Pixels è un'opera imperfetta, ma non per questo un film da buttare
New York attaccata dai videogiochi in formato 8 bit
Il nome prende spunto dai pixel, volgarmente i "puntini" che formano le immagini digitali. A voler essere precisi, però, qui abbiamo a che fare con i voxel. Un pixel è parte di un'immagine in 2D, un voxel è un elemento 3D, così come lo sono i cubi che compongono Minecraft (e tutti i suoi vari cloni).
Il titolo prende spunto da Pixels: Retro Gamers - cortometraggio virale - di Patrick Jean , i cui diritti vengono opportunamente acquisiti dalla Happy Madison Production di proprietà di Adam Sandlers, che da bravo americano, evidentemente, ne aveva fiutato il potenziale blockbuster.
Il titolo vuole essere: una parodia di Colossal catastrofici come Independence Days, Armageddon, e Mars Attack; un'opera nostalgica degli anni '80; una commedia non-sense e leggera alla The Lego Movie, ma è priva di humor, verve, e battute efficaci.
I contenuti dovrebbero raggiungere il pubblico dei 35-45 anni, mentre l'impatto visivo quello più giovane (i figli?), che conoscerà almeno i personaggi più iconici (Pac-Man, Super Mario, Donkey Kong).
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Gli Arcader |
Trama: il prologo ha inizio nel 1982 quando Sam Brenner (Adam Sandlers - Ubriaco d'amore) e l'amico William "Ciube" Cooper (Kevin James - famoso per la serie tv The King of Queens) - essendo grandi appassionati di videogames - decidono di partecipare ai Campionati Mondiali di Videogiochi per sfidarsi a colpi di quarti di dollaro (in italia i gettoni costavano 200 lire). I 2 faranno la conoscenza di Ludlow Lamonsoff (Josh Gad - vincitore di un Annie Award per il doppiaggio di Olaf in Frozen Il regno di ghiaccio) e il borioso Eddie "Fireblaster" Plant (Peter Dinklage - Golden Globe come "miglior attore non protagonista" nella serie tv Il Trono di Spade).
Sam ed Eddie si dimostrano i migliori della manifestazione, e si sfideranno in Donkey Kong per la finale: il primo perderà, e ciò lo segnerà per tutta la vita.
La NASA decide di inviare nello spazio il video della competizione, che gli Alieni recuperano travisando, però, il contenuto della vhs, interpretata come atto di guerra. 33 anni dopo gli unici a poter salvare il mondo sono, ovviamente, i 4 ex-ragazzini che al tempo conoscevano bene gli schemi dietro i gloriosi titoli arcade anni '80, di cui gli alieni ora si servono per mettere sotto scacco l'umanità, distruggendo punti nevralgici come il Taj Mahal (utilizzando Arkanoid).
Ma cosa fanno ora i 4 ex-portenti dei cabinati?
William è diventato presidente USA, Eddie è un detenuto per frodi informatiche, Ludlow è un maniaco complottista rimasto schiavo dell'amore fanciullesco per Lady Lisa (guerriera del videogioco Dojo Quest), e il grande Sam lavora come semplice impiegato per la Nerd (una società di istallazione impianti home theater).
Prima che l'umanità comprenda che il primo attacco è opera aliena (navicelle Galaga contro una base USA), Sam fa la conoscenza della bella Violet Van Patten (Michelle Monaghan - Kiss Kiss, Bang Bang): è inviato nella sua dimora per istallare un impianto da collegare alla Ps4 (il figlio "gioca" a The Last of Us col led del pad spento), ma interpreta male i segnali della donna, appena lasciata dal marito.
La guerra ha inizio: 3 round (le classiche 3 vite) per decretare il vincitore. E... Qui mi fermo per non rovinarvi la sorpresa.
I precedenti
Pixels: Retro Gamers (2010) di Patrick Jean. Un vecchio televisore a tubo catodico, viene abbandonato vicino ad un cassonetto, sul ciglio di una strada: qui si apre una sorta di portale da cui ha inizio l'invasione di personaggi dei videogiochi a 8-bit (Pac-Man, Donkey Kong, Frogger & Co.). Mettono a ferro e fuoco New York City, trasformando tutto in voxel.
Pixels: Retro Gamers
Pixels mi ricorda 4 simpaticoni armati di zaini protonici
Analisi Tecnica: la regia sulla carta è ottima, grazie a un personaggio che ha realizzato soggetti, e diretto pellicole importanti negli anni '80. Chris Columbus sceneggiatore (Gremlins, e I Goonies), regista (Mamma ho perso l'aereo, Mrs. Doubtfire, i primi 2 Harry Potter, e il primo Percy Jackson), si limita al compitino con un paio di inquadrature degne di nota, ma la sua produzione non fa gridare al miracolo. Tutt'altro. E pensare che in The Bing Bang Theory è celebrato con il Columbus Day proprio per i lavori succitati. Dunque una prova sufficiente, ma era lecito aspettarsi di più.
