Stellaris | Paradox - Recensione

Stellaris è uno strategico 4x in tempo reale con pausa tattica; per ottenere un’esperienza più articolata è necessario accedere anche al dlc Utopia




Stellaris è il racconto di un'espansione senza freni di una civiltà in cerca di gloria.
Rispetto a strategici più focalizzati sul peso politico della forza militare — vedi Sid Meier's Civilization V (che però è a turni) — punta più all’amministrazione e alla diplomazia. E a differenza di altri giochi della stessa casa svedese basati su determinati periodi storici — come Crusader Kings 2 — Stellaris riesce a offrire una maggiore libertà concettuale.
L’ultimo punto lo trovo particolarmente adatto per un’esperienza che punta a far vivere l’amore per l’esplorazione dell’ignoto, come è giusto che sia in un 4X tra le stelle. Quindi l’ampia personalizzazione delle razze non sottostà a rigide impalcature, e la gestione degli attori in gioco permette di sopperire alla mancata immedesimazione che è più semplice ottenere manovrando un personaggio realmente esistito. In tal senso si va oltre l’interpretazione ibrida di Sid Meier's Civilitazion Beyond Earth, che invece propone il concetto di un’umanità in cerca di una nuova casa.



Paradox non ha lasciato quasi nulla al caso

Manca un tutorial lineare, e questo potrebbe scoraggiare di primo acchito i neofiti. Ma ad accompagnarci in maniera interattiva ci sarà comunque un efficace assistente (disattivabile in qualsiasi momento per i più esperti) che ci spiegherà passo passo tutte le voci dell’interfaccia; oltre che segnalarci gli eventi e le missioni più importanti. Questa soluzione — unita ad alcune semplificazioni, come il commercio e le poche risorse strategiche materiali (minerali e energia) — ha permesso di allargare il target dei giocatori, che dovranno comunque essere muniti di pazienza e voglia di apprendere. E’ bene sottolineare infatti che la profondità non è stata intaccata, anche se alcuni meccanismi sono meno complessi che in altri esponenti.
Spesso i Grand Strategy spaventano per mole di informazioni d’apprendere tramite una corposa fase di trial and error. Chi ha poca esperienza, questa volta, sarà aiutato maggiormente: in realtà è il leitmotiv dei moderni 4X — da Endless Space in poi — quello di semplificare, senza rinunciare alla profondità. Nella pratica questo si ottiene con interfacce più chiare e informative, senza variabili nascoste.
Tuttavia chi è completamente a digiuno, potrebbe incorrere in uno smarrimento iniziale dovuto proprio alla mancanza di un tutorial classico. Le voci sono tutte chiarite grazie all'assistente posto sulla parte destra dello schermo, ma le meccaniche (essendo costituite da più fasi) necessitavano di soluzioni video, per poter essere apprese la prima volta da chi non ha mai masticato un eXplore, eXpand, eXploit, and eXterminate.
Rimaniamo sul tema dell’interfaccia, e vediamo un pò cosa ci propone.
In alto a sinistra dello schermo troviamo diverse icone per accedere: al diario con tutte le quest attive, accompagnate da una breve descrizione su cosa dover fare; alle tecnologie da ricercare, non strutturate però attorno a un classico albero delle abilità come invece avviene in Hearts of Iron 4; all'editor delle astronavi che ci permette di dar vita a modelli nuovi (sfruttando le tecnologie acquisite durante il progresso scientifico dell’avventura), agendo su scudi, armature, scafi e armi. Quest’ultima voce è abbastanza completa pur non raggiungendo il grado di personalizzazione visto in Galactic Civilizations 3.
Nella parte destra della schermata troviamo invece l'elenco di tutta la nostra flotta; del resto le navi spaziali sono fondamentali per fare qualsiasi cosa in Stellaris. Il riquadro ci mostra così i compiti che stanno svolgendo e la loro esatta ubicazione, sì da non perderle mai.
Quello che quindi toccherà fare a noi, sarà apprendere — provando, sbagliando e riprovando ancora e ancora — le dinamiche di gioco.

