Suicide Guy | Fabio Ferrara & Chubby Pixel - Recensione

Suicide Guy è un action puzzle che affronta un tema delicato con un sorriso, e allo stesso tempo è anche una parodia del mondo ludico





Suicide Guy ci mette dinanzi a un uomo medio (non di stazza, il ragazzo è una buona forchetta, come dimostra la canottiera sporca di ketchup e senape) che — come il buon Peter Griffin (il titolo gioca velatamente con Family Guy) — si sta godendo una dissetante birra davanti alla Tv. 
E probabilmente il divano su cui ha posato le sue grazie avrà assunto le forme del deretano del barbuto proprietario: Homer Simpson docet.
Lo status quo — come sappiamo — non può durare in eterno, e difatti sta per accadere un evento catastrofico di proporzioni immani. Evidentemente il troppo lavoro precedente, l’eccessiva assunzione di alcol, o un programma via cavo noioso, spingono il nostro “eroe” a chiudere irrimediabilmente le palpebre, scatenando un viaggio onirico attraverso vari scenari di altrettanti Mondi. Questo però porta anche a rilassare i suoi arti nel mondo reale, facendo sì che la bottiglia della nota marca “beer” inizi a scivolargli dalle dita della mano: il nostro cade nel panico più totale per ciò che sta per accadere.
E’ disposto a tutto pur di svegliarsi in tempo e salvare l’agognato nettare fermentato, persino a impegnarsi con tutto se stesso per suicidarsi. Una volta caduti profondamente nel pisolino, saremo catapultati in un hub centrale — allestito a mò di fast food — dal quale accedere ai vari scenari (via via sbloccati secondo una successione lineare), servendo i vari tavoli a tema. Solo dopo aver portato a termine tutte le situazioni avremo accesso all'uscita, che sin da subito ci motiva con la visone di un enorme cerveza.
L’atmosfera goliardica è tutto un programma, e mi ha ricordato lo striscione di un tifoso in concomitanza dell’addio al calcio di Francesco Totti all'Olimpico: “Speravo de morì prima”. Questo per sottolineare solo che la creatura di Fabio Ferrara è chiaramente animata da una sana ilarità che mette in secondo piano alcuni problemini tecnici: nulla che comunque causi crash, almeno io non ne ho riscontrati. Ma andiamo per gradi, e vediamo di capire con questa recensione se l’esperienza oggetto d’analisi è buona.  




Per avanzare allo stage successivo bisogna mettercela proprio tutta per evitare di morire

Suicide Guy è anche una parodia del mondo videoludico, soprattutto dei tanti e assurdi simulatori di qualsiasi cosa passi per la mente degli sviluppatori, comprese capre (Goat Simulator), fette di pane (I am Bread) e sassi (Real Rock Simulator "Rock and Roll”). Ritroviamo inoltre varie citazioni alla cultura pop e nerd: videogame (The Stanley Parable e Super Mario), oggettistica celebrativa degli anni ’80 (fionda e una console portatile che rimanda al Game Boy), libri (Moby Dick, qui cambiato in Moby Duck), e film (Jurassic Park).
In ogni livello oltre a preparare il necessario per inscenare la morte, potremo raccogliere delle statuette (a mò di collectible) che però andavano celate meglio. Il senso dei collezionabili sta di norma nell'invogliare il giocatore a esplorare la mappa per tentare di individuare tutti i possibili coni d’ombra, ma qui ciò non avviene poiché spesso sono posizionate proprio sotto il nostro naso. 
Si tratta di un Action-puzzle 3D in prima persona, che ci richiede di: spostare casse (per raggiungere posizioni sopraelevate), attivare leve e pigiare pulsanti per dare corpo alla strumentazione elettronica, fare uso di cacciavite e chiavi per aprire varchi, e infine saltare su vari appigli per avanzare.
Alcuni puzzle sono banali come quello che celebra il videogame Portal, dove occorre semplicemente creare — con l’apposita “arma” — un varco sul soffitto e un altro diametralmente opposto sul pavimento, sì da entrarci e scivolare in un loop continuo. In effetti, in questa esperienza, si cerca anche di ovattare quelle paure ricorrenti negli incubi, come la caduta continua da un precipizio o l’essere colpiti da un treno in corsa (anche quest’ultimo contesto è presente).
Altre volte gli stage sono più ampi e richiedono di usare un minimo di cervello per capire come avanzare, vedi i vari enigmi da risolvere in un tempio che rimanda ai film di Indiana Jones. Qui dobbiamo (ad esempio) azionare più piastrelle per accedere a una grande porta, posizionandoci sopra dei volumi. Ma il punto è che siamo in possesso di una sola cassa: occorre dunque prima recuperare una fionda per far cadere una chiave appesa al soffitto (a mezzo di ragnatela), e poi aprire il baule per sfruttarne il contenuto a mò di ulteriore peso, sbloccando così l’ingranaggio.
Altre volte ancora — come accennavo nel paragrafo introduttivo — ci troveremo dinanzi a situazioni più carine, come accade nel livello dedicato al film Jurassic Park. Qui ci viene chiesto di cuocere un guscio di dinosauro per ricavarne un uovo all’occhio di bue, da mangiare sotto lo sguardo della pericolosa madre del cucciolo (non ancor nato), che alla fine chiederà ovviamente la nostra testa. Sempre qui sottolineo l’ottima intuizione di inserire il motivetto canticchiato dal nostro eroe, preso proprio dalla colonna sonora del film diretto da Steven Spielberg e basato sull'omonimo romanzo scritto da Michael Crichton.
C’è persino spazio per l’autocelebrazione, dedicata a un’altra esperienza dello stesso developer, mi riferisco a Woodle Tree 2 Worlds, dove l’uso intelligente dei cubetti gialli permette di raggiungere altezze differenti.
La longevità si aggira sulle circa 2 ore per risolvere i 25 livelli di gioco ideati.




