Gears of War Prigioniero - Recensione

Gears of War Prigioniero è il quinto capitolo narrativo della scrittrice Karen Traviss, tuttavia si tratta di un prequel delle vicende del primo videogame

Gears of  War Prigioniero - Recensione




“Sono gente divisa, ed è per questo che alla fine li sconfiggeremo” (Myrrah, regina delle Locuste)


Qui si conclude l’avventura narrativa della saga di Gears of War, partorita da Karen Traviss. Questo quinto capitolo non segue le vicende del predecessore Gears of War Fine della Coalizione, e mette da parte anche il tradizionale format che ci aveva finora accompagnato: ci sarà qualche piccolo flashback, ma non verrà raccontata una storia parallela antecedente i fatti principali. 
Gli anni analizzati sono quelli più bui per l’eroe di Aspho Fields: ripercorriamo i 4 anni passati da Marcus nel carcere di Massima sicurezza di Jacinto. Il testo si concretizza come un prequel di Gears of War 1, ma arriva a sanare anche alcuni dubbi sorti in seguito alla trama di Gears of War 3. Il libro esce nel 2012 (circa un anno dopo la pubblicazione del terzo videogame), e vi consiglio di non leggerlo se non dopo aver terminato la trilogia videoludica, per evitarvi spoiler. Questo articolo terrà conto di questa situazione.
Anche stavolta, subito dopo la copertina, troviamo la cronologia sintetica degli avvenimenti più importanti: dallo scoppio delle Pendulum Wars, alla situazione portata avanti dai romanzi (17 anni dopo l’E-Day). In più, stavolta, il prologo parte con una lettera di un detenuto che riassume il contesto di riferimento; un elegante escamotage narrativo per mettere a proprio agio il lettore.


“Il Lastrone era paragonabile a una fossa settica. Ci scaricavi la merda e te ne andavi. Per un pò puzzava, poi sviluppava dei batteri e andava ad alimentare l’ambiente stesso, in un ciclo perfetto. Nessun secondino sano di mente si sarebbe mai avvicinato troppo a uno dei prigionieri (Kennith Heugel, ex secondino)


Storia: 10 anni dopo l’Emergence Day, i COG perdono l’altopiano di Ephyra a causa della diserzione di Marcus Fenix che porta con sé il mirino necessario a dirigere con precisione il Martello dell’Alba contro l’avanzata delle Locuste. Pochi istanti prima, Adam Fenix — circondato dai vermi nella sua residenza — riesce a contattare via radio il figlio per dargli l’ultimo addio: la medaglia Embry perde così la sua consueta lucidità, e si immola nel disperato tentativo di salvarlo. 
L’eroe della squadra Delta viene così condannato a 40 anni di reclusione, da scontare nel Lastrone (in inglese “Slab”). Ci rimarrà tuttavia solo 4 anni, come già sappiamo.
Ma Adam — creduto morto da Marcus — in realtà è vivo, e protetto nei laboratori dell’isola di Azura celata dal Maelstrom (tempesta artificiale). Qui il fisico — medaglia Octus, per i servigi resi all’umanità — porterà avanti la ricerca di un congegno, atto a debellare la minaccia dei Lambent.


“Benvenuti ad Azura, un porto di sicurezza, stabilità e comodità per le più preziose risorse dell’umanità: voi” (volantino d’orientamento per i nuovi arrivati all’isola segreta)


Focus: come anticipato non ci sono 2 linee temporali differenti da scoprire, ma il testo propone comunque 2 linee spaziali. Da un lato Marcus deve espiare le sue colpe, cha hanno portato alla morte diversi Geas; dall’altro Adam scopre una zona top secret allestita dal Governo nel caso in cui l’umanità avesse rischiato l’estinzione. 
Il sergente — dagli intensi occhi blu, che si fa carico di ogni anima morta a causa delle tecnologie sviluppate dal padre — si chiude a riccio, e taglia fuori dalla sua nuova vita gli amici di un tempo. Dom non si arrende e cerca di tirare fuori il fratello acquisito, arrivando persino a vendere la sua prestigiosa medaglia a un collezionista. Anya è disperata perché il suo ragazzo non la vuole vedere né rispondere alle lettere. Hoffman è deluso da Fenix: la sua decisione di mandarlo davanti alla corte marziale può sembrare dura, ma ricordiamoci che ha sacrificato a suo tempo (un anno dopo l’E-Day) la vita di Margaret per un bene superiore (tentare di fermare l’orda).
Faremo la conoscenza anche di diverse figure chiave, tra cui: Nevil Estrom ricercatore DRA (Defense Research Agency); i secondini Nikolai Jarvi, Parmenter (addestratore dei cani del penitenziario), Bradeley Campbell (padre di uno dei Gears morti durante la guerra in corso); i detenuti Milton Reeve e Daniel Merino; Paul Dury (guardia Onyx e consigliere del presidente); Esther Bakos (capo del reparto di biochimica di Azura); Louise Settile (analista dell’ Intelligence COG)…


“Insisto che lei controlli personalmente Fenix almeno una volta ogni 3 mesi, e voglio che mi tenga informato per telefono ogni settimana. So quanto facilmente muoiano i detenuti del Lastrone. E se non è capace lo farò io stesso” (presidente Richard Prescott)


