Assassin's Creed Unity - Recensione romanzo

Assassin's Creed Unity è il settimo romanzo della saga del gioco di Ubisoft, narrato da Oliver Bowden; ci regala un personaggio impetuoso e ostinato


Assassin's Creed Unity - Recensione romanzo


Narra dell’amore, dell’avventura, di intrighi di potere, di tradimenti, di vendetta… della Vita


E’ il primo romanzo sulla serie di Assassin’s Creed a convincermi al 100%. Questo è il settimo libro sulla saga narrativa elaborata da Oliver Bowden, e l’unico altro testo davvero interessante era stato Assassin's Creed Forsaken. Sebbene quest’ultimo mi aveva stuzzicato (per via del complesso protagonista), c’erano ancora degli elementi che non mi convincevano del tutto, come: alcuni eventi solo elencati (a mò di lista della spesa), senza essere contestualizzati; e la mancata caratterizzazione dei protagonisti secondari.
Assassin’s Creed Unity non solo supera il limite succitato, ma va ben oltre: racconta bene la storia del protagonista e riesce anche (per la prima volta) a costruire in maniera solida l’atmosfera di contorno.
Diversamente dal videogame omonimo — Assassin’s Creed Unity — il protagonista è la bella e impulsiva Elise de la Serre: la sua vita l’apprendiamo attraverso i suoi diari, letti da Arno Dorian. A partire da Assassin’s Creed 3 i romanzi della saga vanno infatti a arricchire il background dei videogiochi: presentandoci il punto di vista di personaggi secondari, o narrando uno spaccato della vita precedente della stessa star del gioco.
Anche lo stile di scrittura si adatta al nuovo momento storico. Ma non voglio anticiparvi altro, scopriamolo insieme attraverso le consuete sezioni della recensione.


“Giro per le stanze nell'odore di chiuso che ho imparato ad associare alla sua malattia e so che prima o poi dovranno aprire le tende e allora l'aria fresca porterà via quell'odore, ma non voglio che lo facciano, perchè vorrà dire che se ne è andata e io questo non lo posso accettare" (Elise de la Serre)


Storia: riprende le vicende cardine della vita Elise, figlia del Gran Maestro templare (di Francia) François de la Serre e l’abile spadaccina (e astuta) Julie de la Serre. Il diario è datato 1778, ma non mancano spunti precedenti come l’aggressione alla madre del 1775 a opera di un misterioso nemico, a cui la Elise darà la caccia una volta diventata adulta. Come anticipato ci sono alcuni personaggi secondari ben descritti come il mentore (e consigliere) Frederick Weatherall, e la stessa madre Julie. Quest’ultima nel 1778 è gravemente malata di tisi, ma la bambina di appena 10 anni ci ricorda quanto importante e amorevole fosse stata sua madre quanto ancora era nel pieno delle sue forze.
Via via la vita scorre, Elise: intreccia un rapporto sempre più forte con l’orfano Arno (accolto in famiglia da François), prosegue la sua sofisticata educazione presso la Maison Royale, e… non vado oltre per non fare spoiler.
Ma il figlio di Charles Dorian ha il sangue degli Assassini e qui si dipanano i primi dubbi dei de la Serre: “occorre intervenire per convertire Arno alla causa templare, o lasciare che il suo destino si compia presso i nemici giurati della setta?”
Il contesto storico vede una Francia devastata dall'elevata forbice economica tra ricchi e poveri: i primi protetti dal lusso di Versailles, i secondi privati pure del cibo quotidiano. Il Re è debole e incapace di focalizzare il quadro generale. I Templari — da sempre manipolatori dell’ordine costituito — sono divisi al loro interno tra chi è più incline a un cambio di regia politica e chi è convinto che il sovrano possa essere ancora portato sulla retta via.

Focus: la terza via, la sofferenza per la perdita di un genitore e un amore ostacolato da forze maggiori.
Sull'ultimo punto — la storia d'amore — non mi dilungo: è un cliché tipico della narrativa, inoltre incorrerei in spoiler. Elise è un tipetto tutto pepe sin dalla tenera età, ma è chiaro che la morte della madre e la mancata esternazione dei suoi sentimenti con un padre affettuoso — ma troppo preso dal suo importantissimo ruolo — forgiano una futura donna che pecca in mancanza di pazienza e lucidità nei momenti clou.
E’ molto interessante lo spunto della terza via: è un barlume di luce che tenta a più riprese di germogliare dando spintoni a destra e manca. Una speranza di pace nella secolare lotta tra Templari e Assassini (o quanto meno di una più pratica cooperazione su obiettivi comuni).
L’avevamo già assaporata con il lungimirante Haytham Kenway, tuttavia i tempi non erano maturi. In tal senso è comunque bello vedere il sorgere di un ponte tra i romanzi 5 e 7 che va oltre il mero fan-service, grazie alla presenza di una vecchia conoscenza e al suo lascito (che ovviamente non menziono per non rovinarvi la sorpresa).

Assassin's Creed Unity - il romanzo - LucullusGames


Rapporto col videogame: trovo questo romanzo un importante complemento alle vicende del gioco. Ovviamente ritroviamo alcuni episodi chiave che riguardano la presenza sul campo di Elise e Arno, ma la maggior parte dei contenuti è inedita e/o chiarisce diversi punti del videogioco di Ubisoft. In generale i 2 media viaggiano su binari paralleli, e ogni tanto s’incontrano: l’esperienza si arricchisce, un pò come accade con l’epopea di Gears of War i cui romanzi sono opera di Karen Traviss.

