Mother Russia Bleeds nasce dalle fondamenta di una nostalgica formula, perfettamente valida ancora oggi; e soprattutto offre una grande soddisfazione nel far man bassa di copiose fila nemiche
C’erano una volte le monetine da 200 lire
Mother Russia Bleeds è un omaggio ai classici beat 'em up che la facevano da padrone nelle sale giochi anni ’80 e ’90. Si tratta di un picchiaduro a scorrimento orizzontale che richiede ottimi riflessi, ma come vedremo non è esente da difetti. L’opera prima dei ragazzi di Le Cartel Studio riprende la nostalgica formula classica e — pur non volendo innovare le meccaniche — riesce a divertire grazie all'ambientazione e alla personalità mostrata dagli sviluppatori.
Scene di sesso e violenza all’apparenza gratuite, ma in realtà c’è anche una critica sociale alla Russia moderna
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Mother Russia Bleeds - Recensione |
Storia: è ambientata nel 1986 ma in una visone alternativa dell’Unione Sovietica.
Da un lato c’è un crimine organizzato esteso a macchia d’olio nei settori politici e economici più redditizi, dall'altro il tessuto sociale è sull'orlo del collasso. Il governo ha abbandonato gli interessi del popolo e l’aria odora di moti rivoluzionari.
Questo è il contesto, ma la nostra è un’altra storia (seppur s’incrocerà con la precedete), e parte da un altro luogo animato da altri interessi. Tutto inizia in un lurido campo nomadi, abitato da anime perse, poco raccomandabili, e private del futuro: siamo tra gente messa ai margini della società, tra profili della peggiore risma. Qui facciamo la conoscenza di personaggi che lottano in un’arena per raccattare qualche soldo, in una situazione che riporta alla mente il film Snatch interpretato da un ottimo Brad Pitt. Tuttavia l’arrivo di un’organizzazione paramilitare mette in subbuglio il covo dei zingari interrompendo la lotta in atto. Il nostro personaggio si sveglia così in un laboratorio in cui vengono portati avanti esperimenti illegali su una pericolosa sostanza psicotropa. Il nostro obiettivo diventa quindi la vendetta: in un titolo ancora più violento della serie Tv Banshee.
Il classico picchiaduro a scorrimento orizzontale riporta alla mente i vari Streets of Rage, Double Dragon, Final Fight, Dragon Ninja e Captain Commando
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Mother Russia Bleeds - LucullusGames |
Gameplay: l’offerta più succosa è riposta nella campagna principale arricchita da due finali. Si può portare a termine in circa 5-6 ore: ovviamente il dato è strettamente legato al livello di difficoltà scelto e alla preparazione del giocatore, quindi il valore può essere incrementato. Ad ogni modo gli stage sono 8, e col proseguo si fanno via via più ostici e lunghi. E’ possibile affrontarli anche in co-op locale fino a 4 giocatori, scegliendo anche se attivare o meno il “fuoco” amico.
Se non avete amici/fratelli/ragazze con cui condividere questa esperienza potete alleggerirvi l’impegno sfruttando i bot, ma non fateci troppo affidamento: spesso mi sono trovato solo coi miei compagni ko.
Oltre a ciò è possibile cimentarsi nella modalità Arena, i cui scenari vanno sbloccati portandosi avanti nell'avventura principale. Si tratta in sostanza di sopravvivere a un determinato numero di ondate. In questo caso però l’enfasi sullo score è maggiore, rispetto alla modalità storia. Bisogna variare di più i colpi, ma questo vi porta anche a rischiare maggiormente, giacchè gli attacchi non sono tutti efficaci in egual misura.
La Nekro rompe con astuzia il ritmo della danza di morte, aggiungendo un pizzico di strategia al leitmotiv
La sostanza stupefacente — evidenziata da un indicatore caratterizzato da 3 tacche, posto accanto a quello della salute — ha una duplice valenza. Come power-up dona una momentanea forza sovrumana, ma si presta anche come preziosa risorsa atta a rimettere in piedi i nostri alleati. Quest’ultimo aspetto dona un pizzico strategia soprattutto alle alte difficoltà, perchè è una risorsa limitata e va prima recuperata dai corpi nemici agonizzanti (quelli dalla pelle verdastra ne sono particolarmente ebbri). Inoltre non rimane a disposizione per molto tempo: se siete nel bel mezzo della lotta — rischiare di adagiarsi sulla vittima per estrarne il liquido con la siringa — significa prestare il fianco a pericolosi attacchi avversari.