Gears of  War Prigioniero - LucullusGames


Critica personale: troppe 500 pagine, ritmo troppo basso, Anya che delusione.
Il ritmo è a volte troppo compassato, più di quanto lo era stato in Gears of War i resti di Jacinto: ovviamente risente anche del contesto (la guerra del resto è fuori della prigione), ma almeno si potevano evitare alcuni momenti morti, o quanto meno sintetizzare di più. 
500 pagine per un romanzo come questo sono eccessive, tanto più che i contenuti interessanti non sono molti. Una scelta che avevo criticato anche nel predecessore.
Anya è la classica ragazza che ammiri da lontano, mentre cerchi il coraggio di avvicinarla e attaccare bottone… Per poi scoprire, parlandoci, di quanto purtroppo sia insipida (Tanto per evitare fraintendimenti, il discorso vale analogamente rovesciando i ruoli). Ho aspettato il quinto libro affinché la figlia di Helena Stroud spiccicasse più di un paio di frasi... per leggere infine dei discorsi di una ragazzina di 15 anni in un corpo di una donna poco più che trentenne. Sono rimasto molto deluso.
Victor Hoffman e Richard Prescott (che ha imparato a nascondere i suoi veri sentimenti grazie al padre) sono ottimi personaggi, più complessi di quanto possano apparire: ad ogni nuovo testo scopriamo un lato nascosto, o ne approfondiamo i tratti magari solo accennati in altre situazioni. 
Devo purtroppo constatare che stavolta la scrittrice inglese si è rifugiata troppo spesso nei cliché. Di romanzi e film sulla vita in carcere ce ne sono a bizzeffe, e anziché mantenere una linea originale qui si è limitata a trasporre nel contesto di Sera situazioni tutto sommato già viste.
Inoltre i dialoghi in generale sono tropo spesso banali, adatti più a un pubblico molto giovane, diversamente da quanto accadeva nei precedenti libri.


Karen Traviss


Giornalista, scrittrice di opere sci-fi, glottoteta, ex-corrispondente della difesa, sceneggiatrice di film e fumetti.
Non è nuova a romanzi che potremmo definire “militaristi”, tra i suoi lavori passati spiccano, ad esempio, Star Wars Republic Commando: Hard Contact (2004).
Inizia a lavorare come giornalista, e poi entra a far parte della Territorial Army (unità delle forze armate di terra del Regno Unito) e nella Royal Naval Auxiliary Service come corrispondente. Ha studiato alla Clarion Science Fiction & Fantasy writers’ workshop (una sorta di “accademia” per aspiranti scrittori di sci-fi e fantasy).
Ha dato alla luce a diverse opere su licenze famose — oltre a Star Wars ha lavorato sul brand di Halo — ma non si è limitata a dei semplici tie-in, preferendo invece dare ai prodotti una propria visione. Molti suoi romanzi sono apparsi più di una volta nella Top Ten dei libri più venduti del New York Times.



Analisi della versione italiana


Anche stavolta segnalo un eccessivo numero di errori, sviste che si sarebbero potute evitate con una revisione più attenta: una pigrizia che purtroppo ho costatato spesso nelle edizioni multiplayer. Rammento alcune consecutio temporum non rispettate; altri invece sono errori di minor entità, come la mancanza di una lettera in una parola, o la post-posizione di 2.
Mentre la traduzione di Francesca Noto — come in passato — non è assolutamente perfetta, si perde il senso di alcune situazioni e frasi.

Versione inglese: cartaceo e ebook
Titolo originale: Gears of War: The Slab
Scrittrice: Karen Traviss
Editore: Orbit
Anno pubblicazione: 3 maggio 2012
Pagine: 624
Prezzo: 9-11 euro (cartaceo) / 6-7 euro (ebook)

Versione italiana: solo in forma cartacea
Traduttore: Francesca Noto
Editore: Multiplayer Edizioni
Pagine: 552
Prezzo. 12-15 euro

Commento finale: Geras of War Prigioniero si palesa come un’opera appena sufficiente per i fan, del tutto dimenticabile per quelli che non hanno mai giocato a uno dei titoli partoriti da Epic Games. Non mancano alcuni retroscena interessanti (ad esempio scopriamo come Marcus si è procurato la cicatrice sul viso, o come Donald Mathieson perde gli arti inferiori), ma sono centellinati rispetto al passato. Karen Traviss stavolta poteva fare il salto di qualità — in virtù della possibilità di narrare una storia organica, senza la necessità di spezzettare il ritmo con lunghi flashback di eventi precedenti — e l’ha persa. Purtroppo questo è il testo meno riuscito del lotto.

Pro:
  • Aneddoti e retroscena...
  • Scorrevole
  • Scrittura superiore alla media dei Tie-in
  • Scopriamo cosa ha combinato Marcus nel Lastrone
  • Alcuni personaggi sono ben caratterizzati...


Contro: 

  • ... Anche se meno gustosi rispetto al passato
  • Non adatto ad un generico lettore di sci-fi
  • La versione italiana presenta qualche errore 
  • Ritmo a volte troppo basso
  • ... Ma Anya è deludente
  • Dialoghi a volte banali