DiRT 4 | Codemasters - Recensione

Dirt 4 è un racing che si pone a metà strada tra il terzo capitolo più arcade e lo spin-off Dirt Rally, il sistema di guida è quindi ibrido




Dirt 4 — come era prevedibile — fa un passo indietro rispetto al sorprendente Dirt Rally. E lo fa perché la serie principale di Dirt non è mai stata una saga simulativa, anche se i primi due titoli erano chiaramente più tecnici di Dirt 3. Ma, allora, a chi si rivolge questo capitolo?
Una volta avviata l’ultima fatica di Codemasters, all'utente è chiesto proprio se intende immedesimarsi in una prova arcade o “simulativa". Diciamo subito che anche optando per la seconda scelta, non si ottengono completamente le stesse sensazioni provate con Dirt Rally, questo perché: i danni impattano meno sulla gara, difatti solo la foratura può influire sensibilmente sulle prestazioni finali, e sembrerebbe mancare anche l'incidente fatale (almeno, io, in decine e decine di ore non l’ho mai visualizzato); il settaggio dell’auto è meno incisivo, e ci sono meno parametri che individuano soli tre valori (basso/medio/alto). Optando invece per la scelta meno impegnativa, non occorre modificare di continuo l’assetto, e le curve più articolate si risolvono con delle semplici derapate.
E’ quindi un prodotto che si rivolge a due utenze: a chi è in cerca dell’immediatezza di una guida in un contesto off-road, ma anche a chi vuole impegnarsi di più, studiando l’approccio migliore ai diversi tracciati e tornanti (senza però incontrare la complessità più strutturata di Dirt Rally).
Gli sviluppatori inglesi hanno comunque ascoltato i feedback dell’utenza, tant'è che la deriva action fatta di flashback è stata ormai accantonata: è possibile solo riavviare tutta la gara. E la fisica che regola le forze agenti sul peso della vettura — nelle diverse circostanti — non è stata abbandonata, semplicemente alcuni elementi sono stati ri-bilanciati per soddisfare un pubblico più ampio.

DiRT 4 | Codemasters - Recensione


Creiamo il nostro team personalizzato, scegliendo: nome, livrea e sponsor

Dirt 4 vanta diversi contenuti. DiRT Academy dà accesso al tutorial di base e alle tecniche avanzate; la Carriera si erge attorno a un buon senso di progressione, si parte dalle categorie minori (con macchine dotate di grip più pronunciato e minore potenza) per poi arrivare a sfide più impegnative (vincendo le gare), sì da mettere le mani su auto più scorbutiche (spendendo i crediti guadagnati); il Multiplayer propone sfide a cadenza periodica (giornaliera, settimanale, e mensile) con piste e auto specifiche, eventi personalizzati mediante il classico peer-to-peer, e Pro Tour (una serie di Stagioni a punti); Asso del Volante mette il giocatore dinanzi a opzioni tendenzialmente più impegnative (Prove a Cronometro, manovre più “tecniche”, e altre in cui distruggere dei cartelloni come accadeva in Dirt 3); e Gioco Libero, in cui creare degli stage ad hoc mediante la generazione procedurale dei tracciati. Questi ultimi costituiscono una vera e propria novità per il franchise; possiamo scegliere alcune voci per variare i vari contesti, come: disciplina (di cui parlo successivamente nello specifico), orario, meteo, scenario base, lunghezza (Km), e complessità della tappa che influisce sulle asperità del terreno. L’idea è vincente, e sopperisce a un numero di ambientazioni standard non elevate; ma a conti fatti le curve non sono molto varie, e alla lunga si ripetono con una certa frequenza: si poteva rendere questo editor più potente e ricco di variabili.
E veniamo alle tipologie di gara: Rally (la classica corsa contro il tempo), Rally storico (variante della precedente con auto del passato), Land Rush (gara a bordo di Pick-up e Dune Buggy), e
Rallycross caratterizzato dalla variante strategica del Giro Jolly (una piccola porzione della pista che è obbligatorio affrontare entro l’ultimo giro, altrimenti s’incorre in una penalità). Quest’ultima disciplina è anche l’unica che possiede la licenza ufficiale.
E’ piacevole constatare l’ottimo lavoro svolto nell'offrire un feedback differente in base al terreno calcato: ogni superficie vanta una risposta diversa in seno all'auto utilizzata, e ovviante richiede uno stile di guida personalizzato. Sul terriccio si può dare sfogo al gioco del controsterzo, mentre sull'asfalto bisogna necessariamente puntare a un incedere più pulito e meno aggressivo sul bordo pista; sono, tra l’altro, assegnate delle penalità importanti per i tagli di curva.
Come al solito avremo a che fare con i brand più famosi del panorama, quali: Audi, Ford, Opel, Peugeot, Renault, Subaru, Mitsubishi, e Lancia. Anche stavolta — a coadiuvarci nella nostra esperienza — ci saranno meccanici e ingegneri per gestire sia le fasi pre-gara (modificando di volta in vola la messa a punto), sia quelle post-gara per potenziare le componenti generali.
L'intelligenza artificiale è aggressiva e non lesina i contatti, arrivando a causare persino degli sporadici testacoda. E’ presente l’effetto elastico: probabilmente è stato implementato per donare maggiore vivacità.
A dimostrazione della natura più mediata e meno incentrata sugli aspetti simulativi, evidenzio come il controller sia stato implementato meglio rispetto alla precedente iterazione. E non impedisce di ottenere i migliori risultati, che di norma si concretizzano solo con un buon volante. Inoltre il force feedback — sebbene soddisfacente — non trasmette le stesse sensazioni messe in essere con Dirt Rally, quando s’incorre in copiosi sovrasterzi e sottosterzi.

