Resident Evil è un brand storico e molto apprezzato, che ha saputo lasciare un segno indelebile nell'industria videoludica
Resident Evil è il nome dato alle pubblicazioni occidentali, in oriente conosciute spesso con l'etichetta Biohazard (termine usato per indicare i rischi epidemiologici letali per gli umani). La serie non si limita ai soli videogame ma sono stati realizzati film e libri purtroppo non sempre all'altezza delle aspettative.
Resident Evil è spesso associato all'idea stessa di survival horror, sebbene il primo esponente sia Alone in Dark, della software-house francese Infrogames di Bruno Bonnell, pubblicato nel 1992 per MS-DOS (Microsoft Disk Operating System). Anche Sweet Home di Tokuro Fujiwara (padre di Ghosts’n Goblins e Bionic Commando) — un’avventura a tinte dark — sviluppata dalla stessa Capcom nel 1989 (mai arrivata in occidente) ha giocato un ruolo fondamentale per l’ispirazione finale.
Il franchise nasce invece nel 1996 — nell’epoca 32 bit — dalle idee di Shinji Mikami e Hiroyuki Kobayashi, e ha dato nel tempo importanti contributi all’industria ludica, soprattutto con il quarto capitolo: il primo a tracciare un importante solco all'interno dei cuori dei fan, il primo a innescare accese discussioni.
Riuscire a rinnovarsi nel tempo è una cosa difficile per qualsiasi azienda, figuriamoci in un mondo che corre a velocità doppia come quello dei videogame. Capcom non ha mostrato sempre di saper leggere i cambiamenti, soprattutto quando ha lasciato all’area marketing il compito di allargare il bacino d’utenza del suo gioiellino a tema zombie.
10) Resident Evil 6 (2012)
Inizio subito con uno dei capitoli mai digeriti dai fan storici della serie. Premetto che Resident Evil 6 non è un brutto un gioco, ma ha sicuramente poco a che vedere con l’atmosfera originale della saga. Con questa sesta iterazione principale gli sviluppatori hanno tentato una strada diversa dal passato, optando per 4 campagne anziché erigere una storia unica. Capcom in questo periodo ha le idee un pò confuse, quindi prova a offrire approcci diversi per carpire cosa i giocatori vogliano dal futuro del brand, sebbene la direzione generale punti — più che mai — al blockbuster.Leon Kennedy e Helena Harper affrontano situazioni scandite da un ritmo più lento, scontri caratterizzati da un minor numero di avversari, e persino blandi puzzle da risolvere. Le location fanno il verso a quelle passate, ad esempio c’imbattiamo in lunghi e claustrofobici corridoi, illuminati dai nostalgici lampi.
Chris Redfield e Piers Nivans sono i protagonisti di sezioni shooter fluide e veloci, con tanto di cover system e scivolate; quindi ci si allontana completamente dai tratti tipici del franchise. Ma c’è anche spazio per gli inusuali tormenti psicologici di Chris, causati dagli avvenimenti occorsi in Europa dell’Est.
Jake Muller e Sherry Birkin sono perseguitati dalle colpe dei loro genitori. La loro è una continua fuga che nasconde un importante segreto che potrebbe salvare il Mondo.
Con Ada Wong si spinge maggiormente sulle dinamiche stealth. La sensuale spia freelance interpreta il ruolo chiave per avere il quadro completo degli eventi, che in qualche modo s’intersecano fra di loro.
La recensione completa del gioco la trovi QUI.
9) Resident Evil 5 (2009)
E’ un altro capitolo premiato dalla critica, ma snobbato dai fan di lungo corso. E’ un prodotto action che di horror non ha nulla, persino i colori delle location sono caldi. Del resto la campagna è ambientata a Kjuju (in Africa), i cui abitanti sono stati infettati da un virus che li ha trasformati in esseri aggressivi senza cervello, identificati poi come Majini. I protagonisti di Resident Evil 5 sono un “nuovo” Chris Redfield (decisamente più nerboruto che in passato) e la sua bellissima partner — nella B.S.A.A. (Bioterrorism Security Assessment Alliance) — Sheva Alomar. Il nostro compito consiste nel fermare il terrorista Ricardo Irving, e provare a contrastare il virus Progenitor. Le armi sono maggiori, ma i movimenti — seppur velocizzati — risultano un pò macchinosi; gli enigmi sono banali. Da un lato questo quinto capitolo per la prima volta — in maniera efficace — tenta di creare un filo conduttore col passato (grazie ai dossier e agli altri file da recuperare), dall’altro modernizza l’incedere aggiungendo i checkpoint (in luogo delle macchine da scrivere atte al salvataggio).La caratteristica distintiva del gameplay è la necessaria cooperazione col nostro compagno, la cui intelligenza artificiale non è eccezionale, difatti saremo costretti più volte a correre in supporto per evitare i Game Over. Infine le boss fight sono caratterizzate da un approccio più arcade.
