Berserk and the Band of the Hawk - Recensione

Berserk and the Band of the Hawk è la trasposizione ludica del famoso manga “Berserk” ideato da Kentaro Miura, pubblicato sin dal lontano 1989




Dopo il buon Attack on Titan Wings of Freedom, Koei Tecmo ci porta stavolta nelle Midlands per farci impersonare Gatsu


Il Guerriero Nero è un’autentica macchina dispensatrice di morte, che potrebbe rivaleggiare ad armi pari con il leggendario Kenshiro (già protagonista di 2 musou). E’ venuto al mondo dal corpo di una donna impiccata, ed ha vissuto un'infanzia difficile in cui ha sofferto anche la perdita della madre adottiva. Tutto ciò ha forgiato un guerriero furioso, il termine inglese berserk fa proprio riferimento a uno stato di pura rabbia, e deriva da berserkir: i guerrieri scandinavi che, secondo le leggende — durante i combattimenti più duri — cadevano in uno stato di trance agonistica senza freni.
Il contesto ambientale è molto intrigante e maturo. I tratti dell’opera presentano un mix di elementi horror (la Mano di Dio è ispirata ai “Cenobiti” del ciclo di Hellraiser, ideato da Clive Barker) e fantasy tardo-medievale. Il personaggio principale vive in un mondo molto violento, e purtroppo non è bastata la classificazione Pegi 18: dobbiamo sorbirci anche una censura abbastanza invadente.
Omega Force è da anni specializzata in Musou, un genere tanto apprezzato in oriente quanto sottovalutato in occidente (per approfondire storia, meccaniche e sviluppi di questo genere videoludico clicca QUI). Contrariamente a quanto perpetrato online, i Musou non sono tutti uguali, ognuno ha almeno una meccanica che lo contraddistingue dalle altre interazioni. Questa volta la novità risiede nella modalità Frenzy. Per il resto il format è comunque più classico di quanto mi sarei aspettato, ma è anche caratterizzato da un’atmosfera e personalità eccezionali. Ma andiamo per gradi, e analizziamo insieme i vari paragrafi.


I primi vagiti del manga li ritroviamo già in “Berserk Prototype” del 1988


Storia: ricalca (abbastanza fedelmente) gli eventi del manga. Si parte dalla Golden Age Arc e si termina con il quarto arco narrativo Hawk of the Millennium Empire Arc.
L’Epoca d'Oro narra l'ingresso di Gatsu nella banda dei Falchi, capeggiata da letale Griffith.
Il Guerriero Nero porta sul collo il "simbolo del sacrificio”, che attira spiriti malvagi e Apostoli, umani che per mezzo dei Bejelit (potenti amuleti) sono stati tramutati in servi del male. Gatsu li combatte costantemente con l’Ammazzadraghi, una spada molto pesante che solo lui pare riesca a brandire. Un pò come lo spadone di oltre 100 kg imbracciato dal pirata Pier Gerlofs Donia.
Il protagonista della creatura del videogame edito da Koei Tecmo è privo anche del braccio sinistro e dell'occhio destro; una particolarità che ci porta alla mente il cavaliere tedesco Gottfried von Berlichingen, immortalato da Wolfgang von Goethe nell'omonimo dramma. Anche lui era dotato di braccio prostatico, ma a differenza dell’eroe di Berserker non vantava — ovviamente — al suo posto un potente cannone.



A distanza di quasi due decenni da Sword of the Berserk pubblicato per Sega Dreamcast, ritorniamo alle prese con l'Armata dei Falchi


Berserk and the Band of the Hawk - Recensione


Gameplay: l’offerta principale risiede nella Campagna, ma ritroviamo anche l’immancabile Free Mode, e la nuova modalità Eclipse. La storyline offre più di quaranta missioni, che ci terranno impegnati per circa 13-14 ore, giocando alla massima difficoltà (l’unica che vi consiglio). Il computo può essere esteso portando avanti le quest secondarie. Gli obiettivi sono tradizionali: sterminare una miriade di avversari, conquistare basi nemiche, distruggere determinate strutture, e scortare gli alleati verso un punto di fuga. Principalmente controlliamo Gatsu. E a differenza di altri musou (i vari Dynasty Warriors) il roster è decisamente meno corposo: ruota attorno a una decina di elementi tra cui Casca, Rickert, Griffith.
Il Free Mode permette — come di consueto — di affrontare nuovamente le missioni della campagna senza rispettare i vincoli narrativi; possiamo usare tutti i personaggi sbloccati.
L’Eclissi Infinita è una sorta di modalità survival in cui ci è richiesto di affrontare cento piani stracolmi di nemici, sguinzagliati a ondate. I progressi vengono salvati solo ogni 25 piani: l'abbandono o la sconfitta ci costringono a ricominciare l'impresa daccapo, un pò come accadeva nelle Prove del Fuoco di Darksiders 2. In questa modalità la salute non si rigenera automaticamente, ma solo attraverso la raccolta dei consumabili droppati dagli avversari messi KO. Portare e a termine l'impresa consente di mettere le mani su costumi, materiali rari, e nuove trasformazioni, oltre che sbloccare un altro personaggio.


