Recensione di Trials Evolution Gold Edition

RedLynx e Ubisoft Shangai uniscono i precedenti capitoli, HD ed Evolution (prima su Xbox),  in un unico gioco



Trials Evolution Gold è più una sorta di platform bidimensionale, che un titolo racing vero e proprio. Imparare i vari trick necessari per le patenti superiori è più semplice e graduale che nelle precedenti interazioni. Nella fase avanzata però ci sarà un vero e proprio spartiacque tra giocatore casual e hardcore: alla fine, bisognerà sudarsi dunque le ultimissime medaglie ed eventi.
L’editor dei tracciati, e le sfide divertenti — e a anche volte assurde — si concretizzano come un plus gradito e per nulla accessorio. Questo Trials è un gioco completo, che non lesina il citazionismo: come dimenticare il livello d’omaggio all’indie Limbo.

Gameplay: 3 soli comandi in grado di sviscerare una serie di mosse per affrontare ostacoli, via via più raffinati: acceleratore, freno, e stick analogico per spostare in avanti e indietro il peso del pilota e di conseguenza inclinare la moto. Consiglio dunque di usare il pad in luogo della tastiera.
La meccanica del Trial & Error è costante: i checkpoint sono ben distribuiti all’inizio, ma con l’avanzare della difficoltà dei tracciati, saranno sempre più distanti. Inutile dire che fare anche solo un errore (quindi ripartire dal punto di salvataggio) comporterà più in là, la perdita della medaglia più importante: ma almeno consente di allenarsi per non ripetere l’errore… Si spera. 
Non c’è una vera e propria campagna da seguire pedissequamente, le sfide da affrontare sono limitate solo dal numero di medaglie da acquisire e patenti da superare. All’inizio potete scegliere se affrontare il Crash Country o il Magazzino Hd, ma siete liberi di cambiare percorso in qualsiasi momento (diversamente da Grid Autosport). Quindi a parte le sfide classiche, potete affrontare tornei (mix di gare ma compiere in serie, la cui difficoltà sta nel calcolo della medaglia finale che risente delle singole performance), prove a tempo, sfide circus, ecc…
Acquisendo nuove patenti, si rendono disponibili nuovi mezzi, più scattanti: non sempre però risulta semplice far fronte alla nuova potenza dei cilindri: ma nulla che non si possa curare con una maggiore affinità nelle gare successive. Per i più smaliziati c’è il lungo e tedioso Gigatracciato: una gara di oltre 15 minuti.
C’è una discreta personalizzazione in accessori estetici per le moto e il pilota: qui forse si sarebbe potuto fare di più, soprattutto dopo l’acquisizione del brand da parte di Ubisoft. Se fossi stato io il publisher, avrei inserito massicce personalizzazioni di vari personaggi della casa francese: come hanno fatto i kart Racing di Sega e Nintendo.

Oltre alle innumerevoli sfide “classiche” troviamo proposte più ardite: alcune anche demenziali — alla FlatOut per intenderci — come il lanciarsi a mò di manichini sollazzati a destra e a manca da esplosivi, oppure volare come Icaro con ali di legno; altre ancora, avulse dall’uso stesso del mezzo a 2 ruote… O meglio proprio lontane dal gioco stesso, come la gara Freestyler, in cui avete degli sci ai piedi, ma i comandi sono gli stessi della moto (acceleratore, freno, peso del pilota), oppure S.F.E.R.A (in cui controllate una palla invece della moto).
Modalità più “normali” riguardano invece: il dosare la poca benzina residua per un intero percorso denso di collinette, guidare senza freni in una serie di ostacoli, sfruttare propulsori per incunearsi in cerchi infuocati nell’etere, muoverci come dei criceti all’interno di una palla, oppure sopra la palla gigante, ecc…c’è ne sono davvero tanti.

