Sniper Ghost Warrior 3 | CI Games - Recensione

Sniper Ghost Warrior 3 è uno sparatutto tattico in prima persona, eretto su una struttura open world; CI Games tenta un approccio da Tripla A




Sniper Ghost Warrior 3 di primo acchito si paventa come un incrocio-scontro tra le meccaniche di Sniper Elite e la struttura di Far Cry (prima persona e spazi aperti). Ma a dire il vero la proposta recensita oggi offre un’impostazione meno spettacolare ma più profonda riguardo le variabili in gioco nell’arte del cecchinaggio rispetto a Sniper Elite 4. Allo stesso tempo però non si tenta una scalata alla tattica certosina presente in Arma 3. C’è dunque una buona cura della balistica, ed è richiesta una discreta capacità d’analisi nella pianificazione strategica (prima d’intervenire).
Viviamo nell'era dei Sandbox che offrono più immedesimazione grazie ad ambienti più variegati, e non limitati da stanze e corridoi dell’era Half Life. Ma gli ambienti più circoscritti (di una volta) potevano — in virtù di un minor numero di variabili in gioco — mettere in piedi un’intelligenza artificiale sicuramente più raffinata. Tuttora non ho ancora visto (e giocato) un Open World in grado di ricalibrare le routine per adattarsi agli spazi aperti.
Ad ogni modo qui abbiamo a che fare con tre macroaree liberamente esplorabili, con la possibilità di far uso di una jeep, caratterizzata da un modello di guida estremamente semplificato. E’ presente anche il fast travel per rendere meno tediosi gli spostamenti sul lungo periodo, tra i tortuosi sentieri montuosi di una Georgia devastata dalla lotta fratricida tra separatisti e rivoluzionari.
Sniper Ghost Warrior 3 è l’ultimo capitolo di un brand storicamente provato da risultati mediocri, causati principalmente da budget risicati. Il team di CI Games mi ricorda per certi versi quello degli Spiders: nella fattispecie con quel tanto ambizioso Mars War Logs, che metteva in scena buone idee limitate però sempre da quella variabile fondamentale per sostenerle… i soldi. Entrambe le compagnie, comunque, non si sono fatte scoraggiare dalla critica e hanno insistito, senza mettere nel cassetto la loro formula, riproponendola successivamente, e cercando di rimuovere le maggiori criticità. In parte gli sviluppatori francesi si sono riscattati con il buon (seppur non ottimo) The Technomancer, vediamo quindi che cosa sono stati in grado di fare invece i polacchi.


Setting ispirato, ricco di spunti interessanti; tuttavia la struttura narrativa pecca nella qualità dei contenuti 

La storia ci vede impersonare Jonathan North, un cecchino pluridecorato dei Marine del corpo speciale Joint Special Operations Command. Come Karl Fairburne il nostro è addestrato per eseguire missioni rapide e silenziose, tuttavia il suo profilo psicologico è più curato rispetto al lupo solitario della serie Sniper Elite.
Jonathan North è un soldato americano tratteggiato da un forte senso patriottico, che sarà messo a dura prova nel momento in cui i binari del suo lavoro incontreranno quelli più personali e dolorosi. In Georgia siamo stati inviati per sabotare le operazioni separatiste, eliminando i profili più sensibili al fine di far cessare la guerra civile. E per questa missione siamo indicati col nome in codice Lodestar, ma come vi avevo accennato c’è anche un’importante risvolto parallelo. In una delle zone della mappa — secondo un rapporto della CIA — pare essere imprigionato nostro fratello Robert, scomparso ormai da 23 mesi. Saremo in grado di prendere due piccioni con una fava? O metteremo da parte la carriera per salvare il sangue del nostro sangue?
Questo ve lo lascio scoprire da soli.
Posso però dirvi che i temi trattati non finiscono qui, c’è: il senso di fratellanza cementato dalle esperienze militari, la diversità culturale di due Mondi agli antipodi, diversi flashback sull'infanzia dei due fratelli, una cospirazione fantapolitica priva di un adeguato humus, uno scontro con un leggendario cecchino che infesta le rocciose lande georgiane, e il ritorno di fiamma di una sensuale ex-ragazza. Si tratta di Lydia Jorjadze, una mercenaria che in passato ci aveva già aiutato in Afghanistan. Insomma la carne al fuoco c’è; peccato che i dialoghi spesso cadano in battute da bieco B-Movie, e non parlo purtroppo delle finte parodie del geniale Tarantino.

