Tales from the Borderlands - Recensione

Sceneggiatura spumeggiante, personalità e profondità nella caratterizzazione dei personaggi, gag geniali, e musiche eccezionali


Alcune ottime nuove idee di gioco, però, potevano essere sfruttate meglio


Questo titolo nasce dalla collaborazione tra Telltale e Gearbox, e offre - inaspettatamente - la migliore sceneggiatura mai realizzata (finora) dalla casa di San Rafael. Elemento per nulla scontato, sia perché il duo Lee-Clementine visto in The Walking Dead è davvero ottimo, sia perché la serie Borderlands mette - da sempre - in secondo piano il plot narrativo. La collaborazione tra le due case è stata fondamentale sia nel dare corpo a personaggi ben diversificati e completi (folli e cinici, in pieno stile nonsense Borderlands), sia nel partorire un’alchimia (tra gli stessi) sontuosa.
Diversamente da altri prodotti della casa californiana, il ritmo è quasi sempre alto, cinematograficamente vicino a quello di Mad Max Fury Road. E nonostante sia animato da un generale spirito dissacrante, non mancano pure delle vicende di natura drammatica, perfettamente riuscite. Ciò che colpisce  - una volta terminato il gioco - è il rendersi proprio conto di quanto gli sceneggiatori siano stati bravi - di volta in volta - a mutare registro, tema, e interpreti senza sacrificare la coerenza, generando colpi di scena e cliffhanger mai forzati.
Le gag divertenti che vi troverete ad affrontare raggiungono picchi di qualità incredibili: la scena della battaglia immaginaria è geniale, riesce a evidenziare quanto possano essere duri gli effetti di ritmi lavorativi frustranti; il disappunto dell’inserviente spettatore, poi, calza a pennello.

Allacciate le cintureeee


Storia: è ambientata su Pandora e il vicino satellite lunare Helios. Tales from the Borderlands è cronologicamente situato dopo le vicende di Borderlands 2. Tutto inizia con Rhys (uno dei 2 protagonisti principali) e Vaughn - entrambi impiegati della Hyperion - che assaporano finalmente i sacrifici fatti (dal primo) per ottenere un importante avanzamento di carriera, quando… Hugo Vasquez (nemesi di Rhys) con un colpo di frusta riesce a soffiargli l’agognato posto di lavoro. Il furfante riesce a ottenere l’impiego grazie alla promessa - fatta all’azienda - di recuperare la chiave di una cripta (sono luoghi, che nella serie di Borderlands, nascondono bottini inestimabili).
Non ci resta, dunque, che provare a intercettare la chiave sì da mandare in fumo il piano di Vasquez. Per riuscire nell’impresa avremo bisogno del supporto tattico della nostra miglior amica Yvette.
Ovviamente le cose non andranno proprio lisce, e finiremo prigionieri di un misterioso nemico che terrà sotto scacco anche Fiona, l’altro personaggio giocabile che conosceremo in seguito.
Da qui in poi il racconto è un lungo flashback, in cui la storia muterà forma in base al punto di vista dei 2 prigionieri-protagonisti, con risvolti diversi a seconda del narratore. Difatti, i ricordi non corrisponderanno sempre alla realtà dei fatti - con conseguenze esilaranti - soprattutto quando raccontati da Rhys. Una formula - quella del racconto modificato dai diversi punti vista - già apprezzata in Call of Juarez Gunslinger

Tales from the Borderlands


La traduzione ufficiale in italiano è stata aggiunta tramite patch dagli sviluppatori


