Tyranny trae le sue fondamenta dai classici del genere Rpg vecchia scuola; ma oltre a gestire membri del party e pausa tattica, troviamo delle gradite novità
La guerra tra il bene ed il male è già stata combattuta, per una volta i cattivi hanno vinto
Gli ex membri della Black Isle Studios (che ha partorito titoli come Planescape Torment e Icewind Dale) hanno deciso stavolta di riequilibrare le carte. Nei videogame le statistiche sono irrealisticamente a favore dei buoni: “non so a voi, ma a me sarebbe piaciuto interpretare più spesso la parte del cattivo”. Obsidian aveva già provato a sobillarci con i poteri del lato oscuro in Star Wars Knights of the Old Republic II, ma stavolta l’approccio è decisamente più incanalato verso questa strada: i dilemmi etici non si dipanano tra luce e tenebre, ma tra male assoluto e male minore.
Le forze del Signore Oscuro hanno vinto: noi non siamo gli eroi, e non dovremo guidare la resistenza, ma fare in modo che cada anche quest’ultima sacca di dissidenti, in un Mondo fantasy privo delle solite classiche razze.
Resta solo da stabile che tipo di cattivo vogliamo interpretare: “magari, quello sadico?”
Pronti a varcare dungeon e interagire con l’ambiente a mò di librogame?
Storia: vestiamo i panni di un Fatebinder (funzionario imperiale), un sottoposto di Kyros (l’Overlord) in grado di avvinghiare Terratus (Mondo di gioco), facendola sprofondare nelle tenebre grazie agli Arconti, (mistici vassalli) e agli Editti (malefici di inaudita ferocia). Quest’ultima è una risorsa da sfruttare solo in assenza di altre possibilità perchè non mette semplicemente a ferro fuoco un’intera regione: fa completamente terra bruciata, senza distinguo (cadono entrambe le forze in gioco, aggressori e prede).
Dopo 3 anni di battaglie in Tiers (ultimo continente libero di Terratus) Kyros si è spazientito. La regione non è stata ancora assoggettata al suo impero, a causa del dissidio interno tra le sue 2 principali fazioni conquistatrici, che hanno invece favorito le sovversive Guardie di Vendrien.
I Disfavored guidati da Graven Ashe sono guerrieri a loro modo “onorevoli”, ma gli Scarlet Chorus sono viceversa feroci e danno sfogo a violenze gratuite. Come Fatebinder siamo chiamati a fare da “paciere”: a tentare di far ragionare i 2 Arconti (in lite) entro un tempo limite di una settimana, dopo di che scenderà — su tutti — il velo inappellabile dell’Editto dell’Esecuzione.
A differenza di Pillars of Eternity il Mondo non è ricco di razze: la popolazione è stata già decimata e ridotta ai soli umani e varianti bestiali. Ma questo ha anche permesso di caratterizzare — in maniera più personale — le situazioni, e introdurre finalmente qualche elemento di novità nella formula classica.
Non sottovalutate il fascino della vostra posizione, alle dipendenze dirette di Tunon (Arconte della giustizia): dovrete discriminare tra difficili scelte. Spesso gli esiti porteranno a conseguenze tragiche, che andranno a favorire una delle 2 fazioni.
Tyranny: il classico format si apre a gradite novità
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Tyranny di Obsidian - Recensione |
Gameplay: il combattimento è in tempo reale, con pausa tattica. Essendo un titolo basato sulla microgestione dei membri di un party, anche qui incontreremo dei compagni arruolabili (fino a un massimo di 4) durante la campagna, dotati di abilità uniche per sfruttare approcci diversi a situazioni simili (come in ogni Gdr che si rispetti).
Il focus principale resta — come per la precedente opera dell’azienda californiana — la narrativa, che risente in maniera significativa del nostro intervento. Faremo pendere l’ago della bilancia tra le 2 barre (favore e rabbia) atte a gestire le 2 fazioni degli Arconti (che inevitabilmente produrranno conseguenze anche sulla popolazione del posto). Storia, dialoghi e particolari poteri muteranno quindi l’esperienza che spingerà — non pochi giocatori — a run successive, sì da scoprire cosa sarebbe cambiato se…
Fase propedeutica: creazione del personaggio e recap dei 3 anni di guerra su Tiers
La creazione del personaggio mette da parte il classico sistema di classi e razze. La gestione dell’esperienza è più simile a quella vista in Skyrim: migliorano infatti quelle caratteristiche specifiche (del personaggio) che usiamo di più. Mentre salendo di livello possiamo migliorare statistiche e attributi principali.
Qui ci viene richiesto di scegliere il nostro background (cacciatore, diplomatico, soldato, …) sì da evidenziare il percorso “lavorativo” che ci ha permesso di diventare il lacchè di Tunon. Quindi si passa alla scelta delle 2 competenze — una principale e una secondaria — nelle armi (a due mani, scudo e spada, giavellotto, ecc…), e alle conseguenti abilità (per ogni arma ci sarà almeno una specializzazione possibile).