Quando invece la usiamo per entrare in modalità berserker i nostri colpi sono più pericolosi e veloci, e tutto ciò che ci sta intorno sbiadisce.
Comandi classici, scarsa diversificazione tra i personaggi e assenza di combo
Il moveset è tradizionale, e consta di: pugni e calci, da combinare più efficacemente con il salto; una presa utile sia per bloccare il nemico e permettere al nostro compagno di picchiarlo senza pericoli, sia per scaraventarlo lontano e magari su elementi distruttibili dello scenario; e infine una scivolata che mette al tappeto più avversari contemporaneamente. Inoltre possiamo approfittare degli avversari momentaneamente storditi a terra per finirli a mani nude. Oltre a sbucciarci le nocche è possibile imbracciare armi bianche come coltelli e mazze (da sfruttare sulle ossa nemiche finchè non sopraggiunge l’usura, o lanciarle per allontanare la calca), e armi da fuoco come pistole e fucili a pallettoni. Quest’ultime — presenti soprattutto nelle fasi finali — vanno riservate per i nemici più resistenti e pericolosi, giacchè i colpi sono limitati.
Le differenze tra i protagonisti non sono marcate, tuttavia i colpi base sono leggermente diversi.
Natasha è l’elemento più rapido, ma è anche quello capace di generare il minor danno; viceversa Ivan è il più letale, ma anche il meno rapido. Gli altri due sono tutto sommato più equilibrati: Boris è completamente pazzo, difatti in passato è stato anche rinchiuso in un ospedale psichiatrico; Sergei è invece più violento e impulsivo.
Punitivo quanto basta per solleticare la voglia di sfida, ma denota anche una pigrizia nella pulizia del codice
IA: avversaria è buona, e questo aspetto va giustamente evidenziato. Ma devo anche sottolineare che i comandi, non di rado, risultano imprecisi e — siccome i capanelli avversari sono nutriti — si rischia di incorrere in sonore sconfitte non per forza causate da mancanze del giocatore. Nella fattispecie mi riferisco a situazioni in cui: pur essendo correttamente posizionati sull’arma da raccogliere, l’input non porta a nessun'azione; oppure quando ci poniamo sulla stessa linea di profondità occupata dal nemico, a volte il nostro fendente non parte correttamente. Questi brawler game orizzontali, infatti, non sono completamente bidimensionali: lo scenario consta di ideali binari su cui ci dobbiamo spostare, e questi ultimi sono più dei soliti 3 che erano presenti nelle prime iterazioni dei beat 'em up anni ’80. Quindi questo elemento non va sottovalutato.
Non mi dispiacciono i titoli punitivi — come Dark Souls 3 — che richiedono una spietata precisione, ma qui la situazione è diversa perchè è dettata dalla pigrizia nella scrittura del codice. In DuckTales (soprattutto nell'originale pubblicato circa 30 anni fa) come in altri platform dell’epoca se non si era precisi nei salti più lunghi, si perdeva la partita: e bisognava iniziare daccapo perchè non esistevano i checkpoint. Ma questo aveva un senso perchè spingeva il giocatore a migliorare la coordinazione, e il tempismo nello sfruttare fino all'ultimo pixel della pedana prima di saltare. In Mother Russia Bleeds invece i due casi succitati non dipendono da nostre mancanze.
La difficoltà — già di per sè alta — s’innalza dunque indirettamente, e questo a me non piace perchè rovina la voglia di impegnarsi in difficoltà più alte. Mi sono invece piaciute le boss fight: pur non essendo indimenticabili le ho trovate stimolanti.
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Non sono stato io ! Ah ma a chi la do a bere |
Spunto critico: artefatti visivi.
Non sono incorso in bug, ma mentre stavo giocando ho avuto una brutta esperienza. Preciso che stavo svolgendo una run consecutiva di circa 3 ore, e forse questo ha in qualche modo influito sulla dinamica, anche se in passato ho fatto partite di oltre 10 ore… Ah! quanto mi mancano le domeniche da adolescente. Magari conta anche il design artistico in pixel art, al quale forse non sono abituato tantissimo.