Gameplay: di base ci ritroviamo con le solite meccaniche proposte dalle moderne avventure grafiche della Telltale. Quick Time Event (stavolta più semplici, con minori pulsanti da impiegare, e con tempi di reazione più generosi), button smashing, e mini-giochi. L’inventario ha una funzione esclusivamente estetica, in quanto gli oggetti recuperati saranno usati in maniera automatica dai protagonisti: non richiederanno la nostra interazione.
Dunque, niente puzzle, backtracking, ed esplorazione tipiche dei classici punta e clicca.
Ma c’è una novità, sulla carta, davvero interessante: le abilità dei 2 protagonisti. Rhys può contare sull’Echo-Eye, un elaborato impianto oculare in grado di scannerizzare in profondità oggetti (craccare sistemi, manometterli, recuperare informazioni preziose) e personaggi; Fiona - da seducente e capace artista della truffa - sarà in grado di derubare i malcapitati a tiro, ed accedere a bottini in denaro presenti nelle celebri casse del franchise post apocalittico, e acquisire così degli upgrade.
Questi elementi saranno però ben sfruttati solo di rado, in generale verranno posti in secondo piano. I soldi di Fiona danno, poi, più l’impressione di essere un tributo all’eccellente loot system della saga di Gearbox che una meccanica davvero efficace. Tuttavia, vi consiglio di non scialacquare le riserve: potrebbe esserci un momento particolarmente interessante da sfruttare (e vi evito spoiler).
Ed è un vero peccato il non aver voluto osare di più con queste 2 meccaniche, perché l’idea era vincente: soprattutto per l’occhio cibernetico.
I dialoghi - nei più recenti titoli Telltale - non sono un mero orpello narrativo, ma costituiscono una meccanica di gioco importante per modificare il “come” giungere alla fase finale. Questa volta però si avverte un leggero minor peso nelle scelte, probabilmente dovuto a un impianto narrativo decisamente più corale rispetto ai precedenti progetti. Ciò, evidentemente, ha portato gli sviluppatori a elaborare un plot meno ricco di spunti secondari. Oltre ai 2 personaggi controllabili ci sono anche molti comprimari di ottima qualità, con cui andremo a interagire. Il risvolto positivo della medaglia è una sceneggiatura più articolata e ricca di momenti indimenticabili, come la scena in cui saremo appesi a testa in giù in pieno stile Western.

Echo-Eye in azione


Comparto grafico: curato nello stile e nella definizione dei particolari scenografici, grazie proprio alla collaborazione con Gerabox. Anche il titolo della casa texana è infatti sviluppato in cel-shading, e la continuità stilistica tra i due titoli è impressionante. Stavolta avremo a che fare con location molto più varie (rispetto ad altri progetti Telltale), in grado di farci apprezzare le differenti sfaccettature della variegata ambientazione di Pandora.
Le cut-scene sono efficaci e ben realizzate, soprattutto quelle autoreferenziali (con i loghi delle 2 software house) avviate dopo il primo scenario di ogni capitolo: con inquadrature e gag di buon livello in slow-motion. Una maturità e personalità che evidentemente è frutto della consapevolezza di aver partorito un ottimo lavoro.

Comparto tecnico: permangono le solite magagne come i glitch grafici, le compenetrazioni poligonali, e l’aliasing (più marcato rispetto a The Wolf Among Us). Sono migliorate invece le animazioni. Ho riscontrato qualche piccolo e brevissimo calo di frame nei video, ma mai in-game.

L'allegro e ospitale Pandora


Comparto audio: sublime. Ha innalzato il già ottimo livello visto in precedenza. La differenza stavolta la fa la tracklist con brani eccezionali, che si adattano benissimo alle diverse situazioni a schermo. Il doppiaggio in inglese come al solito è di ottimo livello, grazie ad interpreti di comprovata abilità, e ai doppiatori originali della saga di Borderlands. Lo slang è allegro e più fluido del solito.

Commento finale: se amate titoli con una spiccata qualità narrativa, questo non potete assolutamente mancarlo. E’ un'avventura grafica action, senza puzzle e backtracking, dunque si propone più come un intrattenimento che una sfida: i QTE sono anche più semplici rispetto a quanto visto in passato. Non è necessario aver giocato ai Borderlands per gustarsi questo titolo esilarante, ma è chiaro che alcune citazioni - in tal caso - non le coglierete.

Pro:
  • Idee nove interessanti per svecchiare la formula classica...
  • Atmosfera, design artistico, doppiaggio, e musiche eccezionali
  • Sceneggiatura spumeggiante


Contro: 
  • Solite magagne tecniche
  • ... Ma non approfondite adeguatamente



Voto 8,5


Fonte immagine principale: Google
Fonte altre immagini: Screenshot personali