Hellblade: Senua's Sacrifice | Ninja Theory - Recensione

Hellblade Senua's Sacrifice è un action-adventure caratterizzato da un'ottima atmosfera, che prende corpo dalle allucinazioni e dai deliri di una mente instabile




Hellblade Senua's Sacrifice è stato definito — dal team, diretto da Tameem Antoniades, già autore di Heavenly Sword e Enslaved  Odyssey to the West — un "indie Tripla A". Il motivo deriva: dal risicato numero di teste che ci hanno lavorato (appena 20), da un marketing non martellante, da una distribuzione digitale, e dal prezzo di lancio dimezzato rispetto alle produzioni maggiori. Il budget ridotto non ha influito sull'idea di trasporre in un videogame il tema della psicosi, ma ha chiaramente portato a una longevità ridotta (è possibile completare il gioco in circa 7 ore) e a un combat system non eccezionale.
Piccola nota: spesso il termine indie è usato in maniera impropria. E’ bene tenere a mente che tutti i videogame con un publisher alle spalle non sono indie, ergo Hellblade Senua's Sacrifice non è un indie.
I soggetti vittima di follia (così venne definita inizialmente da Ernst von Feuchtersleben tale malattia) non riescono a distinguere gli avvenimenti immaginati da quelli realmente avvenuti, spesso sono ansiosi, e manifestano allucinazioni e deliri. L’argomento non è stato affrontato con leggerezza, i Ninja Theory si sono rivolti a specialisti di settore dell'Università di Cambridge per dare corpo al character design della protagonista, in maniera rispettosa verso chi queste problematiche le deve affrontare davvero quotidianamente.

Viviamo sicuramente in un nuovo filone artistico che punta a proporci più personaggi femminili rispetto al passato, non riguarda solo i videogame ma anche fumetti, film e serie tv. E tutto questo mi fa pensare che finalmente stiamo maturando come società. Ma mai come in questo caso la scelta è stata azzeccata e non forzata: i disturbi psichici sin dal 1800 sono stati accostati più al gentil sesso, pensiamo ad esempio al fenomeno dell’isteria. Ma Senua non è certamente una debole, e lo dimostra continuamente affrontando delle difficoltà che getterebbero nello sconforto qualsiasi altra persona (indipendentemente dal sesso).
Senua è una guerriera celtica che ha avuto un’infanzia più dura rispetto a quella dei suoi coetanei. Melina Juergens è l’attrice reale che ha prestato le sue forme — a mezzo di motion capture — alla protagonista principale che ci viene subito presentata a bordo di una canoa, mentre solca un fiume nelle fredde e plumbee lande del Grande Nord. La psicosi si è mostrata in lei sin dall’età giovanile, e il padre non comprendendola l’ha isolata; l’emarginazione è frequente in questi casi ancora oggi. Nonostante tutto la ragazza ha trovato l’amore nella sua vita, ma l’ha anche perso troppo presto. Tuttavia non ha accettato tale sorte, mettendosi invece in viaggio per invertire il mito di Orfeo e Euridice, accompagnata da voci contraddittorie che nel gioco a volte provano a schernirla e a volta la incoraggiano nel perseguire le sue sensazioni.
Tutto il contesto di fondo — unito alle dure credenze del clan e alla mitologia norrena — porta a accumulare nuovo stress a una condizione pregressa instabile: la donna piomba così in una forte crisi che avremo modo di vivere anche noi, spesso attraverso dei soliloqui all'apparenza privi di qualsivoglia senno. Tuttavia le risposte alle turbe mentali le otterremo solo nella parte finale.

Hellblade: Senua's Sacrifice | Ninja Theory - Recensione


L’esperienza è molto lineare, i puzzle ambientali sono semplici

I combattimenti sono banali e rappresentano solo una parte dell’esperienza (circa un quarto). Siamo chiamati a combattere delle tetre creature, manifestate dalla mente provata di Senua. Si tratta principalmente di contese 1 vs 1, ma non di rado dovremo schivare anche alcuni attacchi mossi da altre figure, presenti nelle piccole arene.
Il combat system non prevede soluzioni nuove, ma si pone al limite di un hack'n slash incline al button mashing. Non sono previste delle combo, nè un sistema di progressione con abilità da sviluppare. Possiamo solo contare su: attacco leggero e affondo pesante, parata (se eseguita in maniera perfetta porta a stordire momentaneamente il nemico), schivata (a dire il vero non sempre utile), spezza-guardia, e possibilità di rallentare il tempo. Quest’ultima feature si rende disponibile solo dopo un certo computo di colpi elusi o andati a segno. Il focus è riposo nel timing: attacchi e contrattacchi vanno eseguiti rispettando le tempistiche dei pattern avversari, che sono poco variegati e col prosieguo delle vicende determinano solo maggiori danni.
Spesso dobbiamo risolvere dei semplici puzzle ambientali esplorando la zona, sia affrontando le allucinazioni di Senua — ambientate in zone labirintiche, in cui cercare l’uscita (guardando attraverso dei "portali", capaci di svelare il percorso corretto) — che dei ricordi dolorosi da rivivere (come l'incendio al villaggio a opera dei popoli del Nord).
I collectible sono rappresentati da alcuni simboli runici disegnati su delle porte sbarrate che vanno memorizzati e poi ricercati in altri elementi ambientali (ad esempio presso dei rami), sfruttando la giusta inquadratura e la prospettiva; un pò come accade in The Witness, anche se il livello di complessità è decisamente più basso rispetto a tale puzzle game. Questo simbolismo esasperato e ripetuto simula il delirio e la compromessa lucidità.
Ci sono più livelli di difficoltà, ma dal momento che la sfida generale non è altissima il mio consiglio è partire subito a “Difficile”. Se si perde uno scontro non s’incorre nel Game Over, ma occorre ripetere l’incontro.

