Anno 2070 | Blue Byte - Recensione

Anno 2070 è un city-builder strategico profondo ma meno complesso rispetto ai precedenti capitoli della serie




Anno 2070 ci porta per la prima volta nel futuro.
Diversamente da quando si possa pensare di primo acchito, la serie Anno non rientra proprio nel format tradizionale reso celebre dal franchise di SimCity. E' più un city-builder a missioni (come per la saga di Caesar) che contamina la parte amministrativa con una sequela di interventi strategici. La caratteristica della serie è quella di portare il giocatore in un contesto storico sempre diverso, e simulare in qualche modo la vita con un particolare interesse verso gli aspetti commerciali. In tal senso è più un gestionale in senso lato, e perciò assumono un peso non indifferente la ricerca, il commercio, e la diplomazia. Ci viene chiesto di colonizzare dei territori, raccogliere le risorse disponibili e scambiarle con altri player (umani o guidati dalla CPU).
Il background di questo capitolo in particolare si discosta però dal solito leitmotiv, visto che è ambientato in un contesto sci-fi. Siamo in futuro distopico (ma non troppo a quanto pare) in cui le terre emerse sono davvero centellinate; le mappe sono suddivise in isole, e ciò ci costringe a una pianificazione più accorta dei limitati spazi.
In Anno 2070 il tradizionale equilibrio tra elementi gestionali e strategici della saga nata nel 1998 comincia a incrinarsi, ma l’esperienza risulta ancora godibile rispetto al successivo e più controverso Anno 2205.

Anno 2070 è ambientato in un contesto mondiale catastrofico, dove tutte le paure riguardanti il surriscaldamento globale — alimentato dall'inquinamento perpetrato nel secolo precedente — si sono avverate. L'innalzamento del livello dei mari — in seguito allo scioglimento delle calotte polari — ha inghiottito gran parte della superficie terrestre, modificando di concerto la geografia mondiale.
Ci sono altresì nuovi attori in gioco, che intendono spartirsi le poche isole rimaste. Sono tre le fazioni tra cui scegliere, ma la S.A.A.T. (Scientific Academy for Advanced Tecnology) — dedita alla ricerca scientifica — va prima sbloccata durante la main-quest, e sebbene vanti le strutture più avanzate la sua evoluzione richiede lo sfruttamento di risorse diverse. Viceversa le altre due sono divise da idee di progresso diametralmente opposte: Eden Initiative ha scelto una strada ambientalista, preferendo progredire lentamente, mantenendo così in salute la Natura; Global Trust persegue un approccio più capitalista in nome della crescita economica a tutti i costi, incurante dei danni all’ambiente. A seconda di quale squadra si sceglie si potranno costruire specifiche strutture, capaci di sfruttare in modo diverso soprattutto il fondale marino. Non è però possibile creare delle città subacquee in stile Rapture (location vista in Bioshock), ma solo zone di stoccaggio (magazzini sommersi) e opere in grado di sfruttare le fonti energetiche (piattaforme petrolifere, generatori idrici).