La recensione completa del gioco la trovi QUI.
8) Resident Evil Revelations
Questo è un capitolo a basso budget, realizzato per un hardware portatile: il Nintendo 3DS. Resident Evil Revelations è salito alla ribalta più per i demeriti delle ultime iterazioni che per qualità proprie. Ha però l’indubbio pregio di aver provato a riportare in auge alcune meccaniche survival tipiche della prima trilogia, e le sensazioni provate sono in effetti vicine a quelle del capostipite, sebbene il prodotto sia comunque diverso. Il plot — ambientato tra RE4 e RE5 — non è memorabile, ma alcune rivelazioni sono molto interessanti; il ritmo è ben modulato. La tecnica narrativa è invece decisamente efficace: ci sono continui cambi di coppie e vari spaccati di uno stesso filone, che ci sposta idealmente nello spazio e nel tempo. Ritroviamo così una bellissima Jill Valentine, che parte alla ricerca del ex-partner B.S.A.A. Chris Redfield, scomparso a bordo di una misteriosa nave da crociera nel Mediterraneo. Il mezzo però è infestato da esseri mutati dall’agente patogeno T-Abyss, un ceppo circoscritto del T-virus.I movimenti limitati dei personaggi, lo spostamento nei corridoi stretti, le munizioni centellinate, e la buona resistenza degli avversari sono una gradita sorpresa. Ma la chicca è riposta negli scontri ravvicinati, dove la schivata ha effetto solo se la si fa partire in contemporanea con l’affondo del mostro, altrimenti si subisce il colpo (una feature introdotta in RE3).
Inoltre torna il sano backtracking, messo da parte in RE4, RE5 e RE6. Le armi sono potenziabili, previo recupero di specifici kit; possiamo però portare con noi solo tre bocche da fuoco.
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7) Resident Evil 3: Nemesis (1999)
Originariamente questo era stato concepito come uno spin-off, il nome in codice del progetto era "Biohazard 1.9”. Tuttavia il materiale ideato dagli sviluppatori ha fatto poi propendere Capcom per la realizzazione di un vero e proprio capitolo principale per la saga. Gli ambienti sono sempre in 3D e pre-renderizzati, mentre i personaggi risultano in 3D; gli enigmi sono molto semplici.Gli eventi Di Resident Evil 3 si svolgono un giorno prima e un giorno dopo quelli di RE2, dove i protagonisti decidono di prendere strade diverse: Chris e Barry Burton partono per l’Europa (decisi a contrastare l’Umbrella), mentre Jill Valentine si pone l’obiettivo di salvare i sopravvissuti all’infezione della città. Ma una volta tornata a Raccoon City la bella Jill incontra Brad Vickers — il pilota dell’elicottero che aveva abbandonato la squadra Alpha in RE1 — che la ragguaglia della presenza di una terribile creatura. Si tratta del Nemesis, una delle aberrazioni genetiche più spaventose mai ideate nella serie, dotato di forza e resistenza straordinarie, la B.O.W. vaga in quel di Raccoon City con l’unico obiettivo di sopprimere tutti i membri della S.T.A.R.S. (Special Tactics And Rescue Service), e mantenere così il silenzio sulle rivelazioni di Villa Spencer.
Gli ultimi Resident Evil (eccetto RE7) sono da sempre additati dai fan per l’aver perso il clima di paura e l’aver dato troppo spazio alle fasi shooter. Ebbene, è qui che in realtà le dinamiche sparatutto iniziano a prendere il sopravvento, rompendo l’ideale bilanciamento tra le meccaniche; Resident Evil 3 Nemesis mette da parte anche gli spazi claustrofobici. La tensione invece è sorretta dalle incredibili qualità del Nemesis, che a differenza degli altri zombie lenti è una sorta di terminator autorigenerante armato di lanciarazzi. Inoltre per la prima volta i Non-Morti sono in grado si salire le scale e lo stesso Nemesis è grado di aprire le porte: non ci si può più nascondere in una stanza, si ha la sensazione continua di essere braccati da un predatore invincibile.
