Mafia III propone una trama e un contesto eccezionali, ma il comparto tecnico richiedeva maggior cura; non mancano scelte stilistiche interessanti e nuovi approcci tattici
Quando un uomo non ha più nulla da perdere, diventa pericoloso
Siamo nei tumultuosi anni ’60, che rappresentano il periodo storico più movimentato e controverso che gli States (e non solo) hanno vissuto in ambito sociale e politico. Il Governo — impegnato su più fronti — spesso perde il controllo della situazione (persino i servizi segreti remano contro la Nazione, vedasi l’assassinio di JFK), e soprattutto non riesce a essere abbastanza vicino ai problemi reali dei suoi cittadini. La società — i cui figli combattono l’ennesima guerra non necessaria in Vietnam — si sfalda. Le paure e le incertezze minano la sicurezza, sicché la criminalità trova un terreno fertile su cui mettere le mani per trarne profitto.Mentre i Beatles immaginano un Mondo in pace, senza religioni, e proprietà privata, dall'altro lato della barricata muoiono i sogni di Martin Luther King e del più infervorato Malcom X.
Non si può apprezzare Mafia 3 senza capire bene il contesto su cui si erge l’opera di Hangar 13 che circoscrive il suo contesto soprattutto intorno al conflitto razziale, che trova uno sfogo violento nelle strade. E soprattutto ruota attorno alla figura di un ragazzo partito con una mano sfortunata, sedotto e abbandonato da un esercito che lo considera solo come una risorsa.
Ma andiamo per ordine, e valutiamo bene tutti gli aspetti.
E’ una guerra civile alimentata dall'ignoranza, contro il popolo di colore che pretende giustamente di far valere i suoi diritti civili
Storia: ambientata nel’ 68 tra le strade della città fittizia di New Bordeaux, che tuttavia prende spunto dall'urbanistica di New Orleans.Lincoln Clay è un ragazzo di colore proveniente da un quartiere molto povero, che ha dato la sua anima all'esercito (come dimostrano alcune medaglie), dal quale però è stato pure scaricato velocemente senza ricevere la possibilità di reinserirsi nella società che ha contribuito a proteggere. Ma è anche un uomo leale verso la sua “famiglia” acquisita.
Abbandonato in tenera età dalla madre, la sua infanzia prende corpo in un orfanotrofio lontano dalle sicurezze e dalle figure genitoriali di cui un ragazzo avrebbe bisogno. Viene in seguito accolto da Sammy, che lo tratta come un figlio. Ma costui è anche a capo della casata criminale della mafia afroamericana, e ora che è tornato esige un suo contributo attivo. Tuttavia, la scalata “nell'azienda” di famiglia vede un brusco arresto quando il ragazzo incappa in un agguato. Lincoln Clay è nuovamente solo, ma — dopo la lunga degenza sotto gli occhi vigili di un agente governativo — decide che è il momento di prendersi con le cattive il suo posto nel Mondo.
Così inizia un'avventura alla ricerca della vendetta. L'obiettivo principale della nostra rabbia è il boss Sal Marcano. Ad affiancarci nella corsa all’oro e al potere, ci saranno personaggi di spicco del panorama malavitoso: oltre alla vecchia conoscenza di Vito Scaletta (uno dei due protagonisti di Mafia 2), avremo a che fare con Burk e Cassandra.
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Mafia III - Recensione |
Gameplay: si poggia principalmente sulle classiche meccaniche del Tps (tra cui spiccano le coperture dinamiche), su una trama solida (come i 2 precedenti titoli), e su una blanda gestione piramidale del traffico illecito (di cui vi parlerò di seguito).
Ma, stavolta, la vecchia componente free-roaming — in precedenza solo abbozzata — viene inglobata in una “moderna” struttura Open World, che prevede lo sblocco progressivo dei distretti di New Bordeaux. Questo avanzamento — tipico di titoli come Middle-earth Shadow of Mordor e Far Cry — chiaramente spezza il ritmo sostenuto della trama principale. E non ci sarebbe nulla di male a implementarlo in maniera opzionale (come diversivo), se le meccaniche di base fossero solide e variegate: purtroppo però non è così. Della virata Open World parlerò specificatamene nel paragrafo denominato “Spunto critico” perché non voglio distogliere l’attenzione dal vero core del gioco.