DiRT 4 - LucullusGames


Soprattutto sostanza e fluidità, c’è poco spazio per la grafica all'ultimo grido

I modelli delle auto sono realizzati con una cura maniacale, sia per gli esterni che per gli interni; ma la mole poligonale non è eccezionale. All'epoca d'uscita il terzo capitolo su questo punto aveva una marcia in più. Come succitato ci sono i danni alle vetture, ma gli impatti non sempre provocano delle deformazioni realistiche, resta comunque piacevole assistere a pezzi del mezzo volare letteralmente via.
Le location sono solo 5: Australia, Svezia, Galles, Stati Uniti (California, Michigan, Nevada, Messico) e Spagna. La varietà dell’impatto ambientale generale è invece buono, saremo immersi in: boschi, deserti, zone rustiche, e manti innevati.
Il frame-rate è stabile; il sistema d'illuminazione è buono e di grande effetto, soprattutto nelle gare in notturna; gli effetti atmosferici (pioggia, neve, e nebbiolina) sono piacevoli; sono più che sufficienti i particellari. E' presente un po’ di aliasing e le texture non sono in alta definizione.
La resa dei rombi dei motori è ottima, anche la gestione dei suoni ambientali è curata. La voce del guidatore è in italiano e risulta preziosa per affrontate i vari stage, soprattutto quelli generati casualmente sui quali non si può contare sulla memoria fotografica.

Titolo: DiRT 4
Genere: Racing Ibrido
Sviluppatore e Editore: Codemasters
Data di rilascio su pc: 9 giugno 2017

Commento finale 

Dirt 4 è un ottimo prodotto per chi vuole vivere l’atmosfera off-road, senza le complicazioni di un modello incentrato sull'esasperazione di una guida più complessa. La Codemasters — per la prima volta — viene in contro sia al giocatore che ha poco tempo per apprendere i vari trucchi del mestiere preferendo quindi solo scendere subito in pista, sia al videogamer che vuole imparare via via dai propri errori scalando la difficoltà. Per chi è invece alla ricerca di qualcosa di più impegnativo, per chi ha già una buona esperienza nel panorama "rallystico", Dirt Rally rappresenta ancora la scelta più oculata.

Pro:
  • Sistema di guida scalabile
  • Editor degli stage...
  • Comparto audio
  • Offerta contenutistica


Contro: 
  • ... Ma la varietà generata poteva essere maggiore
  • Si poteva offrire un'opzionale guida ancora più simulativa


Voto 8,4


Fonte immagini: Google