Stellaris | Paradox - Recensione


Prima di iniziare una partita è possibile selezionare una tra sei razze disponibili (artropodi, mammiferi, molluschi, rettili, uccelli, e funghi), che a loro volta sono suddivise in ulteriori sottospecie. Oppure potremo crearne una tutta nuova, partendo da zero grazie all'elaborato editor.
I parametri su cui poter intervenire sono molteplici: tipo di governo, etica, società, bioma del pianeta madre, e sistema di propulsione. L’ultima vi sembrerà una voce strana, associata alle precedenti, ma capirete presto il perché di questa inclusione.
I sistemi di propulsione delle navi sono tre, possiamo scegliere tra: motori a curvatura (alla Star Trek per intenderci), hyperlanes, e generatori di wormholes (che richiamano alla mente i portali Prothean di Mass Effect.
Le 5 succitate variabili concorrono nel determinare i rapporti che la nostra razza instaurerà con le altre forme di vita. L’idea di fondo che i rapporti tra le varie specie del cosmo possano dipendere dall'affinità (e dai contrasti) di determinate caratteristiche peculiari, deriva ancora una volta da Endless Space. Ma nel titolo degli Amplitude i concetti interessati erano più di natura morale (intesa come condivisione di idee), mentre in Stellaris entrano in gioco molti più fattori.
Inoltre nella prova di Paradox assume un peso importante anche la capacità di adattamento ai diversi contesti. Quindi se il nostro pianeta natale è di tipo oceanico, avremo un futuro cinereo se intorno a noi la generazione procedurale dell’universo avrà partorito solo ammassi aridi. Si, anche qui “Dio” gioca con i dadi, anche se è un’intelligenza artificiale.
Una volta scelta la nostra civiltà bisogna determinare la porzione di universo in cui andare a giocare, selezionando: numero di stelle; forma (ellittica, a spirale con più braccia, sferica) che non sarà fine a sé stessa ma inciderà sulla traiettoria dei viaggi fra i sistemi (ritorna il peso della tipologia di propulsione dei motori); e numero di contendenti alla gloria.



Risolti i succosi preliminari (non fate vagare la mente ad altri scenari), possiamo finalmente avviare la partita. La prima cosa da fare è ispezionare — con le navi scientifiche — i vari sistemi alla ricerca di risorse base e speciali, oltre che di anomalie (come una misteriosa "biblioteca aliena"). Queste ultime richiederanno via via scienziati con un maggior livello di capacità. I leader (generali, ammiragli, governatori, …) sono sfruttati nelle varie aree d’intervento come se fossero dei perk, con la differenza che possono evolversi con l’esperienza acquisita. Comunque, sebbene si possa estendere la durata della loro vita (grazie alla tecnologia), alla fine tutti moriranno. E dovremo sostituirli.
Per poter aver accesso alle risorse disseminate nello spazio, occorrerà costruire le stazioni minerarie sui pianeti tramite le navi da costruzione. L’accumulo delle stesse può anche avvenire a livello locale mediante la gestione dei mondi colonizzati. Ciascuno dei quali è caratterizzato da una superficie suddivisa in un tot numero di quadratini, a seconda della percentuale di abitabilità. Su codeste celle è possibile inserire (spostare) una singola unità di popolazione per estrarre il particolare bene ivi disponibile.
Ad ogni modo ci sono 5 risorse di base: l'energia, che serve per pagare i costi di mantenimento di strutture e eserciti; i minerali, che di fatto sono la mattonella base per costruire qualsiasi cosa, (dagli edifici alle navi spaziali); l'influenza, utile per azioni politiche e diplomatiche, nonché per arruolare i leader; cibo per sfamare e incrementare la popolazione locale (del pianeta); la ricerca, che è a sua volta è suddivisa in tre aree (fisica, ingegneria e società). Come accennato in precedenza è assente il tradizionale albero tecnologico. Quindi, di volta in volta, il gioco ci permetterà di scegliere tra una rosa casuale e ristretta di tre tecnologie da sviluppare (una per ognuno dei 3 settori).
Come in altri 4x moderni — vedi Endless Legend — ritroviamo eventi contestuali: piccole “missioni narrative” che arricchiscono l’esperienza, e rendono diverse le singole partite; ma non assumono quella profondità vista in Age of Wonders 3. Tra queste cito sia gli eventi minori (come il ritrovamento di cadaveri di razze estinte), sia fenomeni su vasta scala. Questi ultimi possono verificarsi se alcune tecnologie vengono sviluppate con leggerezza: è il caso della possibile rivolta delle Intelligenze Artificiali contro gli organici.
Uno dei punti deboli di Stellaris risiede nel ritmo lento. E’ fisiologico (per ogni strategico) che le fasi finali siano più compassate e votate alla gestione, ma qui il tutto prende una piega eccessiva. Quindi per non rimanere vittime della burocrazia spicciola è opportuno affidare anche interi settori al controllo della CPU, individuando semplicemente le priorità produttive e difensive.
Concludo questo paragrafo menzionato una caratteristica interessante: le federazioni. Queste sono una sorta organismo interstellare. Una super-alleanza che permette di unire sotto un’unica guida diversi imperi, sì da fronteggiare minacce esterne con l'ausilio di una flotta comune; ricorda vagamente il Congresso dell’Onu introdotto in Civilization V con l’espansione Brave New Worlds. Ad ogni modo, qui, il presidente è scelto a rotazione fra tutti i membri, e le decisioni sono vincolanti.

