Aven Colony è un city builder strategico a tema sci-fi, dove l’obiettivo è colonizzare un suolo alieno e inospitale, contrastando infezioni, vermi giganti e meteoriti
Aven Colony riesce a simulare bene l’idea di un Mondo inospitale da colonizzare, non tanto per le vicende narrative — visto che la campagna svolge il ruolo di mero tutorial — quanto piuttosto per alcune idee ben congegnate. Tanto per cominciare non basta costruire le case per aumentare la popolazione, ma occorre erigere una struttura d’immigrazione che consente l’atterraggio di navicelle provenienti dalla Nave Madre stanziata nello spazio.
Esteticamente notiamo subito una serie di grosse differenze rispetto ai city builder prettamente urbanistici alla SimCity e Cities Skyline: l’evoluzione della colonia non è in verticale, la pianta non si basa sulla fitta rete stradale, i parchi e i monumenti non migliorano i quartieri rendendo le abitazioni più costose e adatte a figure facoltose.
Il popolo non si distingue in fasce di reddito. Occorre sopravvivere su un Pianeta privo dell’ossigeno necessario alla vita umana, e perciò esteticamente la colonia è simile a un alveare in plexiglas e metallo. E il traffico non rappresenta una variabile tediosa da tenere sotto controllo perché ogni edificio (residenziale, commerciale e industriale) va collegato in maniera adiacente a un altro per consentire il passaggio di ossigeno, elettricità e persone. Quando però le zone abitative a lavorative sono troppo distanti occorre fare uso dei condotti che velocizzano gli spostamenti, altrimenti gli abitanti diventano infelici e improduttivi. I tunnel sono anche le strutture più economiche per raggiungere le risorse più lontane.
Aven Colony ricorda più l’impostazione strategica di Anno 2070, o il più anzianotto Utopia (del 1993). Più che gli edifici (che non sono molti), occorre mettere le mani sulle varie risorse della superficie: zorio e gas per produrre energia, minerali per produrre la valuta di gioco rappresentata dai naniti (ma non è possibile riscuotere le tasse), e potassia. Inoltre occorre esplorare anche il resto della superficie con i vascelli di spedizione, per analizzare le anomalie e recuperare gli artefatti celati.
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Aven Colony | Mothership Entertainment LLC - Recensione |
Portando a termine le missioni facoltative otterremo delle ricompense da scegliere tra una rosa di tre risorse
Si tratta di un’esperienza non complessa, né molto profonda. In alcuni settori il gioco mostra diverse semplificazioni, tanto per cominciare i depositi si riempiono automaticamente: dovremo preoccuparci solo di costruirne di nuovi per non bloccare l’approvvigionamento delle risorse.Aven Colony offre una campagna suddivisa in più scenari, e una modalità sandbox che mette a disposizione suoli caratterizzati da un diverso assortimento di materie prime. Quindi dobbiamo saperci adattare, ricorrendo al commercio e alla ricerca per sopperire alle mancanze.
Come accennato la campagna elaborata dai ragazzi di Mothership Entertainment non è memorabile, ma permette di conquistate alcuni titoli onorifici (governatore, cancelliere), e apprendere le varie dinamiche portando a termine una serie di compiti. Tra questi troviamo: la costruzione di edifici specifici, la trasformazione di prodotti di base in prodotti finiti per il commercio (bibita) o la sopravvivenza (vaccini), e l’esplorazione della superficie. Quest’ultima avviene in maniera semi-indipendente, nel senso che a noi è dato scegliere solo quali punti del Pianeta Aven Prime scandagliare (consultando la mappa). Sta poi alla CPU portare a termine il compito, tenendo conto che il risultato è soggetto parzialmente al caso, un pò come le scorribande piratesche viste in Tropico 2. I rischi si possono però ridurre implementando nei vascelli di spedizione: una sezione medica (contro le infezioni della flora), armi (bombe di zorio) e scudi (contro minacce della fauna), e propulsori (per limitare i tempi delle spedizioni). Questi innesti sono possibili solo tramite lo sviluppo di apposite tecnologie, una volta eretto il centro ricerche. Abbinando, poi, tale struttura all’impianto chimico si ottengono nuovi prodotti per soddisfare esigenze di vario genere.
Le variabili principali da tenere sotto controllo sono: la disponibilità e varietà di cibo (riso, mais, broccoli, meloni, ….) da reperire tramite fattorie e serre, l’afflusso di acqua (consumata anche dall’impianto chimico), il rifornimento di elettricità (sfruttando l’energia solare, del vento, del sottosuolo, … ), la felicità della popolazione che gioca il ruolo di cartina tornasole visto che è una sorta di indice generale di salute della colonia (fa da summa di tutte le altre voci), e la qualità dell’aria (che sostituisce la complessità giocata di norma dal traffico dei mezzi). Quest’ultima è la voce più importante: se si perde il controllo dell’ossigenazione il tracollo è progressivo. Ci sono varie insidie che ostacolano il corretto circolo dell’aria: germi, acido solfidrico (proveniente dal sottosuolo), spore, e inquinamento; manca però il concetto di riciclaggio dell’immondizia. All'inizio possiamo contare solo su semplici ventole che ci riportano alla mente Atto di Forza (film ambientato su Marte nel 2084), ma essendo il terreno fertile per le spore, dovremo presto sostituirle con strutture di filtraggio più adeguate.
Superato un certo livello di popolazione, il nostro operato verrà giudicato dalla nostra gente tramite i referendum che dovremo vincere per mantenere il posto (e non perdere la partita). L’unica discriminate per il successo è riposta nella felicità: occorre un valore pari almeno al 50% durante il periodo elettorale.
