Deus Ex Mankind Divided si svolge in un emozionante contesto cyberpunk, ricco di citazioni; l'atmosfera è tesa, basta una sola scintilla per infiammare gli animi
Il Mondo è diviso dall'odio tra umani naturali e potenziati, e poi c'è Adam Jensen
Il seguito diretto di Deus Ex Human Revolution ci riporta in un futuro cyberpunk dal ricco background socio-culturale: dominato dalle megacorporazioni, e animato dai dissidi delle correnti pro e contro il transumanesimo (appoggiare l’uso di tecnologie da impiantare nell’uomo per migliorarne le capacità cognitive e fisiche).
Come nel capolavoro Deus Ex (pubblicato nel 2000) — dove c'era un diverso protagonista (JC Denton) — il tema fondante è la diversità. Mentre però nel primo capitolo la discriminazione era associata principalmente alla disponibilità economica (ricchi/poveri), qui lo scontro si gioca sull'eccessivo uso degli innesti biomeccanici e biomedici fatto in passato.
La struttura generale del capostipite era ancora più elaborata, grazie a temi secondari più scottanti (complotti vari, alieni, …), oltre che essere ambientata in un Mondo dominato da una pionieristica industria nanotecnologica, qui ancora assente.
Le meccaniche sono costruite sulle stesse fondamenta di Human Revolution (libertà d'approccio, shooter, hacking, stealth, abilità dialogiche, e boss fight), accompagnate da alcune novità (crafting, modalità breach), e purtroppo anche da alcuni soliti problemini (asincronia nel labiale e mancanza di elaborate strategie d’accerchiamento nemiche). Ma andiamo per gradi.
![]() |
Deus Ex: Mankind Divided - Recensione |
Anche stavolta sarà possibile raggiungere il finale, senza compiere uccisioni
Storia: un filmato di circa 12 minuti ci rammenta quanto successo nel predecessore; dopodiché si parte alla volta di Dubai, ma si tratta di un tutorial mascherato da missione per impratichirci col sistema di gioco.
E’ il 2029, due anni dopo gli eventi dell’Aug Incident quando i potenziati — in balia dei propri innesti — massacrarono una cinquantina di milioni di umani naturali.
Ora c’è poco spazio per le discussioni, vige difatti una divisione netta tra umani naturali e potenziati; l’ atmosfera ricorda (con le dovute proporzioni) quella delle sommosse nell'America degli anni ’60, o dell’Apartheid in Sud Africa: quartieri distinti (Golem City), accessi separati ai mezzi di trasporto, e arresti sommari.
Adam Jensen non lavora più le Sarif Industries (fallite, come tutte le principali cliniche di innesti), ma è un agente della Task-Force 29, unità antiterroristica dell’Interpol. Ma il nostro è anche un potenziato, quindi è tollerato solo per le sue qualità (per ora) indispensabili. Una volta tornato a Praga (location principale) viene coinvolto in un attacco terroristico alla stazione metropolitana, che determina diverse vittime: Adam sarà impiegato per comprendere chi e perché ha messo in pratica questa mossa atroce.
Pur offrendo approcci più aggressivi, stimola l'uso di tattiche più furtive
Gameplay: la caratteristica principale del titolo di Eidos Montreal risiede nei diversi approcci offerti al giocatore per portare a termine una missione. E' possibile hackerare sistemi di sicurezza, scovare il modo di aggirare gli ostacoli (stealth), cercare il dialogo per evitare gli scontri, o sfruttare la potenza bellica per fare incetta di nemici.
Molte meccaniche sono state riprese dal predecessore, ma ci sono alcune novità: il rinnovato sistema di coperture, e il crafting (ormai una moda imperante nei titoli degli ultimi anni).
Il sistema di coperture ricorda un po' quello visto in Tom Clancy's Splinter Cell Blacklist (riguardo il passaggio da un riparo all’altro), ma si presenta in una forma decisamente più dinamica: la meccanica prevede d’inquadrare — tramite un vettore — una copertura libera (senza posizioni pre-impostate da evidenziare), e confermare quindi il movimento.
Il crafting permette di potenziare le armi (maggiori danni, più precisione, ...) e creare nuovi equipaggiamenti (munizioni, biocelle, disturbatore, ...), previo recupero dei materiali necessari.