Ci sono anche delle gradite novità: i bivi narrativi che portano a ben 8 finali (influenzati anche dalla votazione ottenuta, determinata dal numero dei salvataggi e delle erbe curative impiegate nel corso dell’avventura), le schivate dei colpi nemici (premendo al momento giusto il tasto azione), le rotazioni di 180 gradi, e il crafting dei proiettili (ne esistono di vari tipi).
6) Resident Evil 0 (2002)
Questo è l’ultimo capitolo strutturato attorno alle storiche meccaniche della serie: esplorazione, backtracking, risoluzione dei puzzle, e scontri a fuoco. Si tratta di un prequel recentemente rimasterizzato (2016), e giunto per la prima volta anche su Pc dopo l’esclusiva delle piattaforme Nintendo. Il gameplay si posiziona come un ideale ponte tra la prima trilogia e Code Veronica. Il level design è ottimo, ma il plot — sebbene arricchito da buoni spunti sul T-virus e sulla Umbrella Corporation — non è memorabile. Le vicende ci vedono catapultati nei momenti successivi all’avaria dell’elicottero della Squadra Bravo, dove la giovanissima Rebecca Chambers si separa dal gruppo per rifugiarsi su un treno bloccato nei pressi delle Arklay’s Mountains. L’agente S.T.A.R.S. era inizialmente diretta nella foresta di Raccoon City per indagare sulle misteriose morti dei “Killer Cannibali”, che invece erano causate dagli zombie di cui — però — tutti erano allo scuro. Tuttavia sul mezzo incontrerà il “fuggitivo" Billy Coen, l’ex-tenente dei Marine è accusato della strage di 23 innocenti, difatti inizialmente si trovava su un furgone blindato diretto al vicino carcere della Città dei Procioni per la sua esecuzione. I due saranno costretti a collaborare per poter sopravvivere agli attacchi dei Morti-Viventi, l’avventura li porterà in varie location in cui dovranno difendersi dalle cavie animali infette della Umbrella Corporation.Resident Evil 0 è il primo episodio a permette di passare da un personaggio all’altro in maniera istantanea. La collaborazione dei membri della diade è fondamentale per gestire l’inventario avaro di slot. Inoltre non bisogna mai lasciate il partner da solo per troppo tempo, giacché la sua morte decreta automaticamente il Game Over. Billy è più abile in combattimento, è in grado di illuminare candele o fuochi grazie al fido accendino, e può spostare casse pesanti; Rebecca è più agile e può mescolare le erbe raccolte per migliorarne il potere curativo. Questo è anche il primo capitolo ad abbandonare il sistema dei bauli comunicanti: gli oggetti si possono lasciare nelle varie stanze, e recuperare all’occorrenza semplicemente ritornando sul posto.
La recensione completa del gioco la trovi QUI.
5) Resident Evil 7 (2017)
Diversamente da quanto affermato da buona parte della critica, questo capitolo non rappresenta un ritorno alle origini ma piuttosto un nuovo inizio per la saga: sono infatti evidenti gli influssi derivanti del panorama horror indie, su tutti il primo Outlast. Innanzitutto la telecamera è in prima persona (come in molti walking simulator di dubbia qualità), diversamente dalle inquadrature più distaccate e fisse dei primi esponenti della serie. Inoltre il linguaggio visivo punta su elementi diversi, e i personaggi principali sono del tutto nuovi (seppur non manchino delle gradite sorprese nel proseguo degli eventi). Ci sono anche diversi rimandi a vari media: Silent Hill e FEAR (in ambito ludico), Non Aprite Quella Porta e Le Colline hanno gli occhi (in ambito cinematografico).Le vicende sono ambientate nel sud degli States, nella Louisiana. Interpretiamo Ethan Winters, diretto in quel di Dulvey nella speranza di riabbracciare la moglie scomparsa. Gli indizi lo portano dunque nei pressi della tenuta dei Baker, dei cui membri si sono perse le tracce proprio nello stesso lasso temporale di Mia Winters (coniuge di Ethan). L’ambiente che ci troviamo di fronte è abitato da creature deturpate da un’infezione fungina, e starà a noi leggere i vari documenti per scoprirne di più, facendo attenzione ai padroni di casa che a quanto pare si sono invaghiti delle nostre carni e non aspettano altro che farsi un delizioso pasto.
