Recensione di Costume Quest 2

Costume Quest 2 ci riporta a Halloween: tornano i gemelli Reynold e Wren a renderci più leggera una festività notoriamente Horror



Questo è Halloween, grida insieme a noi,
fate largo a chi è speciale più di voi!
(Nightmare Before Christmas cit)


Costume Quest, il primo, era carico d’atmosfera. Una ventata d’aria fresca nel mercato, grazie alla messa a schermo di un mondo governato dai problemi dei più piccini, ma affrontato con intelligenza e con quella spensieratezza avulsa ormai alle grosse produzioni videoludiche. Le meccaniche d’ispirazione jRpg— seppur non ricche di profondità — facevano del titolo Double Fine un piacevole intrattenimento. 
Costume Quest 2 ci propone, stavolta, una storia che trae spunto da un elemento tipicamente sci-fi: il viaggio temporale, ma mantenendo sempre l’ambientazione tipica della festività anglosassone del 31 ottobre. Inoltre il titolo viene confezionato con un occhio di riguardo alla parte tecnica e grafica, ora più curata.    




Storia: ambientata subito dopo l’espansione, del primo capitolo, Grubbins on Ice. Vaghiamo nei meandri di un limbo ricco di portali, raggiunto in seguito al combattimento con Axaria. Il nemico stavolta è meno “spaventoso”, e veste i panni del Dott. White. Un dentista — decisamente diverso dal Dott. Stu di una Notte da Leoni — col pallino dell’igiene orale. Orel ha deciso di cancellare la Carie abolendo il rito del bottino dei dolciumi, e mandare in ginocchio l’industria dolciaria. 
A noi, l’arduo compito di ricalcare le orme di Marty McFly per impedire il disastro…


Costume Quest 2 inserisce due novità interessanti


Gameplay: la prima è rappresentata dalle Figurine che sostituiscono i
francobolli. Quindi niente Perk, ma consumabili da lanciare in-game durante le battaglie. Ci sono comunque delle carte speciali da acquisire per potenziare le Skills base dei costumi, ma non sono dotate di potenziamenti trasferibili come nella prima interazione. 
La seconda novità è costituita da mosse e contromosse da imparare nel corso dell’avventura presso il nostro maestro di combattimento.
Ritroviamo alcune missioni secondarie identiche, come il gioco del nascondino.
I combattimenti sono sempre a turni su un campo di battaglia idealmente suddiviso in 2. I nostri protagonisti contano ancora su meccaniche rette da semplici Quick Time Event: un attacco base, una contromossa, e un contatore (legato al bimbo e non al costume) che va alimentandosi di turno in turno, fino a rendere disponibile una mossa speciale (d’offesa o di ripristino della salute). 
Ad accompagnarci ci sarà anche un costume non in grado d’attaccare ma di sciorinare battute ironiche, che vi strapperanno in più d’una occasione una risata. Forse però sarebbe stato gradito un campionario più robusto di frasi — soprattutto in considerazione dell’achievement da sbloccare qualora decidiate di mantenere sempre nel vostro party Candy — che si ripeteranno troppo spesso, ma è un peccato veniale.
Anche stavolta, saremo chiamati al rischioso trick-or-treat, si tratta dunque di: recuperare dei pezzi per creare gli abiti (ora più semplici da trovare), usare le importanti abilità di alcuni costumi durante la fase esplorativa — con un concept tipico degli action-gdr isometrici — per rendere accessibili alcuni passaggi della mappa, e infine irretire gli npc.



I.A: le maggiori possibilità offerte al giocatore (carte, mosse, e contromosse) non sono stimolate da una tattica nemica ricalibrata sulle novità. Nel primo capitolo c’erano almeno un paio di Boss Fight in cui imbastire una lieve strategia, tenendo conto delle abilità dei costumi per sfruttare il modo di combinare i vari perk: qui invece il livello degli scontri è decisamente sbilanciato in nostro favore, basti pensare che si può fare tranquillamente a meno dei nuovi power-up.
Certo, stavolta, non c’è il recupero automatico della barra vitale, ma basta abbeverarsi presso le numerose fontane (o addentare qualche caramella) per ripristinare subito la salute della compagnia. 
L’unico modo per renderci la vita un po' complicata — ma non migliora certo la scarsità di base dei pattern d’attacco nemici — è portarsi dietro Candy (che non attacca), riducendo il party offensivo a 2 elementi… Ma comunque alla lunga i combattimenti risulteranno ripetitivi.



Comparto grafico: sempre molto belle le animazioni dei costumi, sia quando prendono vita all’inizio dello scontro, sia durante l’espletazione delle mosse speciali. Il Mondo di gioco è vario: un villaggio tipicamente del Sud degli States, una palude con alligatori, un quartiere d’ispirazione francese, una distopica Repugia, degli incredibilmente affollati sotterranei... Anche la paletta cromatica è più ricca nelle tonalità, rispetto al predecessore.

Comparto tecnico: di nuovo il Cel-Shading, e ancora un buon lavoro sul fronte ottimizzazione, con frame costanti e una richiesta hardware minimale. Sono presenti stavolta maggiori effetti speciali, texture più rifinite, e particellari più convincenti per l’acqua.

Comparto audio: piacevoli i temi musicali, e buona l’effettistica. Il doppiaggio in inglese è decisamente superiore alla versione italiana, che non riesce a restituire sempre la verve comica originale.


Titolo: Costume Quest 2
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: Double Fine Productions 
Editori: Midnight City, Majesco
Data di rilascio su pc: 7 ottobre 2014


Commento finale: il primo Costume Quest era magico. Un po' grezzo, ma alimentato da un’atmosfera tipica più di un film d’avventura, con tematiche anche importanti. Questo secondo capitolo perde un pochino quello smalto, più per essere arrivato cronologicamente dopo: non c’è l’elemento novità, e le tematiche dei più piccoli ora fanno da cornice (i mostri, le caramelle, i bulli…). La trama principale trae linfa vitale da un diverso spunto narrativo, invero anche efficace ma leggermente fuori contesto.
Se il primo titolo però riusciva a portare un imprinting narrativo — sulla carta — poco avvezzo ad un videogame, il secondo punta più a migliorare quanto di buono fatto vedere in precedenza: ampliando il ventaglio dell’offerta videoludica, anche con meccaniche action, senza tuttavia approfondire troppo, e curando maggiormente i dettagli tecnici e grafici. 
E’ un titolo caratteristico, ha una sua personalità e atmosfera, ma non riesce purtroppo a fare il salto di qualità che videoludicamente era lecito aspettarsi dopo la prima esperienza.

Voto 7


Fonte immagine principale: Google
Fonte altre immagini: Screenshot personali 

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