Woolfe - The Red Hood Diaries ci regala qualche scorcio ambientale e una premessa interessante, ma sono le uniche cose salvabili
Una deliziosa idea che, però, naufragherà nella mediocrità
L'idea avvincente, e potenzialmente vincente del piccolo team belga (cinque persone) è mescolare fiabe diverse per creare un'atmosfera dalla forza evocativa tale da provare a sorreggere l'intero prodotto. Purtroppo il succo è tutto qui. Lo svolgersi della trama è disastroso, non si rispettano le regole base di una trama fiabesca e alcuni personaggi sono assolutamente fuori contesto (ad esempio il pifferaio magico). Manca del tutto il climax, non ci sono eventi che giustificano il nostro incedere, e gli unici momenti interessanti risultano i soliloqui - a volte banali, a volte ispirati - di una mente un pò contorta.
Inoltre il grande cattivone despota è praticamente inesistente, appare solo nell'atto conclusivo e non sbiascica neanche una parola. Se volete capirci qualcosa di più sul contesto, cercate i collezionabili a forma di "W".
Storia: Siamo ad Ulrica, un paesaggio di chiara matrice vittoriana, un pò steampunk e un pò dark, in cui i candidi e sereni tetti stridono argutamente con l'eccessiva industrializzazione. La componente umana nei vari settori sembra essere stata totalmente sostituita da quella robotica; siamo in una dittatura tecnologica imposta dal despota B.B.Woolfe, sulla cui figura ombreggia un apparente incidente del suo ingegnere capo. Noi Impersoniamo la figlia di quest'ultimo e siamo alla ricerca della verità sull'incidente avvenuto 4 anni prima. I nostri tratti sono quelli di un cappuccetto rosso vicino alla visione più tetra e a tratti macabra della vita proposta dai fratelli Grimm, con qualche assonanza a quell'Alice protagonista di Madness Returns.
![]() |
Woolfe - The Red Hood Diaries - Recensione |
Il gameplay, la trama, il level design e il comparto tecnico sono insufficienti
Gameplay: è il punto più debole del gioco. Il combat system è povero di elementi, ci mette a disposizione un'ascia con un attacco leggero e uno pesante, privi entrambi di possibili combo. Poi abbiamo la possibilità di rallentare il tempo e usare 4 attacchi magici. Purtroppo si può facilmente terminare il gioco usando esclusivamente l'attacco leggero: basta posizionarsi alle spalle dei nemici e attaccarli giacché sono lenti. Dunque, quando si girano dopo aver subito un paio di colpi, saltate per posizionarvi di nuovo alle loro spalle, quindi continuare ad attaccate: ecco, tutta la difficoltà del gioco è questa. L'unica volta che magari potrete usare anche un attacco magico (cioè quello ad area, dall'alto verso il basso) lo farete contro i lupi: perchè attaccando in gruppo, e vi accerchieranno. Notate che tutto ciò che vi sto dicendo è riferito alla massima difficoltà impostata.
La salute si rigenera totalmente in automatico quando siete lontani dal nemico, oppure recuperando delle mele rosse (ovviamente :D). I nemici - privi di una I.A. solida - contano su pochissime varianti, ci sono: soldatini a molla presi dallo "Schiaccianoci e il re dei topi" di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (gli unici ben disegnati), ratti, lupi e fatine/insetti.
Spunto critico: quando le idee non sono sorrette da competenze tecniche
L'elemento ambizioso di donare al gioco una trasversalità di generi era sicuramente vincente, ma con un budget ridotto e poca esperienza si rischia di fare il salto più lungo della gamba. Woolfe è un platform action in 2.5D con puzzle ambientali (eccessivamente banali), fasi stealth (abbozzate), elementi hack-n-slash e 2 sezioni endless runner (che risultano inferiori a giochi mobile, come il famoso Temple Run). Anche il Level Design dei livelli non è all'altezza dell'idea partorita, e l'unico elemento riuscito è forse la (molto blanda) fase esplorativa.
I livelli sono eccessivamente corti e lineari, ma il vero problema è che presentano grossolani errori nel calcolo nelle proporzioni ambientali: alcuni appigli sono mal calcolati, e nelle fasi di fuga alcuni oggetti invisibili limitano la percorrenza; i salti, nelle porzioni tridimensionali di gioco, portano a volte alla morte per via di una telecamera non posizionata al meglio (problema comune anche ad altri platform, come il titolo Castle of illusion). Inoltre certe zone hanno inspiegabili punti invalicabili per il nemico, fungendo da ripari (per voi), garantendovi di randellare (senza essere colpiti) gli avversari.
Non mi piace infierire, sono un giocatore e mi piacerebbe che tutti i giochi (soprattutto quelli animati da grande passione e idee, come in questo caso) fossero all'altezza delle premesse: ma stavolta la ciambella non è uscita col buco, e se non facessi notare queste problematiche sarei scorretto.
![]() |
Woolfe - The Red Hood Diaries - LucullusGames |
Comparto grafico: alcune zone sono ispirate. Il contrasto di colori nivei e cinerei della cittadina; il predominare del verde nella foresta onirica, che però non ha nulla a che fare con il verde della flora, questo è vivido e acceso (sembra indotto da droghe), come se si trattasse delle allucinazioni provocate dallo Spaventapasseri. Anche il boschetto - che fa da anticamera al boss finale - è abbastanza curato nei dettagli, richiama le location di Castlevania. Buono in generale il sistema di illuminazione, e la studiata scelta della paletta cromatica nelle diverse situazioni.
Molto banale invece lo stage delle fogne. Insipidi e grossolani le rifiniture dei personaggi secondari, e dei nemici (salvo come accennato prima per i soldatini).
Comparto tecnico: le texture sono in bassa risoluzione, le animazioni dei personaggi non sono fluide e soprattutto non muovono le labbra mentre parlano. Non mancano alcuni bug, che sembrano tuttavia legati ad una mal ottimizzazione; difatti impostando una minore impostazione grafica si evitano (ad esempio) del tutto i crash. C'è del leggero lag nei comandi, e un pò d'inesattezza nei movimenti.
Comparto audio: più che sufficiente. La musica è orecchiabile, il doppiaggio è sufficiente, di discreta fattura la scelta per il timbro vocale del personaggio principale nei monologhi.
Titolo: Woolfe - The Red Hood Diaries
Genere: Platform
Sviluppatore: GRIN
Editore: Rebellion
Data di rilascio su pc: 17 marzo 2015
Commento finale: il grosso difetto del gioco sta nel gameplay e nel level design, risultano scadenti e minano il divertimento; le sezioni boss fight sono banali e noiose, il combat system, già dalle risicate possibilità, si limita di fatto a premere un solo pulsante. Sul lato tecnico e sulla scarsa longevità (2 ore) ci si può anche passar su, visto che siamo di fronte ad un team indipendente (e bisognerebbe essere più pazienti), ma bisognerebbe pur ricordare che ci sono autentici capolavori indie che hanno fatto un uso migliore di Kickstarter e di budget ridotti. L'unico aspetto che si salva sono alcuni scorci, e una premessa che però non vi porterà a nulla. Peccato.
Pro:
- Idea di fondo
- Alcuni rari scorci ambientali
Contro:
- Trama raffazzonata
- Meccaniche di gioco insipide
- Longevità (2 ore)
- Realizzazione tecnica deficitaria
Voto 5
Fonte immagini: Google