Shadow Tactics: Blades of the Shogun - Recensione

Shadow Tactics Blades of the Shogun è uno strategico in tempo reale con visuale isometrica, e senza pausa tattica; andiamo alla scoperta dell'ultima fatica dei Mimimi Productions




"Hai la pazienza di aspettare fino a quando il fango si deposita e l’acqua è chiara?" (Lao Tse)


Di RTT (Real Time Tactics) ce ne sono pochi in giro; la mente dei nostalgici andrà subito a titoli come Commandos, DesperadosSyndicate (del 1993), o anche al più moderno Satellite Reign
Si tratta di un genere di nicchia che richiede una profonda strategia e gestione del party, una sfida acuita dall’incedere in tempo reale. E’ fondamentale saper leggere le variabili in gioco (nemici e ambiente). L’errore si paga a caro prezzo, e i game over sono frequenti (ad esempio a causa della morte di un personaggio). Le meccaniche stealth sono preponderanti: allertare il nemico vuol dire complicarsi enormemente la vita per via dell’arrivo dei rinforzi. 
Mettere KO le guardie non basta, bisogna farne sparire i corpi; le tracce lasciate allo scoperto, spronano i colleghi a mutare le routine comportamentali. Se non vi siete spaventati della complessità di fondo, proseguite nella lettura.

Storia: è ambientata in Giappone nel periodo Edo, più precisamente le vicende ci vedono impegnati nel 1615. Il nuovo Shogun salito al potere richiede i servigi di un commando, affinché sedi i complotti orditi da un misterioso nemico che agisce in un clima di profonda instabilità politica.


Shadow Tactics: Blades of the Shogun - Recensione


Gameplay: fondamentalmente le meccaniche base non sono diverse da quelle apprese con gli storici esponenti succitati. Ma non mancano alcune introduzioni (come lo shadow mode), e alcune rifiniture (maggiore interazione ambientale e verticalità degli scenari).
L’interazione prevede sia i classici esplosivi (barili) che le impalcature da far crollare, ma poi subentrano anche le peculiari qualità fisiche dei 5 attori in gioco che consentono di eludere gli ostacoli naturali.
Ogni nemico ha un cono visivo visualizzabile a comando. Di norma è di un verde vivido, ma si sbiadisce se incontra ostacoli di mezza altezza (carri) alchè l’unico modo per passare inosservati è procedere carponi. Il cono, poi, muta progressivamente colore se ci finiamo nel mezzo, ma le conseguenze non si manifestano immediatamente: ci vengono concessi un paio di secondi per rimediare. Quando diventa giallo vuol dire che il nemico è in allerta, ma se muta in rosso allora viene dato l’allarme (giungono i rinforzi).


Un party variegato: ognuno dei 5 protagonisti è dotato di peculiari abilità (alcune caratterizzate da diversi tempi di recupero)


Hayato è un ninja furtivo che depista il nemico con sassi ed è armato di uno shuriken (che dovrà recuperare dopo l’uso); inoltre è molto agile (si muove con disinvoltura su tetti e rampicanti). 
Mugen è un tank formidabile, un samurai letale capace di eliminare interi capanelli avversari con la sua ritmica katana (l’attacco è ad area, ed è limitato da un tempo di cooldown corposo), e può distrarre i presenti posizionando in bella vista la sua succulenta bottiglia di sake (i curiosi si avvicinano all'alcolico, abbassando le difese sì da essere infilzati); la sua inusuale mole gli permette di trasportare più cadaveri (sì da nasconderli in ceste, cespugli ecc..), tuttavia paga dazio con movimenti lenti. 
Takuma è un arzillo vecchietto che inaspettatamente conserva un’eccezionale vista: è difatti il nostro cecchino. Yuki non è molto forte fisicamente, ma compensa le sue mancanze con la manualità: installa trappole e conduce il nemico sulle stesse attirandolo con il suadente fischio. Aiko è una geisha, e come tale sfrutta la seduzione per irretire le ignari vittime; è altresì una maestra dei travestimenti.
Ogni arma può provocare un determinato livello di rumore, andrà dunque valutata la presenza di eventuali nemici nei paraggi prima di agire.


