Back to the Future: The Game - Recensione

Back to the Future è strutturato come un punta e clicca, con tanto di gestione d'inventario: diversamente dalle opere Telltale più moderne



L'atmosfera è buona, i puzzle sono semplici ma piacevoli 


Il punto caratterizzante il titolo è il plot narrativo, davvero intrigante, grazie alla partecipazione del co-sceneggiatore - dei tre film - Bob Gale. Questo ha garantito fedeltà e coerenza allo spirito delle opere cinematografiche dirette da Robert Lee Zemeckis: una cosa per nulla scontata, vista la scelta di proseguire dopo gli eventi dei 3 lungometraggi, e non di ricalcarne le tappe come in un classico tie-in.
Strutturalmente il gioco si presenta come un punta e clicca con tanto di backtracking e inventario a cui accedere (che da qui in poi non si vedrà più nei titoli della software house californiana, almeno non più nella sua connotazione classica). Ma la struttura blanda dei puzzle, lo stesso inventario mai ricco di troppi oggetti, e le inquadrature rivelatrici (su quale azione e direzione prendere) ne fanno più un racconto interattivo.
E’ una definizione (quella di racconto interattivo) che è spesso associata ai titoli Telltale, ma qui più che su altri prodotti è maggiormente azzeccata. La storia, infatti, la subiamo senza alternative, come in Jurassic Park The Game, diversamente dai successivi titoli come The Walking Dead. Ma è anche vero che in Jurassic Park ci sono molti Quick Time Event - anche punitivi - che ci tengono costantemente sull’attenti dal punto di vista dell’interazione (sebbene non tutti siano di buona fattura), qui invece ci si limita a situazioni in cui indovinare solamente la giusta sequenza di comandi da espletare. Quindi l’interazione dinamica è blanda.

Doc, che combini?

Se i miei calcoli sono esatti, quando questo aggeggio toccherà le 88 miglia orarie ne vedremo delle belle, Marty


Storia: ambientato 6 mesi dopo le vicende del terzo film. Marty McFly vive nella Hill Valley del 1986, mentre Doc ha messo su famiglia nel Far West. Il nostro McFly si sveglia però di soprassalto ricordandosi di dover tentare di salvare almeno le invenzioni più importanti dell’amico, in seguito all’impellente svendita delle proprietà dello scienziato per saldare i debiti maturati nel presente.
Giunto alla dimora (ricca di citazioni) si paventa dinanzi ai nostri occhi l’iconica Delorean, con il simpaticissimo cane Einstein a bordo.
Qualcosa però non quadra: c’è un messaggio di Emerett Brown che ci informa di aver commesso un guaio. Non ci resta che ritornare nell’epoca del proibizionismo, e precisamente nel 1931. Ovviamente andremo avanti e indietro nel tempo per risolvere i vari casini che combineremo manipolando il continuum spazio-temporale.

Back to the Future: The Game


Gameplay: il personaggio giocabile è Marty, le cui fattezze sono (sebbene caricaturali) quelle di Michael J. Fox. Emerett “Doc” Brown è interpretato dall’attore della trilogia Christopher Lloyd; ci sono anche altre figure chiave come Jennifer Parker (interpreta da Claudia Wells).
Come accennato, dobbiamo interagire con l’ambiente a mezzo d’inventario. Raccoglieremo indizi preziosi non solo per avanzare negli episodi, ma anche per continuare la trama dopo il terzo film, partendo anche da idee solo abbozzate dal regista, come il setting del Proibizionismo.
Non mancano, poi, i dialoghi con personaggi principali e minori. Non si tratta comunque di interazioni dinamiche, in grado di modificare il “come” giungere al finale, né atti a modificare il rapporto coi personaggi: non si tratta, dunque, di quelle scelte multiple che arriveranno in seguito in altre produzioni come The Wolf Among Us, ma di semplici frasi da inanellare secondo una scaletta precisa.
I Puzzle non sono complicati. Ed è presente anche un sistema di aiuti in grado di darci la soluzione completa in caso di impasse: sebbene la struttura sia quella dei punta e clicca, la sfida basata sulla logica - tipica di questo genere - manca. Gli enigmi sono comunque spesso piacevoli per la coerenza verso i  paradossi tipici dalla serie gustata al cinema.

Delorean

Ti rimanderò indietro nel futuro!


Comparto grafico: il design dei personaggi - non cartoonesco, ma a metà strada tra il realistico e il caricaturale - è riuscito molto bene; dona allegria e brio all’esperienza. Le location mancano a volte di dettagli, ma in generale sono piacevoli: peccato non siano molto varie, puntando più sulla differente conformazione temporale.

Comparto tecnico: le animazioni non sono sempre naturali. C’è dell’asincronia nel labiale. Piccole limature che non influiscono sull’esperienza di gioco, ma piccole imperfezioni che TellTale si è portata dietro per diversi anni.

Comparto audio: ottimo il doppiaggio in lingua madre, buone le musiche. Alcune voci dei protagonisti sono quelle originali degli attori delle pellicole, è il caso del timbro vocale di Christopher Lloyd, mentre purtroppo la malattia di Michael J. Fox non gli ha permesso di prestare la sua  - presente però come cameo nel quinto episodio - sostituta da quella di A.J. Locascio.

Commento finale: se c’è un elemento che la software house statunitense non sbaglia mai è l’atmosfera; anche qui richiama il prodotto originale e ci sono diverse citazioni. Se cercate una sfida che punti a spremervi le meningi, qui non la troverete; ma se cercate una buona storia e una buona ambientazione - affine a quanto visto al cinema - allora ne rimarrete soddisfatti.

Pro:
  • Atmosfera coerente coi film
  • Musiche e voci originali
  • Design dei protagonisti...


Contro: 
  • Solite magagne tecniche di Telltale
  • ... Ma texture ambientali poco rifinite



Voto 7,3





Fonte immagini: Google