Ritornano alcune meccaniche storiche: i puzzle, le “safe room" in cui salvare accedendo a dei mangianastri, le munizioni centellinate, e le casse comunicanti in cui depositare gli oggetti non utili nell'immediato proseguo. Sono inoltre presenti vari collectible, e in particolare delle vhs che ci permettono di rivivere spaccati di vita di altri protagonisti. Il moveset poggia su azioni semplici, mancano ad esempio dei colpi ravvicinati efficaci, come il classico calcio in testa quando il nemico è a terra (visto in altri episodi). L’unica meccanica da non sottovalutare è la parata: mettere le braccia avanti consente di attenuare in maniera non indifferente l’entità dei danni.
La recensione completa del gioco la trovi QUI.
4) Resident Evil Code: Veronica (2000)
Originariamente il videogame in questione viene pubblicato per Sega Dreamcast, e successivamente esce anche per PlayStation 2 col nome di “Resident Evil Code: Veronica X”. E’ l'unico titolo della serie a essere sviluppato dalla Nextech Corporation, seppur con la supervisione di Capcom.Una delle caratteristiche distintive di questo capitolo è riposto nella veste grafica che per la prima volta è totalmente in 3D: gli sfondi non sono pre-renderizzati, e la telecamera offre inquadrature dinamiche (prima erano sempre state statiche).
Gli enigmi richiedono qualche sforzo in più rispetto a quelli implementati in RE3, ritornando a far “ragionare” il giocatore come nei primi due esponenti della serie. Il level design è ottimo e le boss fight sono caratterizzate da pattern specifici da studiare. Il plot e la caratterizzazione dei personaggi sono davvero buoni.
Gli eventi prendono il via a circa tre mesi di distanza dal disastro di Raccoon City, quando Claire Redfield si trova a Parigi nella disperata ricerca del fratello Chris. Nella capitale francese la ragazza viene però catturata dalla Umbrella Corporation, e fatta prigioniera nel sito segreto di Rockfort Island. La bella Claire riesce però a fuggire quando la location viene contaminata da T-Virus, scontrandosi successivamente con i membri della famiglia Ashford (fondatori della Umbrella), e con Albert Wesker (che per la prima volta veste i panni del villain).
L’arsenale a disposizione è nutrito: balestra, fucile a pompa, lancia granate, mitragliatrice automatica, AK47, e pistola magnum.
3) Resident Evil 4 (2005)
Il quarto capitolo — rimasterizzato nel 2009 — è stato il primo esponente della saga a essere oggetto di accese discussioni, tra chi ne elogiava le pionieristiche scelte di game-design e chi invece rimaneva scottato dalla netta distanza che il concept prendeva dai primi 5 prodotti maggiori (RE1, RE2, RE3, RE:CV, e RE0). Non si può negare che le idee di Mikami siano state innovatrici per l’intera industria videoludica, la telecamera posizionata sopra la spalla destra (ad esempio) cambiava completamente l’approccio agli ambienti, migliorando l’immedesimazione; senza Resident Evil 4 probabilmente Dead Space non avrebbe avuto quell'impatto travolgente alcuni anni dopo.La storia si svolge a El Pueblo, un villaggio sperduto dell’Europa, i cui abitanti sbiascicano un dialetto di derivazione ispanica. Impersoniamo un Leon S. Kennedy (ex poliziotto, sopravvissuto all'incidente di Raccoon City) posto sulle tracce di Ashley Graham (figlia del Presidente U.S.A) rapita da un’organizzazione ignota. La minaccia stavolta non è rappresentata dal T-virus ma dalle Plagas.
Siamo alle prese con una struttura più vicina a un TPS, sebbene i movimenti risultino comunque legnosi come quelli di altri prodotti a tema horror (vedi Alan Wake). Difatti non è prevista la corsa e quando si mira non ci si può muovere: tutto ciò riesce a simulare quella sensazione di incapacità di reagire a situazioni di estremo pericolo.
Permangono anche i salvataggi limitati a specifiche safe-zone, munite delle nostalgiche macchine da scrivere e i QTE.
La recensione completa del gioco la trovi QUI.
