Watch Dogs è l'ip di Ubisoft che ha fatto parlare tanto di sè prima ancora di arrivare sul mercato, battendo il record di preorder; analizziamola a mente fredda
Buona l’atmosfera iniziale in salsa thriller, ma poi il plot perde la via maestra
Storia: Aiden Pearce è un cyber vigilante capace di intrufolarsi ovunque nella rete con l’uso del suo smartphone. E’ un hacker mosso dalla vendetta, alimentata dalla morte della sua giovanissima nipote, in seguito a un colpo andato male. Non vi dico altro su questo punto per non rovinarvi la sorpresa, ma vi anticipo che le ottime premesse purtroppo non porteranno a una trama memorabile. Il contesto simil-complottista si sposa bene con l’aura spionistica del sistema operativo urbano denominato ctOS. Con quest’ultimo è possibile tenere traccia dei movimenti di ogni cittadino di Chicago, grazia alla fitta rete di telecamere di sorveglianza poste in ogni angolo della metropolitana dello stato dell’Illinois.
Mai prima d’ora le possibilità d’intervento erano state così ampie in un Open World
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Watch Dogs di Ubisoft - Recensione |
Gameplay: si poggia su un mix di meccaniche stealth (con un occhio di riguardo al hacking), Tps (con tanto di cover system) e un moderato parkour. Il nostro personaggio è agile ma, non quanto gli antenati di Desmond Miles; scavalca ostacoli di diversa altezza, ma quanto s’innalzano ad altezza d’uomo diventano insormontabili e dovremo scovare un altro percorso.
Come in un GTA avremo accesso a qualunque mezzo di trasporto (auto, moto, camion, ecc…), abbastanza diversificati nel feedback, ma il sistema di guida è decisamente sottotono.
Aiden può imbracciare bocche da fuoco, ma spesso è decisamente più sensato avanzare di sottecchi, monitorando la zona con le telecamere e sfruttando ogni elemento tecnologico — ivi presente — da manomettere con lo smartphone. Ogni gingillo della mappa — capace di connettersi sulla rete — è un’arma potenziale per la nostra causa. Le possibilità sono dunque molteplici, come vedremo meglio anche nel paragrafo successivo.
Ubisoft ha deciso d’inserire anche un sistema di moralità: un indicatore tiene infatti traccia delle nostre azioni in base al danno collaterale partorito, ma a conti fatti la sua efficacia nell'economia di gioco si mostra ben poca cosa.
Particolari sono soprattutto i 4 minigiochi opzionali, a cui accediamo tramite assunzioni di droghe digitali. Queste ci trasportano in un Mondo virtuale dove possiamo compiere azioni incredibili, come rimbalzare sui petali di fiori giganti, o assumere le vesti di un ragno robotico per seminare morte e distruzione.
La longevità per la sola main-quest si aggira intorno alle venti ore, da raddoppiare con le missioni secondarie.
Il potere è tutto nello smartphone: telecomando multifunzione e hub di gioco
Con il nostro cellulare “intelligente” possiamo: far esplodere circuiti elettrici per distogliere l’attenzione, prendere possesso delle telecamere, bloccare le comunicazioni delle guardie (sì da evitare la richiesta di rinforzi), registrare le conversazioni private, togliere l’illuminazione nella zona circostante per avanzare indisturbati, ecc…
Di particolare efficacia sono le manovre di hacking durante la fuga, possiamo: sollevare ponti, far esplodere tombini o alzare piloni e abbassare delle barriere per mettere KO i nemici alle nostre calcagna, gestire i semafori per aprirci vie di fuga come in The Italian Job, ecc.…
Oltre che un elemento tattico di grande efficacia, lo smartphone permette di accedere alle varie missioni secondarie, dopo averle sbloccate sulla mappa. Tra queste è possibile intercettare carichi criminali, accedere a minigiochi in realtà aumentata ubicati in specifiche stazioni ctOs (con meccaniche che ci aspetteremmo più da audaci titoli indie).
I gadget e le abilità andranno sbloccate via via durante la campagna di gioco, avanzando di livello e portando a termine le varie missioni, per avere accesso agli skill points da spendere nello skill tree. Questo è suddiviso in quattro rami: combat, driving, hacking, crafting. Quest’ultimo permette ad esempio di costruire granate di vario genere, attraverso i materiali reperiti negli stage o acquistati nei negozi.
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Watch Dogs di Ubisoft - LucullusGames |
Comparto grafico: non è il colpo d’occhio che ci si sarebbe aspettati dopo i trailer all’E3 del 2012, ma più che un’operazione di downgrade direi che non bisognerebbe farsi false illusioni con le tech demo delle manifestazioni videoludiche. Watch Dogs non è il primo gioco ad avere un impatto diverso dai trailer pre-uscita, e non sarà l’ultimo; neppure The Witcher 3 è uguale alla presentazione fatta all’E3. Chiaramente però è giusto sottolineare che ha del clamoroso la differenza grafica del titolo di Ubisoft: in tal caso capisco la delusione di chi si è sentito un pò preso in giro da un marketing scorretto.
Tornando al gioco, la Chicago a tinte dark si sposa bene con l’atmosfera del gioco, ma non stupisce per resa poligonale. Le ore diurne sono abbastanza anonime, quelle notturne invece donano finalmente una personalità propria alla città (che quindi comincia a brillare).
"Siamo i prestigiatori di oggi. Facciamo sparire nel nulla i conti bancari" (Damien Brenks)
Comparto tecnico: l’illuminazione dinamica è sottotono, ma i riflessi sulle pozzanghere nelle ore notturne sono ben realizzate; il frame-rate è abbastanza stabile, ma il gioco è un pò troppo esoso di richieste hardware, rispetto a ciò che offre a schermo. Ci sono piccole sbavature come delle compenetrazioni poligonali, dei glitch grafici, e dell’effetto pop-up sull'orizzonte.
Comparto audio: il doppiaggio in italiano (in generale) è buono, l’effettistica ambientale è più che sufficiente, e la tracklist veleggia le coste del rock, hip pop, e matrice elettronica.
Titolo: Watch Dogs
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore e Editore: Ubisoft
Data di rilascio su pc: 27 maggio 2014
Commento finale: l’atmosfera spionistica è efficace, soprattutto all'inizio; a metà percorso sembra palesarsi finalmente il climax tanto atteso, ma l’immediato proseguo fa cadere tutte le speranze di una svolta narrativa che non arriverà mai. Le meccaniche di Watch Dogs invece mi sono piaciute molto, aggiungono diverse novità al genere Open World, rinfrescandone la formula.
Il titolo è stato accostato più volte a GTA ma in realtà è più vicino all’approccio di Mafia 3 e Sleeping Dogs, ovvero un titolo che ha sì sfide opzionali ma che giocano un ruolo di contorno (perchè alla lunga possono stancare in quanto a ripetitività d’azioni): il cuore del videogioco è (o meglio doveva essere) invece la storia che non è mai stata il fulcro dei videogame prettamente sandbox alla GTA. Ma su questo fronte Ubisoft non ha centrato l’obiettivo.
Pro:
- Meccaniche stealth arricchite da abilità hacking
- Protagonista intrigante...
- Contesto suggestivo...
- Alcune missioni secondarie ben congeniate
Contro:
- ... Ma trama banale
- ... Ma scarso uso dei comprimari
- Modello di guida sottotono
- Feedback delle armi
Voto 7,7
Extra:
Fonte immagini: Google