Mad Max - Recensione

Scrotus l'ha fatta grossa: ha disturbato la persona sbagliata. La furia di Max si scatenerà sulle Wasteland



A pochi mesi dalla pellicola Mad Max Fury Road (di Miller) gli Avalanche Studios ci propongono un titolo che ne riprende le atmosfere, ma procede spedito verso un’altra “trama”. Non avremo a che fare né con Tom Hardy, né (purtroppo) con l’imperatrice Furiosa interpretata da C. Theron. Ritroviamo però Gastown, e la venerazione del V8; inoltre il cattivo, Scrotus, è il figlio di Immortan Joe.

Mad Max sazierà la vostra sete di perpetrare caos


Nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che rosa e viola non gli donano

Storia: Max Rockatansky è diretto alla Piana del Silenzio, una zona tranquilla in tempi bui post disastro nucleare. Ma ovviamente il tiranno della zona decide di pestare i piedi al tizio sbagliato. Max perde l’auto nell’incontro ma Scrotus ci rimette la testa.
un'altra zona ora è visibile
Il nostro è ormai il fantasma di se stesso: stanco, furioso, dilaniato interiormente… Quest’ultima goccia lo trasforma in un giustiziere animato dalla rabbia e da un meccanico abile con bulloni e rotelle, eccetto quelle presenti nel suo cranio. Il suo nome è Chumbucket, e crede che siamo stati inviati dall’Angelo della Combustione per liberare le zona dalle bande di sciacalli: è disposto a realizzare per noi il bolide V8 più veloce mai creato.
Recuperata la base della Magnus Opus dovremo affrontare diverse missioni principali e secondarie — soddisfacendo richieste di personaggi stereotipati, al comando di fortezze nella zona — per realizzare il progetto finale, che non dovrebbe sfigurare dinanzi all’Interceptor.

La Magnus Opus sfida la gravità
Gameplay: come la maggior parte degli Open World presenta elementi ripetitivi. Bisogna innanzi tutto evidenziare la zona: elevando prima delle Mongolfiere a mò delle Torri di Far Cry o dei salti della fede di Assassin’s Creed, e poi individuarne — a mezzo di binocolo — i pericoli come in State of Decay.
Quindi il prossimo passo è diminuire l'influenza di Scrotus sulla zona, attraverso: azioni minori come l’abbattimento di cecchini, macabri totem, campi minati, convogli (in premio si ottiene un trofeo da apporre sull’auto); o piccole imprese assaltando degli accampamenti (in premio si ottengono flussi continui di rottami) affrontando a terra diversi combattenti e a volte mini Boss.
E’ presente una parte survival, resa però vana dallo sviluppo completo di una fortezza amica. Visitandola otterremo infatti: salute piena, borraccia piena (riserva di salute), serbatoio pieno (annulla il senso del rifornimento di gasolio), e munizioni al completo.

Combat system: a prima vista sembrerebbe una versione semplificata del free-flow dei Batman dei Rocksteady ma è solo una somiglianza estetica. Non è tecnico: non presenta tutta la varietà dei gadget del pipistrello, fondamentali alla massima difficoltà.
Le tecniche da apprendere non sono delle combo, ma azioni che Max attiva direttamente in determinate situazioni, richiedendoci solo di pigiare il tasto A, dopo aver attaccato semplicemente con X.
Anche se attacchiamo con un solo tasto Max intraprende animazioni diverse prese a presto dal wrestling e dal pugilato. In pratica il lavoro sporco lo fa lui, a noi viene richiesto solo di sincronizzare le tempistiche, direzionare attacchi e parate, e variare la danza con attacchi dalla distanza.
Di base, quindi, assomiglia più a quello di Ryse Son of Rome: fendente semplice, colpo pesante, parata, rotolata, e attacco dalla distanza tramite lancia esplosiva (in luogo del giavellotto di Ryse). Le sembianze però finiscono qui, perchè in Mad Max possiamo fare di più: usare il fucile, le taniche di benzina (da usare a mò di granate), raccogliere da terra le armi dell’avversario (diverse più esteticamente che nella pratica).

