Minecraft Story Mode è un prodotto molto altalenante: la sceneggiatura è spesso poco incisiva, i QTE sono banali, ma il Mondo di gioco e alcune meccaniche fanno da contraltare
Non tutte le ciambelle escono col buco
Stavolta la sfida era più dura, stavolta la casa di San Rafael non poteva contare né su trame mature né su personaggi carismatici.
L’archetipo del protagonista di Minecraft è difatti un semplice costruttore, che di giorno da sfogo alla sua fantasia nel plasmare il Mondo circostante con gli allegri cubetti colorati, mentre di notte deve vedersela contro mob pericolosi e armati fino ai denti.
Se la sceneggiatura doveva essere, dunque, inventata di sana pianta, almeno l’atmosfera pop fatta di Enderman (chiaro riferimento allo Slenderman più famoso dei creepypasta), zombie, crafting, e oggetti preziosi rappresentava la migliore arma da sfruttare.
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Alla conquista del Mondo |
Un altro successo commerciale o del semplice fanservice ?
Storia: protagonista del gioco è Jesse; possiamo deciderne aspetto e sesso, scegliendo tra pochi modelli predeterminati. Ad affiancarci nell’avventura ci saranno i due amici Olivia e Axel, e il maialino Reuben.
Altri interpreti - purtroppo, tutti stereotipati - li incontreremo strada facendo, tra cui i più importanti saranno: Lukas, rivale all’EnderCon; Ivor, perfido esperto di pozioni; e Petra, tenace avventuriera.
L’incipit ci presenta 3 ragazzi bramosi di togliersi, una volta tanto, l’etichetta di perdenti: l’occasione si palesa con una competizione per realizzare la migliore costruzione all’EnderCon.
E’ una storia che trae spunto dall’abusato leitmotiv - tipico dei lungometraggi incentrati sul mondo dei teenager - della rivalsa sui bulli. Poi però il registro cambia sfondo, trasportandoci in vicende più grandi, caratterizzate comunque dal solito clima leggero e umoristico, a cui ci ha abituato la casa californiana: anche se la qualità della sceneggiatura è altalenate, e sicuramente inferiore a quanto prodotto negli ultimi anni.
Saremo chiamati alla ricerca dei famosi 4 membri dell’Order of The Stone, i quali sconfissero - anzi tempo - l’Ender Dragon: Gabriel, guerriero armato con una spada di diamante; Maguns, esperto artificiere; Ellegaard, impegnata nella ricostruzione del Command Block; e Soren, ex leader del gruppo.
Spin-off con luce e ombre: c'è ancora speranza per qualcosa d'originale?
Gameplay: un mix di meccaniche particolari rispetto ai soli QTE con cui la software house ci ha cullato negli ultimi anni. Che sia solo il frutto di rendere l’avventura più vicina all’opera di Mojang o l’alba di una rinnovata formula, sarà solo il tempo a dircelo. Di sicuro si sente il bisogno di rinnovare un gameplay che comincia ad essere schiavo dei suoi successi, che altrimenti s’imbatterà nella strada autoreferenziale dei titoli Lego: ricchi sì d’atmosfera, ma ormai non più originali né stimolanti nell’interazione.
Restano i Quick Time Event, anche se malauguratamente ora ancora più semplici di quelli già ridimensionati di Tales from borderlands. La novità è riposta nel crafting (fondamentale nel brand, ora, di Microsoft), e in un inventario - per la prima volta dai tempi di Back to the Future - nuovamente (seppur con mansioni meno articolate) accessibile. Persino i Puzzle - sebbene molto blandi - fanno ritorno dal passato; l’ultima volta li avevamo visti in Jurassic Park the Game.
I dialoghi - che nei titoli Telltale rappresentano a tutti gli effetti una meccanica di gioco - sono per la prima volta dimenticabili, se non addirittura soporiferi: certo non mancherà qualche gag divertente, ma la qualità generale è calata notevolmente, rispetto all’incredibile maturità e profondità vista in passato. Qualche colpo di scena ben architettato c’è, ma il primo cliffhanger interessante lo si nota solo nel terzo capitolo: un po' troppo poco, per una produzione che trae sostegno più dal plot narrativo che dall’interazione.
Comparto grafico: la continuità stilistica con il sandbox creato da Markus "Notch" Persson è notevole. Le costruzioni sono affascinanti e non manca nulla del Mondo dei cubetti: galline, creeper, ragni giganti, lava, e oggetti preziosi… Tutti rigorosamente pixellosi e coloratissimi.
Comparto tecnico: permangono le solite magagne come le animazioni innaturali, l’aliansing, l’instabile frame-rate, e le compenetrazioni poligonali.
Comparto audio: Ottimo il doppiaggio in inglese, meno la qualità dei contenuti. Effettistica sufficiente.
Commento finale: la speranza è che i 3 episodi extra (annunciati) siano in grado di risollevare una stagione caratterizzata finora da troppi altri e bassi. Non tutto è da buttare, il mix di meccaniche dei tradizionali punta e clicca e di altri generi - per ora anche solo abbozzate - potrebbe gonfiare le vele del rinnovamento di una formula non più originale, che sta tuttavia bagnando altri lidi: in cerca di novità valide da portare a schermo.
Per ora voglio dare fiducia al progetto con una sufficienza stentata, ma mi riservo di mutare il voto quando vedrò i nuovi inaspettati contenuti (che non saranno però inclusi nell'attuale season pass)
Pro:
- Qualche meccanica ripresa dai tradizionali punta e clicca
- Atmosfera, design artistico, e doppiaggio
Contro:
- Solite magagne tecniche
- QTE, dialoghi, e trama inizialmente sottotono
Voto 6
Fonte immagini: Google