Absolver è un action game, caratterizzato da un buon livello di sfida; si menano botte a destra e a manca, e lo si fa spesso a mani a nude
Absolver è un action mêlée concepito soprattutto per l'online. A differenza di Mad Max — accostato spesso ai Batman con eccessiva leggerezza da chi evidentemente non li ha giocati entrambi (visto che il free flow di Rocksteady è nettamente più elegante e profondo di quello di Avalanche Studios) — qui il button mashing non paga, anzi porta facilmente alla sconfitta. Il motivo risiede nella barra energetica che limita il quantitativo di mosse da inanellare, impedendo di fatto l’approccio più spettacolare delle danze tipiche degli action alla Bayonetta.
In Absolver occorre apprendere varie mosse e capire quando usarle in base al contesto e all'avversario, valutando velocità d’esecuzione (della specifica tecnica che si vuole adottare) e distanza dal nemico. Chiaramente il sincronismo dei movimenti è fondamentale per eseguire le combo con efficacia, ma la tecnica è di gran lunga l’elemento più importante: l’impostazione non è quella di un leggero free flow, né quella delle classi del personaggio come in For Honor. Se proprio vogliamo trovare qualcosa di analogo dobbiamo fare riferimento a Blade & Bones.
Absolver non ha una vera e propria storia, né una narrativa silenziosa alla Dark Souls. Tutto il fascino iniziale dell’ambientazione si esaurisce in alcuni bei colpi d’orizzonte, e in una manciata di riferimenti a una mitologia creata ad hoc.
I ragazzi di Sloclap ci catapultano nel decaduto regno di Raslan. Qui i giovani più promettenti — i Prospect (per l’appunto) — sono chiamati a percorre un violento itinerario dal ritmo serrato, per tentare la scalata alla torre del Mondo di Adal e ottenere il grado di Absolver. Il duro percorso mette l’aspirante davanti a vari NPC, sei mini-boss (chiamati Marked One) e due boss finali più impegnativi.
Mi ha colpito il contesto elitario, ma mi sarei aspetto maggiore sostanza. Impersoniamo dei guerrieri armati di maschere (applicate durante il rito iniziale), tali da spersonalizzare l’individualismo tipicamente occidentale. Siamo così mandati in un territorio, che possiamo associare a una vasta arena (ma non tale da poter parlare di un vero e proprio Open World), sospesa in uno spazio e in un tempo indefiniti. L’obiettivo appare sin da subito criptico, mistico e etereo. Si tratta di qualcosa che però col viaggio perde via via smalto e presenza, tant'è che — da un certo punto in poi — si rischia persino di perdere il quadro d’insieme, lasciandosi irretire più dalla sensualità degli scontri.
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Absolver | Sloclap & Devolver Digital - Recensione |
Qui non insegniamo ad avere pietà, la pietà è dei deboli. Qui, per le strade, in combattimento, l'uomo che avete di fronte è un nemico; non merita alcuna pietà (John Kreese, Karate Kid)
Durante la fase di creazione del personaggio dovremo valutare alcune semplici voci estetiche, ma la scelta più importante ricadrà sullo stile di combattimento. Ci sono tre moveset principali (Forsaken, Kahlt e Windfall), differenziati per il maggior peso dato alla forza o all'agilità. Tuttavia non si tratta di un’opzione restrittiva: salendo di livello avremo modo di modellare a piacere l’approccio, agendo sulle statistiche di base (vitalità, destrezza, stamina, …), potenziabili con i punti esperienza. Sebbene l’impianto RPG non sia profondo come quello di un gioco di ruolo, possiamo comunque ulteriormente variare i nostri valori con l’equipaggiamento raccattato via via nelle location. Tenete però presente che il peso diminuisce l’agilità, quindi non sempre l’oggetto migliore (sulla carta) risulta davvero quello più efficace (per noi).In verità è possibile accedere anche a un quarto stile, quello dell’ubriaco. Lo Stagger style si rende disponibile solo dopo aver abbattuto uno specifico mini boss (che risulta un po’ ostico da scovare), e aver raggiunto il livello 25.
Absolver punta molto sul contatto. E’ un titolo viscerale che mette un pò in secondo piano le magie e i colpi preimpostati, per dare così una libertà maggiore al giocatore. La sensazione che si prova è di essere davvero protagonisti in prima persona, senza grosse facilitazioni di sorta a supportarci. Ogni calcio, pugno, ginocchiata e gomitata inflitti all'avversario sono delle scariche di adrenalina. Mi ricordano l’approccio al combattimento più violento e aggressivo del primo Daredevil, mediato però dalle ideali pose orientaleggianti che comunque non eccedono mai nell'eccessiva teatralità.
Tuttavia non mancano dei perk speciali per dare maggior ariosità al combat system, mi riferisco all’onda d’urto (può anche stordire), alla rapida ricarica dei punti vita, e a incantesimi che indeboliscono momentaneamente le statistiche. Queste abilità si sbloccano abbattendo i boss; se ne possono equipaggiare al più due alla volta, ma non se ne può abusare poiché sono limitate dal consumo di determinati cristalli.