Ad ogni modo mentre stavo giocando, ho cominciato a visualizzare un artefatto circolare con l’occhio sinistro, all’esterno del quale vedevo in modo appannato. Via via questo cerchio — caratterizzato da piccolissimi puntini colorati di rosso, verde e blu — si andava restringendo riducendo la mia visione, alchè mi sono spaventato e mi sono allontanato dal pc. Poichè l’artefatto non accennava a scomparire mi sono spostato in una stanza buia, e ho chiuso gli occhi per circa una ventina di minuti. Poi tutto è scomparso. L’indomani sono andato dal mio oculista e — visto che ho 0.25 gradi di astigmatismo a entrambi gli occhi — ne ho approfittato per fare una visita completa. Ma non è risultato nulla.
Forse è solo l’età che avanza? Del resto dopo i 20 s’invecchia, boh! Ad ogni modo non ho mai avuto esperienze del genere, e cosa più importante non sto affermando che è colpa del gioco, ma è presumibilmente legata solo a una mia sensibilità.
Comparto grafico: le location sono varie e ben differenziate. Alla decadenza urbana e alla sporcizia delle strade si contrappongono i luoghi di lusso diretti dal crimine e le sezioni provocatorie del Night Club. E’ chiaro che l’elemento più delicato è invece riposto nella scelta del design: la pixel art di solito o si odia o si ama. Generalmente i più giovani mal digeriscono questa tecnica, ma c’è comunque chi riesce ad apprezzarla. Io mi limito a sottolineare che l’esempio specifico di Mother Russia Bleeds si palesa come un’ottima prova, decisamente ispirata all'interno di questo panorama. Però è chiaro che se questo stile non vi piace, neanche questo caso specifico probabilmente vi farà cambiare idea. Ma è bene chiarire che è una questione del tutto soggettiva. A me, ad esempio, piace.
Comparto tecnico: non sono incappato in bug o cali di frame. Non sono però presenti effetti speciali degni di nota, ma rispetto al genere di riferimento le animazioni messe in essere sono maggiori. Si tratta dunque di un titolo che sposa la filosofia anni 80 e 90, ma si nota anche una realizzazione più curata grazie alle migliorie apportate via via negli anni dai software di sviluppo.
Comparto audio: la tracklist è buona, e si adatta anche in base alle diverse situazioni. Ad esempio, i temi musicali presentano un ritmo più sostenuto quando entriamo in modalità berserker. Gli effetti ambientali sono più che sufficienti.
I contenuti dei testi sono maturi e spesso sboccati: non sono il prodotto di una sceneggiatura profonda, ma si adattano perfettamente all'immaginario dell’antieroe d’azione cinematografico anni ’80.
Titolo: Mother Russia Bleeds
Genere: Beat 'em up
Sviluppatore: Le Cartel Studio
Editore: Devolver Digital
Data di rilascio su pc: 5 settembre 2016
Commento finale: il punto di forza e di debolezza sta nel voler ricalcare un concept solido ma vecchio, questo dunque spaccherà l’opinione dei giocatori tra chi è in cerca di nostalgia e chi invece sperava in nuove idee. La Nekro sostituisce i tradizionali polli e prosciutti che vedevamo nei titoli delle sale giochi, quindi non è una meccanica nuova ma è stata comunque rivista in maniera intelligente nell’uso pratico (come succitato).
Persino la difficoltà risulta in alcuni punti punitiva come lo era in passato nei beat 'em up, là dove però l’obiettivo era chiaramente quello di spillare più soldi possibili dalle tasche dei giocatori. E’ indubbio che il titolo abbia stile da vendere, ma è anche vero che il cuore delle meccaniche è riposto negli scontri, e qui l’imprecisione dei comandi non può essere messa in secondo piano. Personalmente avrei preferito anche una maggiore varietà nei pattern dei vari protagonisti.
Pro:
- Ottima atmosfera ed effetto nostalgia
- Buona realizzazione in Pixel Art
- Rivisitazione dei power-up
- Musiche
- Livello di sfida ...
Contro:
- Nessuna innovazione
- ... Ma a volte i comandi sono imprecisi
- I personaggi sono poco differenziati
Voto 7,5
Fonte immagini: Screenshot personali