di avanzamento, ma a variare il leitmotiv ci sono i perk, da acquisire tramite l’equipaggiamento dei Charm. Questi ultimi sono delle sorte di reliquie (ve ne sono 36), che andranno scovate in aree nascoste o acquisite dai venditori. Non è possibile sfruttarle tutte all'unisono, ergo il giocatore dovrà inquadrare la combinazione migliore in base all'avversario che si troverà dinanzi, mutando via via configurazione passando da una zona l’altra dell’articolata mappa.
Non vi nascondo che s’incorre spesso nel Game Over. E anche in questo caso c’è una reinterpretazione di quanto visto nei souls, e non una bieca copia 1:1. Difatti durante l’esalazione dell’ultimo respiro il nostro personaggio si scinde in due entità, inoltre perdiamo tutti i Geo è metà delle anime fin lì raccolte. Per ripristinare queste ultime due voci (Geo e anime) dovremo non solo recarci sul luogo del decesso, ma dovremo pure battere il nostro spirito malvagio separatosi da noi (come  succitato in precedenza).
Ciò che invece rimane identico ai souls è l’effetto dei salvataggi: si concretizza il respawn dei nemici e la salute si rigenera completamente. Ritroviamo anche i viaggi rapidi tra le aree di gioco, ma questi si rendono disponibili solo dopo aver riaperto delle stazioni cadute in disuso: troveremo ovviamente un insetto a svolgere il ruolo di mezzo di trasporto.
L’esplorazione è una componente fondamentale del gioco. All'inizio mancano però dei riferimenti spaziali, il quadro comincia a farsi meno fumoso solo dopo l’incontro con Cornifer, che ci fornirà un disegno molto approssimativo del tratto fino ad allora da noi battuto, in cambio di una piccola quantità di Geo "donata" (perchè ovviamente non si fa nulla gratis). E il resto?
Be' ci tocca sudarlo. Per completare lo schema spaziale dobbiamo prima calcare materialmente le diverse zone del Mondo, dopodiché occorre sostare sulle panchine di salvataggio per aggiornare la mappa.
La longevità dipende più che mai dalle abilità e dall'esperienza con giochi analoghi, ad ogni modo valutate un range di 12-17 ore per la sola main quest; per arrivare al 100% potete tranquillamente (almeno) raddoppiare il computo succitato.

Hollow Knight | LucullusGames

Tecnicamente solido, artisticamente encomiabile

Hollow Knight sfoggia sinistre location disegnate completamente a mano, in cui dimorano insettoidi disgustosamente curati sin nei particolari. Gli ambienti sono vari nel design e nell'accostamento dei colori, ma chiaramente il tema di fondo resta quello tipico di zone inospitali e non adatte alla villeggiatura.
Non ci sono cali di frame e il sistema di controlli risponde sempre in maniera reattiva. Devo invece fare una tirata d’orecchi al team per la malsana scelta di non porre sempre un rapido checkpoint in presenza di una boss fight: va bene l’approccio hardcore, ma non ha senso calcare la mano e far ripetere più volte lo stesso percorso zeppo di nemici per affrontare uno scontro fondamentale; si rischia solo di innervosire il giocatore con un trattamento tedioso.
La colonna sonora si erge attorno a brani strumentali capaci di trasmettere inquietudine e solitudine.

Titolo: Hollow Knight
Genere: Metroidvania
Sviluppatore e Editore: Team Cherry
Data di rilascio su pc: 24 febbraio 2017


Commento finale

Hollow Knight è un indie di grande qualità, che tutti i giocatori in cerca di nuovi stimoli dovrebbero prendere almeno in considerazione. Probabilmente non è un titolo per tutti, ma non siamo certamente al livello di complessità visto nelle opere dei From. Ci sono una sacco di segreti da svelare e tanti puzzle da mettere insieme per arrivare a comprendere il quadro generale.

Pro:
  • Controlli reattivi
  • Artisticamente invidiabile
  • Ricco di zone nascoste da scovare


Contro: 
  • Non innova il genere di riferimento
  • Massiccio backtracking

Voto 8,5

Fonte immagini: google