Un'altra idea vincente — nel dare corpo a un contesto sci-fi — è riposta nella delegazione delle varie mansioni a categorie specifiche di droni, che a differenza degli umani possono anche uscire al di fuori delle ampolle a tenuta stagna, sì da spostarsi più velocemente (in linea retta) per risolvere i numerosi problemi. Ma il loro raggio d'azione è limitato, quindi occorrerà costruirli più volte. Ci sono droni di vario tipo, quelli atti a: costruire le strutture, tenere sotto controllo la criminalità, e proteggere dalle spore di un verme gigante che riporta alla mente il romanzo Dune (1965) di Frank Herbert. Ingegnosa è anche l’idea di ingabbiare l’energia delle tempeste elettromagnetiche per i tempi di magra (tramite speciali batterie), mentre la protezione dalle stesse è possibile tramite la costruzione di alte torri parafulmini.
Ad ogni modo tutte le statistiche sono analizzabili meglio accedendo alle specifiche schermate informative, accompagnate da esplicativi grafici, sì da poter intervenite prontamente. Sono previste anche delle semplici politiche sociali per limitare i danni di mosse sbagliate, dandoci così modo di stabilire un piano d’intervento secondario, ad esempio è possibile dare il là al razionamento di cibo e acqua.
Un altro aspetto interessante è risposto nel concetto di stagione. Non è una meccanica nuova, ed è stata sfruttata meglio in Endless Legend (strategico 4x a turni). In Aven Colony l’inverno riduce l’accumulo di risorse alimentari e energetiche, perciò occorre investire nelle strutture più costose che invece di bloccarsi, limitano le funzionalità del 50%: le fattorie ad esempio si fermano, mentre le serre idroponiche permettono di continuare a coltivare il cibo.
Vi ho detto che gli edifici non mutano in maniera dinamica in base al miglioramento o al peggioramento delle condizioni di vita, ma possiamo comunque intervenire manualmente con gli upgrade. I livelli — che al più sono tre — consentono una maggiore efficienza: le abitazioni ospitano più individui, le centrali geotermiche producono più energia, le miniere estraggono più ferro, e così via.
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Aven Colony - LucullusGames |
Esteticamente non è al passo coi tempi e non mostra un design ricercato, tecnicamente non ci sono grosse magagne
Aven Colony è un progetto a basso budget, come riflette anche il contenuto prezzo di lancio. Ma francamente era lecito aspettarsi qualcosa in più su alcuni aspetti, ad esempio le texture sono davvero sottotono, e lontane dagli artwork e screenshot pubblicizzati. Inoltre le strutture andavano variegate di più, non solo nella forma ma anche nel colore, per distinguerle meglio in colonie particolarmente dense. C’è da dire che almeno il livello di zoom non rovina troppo il risultato già modesto, ed è carina l’idea di accedere alle telecamere per dare uno sguardo ai cittadini che si muovono nei tunnel. Inoltre non ci sono vistosi cali di frame anche quando la popolazione cresce, eccetto sporadiche situazioni.Il sistema di navigazione è ben implementato, l’interfaccia è semplice ma pulita e esaustiva.
E’ presente la localizzazione in italiano dei testi, mentre l’audio resta in inglese. C’è da dire che la traduzione presenta alcuni errori grossolani, ma non incide sulla corretta comprensione: non siamo ai livelli osceni di Salt and Sanctuary. Ma i contenuti e i dialoghi scivolano via senza lasciare traccia, risultando spesso superficiali nei contenuti.
Titolo: Aven Colony
Genere: City-builder strategico
Sviluppatore: Mothership Entertainment LLC
Editore: Team17 Digital Ltd
Data di rilascio su pc: 25 luglio 2017
Commento finale
Aven Colony è un’esperienza soft adatta solo a chi cerca semplicità e immediatezza. Per aumentare la sfida si può incrementare il livello di difficoltà e optare per scenari avari di risorse strategiche, ma ciò non cambia il fatto che la profondità delle meccaniche non ne giova. Gli unici edifici davvero ricchi di opportunità sono il centro di ricerca e l’impianto chimico, che mettono a disposizione una serie di prodotti utili a risolvere vari problemi e soddisfare nuovi bisogni.Il comparto grafico non è eccezionale né offre scorci particolarmente appaganti, ma almeno sul piano tecnico non ci sono grosse problematiche, e non è un risultato scontato in un city builder.
Il problema del titolo edito da Team 17 sta nello svelare nelle prime 3-4 ore già tutte le meccaniche di gioco, limitando considerevolmente la longevità. E in un gestionale è un punto sfavorevole non da poco. La rigiocabilità è bassa, poiché i vari scenari si discostano solo per un diverso assortimento di materiali o per la variegata incidenza dei soliti pericoli (infezioni, spore, piogge di meteoriti). Per il resto si fanno sempre le stesse medesime cose, senza poter costruire colonie davvero enormi.
Il prodotto rispecchia tutto sommato il limitato budget messo a disposizione, e solo eventuali dlc potranno espandere davvero le idee germinali qui proposte, che — è giusto sottolinearlo — offrono comunque un contesto iniziale intrigante grazie a buone intuizioni. Anche sul piano delle catastrofi ambientali mi sarei aspetto però qualcosa di più peculiare, un pò come operato sul Pianeta Chiron in Alpha Centauri.
Pro:
- Meccaniche survival
- Le esplorazioni sono un piacevole diversivo
- Il Centro Ricerche e l'Impianto Chimico donano un pizzico di profondità
- Adatto al neofita del genere...
Contro:
- ... Ma risulterà noioso e ripetitivo per il veterano
- Mancano variabili di base (tasse, traffico, riciclaggio dell'immondizia)
- Localizzazione in italiano superficiale
- Scarsa rigiocabilità
Voto 6,8
Fonte immagini: Google