Il sistema di coperture è un pò deboluccio, visto che bisogna inquadrare con la giusta angolazione il punto in cui muoversi da un riparo all'altro prima di lanciare il comando: nella pratica la manovra è poco fluida e non sempre va a segno. Avrei preferito invece una soluzione più simile a quanto visto in Deus Ex Mankind Divided, dove lo spostamento non è legato a una copertura prestabilita da raggiungere.
Lo shooting è molto arcade, e tutto sommato mi sembra in perfetta sintonia col quadro generale più immediato di questa terza iterazione del brand. Il feedback delle armi è buono, sono tutte differenziate per rinculo, ampiezza del caricatore, cadenza di fuoco, e velocità di ricarica.
I mezzi a nostra disposizione risentono di una guida tipica dei polizieschi anni ’70, con derapate cinematografiche in cui la telecamera si avvicina sul posteriore che tende a slittare copiosamente in stile Hazard (per i più giovani, trattasi di una famosa serie tv) o Driver San Francisco (per rimanere in ambito videoludico). Gli incidenti sono prodromi di danni alle vetture, ma non aspettatevi collisioni in linea con gli impatti: la fisica è arcade. Vi consiglio d’impostare la guida più "realistica" (soprattutto se sentite le vetture troppo pesanti), sì da limitare qualche comportamento irregolare legato all'aderenza.
Le missioni (da ripetere più volte), necessarie per liberare i distretti, acquistano un senso nell'economia piramidale dell’organizzazione criminale. Ai tre “amici” (Vito, Burk, Cassandra) permetteremo di ottenere una percentuale sui profitti delle varie attività illegali (prostituzione, droga, scommesse, ecc…) di cui c’approprieremo solo dopo aver sgominato i precedenti "signori del crimine": ciò garantirà al nostro alter-ego di poter contare, via via, su un costante supporto. Potremo quindi ottenere squadre d’intervento, armi, veicoli, e meno rogne dalla polizia.
Ma i bonus non finiscono qui, rispetto al passato possiamo contare sul tipico fischio abusato nei capitoli di Assassin’s Creed, su una vista ai “raggi X” per individuare il posizionamento dei nemici oltre le pareti (di cui si poteva fare a meno, essendo eccessivamente efficace), su un moveset meno “rumoroso”, sull'occultamento dei cadaveri per non farci individuare, e su cimici da piazzare in determinate cabine (segnate sulla mappa) per avere maggior controllo sulle mosse del nemico. Ciò — insieme alle solite canne da poter silenziare — dona al brand delle blande meccaniche stealth che arricchiscono sicuramente le modalità d’approccio alle missioni.
Ma, c’è una fregatura dietro l’angolo.
IA: decisamente insufficiente. La difficoltà è riposta solo nel numero di bocche da fuoco da contrastare; inoltre agendo in maniera stealth, il titolo è troppo sbilanciato in nostro favore. A cosa servono tutti quei bonus se le decisioni messe in piedi dal nemico sono prive di senno?
Spesso non siamo individuati a pochi passi dall'avversario, idem per i cadaveri in bella mostra che non sempre allertano i colleghi ancora in vita.
Se per i criminali posso comprendere una tattica meno oculata — magari rifacendosi ad un ideale cliché hollywoodiano dell’egocentrico malavitoso che crede di non poter esser mai abbattuto (alla Scarface, per intenderci) — non posso accettare una situazione analoga per la polizia. Avrei preferito (in generale) dei pattern d’attacco differenziati in base al nemico, e un metodo di pattugliamento e caccia al ricercato più sofisticato. Mafia 2, in tal senso, faceva un passo avanti col rinnovato algoritmo inscenato sulle strade di Empire Bay: qui, invece, si fanno 2 passi indietro.
E’ carina la scelta di dotare un supporto logistico d’intervento differente in base al quartiere della città: nelle zone ricche dei bianchi (Frisco Fields) le forze dell’ordine si precipiteranno con maggior interesse, rispetto alle controparti più povere e abitate dai cittadini di colore (Delray Hollow).