Le variabili in gioco, impersonando il cecchino, mettono in mostra una profondità mai vista prima; peccato per un’intelligenza artificiale non sempre adeguata

Sniper Ghost Warrior 3 | CI Games - Recensione


Partiamo dalla libertà di approccio: ci sono tre stili che non convincono alla stessa maniera, né per diversità di risposta dell’intelligenza artificiale, né per le rispettive meccaniche in termini di profondità.
I precedenti Ghost Warrior si concentravano esclusivamente sulla figura del cecchino, ma il terzo capitolo propone un’impostazione simile all'ottima prova di Tom Clancy's Splinter Cell Blacklist senza eguagliarla. L’idea è quella di raggiungere più giocatori diversi.
Sniper Ghost Warrior 3 — a parte alcune situazioni, in cui per esigenze narrative bisogna seguire una determinata linea di condotta — permette di affrontare le missioni secondo tre modalità: Cecchino (la migliore interpretazione), Fantasma, e Guerriero. Come accadeva, appunto, con i tre stili (Assalto, Pantera e Fantasma) del titolo della famosa saga di Ubisoft.
Come Cecchino occorre: individuare la postazione migliore dove agire, studiare bene l'area raccogliendo più informazioni possibili (marcando i vari bersagli sensibili) col supporto del drone e/o del binocolo, regolare l’ottica, valutare la distanza e la forza del vento (che incideranno sulla gittata), trattenere il respiro per migliorare la precisione, e infine premere il grilletto. Come Fantasma bisogna agire in maniera stealth: muovendosi di sottecchi nell'ombra (evitando luci e telecamere), sfruttando i vari gadget, e infine colpendo alle spalle il nemico. Come Guerriero agiremo invece alla rambo, senza andare troppo per il sottile; questo approccio ci porta spesso ad arrivare a distanza ravvicinata con l’avversario, decidendo se porre fine alla sua vita con una fredda esecuzione o interrogarlo per ottenere utili informazioni su avamposti e rifornimenti (come in Metal Gear Solid V).
Vi ho accennato al drone, ebbene proprio come in Tom Clancy's Ghost Recon Wildlands lo strumento è limitato dalla distanza da coprire e dalla durata delle batterie. L’apparecchio ci offre un’utile visuale dall'alto per taggare i nemici, valutare le ronde, ed evidenziare gli oggetti esplosivi e infiammabili. Il drone può essere anche modificato con svariate mod (visione termica, hacking, diversivi).
Ma dove il prodotto di CI Games si distanzia dall'opera dei Rebellion è nell’interazione con i differenti orari del giorno e le differenti condizioni atmosferiche. Queste ultime possono limitare in maniera evidente la visibilità e celare o meno il rumore dei nostri proiettili, oltre che rendere più difficile l’individuazione degli obiettivi strategici e l’utilizzo di alcune armi.
Il videogame offre tre livelli di difficoltà: normale, dove gli indicatori a schermo sono tutti attivi (marcatori, mini-mappa, valutazione del vento, misurazione della distanza, e anteprima della traiettoria); difficile, dove non è presente l'indicatore dell’anteprima del colpo; estremo, in cui sono rimossi completamente gli indicatori (compresa la mini-mappa e il tag dei nemici).
In generale, se si colpisce una guardia in vista (o si manca il bersaglio) scatta subito l’allarme, che porta i separatisti a coprire i vari accessi della zona, sino a scatenare una caccia all’uomo (alle alte difficoltà). Il problema risiede nella breve durata della situazione di allerta, e nella possibilità di eludere le routine comportamentali semplicemente allontanandosi dalla zona (soprattutto infilandosi nella boscaglia e negli edifici). Solo nelle fasi più avanzate le cose si faranno più interessanti, con l’uso di misure extra (mortai, corazzati, rinforzi richiesti via radio). L’altra incongruenza si nota in alcuni casi dove eliminare un nemico a soli pochi metri di distanza non mette sull'attenti il vicino collega: bastava aumentare un pò il raggio visivo.