Modalità Shadow, mappa, longevità


La novità del giovane team tedesco si concretizza nello Shadow Mode. Si tratta di sincronizzare le mosse dei singoli personaggi del party, sì da partorire all'unisono le eliminazioni di più nemici nello stesso istante: ottima per mettere KO le guardie che normalmente incrociano i loro coni visivi, rendendoci impossibile procedere oltre. Ma una volta andato in scena l’articolato piano non è più
possibile interromperlo: se anche solo una mossa è stata mal calcolata occorre sorbirsi tutta la scena, e poi ricaricare un precedente save (sono presenti i salvataggi veloci).
La mappa è in 3D: va ruotata e zoommata spesso per studiare bene le location, si da individuare percorsi alternativi, e elementi dello scenario altrimenti celati.
La Longevità è buona, ma non posso darvi un valore preciso giacchè molto dipende dalla vostra esperienza col genere e dal numero di errori che vi porteranno a ripartire dai quicksave. Potreste ad esempio impiegare 20 ore, o magari 30. Le missioni sono inoltre rigiocabili per provare nuovi modi di affrontare lo stesso ostacolo, o per sbloccare nuovi badge collegati alle sfide opzionali (un dato tempo limite, evitare l’eliminazione di determinate guardie, ecc…).


Shadow Tactics: Blades of the Shogun - Recensione LucullusGames


IA: è abbastanza stimolante. I livelli di difficoltà sono 3 (Facile, Normale e Hardcore), ed è possibile modificarli anche a gioco in corso. I nemici non sono tutti uguali: alcuni non si fanno depistare, altri controllano le zone che si prestano a mò di nascondigli (es. cespugli), ecc…
Le routine comportamentali non sono statiche, ma cambiano nel proseguo dell’avventura.
Il trial and error è chiaramente una meccanica che si sposa naturalmente col concept in oggetto, ma non è mai frustrante se si ragiona.

Comparto grafico: c’è un leggero uso del cel shading che dona una sfumatura cartoon al titolo ma senza virare pienamente sul fumettoso, preferendo in qualche modo fare più l’occhiolino al realismo. L’interfaccia è pulita e comoda. Le location mutano atmosfera grazie alla versatilità dei colori. Le cut-scene sono curate, e gli ambienti sono ricchi di dettagli sulla cultura del Sol Levante.

Comparto tecnico: il motore usato è Unity quindi non ci si può aspettare grosse feature, ma l’impatto generale è più che discreto. L’unico appunto importante è da riporsi nella gestione della telecamera, che unita forse a un eccessivo numero di elementi a schermo, può portare (a volte) a commettere degli errori evitabili. Va invece lodata la pulizia del codice, con l’assenza di bug sin dal day1. Il caricamento iniziale è un pò troppo lungo, ma la situazione migliora col proseguo dei livelli. Le animazioni dei personaggi (principali e non) potevano essere più fluide.

Comparto audio: i temi musicali sono azzeccati al contesto, e piacevoli. Tuttavia le frasi in-game ripetute a iosa — da alcuni nemici — a lungo andare stordiscono il giocatore. Di pregevole fattura è il doppiaggio in lingua giapponese; il sottotitolato è in varie lingue ma non in italiano, è comunque prevista tra qualche mese una conversione anche per il Bel Paese.

Titolo: Shadow Tactics: Blades of the Shogun
Genere: RTT
Sviluppatore: Mimimi Productions
Editore: Daedalic Entertainment
Data di rilascio su pc: 6 dicembre 2016

Commento finale: le meccaniche sono solide, peccato che la trama sia tutto sommato banale. I personaggi son ben caratterizzati e non lesinano battute vivaci, questo perchè il team è chiaramente molto diverso per background e lignaggio. Shadow Tactics: Blades of the Shogun è un titolo che merita l’attenzione degli appassionati, poco coccolati da un'industria generalmente restia a proporre esponenti degni di nota.


Pro:
  • Meccaniche solide
  • Lo Shadow Mode è un'ottima introduzione
  • Level design
  • Atmosfera e contesto...


Contro: 
  • ... Ma plot dimenticabile
  • Gestione della telecamera



Voto 8




Fonte immagini: Google