Più articolato il discorso sull’auto: con funzioni simili alla batmobile di Arkham Knight. Il modello di guida è arcade, ma poteva essere più curato il contatto con gli ostacoli (anche dei sassi apparentemente non pericolosi finiscono col far ribaltare l’auto, particolarmente fastidioso se siete all’inseguimento/fuga, visto che il suolo è sempre dissestato fuori pista).
Il mezzo è versatile: possiede qualità d’attacco, resistenza, e velocità da modificare in qualsiasi momento. Le armi (fucile da cecchino, “lanciarazzi”, e arpione) servono a distruggere le difese esterne delle roccaforti avversarie.
Per rendere più veloce l’auto si può intervenire su sospensioni, pneumatici, motore, nitro.
Per rinforzarla negli scontri s’interviene su corazza, spuntoni anti-abbordaggio, paraurti di sfondamento, lame sulle fiancate.

Mad Max offre un ambiente carico di fascino


La personalizzazione riguarda anche Max, ma è meno profonda: con i vestiti si aumenta la resistenza, con il tirapugni si aumentano i danni inferti.
Gli upgrade, per Max e l’auto, si ottengono spendendo rottami (valuta di gioco). I rottami si recuperano: razziando, con l’arpione durate le tempeste, o in tutte le situazioni elencate in precedenza per ridurre l’influenza di Scrotus.
Un’altra possibilità è data dall’interazione con Griffa (un santone) che elargisce dei punti per migliorare le skill base di Max (potenziando gli effetti di recupero: salute, rifornimento, ecc.) in luogo di mini sfide portate a termine (dissetare un nomade, uccidere 10 nemici durante una tempesta, ecc.)

Kawabonga
I.A: difficoltà non selezionabile, e tarata verso il basso, inoltre il tempo è rallentato nell’uso di armi da lancio.
I nemici presentano pochi pattern diversificati.
Dopo una sequenza di copi andata a segno si attiva la modalità Furia (simile a Ryse, ma qui più efficace), bilanciata dall’Urlatore (nemico che incita i suoi compagni rendendoli più aggressivi e resistenti).
Altro bilanciamento, alla facilità di fondo, è rappresentato da: salute non auto-rigenerante, il suo lento ripristino a mezzo di cibo/acqua (sorta di kit medici), lenta ricarica del fucile, accerchiamento numeroso di nemici che attaccano in contemporanea (come in Middle-earth Shadow of Mordor)

Qualcosa di sinistro

Comparto grafico: sebbene il setting sia monotono sulla carta, ci troviamo dinanzi a zone diverse nella percezione, grazie anche al ciclo circadiano e agli ottimi giochi di luce. La paletta cromatica predilige, come per la pellicola del regista australiano, toni saturi: bianco, giallo (delle dune), marrone (di zone rocciose), bluastro (melma petrolifera), ecc.
La zona era in precedenza sovrasta dall’acqua, ce ne accorgiamo dalle carcasse di balene, fosse marittime (ora paiono canyon) e residui fossili di barriere coralline; le stesse fortificazioni nemiche non sono altro che piattaforme petrolifere, fari, e moli.
Buona varietà e design anche per le strutture: zone sotterranee, grotte, e accampamenti dall’aspetto diverso.



Comparto tecnico: sebbene l’orizzonte sia vasto c’è dell’effetto pop-up, il frame rate ogni tanto cala ma in generale è alto; ottimi invece gli effetti dinamici delle tempeste, il sistema d’illuminazione, i particellari per esplosioni, polveri e fumi.

Comparto audio: buono il doppiaggio in inglese, e l'effettistica; sufficienti i temi musicali nelle diverse situazioni, ma nulla di memorabile purtroppo.

Opzioni grafiche
Commento finale: Mad Max è un titolo immediato e facile, ma molto divertente perché bilanciato nel target di riferimento. Non punta alla difficoltà, ma a mostrare una curata atmosfera post-apocalittica. Peccato però per la parte survival, resa inutile.
Riesce a divertire soprattutto se non imbastite sezioni di gioco troppo lunghe, altrimenti si avverte la ripetitività di fondo acuita da una trama inconsistente.


Pro:
  • Cattura l'atmosfera spettacolare e immediata del film
  • Tempeste stupende
  • Personalizzazione dell'auto...


Contro: 
  • Combat system semplice
  • ... Però il sistema di collisioni poteva essere più curato



Voto 7,8



Extra:

Consigli utilissimi 


Fonte immagini: screenshot personali
Fonte gift: realizzazione personale