Il codice richiede un pò di pulizia in più, ma non ci sono grossi difetti

L’aspetto grafico mostra una buona varietà di colori, con tinte sature capaci di rendere l’atmosfera molto allegra.
Il codice mostra una serie di imperfezioni che comunque non compromettono l’esperienza, anche perché non siamo di fronte a un’opera che necessita di una grande fluidità (non è né un FPS nè un titolo di guida). E’ giusto sottolineare però che c’è del leggerissimo stuttering, delle marcate compenetrazioni poligonali, e dell’aliansing.
Non mi ha convinto molto la gestione del salto: bisogna tenere presente che se non si raggiunge subito la soglia della superficie successiva, occorre comunque pigiare su (W) — o sulla levetta analogica del pad — per simulare un'ascensione (come se stessimo salendo i pioli di una scala). Il punto è che su certe estensioni il salto sembra essere calcolato diversamente, sia per efficacia che per distanza percorsa in aria. Ad ogni modo col tempo, e la ripetizione di queste manovre, ci si fa il callo.
L’effettistica è appena sufficiente: la realizzazione audio delle raffiche di vento andrebbe smorzata un pò perché è fastidiosa a lungo andare, mentre il personaggio si limita a mugugni piuttosto che dare il là a commenti di qualche tipo. Le musichette sono semplici ma non sempre riuscite, si possono comunque spegnere, pigiando sul tasto superiore della radio rossa onnipresente nei vari stage. 
Inizialmente non era disponibile l’italiano ma ora è stato aggiunto nell’interfaccia, dove agendo nel menù è possibile optare per varie risoluzioni grafiche che vanno ben oltre il full-hd. 
Il titolo continua a riceve un supporto continuo, ed è una scelta che va apprezzata. 

Modus Operandi: ho realizzato questa recensione grazie a un codice per il download su steam gentilmente fornitomi dal distributore del gioco.


Titolo: Suicide Guy
Genere: Action-Puzzle
Sviluppatore: Fabio Ferrara
Editore: Chubby Pixel
Data di rilascio su pc: 14 luglio 2017

Commento finale

Suicide Guy è un titolo allegro che si focalizza soprattutto sull'atmosfera goliardica e irriverente. E’ una buona parodia, sebbene non sempre riesca a stupire nelle scelte di game design. E’ comunque un videogame che vale la pena provare se si vuole attingere a qualcosa di diverso, che va fuori dagli schemi. Il titolo di Chubby Pixel (studio indipendente con sede a Milano) non è perfetto tecnicamente ma vi offre de delle sane risate, risultando un discreto intrattenimento quando non si è in cerca di qualcosa di particolarmente complesso. 


Pro:
  • Concept originale
  • Scenari variegati
  • Alcune fasi platform sono ben riuscite
  • Atmosfera parodistica

Contro: 
  • Alcuni puzzle sono molto banali
  • Tecnicamente si poteva fare di più
  • Alcune statuette sono troppo in vista


Voto 6,1


Fonte immagini: screenshot personali