Le contese vantano una buona profondità. Spesso dobbiamo prima rompere la guardia del nemico e solo in seguito infliggere i danni. Mentre — per evitare gli affondi dell’avversario — possiamo contare su parate, finte e schivate. Come succitato, ogni azione consuma un certo quantitativo della barra energetica, quindi — come in un Souls — bisogna capire quando è il momento di difendersi, quando quello di rimanere in disparte, e quando invece bisogna decisamente attaccare. Occorre affrontare le sfide mediante rapide folate offensive, costituite da pochi — ma ben assestati — colpi: dobbiamo tentare di mandarne a segno il più possibile, e sfruttare i periodi di ricarica per studiare una nuova tipologia d’assalto, per non essere prevedibili (soprattutto online).
Similmente al succitato titolo dei FromSoftware, per orientarsi nella mappa — strutturata in varie aree interconnesse tra loro — occorre fare riferimento agli altari (fanno da checkpoint); accedendovi è possibile anche far pratica con le mosse. Non si tratta però di un soulslike; il plot è banale, la trama non è sviluppata, e mancano spunti interessanti.
Il videogame del team francese è concepito per dare il meglio di sé in compagnia di altri giocatori: si può procedere offline ma l’eccessivo respawn viene attenuato se siamo supportati da membri in carne e ossa. Ma è bene scegliere con cura il compagno di viaggio, visto che i tradimenti sono dietro l’angolo: gli sviluppatori hanno intelligentemente scelto di far scontrare tra loro i player, sì da rendere l’atmosfera ancora più interessante. Inoltre è possibile dar luogo a una propria scuola di arti marziali mettendo a disposizione il nostro personale Combat Deck (diventando un mentore), o entrare in altri “dojo” preesistenti (vestendo i panni dello studente).
Ogni tanto però le belle arti marziali vengono messe un pò all’angolo. Impugnando lame da taglio e guantoni la magia del titolo — edito da Devolver Digital — si affievolisce, mentre l’equilibrio si rompe del tutto quando veniamo attaccanti da più nemici alla volta. In quest’ultimo caso subentra un pò di confusione perché non si legge bene la direzione del fendente (anche a causa della telecamera), inoltre le tecniche a disposizione vengono limitate a causa della diversa gestione degli spazi. Evidentemente sono state pensate per dare il meglio nelle nobili sfide 1 vs 1.
La longevità in single è risicata, del resto questa modalità funge più da grosso tutorial come nella campagna di For Honor: bastano una manciata di ore (4-5) per terminare Absolver. Non c’è un intreccio di missioni principali e secondarie da portare a termine, si menano solo tante botte da orbi. Dopodiché resta l’endgame che sarebbe dovuto essere più corposo. Si può continuare quindi a esplorare le zone per: abbattere i nemici (legati ai punti di spawn) sì da incrementare il livello del PG, raccattare equipaggiamento migliore, e sfidare altri giocatori reali. In Absolver hanno più peso le skill e la patina da MMO.
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Absolver - LucullusGames |
Dio mi ha dato un corpo straordinario ed è mio dovere prendermi cura del mio tempio (Jean-Claude Van Damme)
Le animazioni e le varie posture (due frontali e due alle spalle) sono belle da vedere. Le ambientazioni decadenti sono caratterizzate da un tratto morbido ma non fumettoso, sebbene sia stato usato il cell shading. La varietà delle tinte non è elevatissima, ma i contrasti risultano efficaci nel donare profondità agli spazi.Ciò che invece non è sempre ben implementata è l’inquadratura, che — accompagnata da alcune compenetrazioni poligonali — finisce con lo sporcare il quadro d’insieme. Sono altresì presenti rari bug minori e glitch grafici (come NPC che scompaiono o s’incastrano).
L’Unreal Engine 4 offre una discreta linea d’orizzonte e un buon colpo d’occhio generale, ma le opzioni grafiche sono limitate a poche voci, su cui non si ha poca manovra, perché regolate da generici preset. Possiamo (ad esempio) agire sulla qualità: delle texture, dell’antialiasing, e delle ombre. Il framerate è abbastanza stabile sui 60 fotogrammi.
Titolo: Absolver
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: Sloclap
Editore: Devolver Digital
Data di rilascio su pc: 29 agosto 2017
Commento finale
Absolver è un’esperienza online basata sul combattimento, ma non c’è molto altro da fare. Se siete interessarti a scoprire un articolato intreccio, dovrete volgere lo sguardo altrove.Tecnicamente la prova mostra dei limiti che tuttavia possono essere risolti con patch future. Se il gioco avesse più contenuti sarebbe un’ottima scelta per menare fendenti in compagnia, ma allo stato attuale dei fatti risulta solo un piacevole diversivo nato da un’intuizione eccezionale, non sfruttata appieno.
Vedetelo più come un picchiaduro: profondo nel combat system e libero nell’interpretazione, ma modesto nei contenuti. Magari arriveranno dei dlc in futuro per tramutate in atto tutto il potenziale del gioco dei Sloclap.
Pro:
- Combat system tecnico e personalizzabile
- Concept originale
- Online è divertente
Contro:
- Quando la zuffa è caratterizzata da più contendenti c'è un pò di confusione
- Il codice richiede maggiore pulizia
- La gestione della telecamera andava curata di più
Voto 7,3
Fonte immagini: Google