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Mafia III - LucullusGames |
Giungi al punto X, uccidi il tizio Y, interroga il losco Z, distruggi l'elemento W
Spunto critico: l’anima del brand è venuta meno, GTA vs MafiaPrecedentemente Mafia aveva adottato un incedere free-roaming: cioè un unico mondo di gioco liberamente esplorabile. Stavolta si è contaminata quella struttura con elementi SandBox, rendendo il procedere più ripetitivo. Il punto è che negli Open World fatti bene (GTA) le cose diverse da fare (non solo le missioni) sono tante, qui invece si tende a far vedere sempre le stesse situazioni.
Mafia 3 affronta temi maturi, e soprattutto è un videogame story-driven: si prestava meno a una progressione di questo tipo, che inevitabilmente spezza il ritmo narrativo. Già Mafia 2 stava virando più sull’arcade, ma questo terzo capitolo perde completamente quella sfida stimolante che c’era soprattutto nel primo. Ricordo che Mafia 1 era sponsorizzato dagli sviluppatori come un “Simulatore della vita da Gangster”: ok esageravano (era marketing), ma offriva davvero una sfida più impegnativa.
Il mercato è cambiato, lo dimostra un Fallout 4 decisamente meno Gdr e più Action di quanto i fan si aspettavano. Penso però che stavolta si sia andato un pò oltre, cedendo parte dell’anima del brand. E, tuttavia, sono convinto che se non ci fossero stati i problemi tecnici — che andrò enumerando nel paragrafo successivo — le critiche sarebbero state minori, e in molti non si sarebbero neppure posti questo pensiero.
Comparto grafico: la varietà delle tonalità utilizzate, a seconda del quartiere e soprattutto del ciclo circadiano, offre buoni scorci ambientali. Tuttavia devo far notare che, almeno attualmente, il sistema d’illuminazione rovina un pochino l’atmosfera a causa di glitch legati a shader e riflessioni mal implementate. Spero venga posta in essere una patch; ovviamente ciò non preclude il proseguimento dell’avventura, poichè si caratterizza solo come elemento estetico.
Ritroviamo poi la classica patina rossa — a circondare lo schermo — quando veniamo ripetutamente colpiti, accompagnata da una graduale perdita di colore dello scenario.
Mi è piaciuta invece l’idea di manifestare sullo schermo indicazioni stradali a mò di realtà aumentata, la trovo una scelta stilistica piacevole e moderna.
Comparto tecnico: rappresenta il tallone d’Achille del gioco. Da un lato evidenzio una buona fisica legata al comportamento delle parti del corpo colpite dai proiettili; mentre dall'altro i volti spesso non sono molto espressivi in-game (buoni invece durante le cut-scene). Ci sono delle copiose compenetrazioni poligonali e dei fenomeni di pop-up, inoltre le texture di alcuni elementi dello scenario sono in bassa definizione mentre altre vengono caricate in ritardo e/o solo in prossimità del protagonista (presentandosi in lontananza come una macchia grigia).
Personalmente non sono incappato in crash che mi abbiano costretto a rifare le missioni.
Comparto audio: presenta un’ottima varietà e qualità di brani musicali. Rispetto a Mafia 2 il doppiaggio in italiano è ottimo. L’atmosfera è arricchita anche dagli spezzoni dei telegiornali e degli spot pubblicitari.
Titolo: Mafia III
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: Hangar 13
Editore: 2K
Data di rilascio su pc: 7 ottobre 2016
Commento finale: Mafia 3 offre un contesto ricercato e denso di particolari che fa rivivere un momento storico molto particolare; purtroppo l'atmosfera risente di alcune imperfezioni tecniche, ma la qualità della narrativa è ottima. Le meccaniche sono quelle classiche di un TPS, ma i bonus e l’IA deficitaria ci facilitano eccessivamente il compito. Se volete vivere le emozioni che solo un plot scritto bene e una location ben inquadrata in un arco temporale studiato nei particolari sanno offrire, potere dargli una chance: ma tenete presente che la difficoltà è tarata verso il basso, e che attualmente ci sono dei problemi tecnici che dovrebbero essere quantomeno limitati con le prossime patch. Ad ogni modo il titolo è giocabile e il frame-rate è abbastanza fluido (non c’è poi più il cap a 30 fotogrammi).
Pro:
Contro:
- Doppiaggio
- Ricostruzione storica
- Qualche bel panorama...
- Narrativa emozionante
Contro:
- Diversi bug
- ... Ma la moderazione poligonale non è eccezionale
- IA sottotono
Voto 7,5
Fonte immagini: Google