2) Resident Evil (1996)
Il titolo — rimasterizzato per l’ultima volta nel 2015 — riesce ancora oggi a rapire il videogamer per l’ottenebrante atmosfera di tensione, scaturita da spazi angusti, animazioni legnose, telecamera fissa (ma con cambi d’inquadratura automatici), proiettili limitati, e un inventario ristretto.Il plot è ambientato nel 1998, nella fittizia foresta di Raccoon City (località del Midwest). A seguito delle successive e misteriose morti avvenute nei pressi del Lago Vittoria, che portano il Dipartimento di Polizia locale a richiedere l’intervento della Special Tactics And Rescue Service, un’organizzazione privata specializzata nella soppressione di atti terroristici. Inizialmente sul posto viene inviata la squadra BRAVO, ma poiché si perdono i contatti radio tocca far intervenire anche il team ALPHA, diretto da Albert Wesker. Quando i nuovi membri vengono attaccati da un branco di “cani” inferociti (incredibilmente resistenti alle pallottole) l’unica possibilità di sopravvivere è tentare di raggiungere Villa Spencer. L’edificio di proprietà della Umbrella Corporation (multinazionale impegnata in ricerche top secret per scopi militari) è stato ideato dal geniale architetto George Trevor: nasconde diversi puzzle da risolvere, e alcune chiavi da recuperare per accedere alle stanze più interessanti. Ed è qui che entra in scena il giocatore, vestendo i panni di Chris Redfield o Jill Valentine. La scelta su chi impersonare varia solo leggermente l’inizio delle vicende, mentre le meccaniche rimangono pressoché le medesime; è giusto sottolineare comunque la naturale predisposizione di Jill Valentine nel forzare le serrature col grimaldello, essendo la figlia del famoso ladro Dick Valentine.
Incontreremo varie tipologie di zombi: quelli normali e lenti, ma letali negli spazi stretti; i Crimson Heads, rapidi e muniti di artigli; i feroci Hunter; e vari animali e insetti mutati (ragni, squali, serpenti, …). Quando le creature sembrano dei sacchi senza vita distesi sul pavimento occorre immediatamente bruciarli a mezzo di accendino e di fiaschetta di cherosene, onde evitare la loro improvvisa rianimazione.
La recensione completa del gioco la trovi QUI.
1) Resident Evil 2 (1998)
Questo capitolo è diretto dall'allora molto giovane Hideki Kamiya, che sostituisce il buon Mikami dopo un anno di lavoro abbastanza travagliato, che porta alla pubblicazione ritardata. Il risultato è uno dei migliori videogame mai realizzati nella storia.All'inizio dell'avventura occorre scegliere se impersonare Claire o Leon; una volta completata la prima run sarà necessario ricominciare gli eventi con l'altro personaggio, sì da scoprire il vero finale. Si tratta del sequel del capostipite, e come tale il contesto vede Jill Valentine bloccata a Raccoon City, dove nel frattempo sono però sopraggiunti anche Leon S. Kennedy (poliziotto) e Claire Redfield, Questi ultimi due sono all’oscuro degli eventi, quindi dovranno scoprire cosa sta accadendo nella Città dei Procioni attraverso il dialogo con alcuni personaggi e al recupero di vari file (documenti e lettere).
Gli ambienti sono ricchi di pericoli ma spesso bisogna darsela a gambe e risparmiare i caricatori per i momenti più concitati. Si ha la sensazione di esser finiti in un incubo in cui tutto pare andare a rotoli: sembra di esser al cospetto della fine del Mondo, e senza i mezzi necessari a contrastare in maniera efficace le innumerevoli minacce (piante assassine, corvi, falene gigantesche, e cani rabbiosi). Una curiosità: per dirigere lo spot di RE2 venne ingaggiato niente di meno che George Romero, autore de “La notte dei morti viventi”.
Considerazioni finali
La classifica in questione è ovviamente frutto della mia esperienza di giocatore, potrà quindi non essere condivisibile da tutti. Ho giocato tutti i titoli analizzati, la maggior parte dei quali è stata anche oggetto di recensione su questo sito. Ho scartato diverse iterazioni: Resident Evil Revelations 2 (una prova che mostra maggiore attenzione all'atmosfera rispetto al sesto capitolo), i due Outbreak (spesso snobbati), i pessimi Resident Evil Operation Raccoon City e Umbrella Corps, e altri spin-off minori.Se ritenete che alcuni esponenti siano stati ingiustamente tralasciati scrivetelo nei commenti, e ne discuteremo.
Fonte immagini: Google