The Walking Dead coglie la tensione della serie Tv e lo spirito del fumetto; ci rende inoltre partecipi della maturazione del rapporto psicologico tra i protagonisti
E' come se avessimo un coltello alla gola ogni istante di ogni giorno (Lori cit)
La serie ludica si rifà all’atmosfera dell’omonimo fumetto nato dalla sceneggiatura di Robert Kirkman e dalla matita del disegnatore Tony Moore nel 2003, nonchè alla successiva serie Tv messa in scena da Frank Darabont.Con questo titolo, Telltale porta a termine quell’idea di avventura grafica in stile action, i cui semi aveva già - pian piano - gettato nelle opere precedenti. E sebbene Back to the Future e Sam e Max siano già manifestazioni più fluide (e accessibili) rispetto al genere di riferimento, risultano ancora strutturalmente più vicine ai Punta e Clicca tradizionali.
E’ Jurassic Park The Game il titolo idealmente più simile al gioco recensito oggi. Ma in The Walking Dead per fortuna i Quick Time Event non sono punitivi, nè sono strutturati come una meccanica impegnativa legata allo sblocco delle medaglie (oro, argento, bronzo) in base al numero di errori commessi.
Il plot narrativo punta tutto sulla sopravvivenza, sui dilemmi morali, e sull’impatto psicologico di un cast variegato, per creare tensione e per far sviluppare empatia verso i personaggi a schermo.
C’è ancora posto, nell’apocalisse, per l’onore, la fiducia, e l’umanità?
Di sicuro l’uomo non è più in cima alla catena alimentare
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The Walking Dead Telltale | LucullusGames |
Storia: è una sorta di prequel rispetto agli omonimi media, ma il gioco si pone cronologicamente dopo gli eventi dello spin-off televisivo intitolato Fear The Walking Dead.
Conosceremo Lee Everett, un professore accusato dell’omicidio dell’uomo che andava a letto con la sua compagna. Questo spiega perché Lee si trovi sul retro di una volante della polizia, diretto verso la prigione di Atlanta. Viviamo in un Mondo che ha appena cominciato a mutare pelle, ma parliamo di un cambiamento di cui molti sono ancora all'oscuro.
Tuttavia le sbarre dovranno attendere ancora, giacché il poliziotto - nell’atto di evitare una figura errante (apparentemente apatica e inerte nel bel mezzo della strada) - finisce con lo scontrarsi contro un albero, terminando così in un dirupo.
In seguito, Lee (scampato dai vaganti) s’imbatterà in Clementine, una bimba di 8 anni rimasta sola al Mondo dopo la morte della babysitter e dei genitori in viaggio.
Qui entreremo in gioco noi giocatori: possiamo cercare di essere una figura paterna, o dei custodi burberi e cinici. Vogliamo seguire il percorso del criminale, o dimostrare che l’omicidio è stato “solo” un episodio di gravissima follia? L’approccio che sceglieremo di seguire, influenzerà anche il rapporto con Clementine, nonché la visione che lei stessa si farà del Nuovo Mondo.
E'una delle opere più mature e bilanciate della Telltale
Gameplay: si poggia su un sistema di dialoghi a scelta multipla, Qte, blande sezioni “shooter", e mini “puzzle”. Ma nulla di complicato.
Il clima di tensione è reso abilmente tale dal risicato tempo a disposizione per poter operare le nostre scelte. Nei titoli della casa californiana gli scambi di battute sono una vera e propria meccanica di gioco, che si è andata affinando negli anni.
Il cast non è solo un elemento narrativo. E' proprio la qualità, la diversità generazionale e culturale dei personaggi che metterà a dura prova i nostri nervi, i nostri valori, e la nostra morale. Mentiremo su noi stessi e sul nostro passato? O daremo fiducia a degli estranei spaventati, irascibili, e stressati? Cercheremo il dialogo?
Di sicuro i Telltale ci ricordano che le nostre azioni hanno delle conseguenze: non muteremo il finale, ma potremo decidere come arrivarci. Qui sta il succo dell’esperienza che andremo a vivere.
Ci saranno delle scelte difficili da fare: a volte potremo salvare solo una vita tra due, a volte dovremo valutare se rischiare la sicurezza del gruppo per provare a salvare una sola anima. Ma non dovremo mai dimenticare che le nostre azioni saranno operate sempre sotto gli occhi di una bambina.
Ogni cosa è cibo per qualcos'altro (Carl cit)
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The Walking Dead Telltale - Recensione |
Comparto grafico: lo stile “fumettoso” donato dal cel-shading tenta di percorrere una linea di continuità con l'opera di Tony Moore e Charlie Adlard. E il risultato è piacevole.
Sorprendentemente, i tratti neri - usati per simulare la matita di un disegno a mano - riescono a donare un’ottima espressività ai volti. Gli spazi chiusi (e quelli circoscritti) sono suggestivi, mentre i campi aperti soffrono un po' la pochezza dei dettagli. I personaggi principali mostrano personalità, ma gli zombie potevano essere realizzati con maggior cura (soprattutto quando oggetto di orde)
Comparto tecnico: mostra i problemi che gli sviluppatori di San Rafael si sono portati dietro per diversi anni. Nella fattispecie troviamo: qualche calo di frame-rate, dell'asincronia nel labiale, delle animazioni legnose, una gestione automatica della telecamera un pò capricciosa, un pò di stuttering, e delle compenetrazioni poligonali. Si tratta di difetti che non impediscono assolutamente la giocabilità, ma dimostrano ancora una volta il limite di un motore grafico non al passo coi tempi.
Comparto audio: ottimo il doppiaggio in lingua madre, idem per la colonna sonora. Gli altri temi musicali non sono altrettanto memorabili, tuttavia si mostrano efficaci nell'adattarsi alle diverse circostanze.
Commento finale: la storia è interessante e ricca di colpi di scena. I 5 capitoli sono conditi da buoni cliffhanger. I fumetti sono ancora più forti e più vivi (ve li consiglio fortemente), ma anche il videogame è un prodotto di ottima qualità.
Inoltre seppur non vivremo le vicende del gruppo di Rick (della serie tv), avremo come cameo brevi momenti in compagnia di Hershel e Glenn.
Pro:
- Clima di tensione
- Sceneggiatura
- Mix di elementi di altri generi
Contro:
- Gestione della telecamera
- Solite magagne tecniche
Voto 8,7
Fonte immagini: Google