Ti vedo, fammi un sorriso e...


Vediamo altri due aspetti che all’inizio facevano capo solo ai Gdr, ma che ormai sono implementati in più generi diversi: lo sviluppo del personaggio tramite kill tree, e il crafting.
Lo sviluppo del personaggio si basa sull’investimento dei punti abilità, ottenuti mediante l’accumulo di punti esperienza elargiti in risposta a determinate azioni, facenti testo ai tre diversi approcci. Anche qui il richiamo è a Tom Clancy's Splinter Cell Blacklist, dove erano i gadget ad essere sbloccati dinamicamente in base alle azioni messe in essere (riferite alle tre specializzazioni). In Sniper Ghost Warrior 3 i rami (Sniper, Ghost e Warrior) salgono di livello separatamente, ma
i perk acquistabili sono più che altro dei bonus (ricariche più rapide, caricatori più ampi, e così via) che migliorano l’efficienza, e non stravolgono l’esperienza. E’ la stessa filosofia di fondo dello skill tree di Sniper Elite 4: una scelta condivisibile perché mette al centro del gameplay le abilità del giocatore.
Il crafting si rende disponibile all'interno di specifici rifugi, e permette d’intervenire sia sui proiettili che sulle armi. Queste ultime si possono riparare (il silenziatore ad esempio si consuma con l’uso) e riconfigurare, un pò come avviene in Homefront The Revolution. Uno stesso "ferro" può diventare un’arma dalla media, lunga o corta distanza; previo recupero delle giuste parti. I proiettili fatti in casa si distinguono in: standard, perforanti (efficaci anche contro i mezzi blindati), DARPA (che si fanno beffe di vento e distanza), ed esplosivi.
L’equipaggiamento consente una libertà interpretativa illimitata: armi automatiche, raffiche a corto raggio, fucili di precisione (ovviamente), esplosivi, pugnale e altri gadget di supporto come i giubbotti antiproiettile e i medikit. Senza dimenticare le personalizzazioni estetiche e le mod (caricatori, mirini, ecc…).
Se pensavate che fosse tutto qui, vi sbagliavate. E’ presente anche una modalità esplorativa denominata "Scout Mode”, si tratta di una visuale potenziata simile alla modalità detective di Batman Arkham Knight, all'occhio di falco di Assassin’s Creed Unity, o al senso dello stringo di The Witcher 3: Wild Hunt. Si mostra utile nell'evidenziare indizi (come tracce sul terreno e porte), manifestare appigli dove aggrapparsi per raggiungere posizioni sopraelevate più protette, e individuare oggetti altrimenti non visibili in altro modo.
Tutti i Sandbox garantiscono azioni collaterali opzionali, ergo qui potremo: recuperare documenti, hackerare sistemi di protezione, smantellare avamposti, liberare dei prigionieri, metterci sulle tracce di pericolosi ricercati, al fine di ottenere copiose ricompense in crediti.
La longevità varia sensibilmente in base alla scelta della difficoltà impostata, e alla volontà o meno di reperire tutti i collezionabili; si possono impiegare dalle 15 alle 30 ore. Tra i collectible disponibili segnalo statuine e gioielli.