Hellblade: Senua's Sacrifice - LucullusGames


Chi ha detto che l’impostazione di questi temi deve limitarsi a un concept meno ritmato e più riflessivo?

Possiamo vedere in Hellblade Senua's Sacrifice la volontà di trattare una situazione delicata non con un’impostazione alla Dear Esther, ma cercando invece di dare maggiore dinamismo. Detto ciò è chiaro che il tema della psicosi viene portato avanti più attraverso delle scelte stilistiche (come le scritte sovrapposte, gli sfocamenti, le voci martellanti), piuttosto che con particolari meccaniche di gioco.
La telecamera è impostata in terza persona, con una visuale ravvicinata e decentrata sulla spalla destra, come avvenne per la prima volta in Resident Evil 4.
Il mondo di gioco modellato dalla mente di Senua è surreale, ed è mosso dall’Unreal Engine 4. Ci sono alcuni piccoli glitch grafici e bug, ma nulla che impedisca di portare a termine l’avventura. I giochi di luce e il setting sono ispirati, mentre le cutscene sono intense e ben realizzate. Le texture a volte sono sottotono, ma ci sono anche dei buoni colpi d’occhio.
Il doppiaggio audio è in inglese mentre il sottotitolato è in italiano. Quest’ultimo però non è sempre sincronizzato con gli eventi, anticipando non di rado le battute. I contenuti sono invece di ottima fattura, e la recitazione della guerriera celtica è molto buona. L’effettistica non è da meno, con voci e urla provenienti da più direzioni, tali da modulare il ritmo e donare al titolo un’atmosfera contorta. La coinvolgente colonna sonora è invece curata da David García e da Andy LaPlegua.

Titolo: Hellblade Senua's Sacrifice
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore e Editore: Ninja Theory
Data di rilascio su pc: 8 agosto 2017


Commento finale

Hellblade Senua's Sacrifice è sorprendente per la qualità del tema trattato con estrema ricerca del particolare, ma i combattimenti sono decisamente banali. In effetti mi sarei aspettato qualche guizzo personale: un’impostazione più coraggiosa anche sul piano del mero gameplay. Altre produzioni a budget ridotto hanno saputo mettere in piedi soluzioni più sofisticate (vedi SuperHot, The Stanley Parable, The Journey, …), mentre i Ninja Theory hanno preferito limitarsi alla parte audio-visiva per dare corpo all’ottima idea di fondo.
E’ un gioco che spacca sicuramente critica e pubblico. Troverete valutazioni opposte e contraddittorie, ma mai come in questo caso la verità sta nel mezzo. Stile e personalità non mancano di certo, ma ricordiamoci che siamo davanti un gioco e non a un film, che soprattutto decide di percorrere un format "giocabile" tradizionale. Non disdegno i meta-giochi quando sostenuti da un gameplay innovativo, ma qui ciò non avviene.
Se cercate un action alla Devil May Cry, Ninja Gaiden o Bayonetta, allora dovrete rivedere i vostri desideri, perché qui non troverete delle meccaniche appaganti né stimolanti; un pò come in Ryse Son of Rome il combat system è la parte meno riuscita. Se invece siete interessati più a un’atmosfera ben curata e a una trama diversa dal solito — in cui viene affrontato un disturbo della mente in maniera davvero efficace — allora dategli una chance: potrebbe addirittura stupirvi.

Pro:
  • Il tema è importante e ben trattato sul piano narrativo
  • Scelte stilistiche efficaci
  • Caratterizzazione della protagonista
  • Comparto audio
  • Scelta commerciale audace


Contro: 

  • I combattimenti sono superficiali e non stimolanti
  • I puzzle sono banali
  • Mancano scelte di game design nuove


Voto 7,4


Fonte immagini: Google