“Il popolo non vuole libertà vera e vere responsabilità, perchè queste cose sono un peso troppo grande da sopportare e ne sono capaci solo le menti più forti” (François de la Serre)


Stile di scrittura: come in Assassin's Creed Black flag la rosa dei segni d’interpunzione è più corposa che in passato. L’uso di trattini, parentesi, e corsivo non rappresenta solo una maturazione dell’autore per quanto concerne una rappresentazione grafica più efficace, ma viene sfruttata anche per giocare con le parole: prima non era mai stato fatto da Bowden.
Compaiono anche dei simpatici duetti, e alcuni nemici vengono apostrofati ingigantendone alcuni elementi estetici. Insomma c’è una personalità, un’anima, che trasuda dalle pagine: non presente nei precedenti scritti.

Analisi della versione italiana: sono presenti gli immancabili riferimenti alla lingua francese, qui impreziositi — per ovvie ragioni — dall'ambientazione appropriata. Quindi tra le altre cose apprendiamo il sano gusto per le vérités cachées tanto amate da Julie.
C’è qualche errore sulla mancata concordanza tra articolo e sostantivo (come accaduto per gli altri romanzi della saga). Non rammento grossi errori: la pulizia in fase di revisione è maggiormente curata, pur non essendo perfetta.
Il lessico è più ricco, e la struttura dei periodi presenta una maggiore subordinazione, ma senza sacrificare l’agilità di un ritmo scorrevole: non ci sono proposizioni inserite a forza in altre frasi (a mò di scatole cinesi). Si nota un maggior interesse verso la descrizione ambientale, pur senza cadere nel pomposo: diciamo che l’autore dona maggiore colore alle location (rispetto al passato).

Assassin's Creed Unity - versione cartacea del romanzo


Critica personale: sin dalle prime pagine sono i dettagli storici e ambientali a colpire gli aficionados di questo franchise: Elise ci racconta subito come a Versailles le strade (di notte) sono illuminate con lampade a olio, mentre a Parigi i poveri usano solo candele di seggio; e di come i nobili viaggino su carrozze dorante, mentre i contadini lavorano la terra altrui a piedi nudi e siano costretti a mangiare l’erba per restare vivi.
In Assassin's Creed Forsaken avevo sottolineato l’occasione persa dallo scrittore per farci conoscere l’insegnamento dei precetti templari, stavolta si rimedia a questa mancanza; e non si tratta di un templare qualunque, ma del legittimo erede (per sangue) promesso al ruolo di Gran Maestro.
Avevamo già saggiato il superamento della tradizionale dicotomia buoni/cattivi leggendo le lettere del padre di Connor, ma i templari erano comunque dipinti come persone moralmente discutibili (vedi Edward “Bulldog” Braddock). Ma la famiglia de la Serre è modellata con aggettivi positivi, e questo cambia del tutto il punto di vista dello storico fan.
L’unico appunto lo faccio sulla gestione dei sentimenti. Sul finale c’è una situazione che ci lascerà un pò di magone (soprattutto per chi ancora non ha giocato al videogame): ecco lì mi sono trovato davanti a un personaggio un pò troppo freddo, che non esterna le sue emozioni su ciò che cambierà per sempre la sua vita. In generale il libro preferisce giocare sul sottinteso, e non si concede raramente: non diventa mai davvero esplicito. Penso che Bowden non abbia voluto rischiare fino in fondo, probabilmente perchè non voleva allontanarsi dalla direzione più action della serie. Cadere nel sentimentalismo sarebbe stato sicuramente sbagliato, ma dare qualche emozione in più al pubblico sarebbe stata la ciliegina sulla torta.


Oliver Bowden


E’ lo pseudonimo di Anton Gill, nato in Gran Bretagna nel 1948. Scrittore, saggista, e esperto di storia del Rinascimento italiano. Si è laureato in letteratura inglese presso il Clare College di Cambridge. Inizialmente si è dedicato alla storia contemporanea europea, poi ha preferito impegnarsi soprattutto alla stesura di romanzi storici, anche se brilla più come saggista.
Sin dal 1982 si dedica completamente alla scrittura, dimettendosi dalla BBC, dopo aver lavorato in teatro (presso il Royal Court Theatre), e aver scritto sceneggiature per radio e televisione.
Ha vinto il premio HH Wingate Award per "The Journey Back From Hell", opera incentrata sulle vittime della Shoah.

Versione inglese: cartaceo e ebook
Scrittore: Oliver Bowden
Editore: Penguin
Anno pubblicazione: 20 Novembre 2014
Pagine: 480
Prezzo: 7 euro (cartaceo) / 6-7 euro (ebook)

Versione italiana: cartaceo e ebook
Traduttori: T. Dobner
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 426
Prezzo: 9 euro (cartaceo) / 6-7 euro (ebook)

Commento finale: ho criticato molto l’autore per i precedenti romanzi della serie, ma stavolta devo fargli i complimenti. E’ maturato e spero che mantenga questa linea di condotta. Assassin’s Creed Unity è un ottimo romanzo all’interno del panorama ludico: uno dei migliori testi tratti da videogiochi. E’ una lettura valida anche per chi non ha mai giocato ai videogame, ma chiaramente il lettore generico si perderà dei riferimenti importanti.
Elise è un bel personaggio che vi consiglio di non lasciarvi sfuggire, lontano dai soliti cliché. Inoltre con questo Ubisoft ha anche chiuso le sterili polemiche sulla mancanza di un personaggio femminile nelle sfide online del gioco.

Pro:
  • Scorrevole
  • Retroscena inediti
  • Protagonista diverso dal solito
  • Personaggi secondari ben curati
  • Atmosfera 


Contro: 

  • Si poteva dare più spazio ai sentimenti nei momenti cruciali


Voto 7,5





Fonte immagini: Google