Combat system ed elementi Gdr


Alla base delle combo — da inanellare in serie — ci sono gli attacchi veloci ma deboli, e quelli più potenti ma lenti. Ogni protagonista ha la sua lista di mosse che rispetta quanto espresso nel franchise di riferimento. A rendere più varia e spettacolare la danza di morte ci pensano 2 barre speciali, soprattutto quella legata alla modalità Frenzy. Una volta sprigionato tutto il suo potenziale consente di potenziare e velocizzare — per un periodo di tempo limitato — tutti i nostri affondi; oltre che incrementare la resistenza ai fendenti lanciati dal nemico. Tutti i corpi avversari caduti nel pieno di questa procedura rilasceranno le Anime Perdute, che a loro volta andranno a incrementare un’ulteriore barra. Quest’ultima darà accesso al Death Blow, un imponente attacco speciale, che potremmo associare al classico colpo devastante presente in ogni musou.
Oltre all'arma principale (diversa per ogni personaggio) avremo la possibilità di accedere — con maggiore libertà — a quelle secondarie. Tra i ferri del mestiere cito balestre, esplosivi (con danni ad area), e pugnali (capaci di immobilizzare il nemico).
Inoltre ogni personaggio è in grado di equipaggiare fino a tre accessori, capaci di alterare alcune statistiche (attacco, difesa, durata della modalità Frenzy, ecc…). E’ possibile migliorare l’equipaggiamento con il crafting dei materiali o attraverso la loro fusione, come accade in Dragon Quest Heroes. Non poteva mancare un adeguato sistema di crescita: avanzare di livello permette di potenziare le statistiche di base (Forza, Difesa, Tecnica, ...).

Berserk and the Band of the Hawk - LucullusGames


IA: non è esaltante fino che non ingaggiamo le boss fight, che donano finalmente un minimo di sfida. Come di consueto infatti i soldati semplici, i luogotenenti, e i mini boss si palesano più come pura carne da macello. Decisamente più stimolante risulta dunque la modalità opzionale Eclissi infinita, sbloccata completamente solo dopo il termine della prima run.

Comparto grafico: la cura riposta nella realizzazione dei modelli dei personaggi principali e dei boss è buona, ma lo stesso discorso non si può fare per il resto degli avversari che risultano partoriti con lo stampino. Gli intermezzi sono ottimi soprattutto nella parte iniziale (l’Epoca d’oro), giacche possono contare sugli spezzoni tratti direttamente dai tre lungometraggi animati, proposti sul grande schermo pochi anni fa. I successivi filmati sono stati sostituiti da cut-scene comunque di buona qualità. Il cel-shading come al solito riesce a sposarsi in maniera perfetta con prodotti tratti da opere cartacee, donando il tipico tocco cartoonesco. Le armature sono di pregevole fattura, come nel manga: non a caso fanno riferimento alla celebre Guerra dei Cent’anni (combattuta tra Francia e Inghilterra).

Comparto tecnico: le texture ambientali sono prive di particolari dettagli, ed anzi risultano spesso riciclate. Il motivo risiede nella natura cross-gen, il titolo è stato pubblicato nei mesi precedenti in Giappone anche per le vecchie console.
I musou — come sappiamo — sfruttano tutte le risorse hardware per gestire a schermo una quantità esorbitante di nemici, e questo impatta sull’IA e sulla resa generale. Berserk and the Band of the Hawk è un porting, e ce ne rendiamo conto anche dal fenomeno del pop-up e dalle compenetrazioni poligonali. Ma va dato merito agli sviluppatori di essere riusciti — questa volta — a curare maggiormente l’ottimizzazione, più di quanto visto in One Piece Pirate Warriors 3. Il frame-rate è stabile e non ci sono bug che costringano a ripetere qualche sezione. Dovrebbe essere la norma per i videogame, ma purtroppo non è sempre così, e lo ricordano diversi Day1 tra cui quello di Dishonored 2.

Comparto audio: il parlato è in giapponese, mentre il sottotitolato è in inglese. I doppiatori coinvolti sono i medesimi dell'anime, e le loro prove sono decisamente convincenti. Anche l’effettistica non è da meno.

Titolo: BERSERK and the Band of the Hawk
Genere: Musou
Sviluppatore: Omega Force
Editore: KOEI TECMO GAMES
Data di rilascio su pc: 21 febbraio 2017 (occidente) 27 ottobre 2016 (Giappone)

Commento finale: Berserk and the Band of the Hawk è un musou che — a parte le modalità Frezny e Eclissi — non si scompone troppo per varietà, come invece è accaduto con Attack on Titan Wings of Freedom. Tuttavia si mostra ben ottimizzato e dotato di grande personalità. L’atmosfera è fedele alla licenza, e riesce a immergere bene il fan nell'alternativo medioevo ideato da Kentaro Miura. Questo è uno degli aspetti più importanti per questo genere ludico, ergo si manifesta come un buon esponente con cui il neofita potrebbe iniziare ad avvicinarsi per testare con le proprie mani un format troppo spesso sottovalutato.

Pro:
  • Atmosfera
  • Cutscene
  • Fanservice
  • Design dei personaggi principali e dei mostri


Contro: 
  • IA 
  • Scene censurate
  • Ambientazioni spoglie


Voto 7,5




Fonte immagini: Google