Gears of War I Resti di Jacinto - Recensione

Gears of War I Resti di Jacinto è il secondo romanzo sulla saga videoludica ideata da Epic Games, la scrittrice britannica Karen Traviss ci svela del genocidio accaduto un anno dopo l'E-Day




"E pensare che siamo arrivati fin qui. Siamo sopravvissuti alle Locuste, all'affondamento di Jacinto e ora cadiamo a pezzi perchè i civili pensano si stia meglio con gli Arenati" (anonimo ufficiale della NCOG)


Proseguiamo il percorso narrativo della saga della squadra Delta. La volta scorsa abbiamo visto Gears of War Aspho Fileds (la cui recensione potete trovare QUI), oggi vi presento Gears of War i Resti di Jacinto: il secondo libro di Karen Traviss, per quella che avrebbe dovuto essere (inizialmente) una trilogia. Si sarebbero dovuti alternare i romanzi e i videogame, uno dopo l'altro. E come capita speso ai prodotti centrali di una trilogia (siano essi libri, videogame, o film), la narrativa e la qualità generale ne risentono: si avverte quel sentore di incompiutezza dovuto alla fase preparatoria da portare a termine col capitolo successivo.
In realtà la saga andrà oltre la trilogia (attualmente sono disponibili ben 5 romanzi).
Il ritmo, qui, va calando col proseguo della lettura. Il motivo è da ricercarsi nel ridimensionamento delle azioni militari: le gesta non sono più leggendarie, visto che non c’è più un grande nemico da contrastare. La gestione amministrativa delle risorse, l’esigenza di ricostruire, di scovare un luogo da cui far ripartire la civiltà rappresentano ora la vera sfida, e la squadra Delta in questo non è stata adeguatamente addestrata.

Collegamento con Gears of War 2: ricordiamo brevemente l’epilogo del gioco
Il romanzo si ricollega subito dopo che Jacinto viene fatta sprofondare nella tana delle Locuste. L’ultimo baluardo COG nascondeva — nelle sue fondamenta — il quartier generale della loro regina (Myrrah), che tra parentesi, aveva fattezze decisamente umane. Per riuscire nell’impresa di far crollare la città, la squadra Delta decide di far esplodere un Lambent: creatura luminescente più pericolosa delle normali locuste. Questi nuovi nemici sono caratterizzati dalla capacità di esplodere, e quando un Brumak finisce nell’Imulsion (trasformandosi in un lambent), Marcus & Co ne approfittano per mettere in pratica l'idea dello scomparso Adam Fenix.
Inoltre, durante le ore precedenti — aggirandosi nei tunnel ricchi di “vermi” — Dom e Marcus s’imbattono in Maria. Santiago ritrova — dopo circa 10 anni — la sua dolce metà, ma di lei non resta che un guscio vuoto, senz’anima. La donna è stata torturata, e ora si presenta emaciata e catatonica: di lei non è rimasto più nulla. Disperato, Dom pone fine alle sue sofferenze sparandole.


"Lei pensa che siano truppe governative, presidente, ma sul campo di battaglia sono soltanto mie. Sono una mia responsabilità, sono i miei commilitoni e la mia coscienza" (Maggiore Helena Stroud)


