Sam & Max: The Devil’s Playhouse - Recensione

Sam & Max: The Devil’s Playhouse è anche una satira della nostra società. L'affiatato, e rinnovato duo bizzarro, nato dalla matita di Steve Purcell negli anni ’80, ritorna in gran spolvero


La saga nasce videoludicamente nel 1993 negli studi della LucasArts


E si dimostra, sin da subito, ricca di personalità. Ciò che la contraddistingue è la capacità di affrontare temi spigolosi con acuta intelligenza, e disarmante leggerezza umoristica; oltre che essere incentrata su una coppia di personaggi così diversi, da amalgamarsi in maniera perfetta ed elettrizzante.
Due detective freelancer, 2 animali antropomorfizzati: Sam è un cane riflessivo in giacca e cravatta, Max è un coniglio iperattivo, sboccato e impulsivo.
La particolarità di questo episodio risiede nell’aggiunta dei poteri di Max, che rinnovano il genere dei punta e clicca da sempre ancorato a backtracking, esplorazione ed enigmi stimolanti. Ma Telltale (nata dalla costola di LucasArts) non ha mai voluto riproporre quel format, almeno non nella sua formula più tradizionale, arrivando a partorire - principalmente negli ultimi anni - più dei racconti interattivi, caratterizzati soprattutto da bivi narrativi e Quick Time Event.
Anche se, la struttura di Sam & Max The Devil’s Playhouse è comunque più vicina al passato che al presente: se la confrontiamo con opere più moderne (degli stessi sviluppatori) come Tales from the Borderlands.
Questo titolo è una delle migliori espressioni della casa californiana, grazie ad un bilanciato mix di elementi consolidati (gestione dell’inventario ed enigmi) che non vedremo più nei suoi titoli, e nuovi (come i poteri, e il rivisto sistema di dialoghi a scelta multipla); mostrando una rara maturità nel cogliere i cambiamenti di un mercato in evoluzione.

I 2 personaggi di Steve Purcell


La scoppiettante terza stagione ci accompagna con la sua unica verve surrealista


Storia: ambientata a cavallo tra presente e visioni future. Si aprono le danze proprio con una proiezione di un seguito in cui New York viene messa a ferro e fuoco da una scimmia intergalattica di nome Skun’ka'pe. I nostri 2 eroi sono prigionieri del suddetto criminale, ma grazie all’aiuto di un cervello alieno riescono a liberarsi, e salvare l’universo dal temibile nemico.
Solo un sogno? Una premonizione? Sta di fatto che ci ritroviamo poi nel presente, e guarda caso di li a poco un'astronave, a forma di scimmia, atterra proprio nei pressi della zona di Sam e Max…

Momento topico


Gameplay: come accennato, la novità assoluta risiede nei poteri di Max, da sempre usato più che altro come spalla narrativa di Sam; non era nemmeno, fino ad ora, un personaggio giocabile.
Il Bianconiglio (momento, qui sto cambiando storia…) entrerà dunque in possesso di un artefatto, che gli donerà poteri psichici come la rinoplastica (la possibilità di mutar forma guardando un oggetto agognato), il teletrasporto (l’altro mezzo per spostarsi rimane l’auto della polizia), e la preveggenza.
Sam - come in passato - si occuperà di interagire con altri personaggi, riportando sul suo taccuino gli indizi e il riassunto delle vicende accadute.
I puzzle risentono chiaramente dell’espediente narrativo delle proiezioni future, giacché il ragionamento per poterli risolvere si basa, stavolta, su un approccio induttivo (e non più deduttivo). Questo perché avremo la visione dell’enigma risolto, e dovremo immaginare quali azioni compiere a ritroso, per poter passare dalla situazione futura a quella presente.
La difficoltà dei puzzle è altalenante: ci sono situazioni più stimolanti e altre via via più semplici in cui imbatterci, sulla falsa riga di Tales of Monkey island.
Come per le altre 2 stagioni, avremo un inventario con cui interagire, ma mai troppo colmo di oggetti: nei titoli Telltale hanno difatti più peso i dialoghi.

Sam & Max: The Devil’s Playhouse Recensione


Comparto grafico: il look è sempre cartoonesco. La varietà delle location è buona, così come quella dei personaggi secondari (tra vecchie e nuove conoscenze). La paletta cromatica è animata da pennellate leggermente più scure.

Comparto tecnico: qualche piccolo problemino di asincronia nel labiale, e leggeri cali di frame; nulla di davvero preoccupante. Un po' più capricciosa è la gestione automatica della telecamera, ma ci si farà l’abitudine: gli sviluppatori hanno modificato il sistema di interazione nel Mondo di gioco, ora demandato alla tastiera. Va poi segnalato un leggero miglioramento nelle texture e nel sistema d’illuminazione.

Comparto audio: le musiche sono buone, ma non eccezionali. Il doppiaggio in lingua madre, come di consueto, è di ottima fattura. L’effettistica è più che sufficiente.

Titolo: Sam & Max: The Devil’s Playhouse
Genere: Punta e Clicca
Sviluppatore ed Editore: Telltale Games
Data di rilascio su pc: 16 apr 2010

Commento finale: L'ultimo capitolo chiude ogni sotto-trama e interrogativo aperto durante i singoli episodi, diversamente da quanto faranno gli autori con la prima stagione di Game of Thrones. Se vi piacciono le avventure grafiche con una buona atmosfera, caratterizzate dall’umorismo surreale e dalla leggerezza di opere del passato come Zak McKracken and the Alien Mindbenders, Mania Mansion, e Indiana Jones and The Last Crusade allora dategli una chance, potreste rimanerne affascinati. Le meccaniche non sono le stesse, gli enigmi non sono ostici, e la gestione dell’inventario e degli oggetti è ridotta rispetto alle opere succitate: ma questi elementi sono bilanciati adeguatamente dai poteri di Max e dai dialoghi a scelta multipla.

Pro:
  • Caratterizzazione dei personaggi
  • Atmosfera e ambientazione
  • Le meccaniche dei poteri


Contro: 
  • Gestione dei controlli un pò scomoda
  • Tecnicamente non eccezionale


Voto 7,6



Fonte immagini: Google