Anno 2070 | Blue Byte - Recensione

Meno complesso del previsto, ma abbastanza profondo 

Anno 2070 propone le seguenti modalità: Partita Continua (una sorta di sandbox con più di 30 isole da colonizzare), Missioni Singole, Match Online (con tanto di chat integrata), e Campagna. Quest’ultima è caratterizzata da una serie di quest che ne fanno più un grosso tutorial. Tant’è che per i primi due terzi delle vicende si è guidati step by step senza difficoltà, e risulta difficile fare errori tali da mandare in malora la partita.
Nonostante l’atmosfera iniziale diversa dal solito, le operazioni non si discostano dal canovaccio tipico dei city-builder. E questo è un peccato, perché si poteva sfruttare meglio l’idea.
Il nuovo sito (in cui erigere le fondamenta) viene raggiunto a mezzo dell’Arca, una grossa imbarcazione diretta da E.V.E. (un’intelligenza artificiale). Una volta abbandonato il mare aperto, occorre costruire subito un magazzino portuale e il centro città. Successivamente occorre reperire la linfa vitale del nostro futuro impero: i contribuenti. Tecnicamente ci interessano più i loro portafogli, da alleggerire con le tasse. Quindi si procede con la pianificazione dell’area residenziale, senza dimenticare che ogni struttura va collegata con le altre tramite le strade.
La fase propedeutica alla crescita non può prescindere dall'acquisizione delle materie prime (come ferro e legna), che serviranno a produrre nuovi item, ad esempio dalle foglie di tè è possibile ottenere una bevanda dissetante. Le materie prime vanno estratte e coltivate (in zone specifiche dell’isola), o recuperate con il commercio. A differenza dei normali city-buiding qui la mappa non è a nostro uso esclusivo, ma condividiamo gli spazi con altri player: la gestione dei rapporti con i vicini è fondamentale, sia essa pacifica o meno. Le dinamiche belliche sono comunque molto superficiali, meglio puntare sulla diplomazia.
Le strutture vanno alimentate per poter essere sfruttate. E la scelta di quale risorsa adoperare (sole, carbone, vento, uranio, petrolio, …) non va presa sottogamba: ricordate che le fazioni si distinguono proprio in base al diverso impatto ambientale dell’edilizia. Il tutto incide anche sugli spazi, oltre che sull'inquinamento: le fonti rinnovabili richiedono location più ampie perché sono meno efficaci, ma le isole sono strette e la conquista del territorio è delicata.
Scegliere l’approccio più libero della Partita Continua non impedisce di accedere a piccole quest opzionali prodrome di crediti e punti extra utili per accedere a oggetti speciali, che altrimenti andrebbero sviluppati a parte, un pò come succede con le ricompense di Tropico 5 ottenute con le missioni secondarie.
Da qui in poi prende sempre più piede la componente evolutiva del gioco. Il progresso incide tanto sulla parte economica (nuove risorse vengono sbloccate col progresso delle tecnologie), tanto sul piano culturale (manodopera sempre più specializzata). Ma lo sviluppo della società crea anche nuovi bisogni da soddisfare, e questo consente di non raggiungere mai uno status quo, mantenendo vivo l’interesse del giocatore.
Anno 2070 porta in dote anche alcune semplificazioni, l’ambiente si piega alle nostre strutture e la micro-gestione viene snellita. Ad esempio non dobbiamo preoccuparci più di ottimizzare i tempi di trasporto: le merci sono immediatamente disponibili in tutti i magazzini.
Come ogni gestionale anche qui ci sono diversi dlc, ma l’unico che vi consiglio è Deep Ocean. Offre una fazione inedita denominata E.T.O. con cui interagire, oltre a 30 edifici e a 150 missioni nuove, ulteriori risorse da sfruttare (come l’energia geotermica), e disastri naturali come gli tsunami. Detto questo, visto che ormai sono passati alcuni anni, probabilmente è più economico acquistare direttamente la versione completa di tutti i dlc che la sola base più Oceani di Cobalto (traduzione in italiano di Ocean Deep).

Anno 2070 - LucullusGames


Anno 2070 sfrutta lo stesso motore di gioco di Anno 1404, con opportune modifiche per adattarlo al nuovo contesto sci-fi

La resa dei mari è davvero piacevole con onde in continuo movimento, ricche di increspature e riflessi. Le texture degli edifici sono discrete, mentre quelle ambientali sono ripetitive e in bassa definizione. Il frame-rate invece è decisamente stabile.
La scalabilità delle performance è abbastanza buona, anche se si potevano inserire maggiori opzioni grafiche.
Uplay — il client di Ubisoft — purtroppo mi ha dato diversi grattacapi, soprattutto nei primi mesi dall'uscita quando mi ha impedito più volte di giocare a causa di problemi ai server.
Le musiche accompagnano le lunghe sessioni di gioco con brani piacevoli, anche l’effettistica è ben realizzata. Ma il sottotitolato in italiano non è dei migliori.

Titolo: Anno 2070
Genere: City Builder Strategico
Sviluppatore: Blue Byte e Related Designs
Editore: Ubisoft
Data di rilascio su pc: 17 novembre 2011


Commento finale

Anno 2070 è un city-builder strategico, che non punta molto a erigere una città densa di abitanti quanto più a creare un organismo capace di evolversi economicamente. Se siete interessati più a un formato tradizionale meglio puntare a Cities Skyline, ambientato però in un contesto storico attuale.
Ci sono delle semplificazioni evidenti nella micro-gestione delle attività, ma l’opera dei Blue Byte pur essendo meno complessa di altre offre comunque una buona profondità. E’ adatto ai neofiti del genere, meno a chi vuole avere il pieno controllo di tutti gli aspetti.

Pro:
  • Contesto ambientale
  • Adatto al neofita...
  • Musiche


Contro: 

  • Si potevano inserire meccaniche più originali
  • ... Ma scontenta il fan in cerca di maggiore complessità

Voto 8 (8,3 alla versione completa di dlc)


Fonte immagini: Google