ABZU di Giant Squid - Recensione

ABZU si nutre di quel senso d'avventura insito in ogni essere umano, una riscoperta delle meraviglie rilassanti di un Oceano che cela i resti di un'intrigante civiltà


Dagli ideatori di Journey (al tempo ThatGameCompany), Abzu si presenta come una sorta di seguito spirituale


Quale periodo migliore, se non quello estivo, per far esordire un'esperienza multimediale ambientata in colorati e misteriosi fondali marini?
Come anticipato nel precedente articolo, relativo alle uscite del mese di Agosto (che trovate QUI), il leitmotiv del momento è l'esplorazione. L'Oceano è dunque il vero protagonista della fatica dell'art director Matt Nava: la sua vivacità, l'IA convincente a muovere le varie specie, la legge naturale del più forte (il pesce grande che si nutre del più piccolo), le animazioni diversificate per razza e stazza degli animali (curiosità, sospetto,...). Il team californiano ci immerge nel grande blu, ci avvolge con una rilassata disinvoltura in un contesto videoludico meno scontato del solito.
Armatevi di cuffie, distendete i muscoli, e godetevi lo spettacolo audiovisivo.

ABZU di Giant Squid - Recensione

Inizialmente pare essere un esercizio rilassante ed estraniante, una sorta di Mindfulness


Storia: senza alcuna introduzione, il gioco parte con il nostro personaggio - un'anonima e agile esploratrice subacquea - in mezzo al mare, nei pressi di quello che si rivelerà un ricco e avventuroso atollo. Siamo quindi invitati ad immergerci per scovare informazioni circa la nostra mission: reliquie, e resti di un'antica civiltà, il cui passaggio è "narrato" attraverso dei geroglifici (vi ricorda qualcosa?). Inizialmente siamo indotti a pensare di essere in una sorta di grande acquario marino, in cui la perlustrazione, quasi disinteressata, sia il fattore trainante dell'offerta, ma l'obiettivo è portare in auge qualcosa di più profondo. C'imbattiamo dunque in giardini, colonnati, e strutture architettoniche che tradiscono un inaspettato passaggio importante.



Una prova da godersi con tutta calma, senza l’ansia di arrivare celermente alla fine


Gameplay: nell'era dei simulatori più disparati (incentrati tra le altre cose su formiche, pietre, panini, ...) potremmo essere indotti a pensare d'essere di fronte all'ennesima trovata di spirito, ma non siamo al cospetto di un'esperienza che punta al realismo o al tecnicismo. Sott'acqua non siamo chiamati a gestire l'ossigeno, nè a fare i conti con la differente pressione, non ci preoccuperemo del fenomeno dell’embolia gassosa, e neppure metteremo a computo la resistenza idrodinamica.
I comandi sono basilari, l'interazione con l'ambiente è demandata per la maggior parte ad un unico pulsante in grado - tra le altre cose - di: attivare interruttori, "dialogare" con alcuni droni (soprattutto nella fase iniziale), o interagire con le altre creature del fondale. Il set di manovre prevede la possibilità di velocizzare l'andamento, partorire piroette, aggrapparsi alle pinne dei pesci (per nuotare all'unisono), e soprattutto interagire con determinati meccanismi in grado di aprire imponenti cancelli, sì da passare alle zone successive.
Per chi è in cerca di un punto di vista diverso, allora sarà lieto di constatare la presenza anche di alcuni punti panoramici, in cui è possibile entrare in modalità meditativa: alleggeriti del peso del nostro corpo potremo passare a un'inquadratura libera, in mezzo alla rigogliosa e variopinta fauna.
Il titolo Giant Squid ci mette dinanzi a banali enigmi ambientali, ma non si tratta di veri e propri puzzle. Non ci saranno combattimenti, né game over, nè inventari da gestire, nè livelli da conseguire o skill e perk da sbloccare. ABZU è un'esperienza sensoriale che sarà apprezzata più da chi ha voglia di staccare dall'ordinario, da chi è in cerca di tranquillità ed è disposto ad ascoltare suoni e colori: richiede un tocco di sensibilità.

