Recensione di Binary Domain

Binary Domain è un ottimo titolo, inspiegabilmente poco pubblicizzato



A volte alcuni titoli sono ingiustamente sottovalutati dalla critica


Binary Domain è indubbiamente uno dei migliori Tps degli ultimi anni, come Spec Ops the Line passa troppo in secondo piano. Ho scoperto questo gioco per caso, e da amante della saga di Mass Effect, e dello sci-fi in generale non potevo non dargli una possibilità. Sono partito senza grosse pretese, e mi sono ritrovano un titolo con: un ottimo livello di sfida, una serie di personaggi con specifiche abilità da coordinare, e una trama ben narrata. Sono rimasto colpito dal gioco e non mi spiego il suo basso interesse di critica, quando penso che giochi annuali fanno molte più vendite senza innovare praticamente nulla, o comunque senza offrire davvero qualcosa di diverso.

mecha imponenti


Storia: il surriscaldamento globale ha fatto sciogliere le calotte polari che hanno invaso gli oceani, incrementandone altezza, causando catastrofi naturali, e dimezzando la popolazione. Per ricostruire in fretta i palazzi e far rifiorire la società, i governi hanno investito sulla robotica creando manovalanza cibernetica. La partita più importante è stata vinta dall’americana Bergen che ha monopolizzato il mercato mondiale, crescendo al punto d’influenzare la scena politica mondiale. La rivale Amada Corporation afferma, però, di aver subito dello spionaggio industriale: non riesce a dimostrare la sua tesi, per cui decide di portare avanti il progetto di unità sintetiche senzienti; chiaramente in contrasto con l’articolo 21 del trattato di Ginevra del 2040. Il risultato di questi studi si palesa solo in seguito, quando i primi figli del nulla - così viene chiamata la nuova specie ibrida esternamente identica agli umani, ma internamente costituita d’ingranaggi - vengono svelati al Mondo.
Veniamo a noi. Tokyo anno 2080, una task force internazionale denominata Rust Crew, nasce con l’unico scopo di prelevare vivo Yuji Amada, l’artefice di tutto ciò, per identificare e terminare la nuova “razza”. Impersoniamo dunque il comandante del commando: Dan Marshall, ex forze speciali americane ora associato IRTA (International Robotics Association). Il resto del team, dai connotati stereotipati, è costituito da: Roy “Bo” Boateng, Charlie e Rachel (2 ex agenti della britannica MI-6), una sexy tiratrice scelta cinese, e un soldato robotico francese. Tutti sono specialisti in un’arma, ciò è fondamentale poiché a ogni inizio missione dovremo scegliere chi portarci dietro per formare un party da 3 membri.

Fasi a bordo di veicoli


Gameplay: cover system alla Gears of Warnon sempre implementato perfettamente (ma nulla che infici la produzione, sia chiaro); feeling con le armi altalenante, poca differenziazione nel peso tra le diverse bocche da fuoco (varierà palesata invece nel danno e nel rateo di fuoco).
A personalizzare le skill dei protagonisti ci pensano i nanorobot, con upgrade sparsi nei numerosi shop delle mappe da cui reperire anche kit medici e munizioni. Potremo decidere di spendere la moneta virtuale anche sui compagni d’avventura; una scelta non di poco conto visti i differenti approcci disponibili da personaggio a personaggio, ma incanalati in rami d’abilità rigidamente tracciati per ognuno di essi (vale anche per noi: non possiamo scegliere tra un vasto arsenale, ma dobbiamo sopperire alle mancanze con le diverse specialità della squadra).
Eccellente il lavoro svolto sui robot: in particolare sulle zone interessate dalla raffica dei colpi; danneggiando: la testa, si debilita il sistema di riconoscimento nemico che colpirà qualsiasi player nelle vicinanze (alleati e non); entrambe le braccia, lo si rende inoffensivo impedendogli di far leva sulle armi, colpendone solo una però esso sfrutterà intelligentemente l’altro arto; le gambe, i mech si trascinano pesantemente sul terreno facendo forza sulle braccia come visto col T-800 in Terminator. Questa profondità tattica negli scontri mi ricorda le basi che sottendono lo S.P.A.V. di Fallout 3, ma ovviamente qui non ci sono pause tattiche, e il tutto è dinamico essendo uno shooter.
Sono presenti anche fasi a bordo di veicoli da cui far piovere tonnellate di proiettili, nulla d’innovativo ma in grado di mutare scenario.