Il film è stato accusato di sessismo: l'unica donna con una parte importante è Michelle Monaghan. Da un lato l'immaginario del giocatore anni '80 è per lo più maschile; la direzione ha, dunque, calcato l'onda. Il gentil sesso è presentato più come donna-trofeo - vedi la bellissima Ashley Benson (modella, e attrice), qui in veste di Lady Lisa - ma non dimentichiamoci che Violet è investita di un ruolo di prestigio alla Casa Bianca, e gioca una parte importante nella creazione sia delle armi per abbattere gli alieni che delle 4 vetture Fantas-Mini (che evidentemente si trovano a loro agio sul grande schermo, dopo The Italian Job).
Pixels celebra: le personalità (Ronald Regan, Madonna), le serie tv (Fantasilandia, Star Trek, Max Headroom, Happy Days, Love Boat), i film (Star Wars) degli anni '80; ed ovviamente la Sala Giochi come luogo di socializzazione e confronto.
Ottimo il lavoro di Henry Jackman (precedentemente in Ralph Spaccatutto, X-Men L'inizio, e altri) per la colonna sonora.
La restante tracklist non poteva essere da meno, come Surrender dei Cheap Trick, True degli Spandau Ballet, e We Will Rock You.
Tra le scene più riuscite: il tentativo di Iwatani (Denis Akiyama - doppiatore e attore) di far ragionare Pac-Man (ci rimetterà il braccio), e l'evocativo scontro a Londra contro Centipede.
Buoni gli effetti speciali, soprattutto per l'uso della Computer grafica: mi è piaciuto particolarmente il design a mò di 8-bit per gli alieni.
La sceneggiatura a cura di Timothy Dowling, e Tim Herlihy non è all'altezza, sembra scritta da individui che non hanno vissuto quelle emozioni, che non mostrano passione verso quei giochi. Io ho visto solo molto fanservice; non qualità, nè contenuti. Si sarebbero potuti raccontare aneddoti, coinvolgere personaggi importanti, anziché scimmiottare luoghi comuni e sfruttare solo l'effetto nostalgia.
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Pinky, Clyde, Blinky, Inky |
Critica: Adam Sandler è stato candidato ai Razzie Awards come peggior attore (premio già vinto nel 2012). Ultimamente è spesso criticato, forse troppo. Non lo reputo un grande attore, ma in Pixels non mi è sembrato a suo agio nella parte del nerd stereotipato. Si è presentato ancora una volta con la sua aria un pò spocchiosa, e con la solita faccia scazzata. Adam Sandler è un attore che non è riuscito a crescere (nella carriera professionale) con l'eta, quindi sulla carta poteva essere - ironicamente - anche la scelta giusta. Di fatto il suo essere scocciato, sornione, funzionava quando era più giovane: lo rendeva quasi ribelle (il suo comportamento era in antitesi rispetto a quello tipico di un giovane energico). Ora la sua figura da attore è una parodia: a 50 anni questi atteggiamenti perpetrati hanno un effetto opposto, risultano conservatori.
Bisogna ammettere che affermare la superiorità di generazioni più mature rispetto alle più giovani è un cliché del tutto americano, ma è anche vero che questo concetto ha un suo perchè con attori di spessore, personalità che hanno mutato le loro interpretazioni con l'esperienza: su Adam ha solo un antipatico effetto autoreferenziale, che evidentemente negli USA non digeriscono più. Penso che lamentarsi della sua interpretazione sia, ormai, come sparare sulla croce rossa: sappiamo cosa aspettarci da lui, a volte avrà successo (Terapia d'urto), altre risulterà eccessivo (Zohan Tutte le donne vengono al pettine); ma non speriamo nel miracolo.
Pixels riesce comunque a segnare un buon risultato ai botteghini, ottenendo una cifra più che doppia rispetto agli investimenti iniziali per la realizzazione.
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Lady Lisa (Ashley Benson) |
Personaggi: Adam Sandler interpreta il classico tizio che non crede in se stesso, ma ha ottime potenzialità che aspettano solo l'occasione giusta per manifestarsi. Ovviamente la bella di turno si dovrà stucchevolmente infatuare di lui: il sogno proibito di ogni nerd; ma in effetti, stavolta, è ancora più forte l'impatto perchè Violet è pure una milf, tanto per rimanere nell'ambito degli stereotipi.
Kevin James non brilla, la sua interpretazione l'ho trovata tragicomica, anche a causa dei pessimi dialoghi che lo riguardano. Inoltre il suo ruolo non è credibile nemmeno in una commedia demenziale.
Josh Gad mi è sembrato coerente col personaggio sopra le righe, quanto basta per non oltrepassare il limite. La sua ossessione per il personaggio femminile è divertente, così come il suo rapporto con la nonna (con la quale vive ancora insieme). C'è poi una bella citazione a The Bing Bang Theory, in un'occasione lui si rivolge alla nonna nella stesa maniera in cui lo fa Howard con la madre.