ABZU - LucullusGames


Spunto Critico: Copia Carbone? Una prova che punta più su elementi rodati, senza innovare?
Da qualche recensione a questa parte mi piace puntare un elemento specifico del gioco e andare un pò più in profondità, provando a essere un pò più "cattivo" in senso giornalistico; senza però interpretare il ruolo del giocatore arrabbiato.
ABZU è il classico gioco che - ponendosi al di là degli stilemi classici - rischia di spaccare il mercato tra chi ne elogia la diversità di intenti, e chi invece ne contrasta il format, etichettandolo più come un mero esercizio di stile. In questa sede non mi interessa discutere su cosa sia un videogame o meno (tanto una definizione chiara nemmeno esiste), il tarlo che mi puntella è però un altro: bastano davvero un'ottima colonna sonora, e un ambiente che lascia la mente libera di vagare a sostenere un'intera produzione videoludica? 
Prima di rispondere però voglio farvi notare che in effetti ABZU è meno efficace di Journey nel gestire il gusto della scoperta dell'ignoto, ed è più astratto nel veicolare un messaggio narrativo. Certo potreste obiettare che in sè le mie siano obiezioni soggettive... Forse, ma è importante anche il come rendere volutamente astratto il contesto di questa misteriosa civiltà. A volte siamo indotti a cercare delle risposte che l'autore non ha davvero celato, almeno non nel modo in cui siamo indotti a ponderarle. A volte semplicemente chi ha partorito la sua opera ha puntato ad elementi già consolidati, per giocare sul sicuro. Sia chiaro non sto affermando che Matt Nava sia stato pigro, ma che piuttosto non abbia avuto il coraggio di osare più di quanto non avesse già fatto con la succitata opera.
Il mio punto di vista è ormai chiaro, non considero questa prova eccezionale, ma la reputo comunque una buona e importante esperienza, che diversifica un mercato che ha bisogno anche di far perdere il giocatore in un avvincente mare d'avventura.

Comparto grafico: il design ambientale - così come le creature che ne popolano gli spazi - sono animati da un uso intelligente di colori, piuttosto che da una realizzazione profonda ed elaborata. La gestione delle luci, delle ombre, e delle pennellate sono esaltate dall'implementazione del cell-shading; il quale riesce a inscenare un quadro stilizzato, sostenuto più dalle diverse sfumature, e dai cambi di regia.

una nuova amicizia


Comparto tecnico: ABZU è mosso dall'Unreal Engine 4. Il conteggio poligonale non impressiona, e l'effettistica non è certo brillante, eppure non mancherete di effettuare copiosi screenshot.

Comparto audio: Austin Wintory, già apprezzato per gli ottimi lavori in flOw e Journey, riesce a catturare l'anima, e completare l'idea alla base di questo indie diverso dal solito. Il suo contributo è determinante: giocare senza l'audio vuol dire affrontare l'esperienza a metà. La musica è parte integrante e imprescindibile perché s'adatta alle diverse fasi e ritmi, e perché s'amalgama alla perfezione con i differenti scenari.

Titolo: ABZU
Genere: Esplorativo
Sviluppatore: Giant Squid
Editore: 505 Games
Data di rilascio su pc: 2 agosto 2016

Commento finale: il titolo è pubblicato dall'italiana 505 Games, divisione del gruppo Digital Bros. ABZU non è un titolo per tutti, il vostro stato d'animo deve essere pronto ad accogliere un'esperienza più rilassata, più mediata: altrimenti rischierete di annoiarvi. Non siamo dinanzi ad un capolavoro, nè al superamento di quanto visto in Journey (non presente per altro su Pc), ma resta un buon titolo che una volta tanto non punta alla velocità e al dinamismo di uccisioni in serie.

Pro:

  • Stile grafico
  • Colonna sonora
  • Incredibilmente rilassante


Contro: 

  • Longevità (2 ore)
  • Varietà
  • Meccaniche di gioco basilari


Voto 7,9



Fonte immagini: Google