Cover system alla Gears of War


I.A: nemica finalmente agguerrita. Nei giochi moderni si assiste sempre più spesso ad algoritmi d’attacco e accerchiamento vecchi e mal implementati con gli scenari di gioco. Qui affrontiamo robot aggressivi e pronti a tutto, dotati di attacchi secondari e primari. Ci confrontiamo con pattern d’attacco freschi, in grado di pesare gli elementi di contorno per imbastire tattiche d’accerchiamento. Le Boss Fight ci mettono dinanzi ad avversari titanici dalle precise routine da apprendere, con i compagni a suggerisci - talvolta - come affrontare queste avvincenti sfide.
Viste le premesse e le scelte di game design restrittive riguardo l’arsenale, mi sarei aspettato un maggior sforzo per innovare il coordinamento attivo in battaglia con gli altri compagni di gruppo, limitato invece a poche fasi pre-impostate (comunque spesso efficaci).
Ma ho apprezzato quella leggerezza e stravaganza del tutto orientale nei dialoghi sopra le righe che non piacerà a tutti, visto che il loro humour è differente dal nostro. Rispondendo a tono, con gentilezza o con sarcasmo, a seconda della personalità dell’elemento del commilitone a cui ci rivolgeremo, otterremo un certo grado di fiducia che si rivelerà importante nell’impegno generato in battaglia. L’affiatamento nelle relazioni, porterà anche a differenti scelte narrative nel proseguo dell’avventura.

Recensione di Binary Domain


Comparto grafico: merita un plauso il lavoro encomiabile svolto sul design dei robot, di chiara ispirazione cinematografica (I, Robot), capace di dare spessore all’intera opera grazie a modelli splendidi e funzionali; caratterizzanti specifici punti deboli e forti. La paletta cromatica non è ricca di profondità: privilegia i colori sobri dei mecha, ma poteva essere usata meglio per arricchire maggiormente gli ambienti.

Comparto tecnico: le animazioni umane, e sintetiche, sono altalenanti; ma in generale sono soddisfacenti. Soprattutto, i volti umani rendono bene le emozioni dei protagonisti. Le texture ambientali sono in bassa definizione rispetto ai modelli di robot e umani. Il sistema d’illuminazione si limita al compitino. Gli effetti particellari non brillano particolarmente, e c’è della compenetrazione poligonale.

Comparto audio: il doppiaggio italiano non è sempre all’altezza della situazione. L’effettistica ambientale è sufficiente, sottotono quella delle armi, che non brilla per differenziazione. Bella l’idea di rispondere ai compagni col proprio microfono, sembra una cosa di poco conto ma cambia l’esperienza nelle battaglie, poiché non rompe il ritmo dovuto alla scelta dell’opzione di dialogo più adatta.

Titolo: Binary Domain
Genere: TPS
Sviluppatore: Devil's Details 
Editore: SEGA
Data di rilascio su pc: 27 apr 2012
Piattaforme: Pc, Ps3, Xbox 360

Commento finale: la trama è ottima, si respira l’atmosfera alla Blade Runner. Il Team Yakuza partorisce un plot privo di buchi narrativi, non lesinando empatia verso la produzione, sfruttando intelligentemente alcuni cliché di sicuro impatto emozionale. Il gameplay è stimolante e divertente, ma non punitivo. I tps di qualità sono merce rara, e questo lo possiamo annoverare tra questi senza remore. Il design dei robottoni è encomiabile. Se gli sviluppatori ci avessero messo maggiore cura nei dettagli, e magari avessero osato di più nella coordinazione del team, avrebbero potuto sfornare un titolo eccezionale. Se siete amanti di setting sci-fi non lasciatevi sfuggire questo titolo.

Pro:
  • Design dei robot
  • IA nemica stimolante
  • Contesto sci-fi
  • Trama ben narrata


Contro: 
  • Le frasi in-game potevano essere più varie
  • L'ambiente poteva essere più curato tecnicamente


Voto 8,5



Fonte immagini: Google