Peter Dinklage si dimostra il miglior interprete, forte della sua predilezione per figure un pò "carogne". Non scade mai nel ridicolo. ed anzi innalza la qualità del cast.
Michelle Monaghan si limita al compitino, un'interpretazione senza infamia e senza lode; certo la love-story è scontata, come da copione. Ma è sempre un bel vedere.
Pixels è più un elogio visivo degli anni '80 in senso lato
Opinioni Personali: il Mondo dal 1982 si è capovolto. Un tempo - nell'immaginario - il Nerd ero uno sfigato, troppo magro o troppo grasso, vittima sacrificale dei bulli, evitato dalle ragazze. Oggi, invece, va di moda (più il presunto nerd, a dire il vero), è imitato, ha potere d'acquisto, persino sex-appeal, e si è moltiplicato.
E le ragazze? Un tempo erano fanciulle da salvare, oggi fanno video-gameplay su twich e youtube (alcune, a volte, poco vestite), e sono anche più brave dei maschietti nei videogame.
Il target di riferimento di Pixels sarebbe il "nerd" cioè la creatura più puntigliosa e scassa-scatole che esista (se ci si mette è peggio di una donna durante il ciclo, che almeno ha un motivo valido per dare i numeri). Detto questo, conoscendo il fruitore fare un prodotto così è un pò come asciugarsi i capelli col phone in una vasca piena d'acqua.
Al di la della "trama" che presenta degli oggettivi buchi strutturali, molti elementi sono aggiunti senza rispettare il contesto storico: la vhs con i videogames della finale del 1982 contiene titoli usciti dopo: Tetris (1984), Arkanoid (1986), e Duck Hunt (1984).
Le figure usate dagli alieni per comunicare con gli umani non sono da meno: Madonna e Samantha Fox nel 1982 non erano ancora delle celebrità.
Abbiamo menzionato i 2 precedenti (cartone animato e cortometraggio) molto efficaci, ma lo sono stati proprio perché caratterizzati da un format più breve: un lungometraggio ha bisogno di una storia solida per essere altrettanto valido, non può poggiarsi solo sulla forza evocativa di un'invasione aliena di videogame.
Pixels e Ghostbusters (1984): il cattivo (Pac Man) ricorda l'omino Marshmallow, le armi create proprio per disintegrare i cubi luminosi sono un omaggio ai fucili a flusso protonico, Q*bert gioca il ruolo di Slimer, e i prodi sono proprio 4 come Spengler, Stantz, Venkman, e Zeddemore.
Ma ho una perplessità, gli Arcader (così soprannominati i 4 nerd alla riscossa) sono sì abili col joystick, ma come fanno a vestire i panni di eccezionali piloti (realmente al volante) e spietati cecchini (realmente investiti di armi)? Non servivano dei giocatori, ma dei Rambo, Terminator, e Cyborg.
Centipede |
Videogame citati: Super Mario, Pac-Man, Q*Bert, Donkey Kong, Space Invaders, Centipede, Galaga, Frogger, Tetris, Arkanoid, Paperboy, Duck Hunt, Dig Dug, BurgerTime, Breakout, Joust, Defender, Robotron: 2084, Wizard of Wor, Asteroids, Missile Command, Dojo Quest.
Camei
Tohru Iwatani (si c'è pure quello vero) creatore di Pac-Man, nella sua breve apparizione come riparatore di videogiochi nel 1982, nella realtà prima che inventasse Pac-Man riparava realmente videogame.
Serena Williams (tennista) e Martha Stewart (conduttrice televisiva) come donne-trofeo.
Durata: 105 min.
Distribuzione: 29 luglio 2015 (italia).
Sceneggiatura: Timothy Dowling, Tim Herlihy
Genere: Commedia
Budget: circa 90 milioni di dollari
Incasso: oltre 200 milioni di dollari
Fotografia: Amir Mokri (L’Uomo d’Acciaio)
Montaggio: Hughes Winborne (Guardiani della Galassia)
Produzione: Columbia Pictures, Happy Madison Productions
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Formato: 2D e 3D
Location: Ontario, Canada
Commento finale: il mood iniziale è efficace (le scene ambientate nel 1982 rievocano le opere migliori di Columbus e Spielberg). C'è un buon effetto nostalgia, che riporta lo spettatore indietro nel tempo, ma la magia svanisce, e rimangono solo alcuni bamboccioni a portare avanti un plot privo di una comicità efficace. Ma ci sono anche cose che funzionano come il fanservice, le icone pop, la colonna sonora, e la computer grafica. E' sicuramente un'occasione persa ma non un pessimo prodotto. Provatelo. Magari un tuffo nel passato potrebbe riempire una serata senza grosse pretese.
Pro:
- Fanservice
- Colonna sonora
Contro:
- Sceneggiatura priva di spessore, con alcune crepe strutturali
- Dialoghi spesso banali
- Attori principali non carismatici
Voto 6
Fonte immagini: Google
Fonte video: Canali Youtube non di mia proprietà