Tropico 2: Pirate Cove | PopTop Software - Recensione

Tropico 2 Pirate Cove è un city-builder atipico, che si concentra meno sull'urbanizzazione per dedicarsi più alla cura dell'atmosfera piratesca




Tropico 2 mette da parte l’isola caraibica ispirata a Cuba vista nel primo Tropico, in luogo di un’ambientazione piratesca vicina alla leggendaria Tortuga, che è stata il covo dei più agguerriti e impavidi fuorilegge del XVII secolo. In verità molti di questi barbuti corsari furono anche stipendiati dai governi dell’epoca per far affondare e depredare le flotte degli Stati rivali, ma questo è un altro discorso.

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Lo scopo è depredare e accumulare sempre più ricchezze per diventare il pirata più famoso

Tropico 2 cambia dunque veste, ma all'inizio occorre sempre scegliere un personaggio per il nostro avatar. I corsari a disposizione spaziano da Barbanera a Henry Morgan, fino al personaggio di fantasia nato dalla penna di James Matthew Barrie: Capitan Uncino. E’ possibile personalizzare (con bonus e malus) le figure già presenti o crearne una da zero, optando per una personalità autorevole, egoista, o sanguinaria.
Dopodiché dovremo provare a ingrandire l’agglomerato urbano dell’isola. Ma stavolta dovremo impegnarci di più anche sul fronte nemico, attaccando le navi e le colonie delle compagini Europee che dominano il commercio nei carabi (Spagna, Francia, Inghilterra). Facendo però attenzione a non far scoprire il luogo specifico del nostro covo, e a non colpire sempre i bersagli di una stessa bandiera, altrimenti la nostra taglia si alzerà sino a rendere più audaci i nostri avversari.
Come in atri city-builder occorre prima di tutto avere il cibo necessario per il normale sostentamento, in tal caso ci vengono in soccorso le piantagioni. Dopodiché occorre armarsi, quindi il fabbro può donarci le armi necessarie per le nostre scorribande, mentre dalle miniere è possibile estrarre il metallo necessario per la fusione. Senza dimenticare di erigere gli edifici in grado di lavorare le materie prime, per ricavarne dei prodotti finiti (come sigari e birra). Anche le scuole sono importanti per migliorare le doti di navigazione e di scherma della nostra marmaglia.
E’ rimasto il concetto dell’approvazione, ma a differenza del popolo della Repubblica delle Banane, i pirati hanno esigenze diverse: donne (occorre un bordello), rum (servono taverne e distillerie), gioco d’azzardo, e infine banchetti a gogò. Se la ciurma di filibustieri rappresenta una fonte di guadagno da mantenere allegra, è anche vero che abbiamo bisogno pure della forza lavoro per mandare avanti la baracca, ergo dovremo procurarci le risorse umane catturandole durante le scorribande a terra. E’ possibile anche qui emanare gli Editti per promuovere i prigionieri a novelli pirati, indire una festa, nominare un nuovo capitano, emanare riscatti per prigionieri facoltosi, e così via.
Come nel primo episodio anche qui è possibile accedere alle informazioni personali di ogni individuo (anni, abilità, esigenze), semplicemente selezionando la sua figura in movimento sull'isola. La micro-gestione permette altresì di impostare rotte commerciali e curare la parte diplomatica con gli attori esterni (le altre Nazioni).
Quello che manca a questo prodotto, che ne limita la profondità, è il controllo diretto su alcuni aspetti. Ad esempio se ci manca un lavoratore in un ramo specifico non possiamo fare altro che aumentarne la priorità della richiesta, ma poi starà comunque al soggetto scegliere se coprire o meno quell'incarico a seconda delle sue abilità: insomma non tutti gli schiavi sono uguali, ma dobbiamo essere anche fortunati nel rapire i soggetti più adeguati allo sviluppo del nostro covo. Non abbiamo quindi il controllo di una società da dirigere, ma possiamo solo tentare di dare una parvenza di ordine nel caos piratesco. Anche le scorribande navali restano sotto il controllo dell’Intelligenza Artificiale, e tenete a mente che la flotta potrebbe tornare anche decimata anziché ricca di nuovi doni. La casualità e lo spirito libertino non si sposano bene con l’esigenza di creare un impero che invece richiede leggi e ordine. L’idea di fondo è rispettare un pò l’atmosfera libera di uomini senza regole, ma credo che si sarebbe potuto agire con maggiore oculatezza.
La campagna consta di 16 episodi atti a ripercorrere 60 anni di pirateria, dove ci viene chiesto di svolgere missioni specifiche. E’ inoltre disponibile una sorta di modalità sandbox personalizzabile, agendo su alcuni parametri (condizioni di vittoria, lunghezza della partita, difficoltà). Ma l’offerta non è ampia come negli ultimi episodi del brand.

Tropico Reloaded

Su steam i primi due capitoli non sono più acquistabili separatamente. Tropico Reloaded permette proprio di mettere le mani su questi due, oltre che sull'espansione del primo episodio, denominata Paradise Island.

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La vera sfida è riposta nel realizzare un equilibrio tra le opposte necessità dei bucanieri e degli schiavi

L’isola è navigabile grazie a una telecamera a volo d’uccello e a vari livelli di zoom, la mappa è inoltre ruotabile a 360°. Le animazioni sono discrete per l’epoca, e anche l’effetto delle onde è stato rivisto rispetto al predecessore.
Buona la colonna sonora e l’effettistica; segnalo anche la seguente chicca della lingua madre: i vari schiavi si lamentano in inglese, francese o spagnolo a seconda del luogo dal quale sono stati prelevati quando erano uomini liberi.
Le schermate informative sono di facile consultazione, tuttavia era lecito aspettarsi una maggiore serie di voci per tenere sotto controllo le varie variabili di gioco. Inoltre il tool di costruzione poteva non solo essere più dinamico e pratico ma anche meno limitato.

Titolo: Tropico 2 Pirate Cove
Genere: City-builder
Sviluppatore: PopTop Software e Frog City Software
Editore: Kalypso Media Digital
Data di rilascio su pc: 2003

Commento finale

Tropico 2 Pirate Cove trasla l’esperienza più organizzata del primo capitolo in questa veste meno articolata ma anche più scenografica. Non è cambiata solo l’atmosfera ma anche alcune meccaniche, sebbene il format sia ovviamente derivativo. Ma il vero punto debole è riposto nel peso eccessivo dato all’IA, laddove occorreva dare maggior controllo al giocatore.
Se cercate un’esperienza più leggera allora rispolverate pure questa iterazione, ma se non avete mai messo le mani su questa saga allora prendete in considerazione più Tropico 5 nella sua versione completa di dlc, sì da avere un’esperienza più appagante.

Pro:
  • Atmosfera diversa
  • Un paio di idee "nuove"
  • Comparto audio


Contro: 
  • Gameplay meno profondo e organizzato rispetto al predecessore
  • IA un pò invasiva


Voto 7



Fonte immagini: Google