Come accennato in precedenza ci si può sbizzarrire anche con l’editor dei tracciati, come in Trackmania. Le opere possono essere poi condivise in rete; alcune potreste trovarle anche più divertenti di quelle realizzate direttamente dalla software house: del resto la fantasia non ha limiti e l’editor è semplice e ricco di possibilità. 
Ci sarebbe il multiplayer online, ma ora è pressoché deserto. Se avete amici potete però organizzarvi, o puntare almeno alla modalità in locale (sempre più rara su computer).

I.A: in questo caso non abbiamo nemici da affrontare e pattern d’attacco da studiare, vista la tipologia di gioco. Qui il nemico è rappresentato dagli ostacoli sul percorso, dal tempo limitato, e dalle tecniche per effettuare trick, sì da imparare a padroneggiare i bolidi a 2 ruote.
Sembra strano ma questo è un titolo che può essere affrontato sia in maniera leggera (ad esempio le medaglie di bronzo non richiedono alcuna difficoltà e quelle d’argento sono ottenibili col minimo sforzo, almeno all’inizio), sia con quella ferrea e continua masochistica volontà di ricreare la corsa perfetta: senza la minima sbavatura. 
Se non ci si impegna troppo alcune sfide e licenze rimarranno bloccate, ma se ci si intestardisce si riassapora quell’anima competitiva tipica dei titoli anni ’80.

Comparto grafico: non sempre assistiamo a colpi d’occhio appaganti, ma qualche chicca, soprattutto in alcuni scenari aperti, non manca. La paletta cromatica mostra poca personalità: i colori spesso sono spenti e non trasmettono sempre quell’atmosfera gioviale, a tratti comica che gli sviluppatori vogliono inculcare.

Comparto tecnico: un pò spoglio nei dettagli, a volte anche troppo pulito, chiaro riferimento ad un porting da console. Le texture sono migliorate, rispetto a quanto visto su Xbox, ma non rappresentano nulla di eccezionale, inoltre sporadicamente sono caricate in ritardo. C’è poi da segnalare del tearing, e alcuni glitch grafici. Più che sufficiente invece, il sistema d’illuminazione.
Nel menù delle opzioni video possiamo solo cliccare sulla voce Si/No in corrispondenza di VSync, Anti-Aliasing, effetti avanzati, qualità Ombre, e fogliame; oltre che scegliere, ovviamente, la risoluzione video più adeguata al nostro monitor. 
Ci si è insomma limitati al compitino senza adeguare il titolo alla differente e variegata potenza di calcolo data dai pc: una ottimizzazione migliore era sicuramente auspicabile, soprattutto perché non siamo di fronte ad un titolo nuovo ma ad una riedizione.
D’altro canto bisogna elogiare la Fisica alla base del titolo: un lavoro encomiabile del team finlandese, non per forza “reale” — ma verosimile — diciamo più… Rispondente ad una certa logica individuata dagli sviluppatori, tutta da scoprire: ci consente di divertirci nelle spettacolari acrobazie, e di arrabbiarci per gli errori fatti in sella. Divertente anche il lavoro svolto su Ragdoll, a volte volutamente comico.

Comparto audio: la tracklist dal sapore rock con spruzzatina heavy-metal in generale è buona, ma senza sbalordire. Alle volte forse è leggermente fuori tema — più nelle sfide strambe, a dire il vero — ci assale però la sensazione che le musiche non sempre siano sempre state scelte con cognizione. Ma è un giudizio del tutto soggettivo.

Commento finale: è una sorta di mini collection. I precedenti trials: evolution e hd, sono inseriti senza sviluppare un collante forte far di loro, senza velleità narrative: non che ve ne fosse bisogno in effetti. E’ un titolo immediato e divertente, che non lesina anche una malsana voglia di perfezionismo. Tecnicamente si poteva fare di più, soprattutto sul fronte ottimizzazione. Ma rimane ancora una volta un gioco ricco di adrenalina.



Voto 8


Fonte immagine principale: Google
Altre immagini: screenshot personali 

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