Trine 3: The Artifacts of Power | Frozenbyte - Recensione

Trine 3 è un platform graficamente intrigante che decide di abbracciare il 3D in maniera poco efficace, lo humor disimpegnato resta invece piacevole




Trine 3 The Artifacts of Power ci riporta nuovamente in un mondo incantato, che pare essersi materializzato dai racconti di migliaia di libri provenienti dal più classico degli immaginari fantasy. Ma gli sviluppatori hanno voluto qui fare un deciso passo in avanti rispetto al passato, donando al loro franchise la terza dimensione.
Potrebbe apparire una mera evoluzione di facciata, similmente a quanto avviene con il rinnovo della cornice estetica di un nuovo televisore messo in commercio, che tuttavia internamente rimane identico a quello dell’anno prima. Ma in realtà questa operazione costringe a ripensare gli enigmi e l’interazione con l’ambiente: limitarsi a un mero porting di idee non funziona, vedi il declino di molti attori avvenuto dal passaggio dal cinema muto a quello sonoro.
Ad ogni modo il gameplay si è sempre sostenuto sull'efficacia dei puzzle e sull'intrattenimento inscenato in ambienti fatati: vediamo se anche stavolta l’obiettivo è stato centrato.

Il Trine richiama lo strano trio per una nuova avvincente prova, strappandoli di prepotenza — come da copione — alle loro nobili faccende. Il prode cavaliere Pontius è intento a salvare una pecora rapita da un orco, la bella ladra Zoya — come al solito — è sulle tracce di un oggetto prezioso, e il confusionario mago Amadeus si gode finalmente le meritate vacanze di una vita con la sua famiglia.
Sin dal primo Trine il legame empatico col giocatore s’instaura proprio con il divertito disappunto dei tre ignari eroi, restii — nonché per nulla cooperativi, e tuttavia costretti dal misterioso artefatto — a scardinare i piani del nemico, lasciandosi tutto il resto alle spalle. Tutto ciò è rimasto.
La narrativa non è mai stata il forte dell’opera dei Frozenbyte, ma ha sempre contato su una disarmante leggerezza e sull’umorismo. Quindi come da classico cliché, anche stavolta il male si presenta senza troppi convenevoli, né con tratti particolarmente complessi da scandagliare. L’entità oscura che minaccia la tranquillità della nostra “fiaba” è legata allo stesso potere del Trine: precedentemente era ingabbiata, ma ora pare essersi liberata con l'intento di coprire il regno con la sua aura di negatività. Il perfido cattivone — che torna alla ribalta, in seguito alla frammentazione del Trine — porta il nome di Sarek.

Trine 3: The Artifacts of Power | Frozenbyte - Recensione

La terza dimensione incrementa l’immedesimazione, ma richiedeva una cura decisamente maggiore nel puzzle solving

La prima evidente novità proposta dal rinnovato cambio di prospettiva è riposta nell’analisi più profonda dello scenario, alla ricerca di leve e passaggi nascosti.
Rispetto al passato è possibile risolvere i vari enigmi con più soluzioni, passando immediatamente (in tempo reale) da un personaggio all'altro. Ognuno dei tre è dotato di spell differenti, ma l’astuzia sta nel concatenare le abilità di ognuno nella maniera più intelligente, sì da accedere a sporgenze e loculi celati e completare così al 100% il videogame.
E’ chiaro che Pontius con la sua spada rimane il più usato durante i semplicistici scontri (è però anche capace di planate per qualche secondo grazie allo scudo); mentre l’arco e il rampino (comunque depotenziato rispetto al passato) di Zoya, e le qualità magiche di Amadeus (soprattutto nella telecinesi) risultano più efficaci per la risoluzione delle blande sezioni puzzle e platforming.
Purtroppo il budget non era all’altezza del nuovo concept, quindi ha limitato il prodotto qua e là. E' stato eliminato lo skill tree introdotto in Trine 2 (non è possibile far evolvere i nostri tre compagni) e la longevità è più bassa (circa 4-6 ore). Inoltre la main-quest è stata diluita dall'introduzione di missioni secondarie non affini alla campagna (ma almeno più stimolanti e impegnative, visto che occorre sfruttare le “armi” di un singolo personaggio) e da triangolini luminosi da recuperare per poter avanzare nella storyline (ogni stage va sbloccato come accade in altri platform, vedi Rayman Legends).
Manca purtroppo la possibilità di scegliere un livello di difficoltà più impegnativo. E’ difficile perdere: si riparte dal checkpoint solo se muoiono tutti e tre i protagonisti; il discorso cambia solo per le quest secondarie, dove la morte costringe a ricominciare il livello dall'inizio.
E’ presente però il multiplayer sia online che locale, in quest'ultimo caso è possibile scegliere se controllare uno qualsiasi dei personaggi o solo uno in maniera restrittiva. Ma l’elemento più interessante è riposto sicuramente nell’editor dei livelli, in cui ogni giocatore potrà sbizzarrirsi.

Trine 3: The Artifacts of Power - LucullusGames

Esteticamente rimane molto piacevole, ma non basta a mascherare le meccaniche banali 

La palette di colori privilegia tonalità sature e design incantevoli. Le location che calchiamo sono sempre splendide e ben realizzate: lussureggianti foreste, fredde lande ghiacciate, misteriose caverne, e addirittura un travolgente stage che ci porta all'interno di un libro.
I comandi risultano precisi. La telecamera automatica dona armoniosità e — insieme alla rinnovata profondità — cambia completamente il feeling rispetto al passato, tuttavia non di rado nasconde l’oggetto chiave per l’avanzamento. In tali frangenti il giocare può essere indotto a pensare che ci sia qualche arzigogolato espediente da ricercare, quando invece la soluzione risulta semplicemente ostruita dall'inquadratura.
Le animazioni sono fluide, il sistema di illuminazione è buono, le texture (di castelli, miniere, templi) sono ricche di dettagli; tuttavia ci sono anche delle rare compenetrazioni poligonali.
Come sempre le musiche sono in grado di creare un’incredibile atmosfera; il doppiaggio è sorretto da buoni timbri vocali, e l’effettistica si mostra sempre efficace.

Titolo: Trine 3 The Artifacts of Power
Genere: Platform
Sviluppatore e Editore: Frozenbyte
Data di rilascio su pc: 20 agosto 2015

Commento finale

Trine 3 The Artifacts of Power riesce a offrire un notevole impatto estetico, e un’atmosfera invidiabile… peccato che il giocattolo sia irrimediabilmente rovinato da meccaniche inadeguate per la terza dimensione. L’inedita profondità ha portato nuove variabili, e la software-house — come accade a un'azienda che si trova catapultata in un mercato più grande e con nuove regole — non ha saputo riscrivere il format del suo platform. La realizzazione estetica è buona, tuttavia stavolta a limitare le idee è stato un budget non all'altezza, che inevitabilmente ha corrotto il magico equilibrio tra i vari elementi.
La trama inoltre è stata costretta a una impennata volata che lascia il gusto dell’incompiuto, pur mantenendo aperti i giochi grazie a un classico cliffhanger. Il futuro dell’opera resta possibile, ma si spera che il team finlandese sia più maturo e realistico circa i propri mezzi.

Pro:
  • Atmosfera leggera e incantata
  • Design Artistico
  • Musiche
  • Resa del 3D stereoscopico


Contro: 

  • Difficoltà generale molto bassa
  • Storia
  • La mancanza dello skill-tree impoverisce l'offerta
  • I puzzle non sono stati ripensati per la terza dimensione

Voto 6,5


Fonte immagini: Google