Non potevano mancare i Potenziamenti ottenibili tramite la spesa di kit praxis (date un’occhiata anche alla Companion App Deus Ex Go che tra le altre cose vi permette d'incrementarne il numero) che riprendono vecchie conoscenze e new entries: invisibilità temporanea, ondata stordente, rallentamento del tempo, vista ai raggi X, individuazione del cono visivo dei nemici, soppressione del rumore dei passi, scudo Titan, e l’iconico dispositivo Typhoon in grado di lanciare cariche esplosive a 360 gradi.
Alcuni di questi miglioramenti richiedono molta energia. Quest'ultima viene recuperata tramite il consumo di biocelle o attraverso la ricarica automatica (dopo un tot lasso di tempo). Tuttavia non se ne può abusare, altrimenti il sistema viene sovraccaricato.
![]() |
Deus Ex: Mankind Divided - LucullusGames |
Tra le armi a disposizione — che è possibile modificare con silenziatori, mirini, e munizioni di vario tipo (emp, perforanti, …) — possiamo contare su: fucili d'assalto, fucili a pompa, pistole semiautomatiche, mitragliatori, mine, granate, …
L’hacking costituisce, come in precedenza, un vero e proprio “gioco nel gioco”. Bisogna affrontare principalmente un percorso costituito da nodi informatici, da conquistare per giungere all'agognato registro. E' altresì possibile inserire un virus per celare la nostra presenza, nonché rallentare la ricerca della nostra incursione, sì da confondere il firewall e recuperare diversi bonus preziosi. I livelli di sicurezza richiederanno l'impiego di kit Praxis per potenziare le nostre abilità: impareremo a disabilitare telecamere, raggi infrarossi, droni, e torrette.
Ai dialoghi è stata posta particolare cura. C'è un potenziamento che ricorda il tipico perk del carisma presente nei Gdr, o se volete l’abilità jedi della manipolazione mentale: consente di piegare la volontà dell’interlocutore al fine di ottenere preziose informazioni (password, presenza di accessi alternativi, ecc..), e magari evitare gli scontri frontali nelle boss fight.
Modalità Breach
Le meccaniche apprese nella campagna principale vengono riprese in un contesto più asettico di realtà virtuale, dove si punta più su blandi puzzle ambientali (spesso il target è nascosto). Il nostro obiettivo è violare i server della Palisade Bank per entrare in possesso dei segreti delle megacorporazioni, nonché svelare alcuni retroscena dell’universo di Deus Ex.Il tempo a disposizione è limitato: l’impostazione è più arcade e competitiva, difatti i risultati verranno pubblicati nella leaderboard.
Season Pass: prevede due missioni denominate System Rift e A Criminal Past, 1000 parti per armi, 5000 crediti, 5 Booster Pack, 4 Kit Praxis, e 20 Chipset per la modalità Breach.
Inoltre sono previsti 2 equipaggiamenti: Assault (fucile da battaglia con munizioni perforanti, il potenziamento "Ritardo Innesco", due granate a frammentazione e due EMP), Tactical (fucile da cecchino a munizioni tranquillanti, il potenziamento "Micro Assemblatore", 3 granate fumogene e 2 a gas).
- In System Rift avremo modo di rincontrare Frank Pritchard, ex collega di Adam alle Industrie Sarif e ora hacker su commissione. Frank ci chiederà di scoprire se dietro la costruzione di Rabi'Ha, la città per soli potenziati, c'è lo zampino degli Illuminati. Più che puntare alla narrativa, questo dlc ci permette di sviluppare meglio le skill viste nella modalità Breach. La longevità si assesta sulle circa 4 ore.
- In A Criminal Past vengono tappati i buchi narrativi sorti durante la prima missione di Adam nella Task Force 29. Qui si è optato per un approccio più narrativo, avremo a che fare con la psicologa Delara Auzenne che ci interrogherà sull'accaduto. Nelle fasi di gioco sarà importante prestare attenzione alle scelte dialogiche, solo così si potranno ottenere dei risvolti interessanti sulla carriera di Adam. La longevità si assesta sulle circa 5 ore.