Stellaris non prevede una campagna, ma le partite sono caratterizzate da una valanga di fattori stocastici che garantiscono un incedere variegato. L’incipit invece sarà sempre il medesimo. Le meccaniche di gestione sono per sommi capi soluzioni già viste, eccetto per piccole intuizioni interessanti. E’ invece l’assoluta libertà a farne un prodotto ghiotto per i vogliosi di avventura.
Le ideologie si riflettono sulle forme di governo selezionabili. Con l’etica si può giostrare un pò di più, ma anch’essa risente delle scelte effettuate con le prime due variabili.
La diplomazia permette di: scambiare beni e tecnologie, stringere alleanze, coalizzarsi contro un nemico comune, creare rotte commerciali, impostare un reciproco scambio di passaggio, e consentire il vassallaggio.
Lo scontro militare si palesa come un mero confronto di numeri in campo, e si può solo deciderete se ritirarsi o meno. E’ privo di tattica a differenza di Europa Universalis IV, ed è tutto automatizzato: basta che due flotte avversarie s’incontrino per dare il là ai "festeggiamenti".
Anche le condizioni di vittoria sono abbastanza standard: si poteva quanto meno aggiungere qualche variante in più.

Stellaris - LucullusGames


“In ogni conflitto, le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria” (Sun Tzu, L’arte della guerra)

Molti dei dlc pubblicati non mutano in maniera sensibile l’offerta, eccetto “Utopia”. Questa è una vera e propria corposa espansione che incide su sviluppo e forme di governo, oltre che ribilanciare il peso di alcuni fattori. Il prezzo di lancio non nasconde la portata dell’enorme lavoro svolto (19,90 euro); è stata realizzata con il feedback prezioso degli utenti. Gli elementi più interessanti sono: Civic, Unity, e Alveare. I primi si associano ai 4 sistemi di governo (democrazia, dittatura, oligarchia, e Impero ereditario) in modo tale da sviluppare meglio il concetto di “opposizione politica”, quando eccediamo in determinate azioni. Se si dà il là a troppe guerre, nascerà un movimento interno di pacifisti che macinerà sempre maggiori proseliti, se non porremo rimedio o cavalcheremo la nuova onda. Se si è troppo aperti verso razze diverse, nasceranno fronti “nazionalisti”, e così via. L'Alveare ruota attorno a un leader immortale, che tutti seguono come se fosse un dio alla maniera dei Borg. Unity è invece una nuova risorsa, e permette di sbloccare delle abilità (denominate Ascension) capaci di spegnere Soli, alterare il tasso di natalità delle specie, e così via.
Leviathans Story Pack è un’altra espansione di un certo peso, seppur non come la precedente: aggiunge (tra le altre cose) i consorzi (che rendono più vivace il commercio) e i Leviatani. Quest’ultimi si formalizzano come un interessante contenuto valido per la parte avanzata della partita, visto che si tratta di Guardiani potenti (se abbattuti forniranno modificatori e risorse preziose).

Le animazioni sono più che sufficienti ma si poteva fare qualcosa di più, nonostante il motore proprietario non proprio all'avanguardia. Il colpo d’occhio generale è buono, ma i dettagli non reggono il paragone con opere più blasonate. Anche se qualche chicca non manca, vedi la rappresentazione del buco nero che è chiaramente una citazione a Interstellar (film di Christopher Nolan).
La colonna sonora di matrice synth pop è composta da Andreas “Jazzhole” Waldetoft. La grandezza dei testi è inadeguata: i caratteri sono decisamente troppo piccoli, meglio affidarsi alle mod o abbassare la risoluzione a 720p.
Il gioco è in inglese ma esiste la possibilità di aggiungere l’italiano, trovate i passaggi QUI.

Titolo: Stellaris
Genere: Strategico 4X in tempo reale
Sviluppatore: Paradox Development Studio
Editore: Paradox Interactive 
Data di rilascio su pc: 9 maggio 2016

Commento finale: 

Stellaris non innova il genere né lo ridefinisce, ma offre un potente editor delle razze e alcune piccole idee interessanti (la possibilità di mutare la genetica della razza, gli eventi su larga scala, e le federazioni).
Come altre produzioni della Paradox, ad esempio Cities: Skylines — c’è ampio supporto ai modder, a cui viene fornito il tool per sbizzarrirsi. Come al solito la politica dell’azienda — ma non è l’unica a ragionare così nel panorama degli strategici — punta sulla disponibilità di vari dlc post lancio che vanno a ribilanciare elementi importanti, nonché rendere disponibili nuove feature. E alcuni diventano fondamentali per un’esperienza più articolata, vedi Utopia. Va anche sottolineato che rispetto a capitoli di serie più famose, il prezzo base è anche più basso.
Non è un gioco che si può prendere alla leggera. Se non avete molto tempo da dedicargli — o se non siete dotati di molta pazienza — Stellaris non fa per voi. Ma se non vi spaventano le sfide e amate l’esplorazione, diventa una di quelle prove che non ci si può lasciare sfuggire.

Pro:
  • Meccaniche solide ...
  • Interfaccia di gioco chiara
  • Assistente personale efficace 
  • Il fascino della conquista spaziale è forte
  • Longevità teoricamente infinita
  • Supporto alle mod


Contro: 
  • ... Ma non innovative
  • Ritmo di gioco più lento del solito
  • Manca un sistema di spionaggio
  • Grandezza dei caratteri da rivedere


Voto 8,5 (8,8 con espansioni incluse)



Fonte immagini: Google