Dopo di che dovremo distribuire i punti nelle solite 6 statistiche base (Forza, Velocità, Vitalità, Risolutezza, ecc…), e scegliere le skill d’attacco (relative a: magie, armi da lancio, ecc…) e di supporto (Atletismo, Lore, Furtività, ecc…). Queste ultime determineranno l’interazione con l’ambiente, a mò di librogame.
L’ultima operazione riguarda il nostro allineamento (neutrale, pro-Disfavored, pro-Scarlet Chorus). 2 sono le possibilità: ci affidiamo a un "quick start" (optando per uno dei 3 preset) oppure decidiamo di ripercorrere brevemente le tappe più importanti dei 3 anni della campagna di Tires. In quest’ultimo caso interagiamo con una mappa strategica, scegliendo — step by step — quale piega dare agli eventi (appoggiando l’uno o l’altro Arconte).
Le novità rispetto a Pillars of Eternity
Le Combo sono sicuramente un’intrigante new entry, si tratta di mosse di coppia. Saranno possibili solo dopo che il nostro protagonista avrà sviluppato dei legami stretti con gli altri membri della sua squadra. Sono magie e tecniche particolarmente efficaci (d’attacco o di supporto); i tempi di ricarica sono elevati, ma è l’unico limite al loro uso (non c’è il solito mana).
Le Magie sono personalizzabili, mediante un menù caratterizzato da 3 fasi. Scegliamo l’elemento di base (elettricità, fuoco, ghiaccio), poi il target (ad area, su un determinato punto, ecc…), e infine aggiungiamo degli effetti secondari (bonus e malus).
Le Spire sono delle grandi torri sparse per la mappa. Sostituiscono in qualche modo la fortezza di Caed Nua, ma giocano un ruolo importante nella storia, poichè collegate a un potere misterioso.
Sono personalizzabili attraverso la costruzione di nuove aree (es. libreria), sì da migliorare i personaggi e rendere disponibili oggetti rari.
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Tyranny di Obsidian - LucullusGames |
IA: la difficoltà di Tyranny è alta, anche se non si raggiungono le vette di Divinity Original Sin; ma il “pathfinding” dei compagni (anche stavolta) non è dei migliori. Ritroviamo anche qui i 4 livelli di difficoltà già incontrati in Poe, e le 2 ulteriori modalità opzionali: “Esperto” mette da parte gli aiuti contestuali, “Prova del Vero” offre un unico slot di salvataggio che si cancella automaticamente in caso di morte di tutti i membri del party.
L’intelligenza artificiale nemica è aggirabile — soprattutto alle basse difficoltà — sfruttando le classiche magagne legate alla gestione degli spazi e alla distanza tra contendenti. Un difetto tipico di diversi esponenti di questo genere.
Comparto grafico: la direzione artistica è eccezionale. Ma oltre alla cura dei dettagli è la definizione degli elementi a essere importante: in Poe a volte nelle battaglie caotiche non si riusciva a distinguere bene i contendenti all'interno dello scenario, stavolta questa problematica è accantonata. Inoltre le pennellate ora privilegiano colori saturi e caldi.
Comparto tecnico: il titolo è mosso sempre da Unity, sicchè diversi asset sono stati riciclati (animazioni incluse). Non ho incontrato nessun grosso bug: il codice al Day 1 è più pulito di quello di Pillars of Eternity. Ma i caricamenti diventano lunghi con l’aumentare dei salvataggi, anche se non si raggiungono le tempistiche imponenti di Poe.
Comparto audio: ottima colonna sonora, caratterizzata da un’atmosfera più dark; il doppiaggio in lingua madre è buono. Al momento non è prevista una traduzione in italiano, ma non è da escludersi, in caso di buone vendite: sta di fatto che le righe di testo sono molte, e chi non ha una discreta padronanza dell’inglese dovrebbe pensarci bene prima di procedere all'acquisto.
Titolo: Tyranny
Genere: Rpg isometrico old school
Sviluppatore: Obsidian Entertainment
Editore: Paradox Interactive
Data di rilascio su pc: 10 novembre 2016
Commento finale: le meccaniche si basano sull'ossatura dei grandi classici come Baldur’s Gate e Neverwinter Nights, ma in Tyranny non mancano anche delle piacevoli novità.
Ci sono meno razze, e i nemici sono meno diversificati rispetto a altri esponenti del genere; ma la possibilità d’interpretare il ruolo del cattivo, lo sforzo atto a introdurre nuove feature, una progressione dei livelli più dinamica e l’approccio particolare legato alla gestione delle 2 fazioni rendono il prodotto di Obsidian più personale rispetto al più profondo e vasto Pillars of Eternity.
Pro:
Contro:
- Dialoghi ben scritti
- Tantissime quest ramificate
- Meccaniche solide, arricchite da gradite new entries
- Approcci differenti
- Art Design
Contro:
- Pathfinding
- Qualche magagna nell'IA
Voto 8,4
Fonte immagini: Google