Storia: come vi avevo già annunciato nella recensione del precedente Gears of War Aspho Fileds, la scrittrice britannica manda avanti 2 filoni narrativi paralleli. Uno principale "attuale" che non è mai autoconclusivo, ma volto a colmare i buchi e le domande lasciate in sospeso dalle vicende delle opere di Epic Games; e l’altro più circoscritto, facente riferimento invece a circostanze del passato, a cui agganciarsi sempre elegantemente attraverso un personaggio, un ricordo, o una situazione particolare.
Il presente è istanziato 14 anni dopo l’E-day e si allaccia immediatamente dopo l’epilogo del secondo videogame (circa 3 ore dopo).
Il lungo flashback ha, invece, come oggetto l’attuazione del primo grande piano ideato contro le Locuste, partorito circa 13 anni prima quando venne usato il Martello dell’Alba per bombardare la maggior parte del pianeta Sera.
Non dirò molto di più, altrimenti farei spoiler; ma ora posso finalmente accennarvi il perché gli Arenati odiano i COG: costoro non sono altro che il resto della popolazione che non è riuscita a rifugiarsi a Jacinto prima dell’uso dell’arma satellitare, che avrebbe dovuto eliminare tutti i “vermi”. E’ Jacinto quindi — come ci suggerisce il titolo — la protagonista di queste pagine: un cerchio che dunque inizia e finisce con la città-fortezza.
Agli ex cittadini di Jacinto ora non resta altro che affrontare le pericolose wasteland atomiche. L’evacuazione li ha condotti a Port Farrall; ma sebbene diminuite, le incursioni disorganizzate delle Locuste non sono cessate: il clima costante d’incertezza in una zona non protetta da un sottosuolo in granito, sta causando diversi grattacapi. Intanto, Richard Prescott nasconde uno dei suoi tanti segreti da perfetto politico calcolatore…

Gears of War I Resti di Jacinto - Recensione LucullusGames


Focus: s’incentra soprattutto su Dom, e sulla gestione più politica che militare delle vicende
Dominic Santiago deve fare i conti con l’aver posto fine alla vita della moglie, certo non è stato lui a ridurla così, ma dopo la morte delle figlie si era appoggiato alla speranza di ritrovarla per andare avanti. Tutti i sopravvissuti al conflitto con le Locuste — che ha riportato la civiltà ad una condizione di pre-industrializzazione — hanno perso i loro familiari, ma è stato Dom a sparare a sua moglie, quindi la perdita è ancora più sofferta. La sua psiche ne esce provata e durante le notti deve fare i conti con i “fantasmi”.
La gestione più politica che militare della nuova era, animata dalla ricostruzione e dalla relativa calma post-Locuste mette in evidenzia nuove sfide a cui i Gears non sono prepararti. Bisogna cercare nuove fonti di sostentamento e aprire un dialogo con i civili, che ora bramano maggior voce. E’ concesso dunque più spazio a personaggi di alto rango: il presidente Richard Prescott, il colonnello responsabile della Difesa Victor Hoffman, e il capitano della marina Quentin Michaelson.
Incontreremo poi nuovi personaggi e vecchie figure come l'ex arenato Dizzy Wallin, del quale non sapevamo più se fosse morto o meno durante l’incursione nei tunnel in Gears of War 2. Ma come spesso ho constatato nei videogame, se non vediamo a schermo chiaramente la morte di un personaggio, vuol dire che probabilmente è ancora vivo.


Analisi versione italiana: vi rammentavo la scorsa volta dei diversi errori presenti nell’edizione Multiplayer, in questo secondo capitolo ne ho incontrati decisamente meno


Critica personale: ancora poco spazio alla coppia Anya-Marcus, libri adatti solo ai fan, ritmo lento.
Del ritmo vi avevo già accennato e non mi piace ripetermi, qui preferisco sottolineare una prima crepa della buona scrittrice Karen Traviss, molto brava nel gestire sia i momenti caotici (tipici del romanzo di stampo “militarista”) che le piccole pause tra un’azione e l’altra (sfruttandole per approfondire le caratteristiche psicologiche dei personaggi). Purtroppo, però, in questo romanzo ha a che fare con diversi momenti di magra, alcuni necessari allo svolgimento principale della trama che saranno apprezzabili solo nei successivi testi (ci sono diversi agganci futuri), altri che però erano evitabili perchè non importanti o poco interessanti. Personalmente avrei tagliato qualche evento o ridotto lo spazio da dedicarvici e avrei puntato più all'approfondimento della trasformazione interiore di Dom. A mente fredda mi rendo conto che pure la trasformazione di Marcus, in seguito alla morte di Carlos sotto i suoi stessi occhi, necessitava di maggior spazio.
Anya meriterebbe maggiore caratterizzazione, dà l’idea di esser un personaggio che pare sempre essere pronto a ritagliarsi un ruolo più importante, ma poi finisce col mancare il treno della ribalta; inoltre della sua relazione con Marcus non sappiamo mai nulla.
La struttura col doppio filone narrativo parallelo funziona molto bene, e si dimostra decisamente efficace nel catturare l’attenzione del fan in cerca di risposte, ma non può affezionare il generico lettore di sci-fi o d’avventura perché l’epilogo dei romanzi è sempre troppo brusco. Se nel primo aveva un senso logico — dovuto alla sua funzione di “ponte” tra i 2 videogiochi — stavolta non ce l’ha: il seguito di queste vicende non si paleseranno in Gears of War 3, ma proseguiranno in Gears of War Anvil Gate (terzo romanzo).