![]() |
Deus Ex: Mankind Divided - Potenziamenti |
IA: viaggia sulla stessa falsa riga di quanto visto nella director's cut di Human Revolution, quindi le forze nemiche mancano di un’efficace tecnica d’accerchiamento di gruppo (movimenti che erano già inclusi in titoli come Half Life e FEAR, ma che nei giochi moderni pare siano ancora tabù). L'aggiramento viene messo in piedi in rare occasioni, spesso gli avversari preferiscono individuare un riparo da cui sparare, sicchè anche quando sono in evidente superiorità numerica avanzano al più in coppia.
Sono previsti 3 livelli di difficoltà iniziali, più un’ulteriore grado di sfida che si sbloccherà solo dopo la prima run, in quest'ultimo caso la morte decreterà la sconfitta definitiva. E’ presente anche la modalità New Game Plus che consente — come di consueto — di reiniziare l’avventura con i potenziamenti già acquisiti in precedenza.
Adam: "Quindi ti senti come il dottor Frankenstein...vuoi distruggere la tua creatura!"
Hugh: "No, mi sento più come Dedalo che vede suo figlio cadere perché si è avvicinato troppo al sole"
Spunto critico: impossibilità d’importare i salvataggi e sistema d’illuminazione che non impatta sulle meccaniche di gioco.
Uno degli aspetti più interessanti delle saghe di Mass Effect e The Witcher è rappresentato dalla possibilità di importare i salvataggi nei titoli successivi. Deus Ex Mankind Divided è un titolo Action-Gdr in cui le scelte prese cambiano l’approccio e determinano — tra le altre cose — il finale (ve ne sono di alternativi); sarebbe stato dunque più emozionante poter ripartire dalle scelte fatte nel predecessore, rendendo più personale tutta l’esperienza.
E’ stata, invece, scelta la via di proseguire da uno dei possibili vecchi esiti, cancellando completamente ciò che noi giocatori avevamo deciso, infilando un breve video per inculcarci le vicende passate secondo le scelte degli sviluppatori. Questo modo di fare è ormai obsoleto, va bene per serie pluriennali come Uncharted o Tomb Raider (rimanendo in casa Square Enix) dove le storie sono comunque gestite come capitoli a sé, ma non in un sequel diretto e soprattutto non in un titolo che ti pone davanti a dei bivi, che successivamente saranno resi nulli.
Il sistema d’illuminazione implementato rende gli ambienti stilisticamente accattivanti, ma la direzione dinamica delle ombre — con giochi di luce a indicare zone sicure in cui acquattarsi da occhi indiscreti — sarebbe stata più azzeccata in un titolo con meccaniche stealth. Difatti negli Splinter Cell ma anche in The Chronicles of Riddick Assault Dark Athena le ombre dinamiche rendevano il gameplay più profondo. Soprattutto se consideriamo che camminare accucciati (tasto C) ci permette di avere un personaggio incredibilmente invisibile e silenzioso, e ciò rappresenta una sorta di cheat. Quest’ultima scelta di game design sarebbe potuta essere limitata a zone eccezionalmente scure, e magari non statiche: in tal caso avremmo potuto apprezzare meglio questa silente invisibilità.
Comparto grafico: le location sono artisticamente ben disegnate, e strutturate con particolari e dettagli armonicamente convincenti (la palette di colori non lesina qualità neppure nelle vivaci pubblicità dinamiche, e nei copiosi neon psichedelici). Praga è in grado di regalare sensazioni diverse a seconda del momento della giornata, e gli ambienti risultano più ariosi. E’ un piacere esplorare l’universo partorito, caratterizzato anche dall’atmosfera leggermente più dark della claustrofobica Golem City, dall’aria decisamente più ostile.
![]() |
Modifica armi - Deus Ex: Mankind Divided - LucullusGames |
Comparto tecnico: il Dawn Engine non fa quel salto di qualità nelle texture che ci si sarebbe aspettati dopo i circa 5 anni passati dal predecessore. Soprattutto, era lecito sperare in ambienti meno statici.
E non mancano quei problemini che erano presenti anche in Human Revolution, come l’asincronia nel labiale e le animazioni un po' legnose. Sono, poi, decisamente inspiegabili i cali di frame-rate in alcuni punti: denotano oggettivamente un pò di pigrizia nella programmazione.