Gli scenari variegati e gli effetti speciali sono capaci di mutare l’atmosfera, ma l’ottimizzazione e la resa grafica sono sottotono

Sniper Ghost Warrior 3 - LucullusGames


Gli scenari sono discretamente diversificati per ispirazione: aree boscose, agglomerati urbani, villaggi, baraccopoli, pianure aperte prive di ripari, basi militari protette, dighe, sentieri pericolosi e vari cunicoli. Il meteo dinamico, il ciclo circadiano e i giochi di luce offrono alcuni scorci naturali di buon impatto. Ma le cutscene e gli elementi architettonici sono mal concepiti.
Il videogame è mosso dal potente CryEngine, e tutto sommato regala un buon level design. L’implementazione dei particellari e il sistema d’illuminazione sono più che sufficienti. Le texure degli elementi naturali (rocce, terreni e vegetazione) sono buoni, a parte le ovvie trasparenze in 2D; ma deludono quelle degli edifici, troppo squadrate e in bassa definizione.
I modelli dei personaggi sono in generale altalenanti. Si difendono meglio quelli dei protagonisti, ma le animazioni del corpo non sono fluide e naturali (soprattutto durante le arrampicate e il nuoto), così come risulta scarsa la capacità espressiva che limita l’empatia verso le varie figure. Tra parentesi: queste sono espressioni facciali fatte male, non quelle di Mass Effect Andromeda tanto criticate a destra e a manca.
Sono invece del tutto inspiegabili le lunghe schermate di caricamento (anche di 2 minuti), l’Amiga è più veloce nel far girare i "floppini". Ci sono diversi glitch grafici, qualche bug (come le sparizioni dei nemici dagli avamposti quando ci si allontana con distanze pari a uno o due campi da calcio, per poi vederseli ricomparire riavvicinandosi nuovamente), e il frame-rate non è stabile. Sono incorso anche in un paio di crash che mi hanno costretto a ripartire dai vecchi salvataggi; i checkpoint si materializzano a ogni viaggio rapido, e in concomitanza col completamento dei singoli obiettivi. E’ inoltre presente del pop-in e del pop-up.
Il doppiaggio in lingua inglese è buono (i sottotitoli e l’interfaccia sono in italiano), ed è accompagnato da una recitazione tutto sommato discreta; la colonna sonora è piacevole.

Titolo: Sniper Ghost Warrior 3
Genere: FPS Tattico
Sviluppatore e Editore: CI Games
Data di rilascio su pc: 24 aprile 2017

Commento finale 

Sniper Ghost Warrior 3 viene pubblicato senza un’adeguata rifinitura tecnica, nonostante un lungo ma travagliano sviluppo, che ha causato anche alcuni rinvii. Il progetto e il prezzo di lancio tradiscono una produzione forse troppo ambiziosa, ma è innegabile che ci sono buone idee. Se dovessi limitarmi all'analisi delle meccaniche legate alla figura del cecchino, dovrei sottolineare una delle migliori esperienze mai viste in single-player. Tuttavia non posso far finta che esistano diverse magagne tecniche, ma non essendo di gravissima entità possono essere quanto meno limitate da patch future.
A fine anno sarà implementato anche il multi-player.
Ancora una volta la struttura open-world — sulla carta — si mostra una scelta vincente, in quanto riesce a portare il giocatore nel vivo dell’atmosfera. Poi però bisogna fare i conti con texture caricate in ritardo, glitch grafici e IA deludenti; problemi ravvisabili persino nei prodotti di colossi famosi, figuriamoci in produzioni minori.
Se cercate un'esperienza più profonda e “realistica", ma meno spettacolare dei vari Sniper Elite (ma anche meno curata tecnicamente), allora dategli una chance. Se potete aspettare qualche patch, fatelo. Aggiornerò la recensione se cambierà qualcosa in maniera consistente.

Pro:

  • Crafting
  • Più approcci alle missioni...
  • Ottima meccaniche elaborate per la figura del cecchino
  • Tante cose da fare


Contro: 

  • ... Ma gli stili Fantasma e Guerriero non convincono fino in fondo
  • Battute banali
  • Tecnicamente poco rifinito
  • IA non entusiasmante

Voto 7



Fonte immagini: Google