Karen Traviss


Giornalista, scrittrice di opere sci-fi, glottoteta, sceneggiatrice di film e fumetti.
Non è nuova a romanzi che potremmo definire “militaristi”, tra i suoi lavori passati spiccano, ad esempio, Star Wars Republic Commando: Hard Contact (2004) e Star Wars Republic Commando: Triple Zero (2006).
Inizia a lavorare come giornalista, e poi entra a far parte della Territorial Army (unità delle forze armate di terra del Regno Unito) e nella Royal Naval Auxiliary Service come corrispondente. Ha studiato alla Clarion Science Fiction & Fantasy writers’ workshop (un sorta di “accademia” per aspiranti scrittori di sci-fi e fantasy).
Ha dato alla luce a diverse opere su licenze famose — oltre a Star Wars ha lavorato sul brand di Halo — ma non si è limitata a dei semplici tie-in, preferendo invece dare ai prodotti una propria visione. Molti suoi romanzi sono apparsi più di una volta nella Top Ten dei libri più venduti del New York Times.


Versione inglese: cartaceo e ebook
Titolo originale: Gears of War: Jacinto's Remnant
Scrittrice: Karen Traviss
Editore: Orbit
Anno pubblicazione: 6 agosto 2009
Pagine: 416
Prezzo: 9-11 euro (cartaceo) / 6-7 euro (ebook)

Versione italiana: solo in forma cartacea
Traduttori: A. Cardinali, M. Colombo, A. Meletto
Editore: Multiplayer Edizioni
Pagine: 424 
Prezzo. 12-15 euro

Commento finale: il ritmo e la mancanza di grandi rivelazioni principali sono i nemici di questo secondo libro, scritto bene a livello formale, ma spesso privo di mordente. Non vi nascondo che in un paio di momenti ho provato addirittura della noia. Questo perché dà sempre l’illusione che debba succedere qualcosa di molto importante, ma poi non accade nulla. Lo sviluppo caratteriale dei protagonisti è buono — ma come ho già accennato — in quelle rare occasioni dove l’autrice potrebbe fare il salto qualità, nell'estrinsecazione delle emozioni, manca il “binario”. La qualità della scrittura non la metto in discussione (è decisamente al di sopra della media dei tie-in), ma la gestione dei tempi si: sicuramente paga un momento della storia non entusiasmante, anche se le chicche secondarie — come al solito — non mancano e faranno la felicità dei fan.
Vi aspetto nei prossimi giorni per proseguire l'avventura nel terzo romanzo, che alzerà decisamente il ritmo delle vicende.

Pro:

  • Aneddoti e retroscena gustosi...
  • Scorrevole
  • Buona caratterizzazione dei personaggi...
  • Si comprende davvero la storia (nel gioco è lacunosa)
  • Scritto bene, la versione italiana stavolta è stata curata meglio


Contro: 

  • ... Ma manca la grande vicenda che incoraggi la lettura vorace
  • ... Ma dove potrebbe approfondire ancora di più preferisce glissare
  • Poco spazio al rapporto Marcus-Anya
  • Mancano ancora maggiori tratti distintivi per Sera