The Walking Dead: Season Two - Recensione

The Walking Dead Season Two è avvincente, e curato nei dettagli, ma non innova nulla




The Walking Dead Season Two ci metterà di fronte a scelte difficili, e a drammi psicologici


I morti non dormono mai, in un Mondo in cui eroismo e tradimento perdono il loro significato natio: ora conta solo sopravvivere. La bontà d'animo può rivelarsi addirittura più pericolosa di un'arma o di un morso.
Le disavventure/avventure di Lee e Clementine del primo The Walking Dead avevano superato le aspettative, avvicinando l’opera dei Telltale Games alla serie Tv (il fumetto lo considero ancora la migliore esperienza sul franchise).
Una delle novità di questa seconda stagione, anticipata dal prequel 400 Days (dlc del primo gioco), è la possibilità di poter offrire un’esperienza ancora più personale – di giocatore in giocatore – grazie al caricamento dei salvataggi del gioco (e del dlc) precedenti; un po' come hanno fatto in precedenza le serie di The Witcher e Mass Effect.
E' bene chiarire che 400 Days non incide molto, giacché si estrinseca più che altro in poche linee di dialogo aggiuntive in The Walking Dead 2. Ad ogni modo l'idea di continuità - offerta anche solo dai salvataggi della versione liscia del titolo antecedente - migliora l'immedesimazione: aumenta quel senso di partecipazione a un mondo, in parte, plasmato anche dalle nostre scelte precedenti.
L'altra novità è rappresentata dai più finali alternativi possibili.

Scelta difficile


Trama: si concentra, per ovvie ragioni (dato il finale del primo capitolo), maggiormente sul personaggio di Clementine. Questo però non è sempre un bene poiché la ragazzina di 11 anni si trova ad essere il centro di decisioni che non risultano sempre credibili con lei come fulcro: non è normale che gli adulti pendino dalle labbra di una quasi adolescente. Se si voleva dare più peso a questa protagonista (che abbiamo amato nel primo titolo) forse era meglio ambientare la seconda stagione a qualche anno di distacco in più rispetto alle vicende passate. D’altro canto la forza narrativa della stagione poggia proprio sul percorso che abbiamo preso insieme a lei, l’abbiamo vista crescere psicologicamente: da indifesa creatura a piccola donna, ora in grado di sparare - senza remore - i vaganti.
Ho apprezzato al dire il vero anche un altro grande protagonista - Kenny - e il triangolo tra lui, Jane e Clem è sicuramente il punto più alto dell’intera opera. Non vi svelo nulla, ma vi posso assicurare che apprezzerete la maggiore cura verso la caratterizzazione dei vari personaggi, e alcuni snodi narrativi drammatici.

Gameplay: si poggia sul bilanciamento tra situazioni più cruente  -in cui effettuare le nostre scelte tramite Quick Time Event - e momenti di quiete, in cui conoscere meglio i membri del gruppo (nuove e vecchie conoscenze del prequel). Saremo dunque chiamati ad approfondire le loro storie, e le loro afflizioni.
Le avventure grafiche di stampo classico si poggiano più sulla risoluzione di Puzzle, per The Walking Dead è stato sin da subito scelto un approccio più action, in cui gli "enigmi" sono molto semplici.  I QTE sono, gioco forza, la meccanica principale: di solito poco apprezzati in altri titoli (per essere usati più come collante), qui hanno invece un ruolo attivo, incisivo; quindi se usiamo il pad sfrutteremo i 4 pulsanti colorati e la levetta analogica destra.
Il clima di tensione è stato costruito, ancora una volta, molto bene dalla casa californiana. Ma è chiaro che è il quadro è leggermente meno incisivo, semplicemente perché il tutto è già stato visto nella stagione precedente.
Mi sarei solo aspettato più libertà d’intervento: ci sono scelte che ovviamente variano il plot, ma potevano essere più radicali, rendendo più forti i percorsi da intraprendere.

Squadra che vince non si cambia: qualche piccola innovazione me la sarei aspettata


Comparto grafico: La paletta cromatica e il design sono fondamentalmente quelli della Season 1, con una commistione tra elementi tipici di fumetti e cartoni. La cura per i dettagli scenici è buona. Le location, invece, sono mutate: sono state messe da parte le aree urbane, per esplorare boschi e foreste. Le espressioni facciali sono efficaci, anche stavolta, nel trasmettere correttamente le emozioni.

Comparto tecnico: le animazioni dei personaggi sono ancora una volta sottotono; buoni invece gli effetti di luce, l’aliasing pressoché assente, e le texture che migliorano in definizione. Per terminare il quadro segnalo una maggiore fluidità generale, rispetto al predecessore.

Comparto audio: ottima la colonna sonora, il doppiaggio in lingua madre è buono. E’ possibile aggiungere il sottotitolato in italiano: ho evidenziato i passaggi a fine articolo (sezione extra).

Commento finale: la cura per i dettagli e la tecnica narrativa sono di buona fattura, e ci sono anche buoni colpi di scena. Ma ciò che si avverte è la mancanza d’innovazione. The Walking Dead Season Two è un prodotto che funziona nel complesso, ma non stupisce come la prima stagione. Non vorrei insomma che la i Telltale Games si adagino troppo con le loro opere, così come hanno fatto i Travellers Tales con i titoli Lego.


Pro:

  • Cura per i dettagli
  • Regia tecnicamente buona
  • Clementine è un buon personaggio...


Contro: 

  • ... Ma il suo ruolo in alcune scelte è forzato
  • Animazioni non eccezionali
  • Nulla di innovativo


Voto 7,7