Anche stavolta i modelli dei personaggi principali sono ben realizzati, ma mi sarei aspetto maggiore espressività emozionale. Il level design è migliorato, possiamo contare su maggiore verticalità e percorsi alternativi (condotti di ventilazione e coperture). L’interazione ambientale è aumentata, ma gli oggetti non vantano quasi mai animazioni dedicate.
Da segnalare la presenza del salvataggio rapido (il famoso tasto F5 persosi in molti titoli dell’era console), e la possibilità di modificare il Fov (field of view) utile a chi soffre di chinetosi.
Veniamo alle impostazioni: ci sono alcuni filtri che è bene disabilitare (MSAA), e altri che non è opportuno impostare al massimo (luci volumetriche, ombre e riflessi).
Consiglio di non selezionare il massimo valore per le texture, a meno di non poter contare su una vga con oltre 4gb di Vram.
Alcune opzioni invece le manterrei su valori non elevati per gusti prettamente estetici, giacché le conseguenze non sono realistiche: SSAO soprattutto per l’effetto negli ambienti chiusi, Temporal AA che sfuma troppo le texture.
Ora invece vi segnalo un elemento più critico: il mouse acceleration, un problema che necessiterebbe di una patch correttiva: un’accelerazione della risposta nel mouse che purtroppo è associata al frame-rate (come successe in Skyrim). L’input del mouse e il rendering sono stati fatti gestire dallo stesso thread, e ciò rende scomoda la mira poiché si avverte una sorta di lag in concomitanza di un basso frame-rate (sotto i 30), o specularmente si assiste a un’eccessiva reattività in presenza di un alto frame-rate (superiore ai 60). Potreste limitarne l’impatto — in maniera indiretta — agendo sui dpi del vostro mouse.
Comparto audio: le tracce audio realizzate da Michael McCann (impiegato in passato su Tom Clancy's Splinter Cell: Double Agent, Deus Ex: Human Revolution, e XCOM: Enemy Unknown) sono di ottima qualità. Il doppiaggio in italiano (nei contenuti) è di discreta fattura: ottimo per Adam e i per i protagonisti principali, meno per alcune figure secondarie.
Titolo: Deus Ex: Mankind Divided
Genere: Action-Gdr
Sviluppatore: Eidos Montreal
Editore: Square Enix
Data di rilascio su pc: 23 agosto 2016
Commento finale: la narrativa è solida, scandita da un buon ritmo, e da efficaci colpi di scena, ma anche stavolta non è in grado di osare e di lasciare davvero il segno. Sia chiaro non sto dicendo che non si tratta di un buon plot (sono stati trattati anche temi importanti), ma non è scattata quella scintilla che rende un’opera immortale. Mi piacciono le scelte morali e i bivi narrativi inseriti, nonché l’importanza relegata all'esplorazione (missioni secondarie ben architettate, ebook, mail e zone opzionali ricche di indizi). Il finale è tutto sommato buono, ma essendo in presenza di un capitolo “ponte” non si tratta di una chiusura conclusiva in senso canonico, e ciò non verrà magari digerito da tutti. Alcune risposte troveranno posto solo nel seguito.
In definitiva siamo di fronte ad un ottimo titolo, con un approccio libero alle missioni. Quest'aspetto è pregevole perchè rende il giocatore più consapevole del suo modus operandi, che non è necessariamente quello che avrebbe scelto per lui lo sviluppatore. Inoltre garantisce una buona rigiocabilità, dove magari si possono approfondire schemi tattici differenti in successive run.
I passi in avanti (rispetto a Human Revolution) in termini di meccaniche sono lampanti, ma tecnicamente si doveva fare di più: i cali di frame-rate (persino in full-hd), anche con schede grafiche di fascia alta, sono ingiustificabili. Va comunque detto che non impediscono certo di giocare in maniera adeguatamente.
Edit: recensione aggiornata in data 14/02/2018, sono stati analizzati i dlc narrativi nel paragrafo "season pass"
Pro:
- Longevità (rigiocabilità)
- Libertà d'approccio
- Background
- Skill Tree
Contro:
- Piccole imperfezioni tecniche da risolvere
- Manca il netto salto di qualità rispetto al predecessore
Voto 8,3
Fonte immagini: Google