RiME è un lungo viaggio interiore, costruito attorno a importanti temi esistenziali, e reso indimenticabile da un finale struggente e imprevedibile
RiME di primo acchito pare essere il prodotto di un incrocio tra Journey e The Witness. Ma rispetto al filone dei titoli prettamente esplorativi alla Abzu, richiede un ruolo più attivo al giocatore, senza cedere il fascino misterioso né limitare la carica emotiva che gli animi più sensibili sapranno vivere più intensamente. Rispetto a puzzle game più ispirati e indissolubilmente legati a specifiche location — come The Talos Principle — manca quel pizzico d’inventiva e di sfida che metta continuamente alla prova il videogamer, sebbene giusto un paio di scelte ardite non manchino.
E’ proprio il cullarsi in equilibrio tra i due succitati poli a rendere RiME un prodotto speciale, seppur derivato e non perfetto, come vedremo nei prossimi paragrafi.
L’inizio è volutamente criptico. Eppure gli indizi sono sempre sotto i nostri occhi, dispensati come briciole di pane e sassolini, fino alla virata brusca dei toni che mettono da parte l'idea di fiaba disincantata.
Impersoniamo un esile ragazzino senza nome e dal mantello rosso (ricorda molto Ico), che dopo un naufragio si risveglia su una spiaggia bianca, a metà strada tra un entroterra ricco di ammassi rocciosi e una distesa limpida d’acqua. Cul-de-sac e trial and error sono alla base dell’esperienza, che non intende accompagnarci con qualsivoglia interfaccia informativa. L’opera dei Tequila Works — già creatori di Deadlight e The Sexy Brutale — non intende negarci quel gusto per la scoperta troppo spesso accantonato dalle moderne produzioni maggiori. Anche se — una volta compreso il disegno — si rende evidente un incedere decisamente non ostico e soprattutto meno libero del previsto (alla The Last Guardian per intenderci), fatto di piattaforme da raggiungere, accessi da sbloccare (previo recupero di chiavi segrete), e zone sommerse da scovare.
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RiME | Tequila Works - Recensione |
Si presenta inizialmente come un’esclusiva PlayStation alla Gamescom del 2013
RiME è un’avventura in terza persona che racconta una storia toccante. E’ un viaggio alla scoperta del tema del dolore, da vivere prestando attenzione al simbolismo circostante. La trama infatti non è narrata in maniera tradizionale, non ci sono: testi, voce narrante, o dialoghi. Sono concesse solo rare cut-scene.Non è quindi un videogame per tutti i palati: è prima di tutto un percorso di intima crescita, cadenzato da un incedere lento. Ma è presente anche una parte giocata più tradizionale — tipicamente puzzle-platform — basata sul recupero di oggetti necessari per poter proseguire; sono assenti i combattimenti e le quest secondarie. Ma i pericoli non mancano, e non di rado occorrerà evitare figure ostili. Detto questo resta una prova permissiva: ad esempio cadere da una posizione molto elevata, comporta solo il ricominciare da un vecchio save immediatamente precedente.
L’esplorazione dell’isola ci vede saltare, rotolare, arrampicarci, muoverci tra i cornicioni, e interagire con l’ambiente circostante. I blandi enigmi ruotano attorno alla prospettiva, ai meccanismi d’attivazione (legati a sfere d’energia e a statue), alla voce squillante del protagonista (per produrre canti e urla), e al gioco di luci e ombre.
La longevità che anima i 5 atti varia tra le 5 e le 9 ore, il computo dipende dalla volontà o meno di recuperare tutti i collectible (alcuni dei quali sono ben celati).
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RiME - LucullusGames |
Contemplazione, scoperta, e temi maturi: dal reale rischio vaporware, all’uscita multipiattaforma
RiME è animato da vivaci colori pastello, che delineano un paesaggio apparentemente sospeso in un tempo passato, dove magia e fisica si fondono senza soluzione di continuità. Le location sono sorprendentemente rasserenanti grazie alle morbide sfumature del Cel Shading,i cui tratti sono affini al contesto mediterraneo (tradito dalla tipica fauna e flora). Sono presenti tanti piccoli dettagli piacevoli da notare, come il vento che soffia in maniera più forte a seconda dell’altitudine, muovendo in maniera più veemente la vegetazione. Così come è carina l’idea di dotare il ragazzino di un passo un pò goffo, a emulare un’età molto giovane.
La direzione artistica è molto ispirata, anche se alcuni ambienti sono un pò troppo spogli e superficiali. Di pregevole effetto è il ciclo circadiano, capace di mutare piglio e estasiare con un illuminato cielo stellato, a cui risulta impossibile rimanere indifferenti. Ma il luogo non è sempre stato il regno della natura incontaminata, sono presenti ruderi solenni di un’antica civiltà, i cui resti ora sono più arzigogolati delle coste frastagliate dell’isola
Il sistema dei controlli non è molto reattivo, la gestione della telecamera a volte è scorbutica, e ci sono degli evidenti cali di frame-rate (seppur nulla di drammatico).
I brani orchestrali di Lindsey Stirling e David Garcia Diaz variano dai temi malinconici a quelli più rilassanti, accompagnati a volte dalla calda voce di Silvia Guillem Cofreces; in generale mutano mood a seconda delle 4 aree differenti che andremo a scoprire.
Titolo: RiME
Genere: Avventura con elementi puzzle-platform
Sviluppatore: Tequila Works
Editore: Grey Box
Data di rilascio su pc: 26 maggio 2017
Commento finale
RiME ha il potere di lasciare il segno, grazie a un finale indimenticabile. Se analizzato a caldo, i sentimenti possono finire col prevalere sul valore complessivo del gioco, che comunque resta buono al netto delle oggettive imperfezioni. Il percorso mostra alcune affinità con altre opere — quali The Legend of Zelda The Wind Waker — ma non sempre le varie sezioni riescono a stupire visti i puzzle banali. Inizialmente sembra esserci spazio per un’esplorazione più libera, ma in realtà l’incedere diventa lineare grazie all'intervento di una dolce volpe, e agli indizi ambientali meno criptici di quanto si potrebbe pensare.Sono convinto che il prodotto del team spagnolo sia uno di quelli che dovrebbero provare tutti almeno una volta nella vita, pur sapendo che saranno in pochi ad apprezzarlo veramente. Ma d'altronde è meglio non privarsi di una curiosità che potrebbe farvi scoprire un lato della vostra persona che magari ancora non sapevate di avere.
Pro:
- Design artistico
- Musiche
- Finale inaspettato e spiazzante
- Un paio di enigmi interessanti...
Contro:
- Alcune imperfezioni tecniche
- ... Ma in generale banali e ripetitivi
Voto 8,1
Fonte immagini: Google