FlatOut è uno dei primi giochi racing in grado d’introdurre un’avanzata fisica nelle collisioni
I primi titoli del franchise dei Bugbear sono tecnicamente pregevoli rispetto alla concorrenza nel periodo d’uscita
La serie crescerà facendo proseliti, fino al passo falso con Flotaut 3: Chaos and Destruction.
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Pericolo in lontananza |
Gameplay: nel single-player possiamo affrontare una sere di circuiti, animati da quell’atmosfera caotica alla Burnout, con: una modalità carriera suddivisa in 3 classi; la singola gara; la prova a tempo; la Destruction Arena con 3 scenari a ricordarci quel Destruction Derby dei Psygnosis, ripreso nello spirito nell’early access con Wreckfest sempre dai Bugbear; e la modalità Stunt che potremmo ribattezzare “crash-test” con 6 mini-giochi.
In quest’ultima il pilota sballottato fuori dall’abitacolo sarà animato come una sorta di manichino privo di umanità (si è scelto un comportamento simile probabilmente per non urtare la sensibilità e rispettare chi purtroppo è stato vittima di incidenti gravi) a volteggiare in aria prima di raggiungere il terreno e realizzare dei punti come si trattasse di un lancio al giavellotto; gli scenari sono deliziosamente assurdi.
Il campionato ci permette di scegliere tra 16 vetture non licenziate ma ispirate a esistenti modelli di questo stile di corsa tipicamente americano; dovremo affrontare tre 3 classi: oro, argento e bronzo nel tipico avanzamento cadenzato da eventi da sbloccare con il piazzamento di buoni risultati. I tracciati sono ricavati da pochi modelli base poi arricchiti da varianti, che alla lunga possono dare quel senso di déjà-vu. Una maggiore varietà sarebbe stata apprezzata.
Nel proseguo si potranno acquisire auto più potenti e modificarle, con elementi non solo estetici ma in grado d’impattare sul modello di guida in maniera decisa.
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Fammi spazio, sono più veloce e bramoso di vittoria |
I.A: nemica aggressiva, non lesina nel prendervi a “sportellate", soprattutto in curva. Lo stile di guida è immediato, senza power-up, e divertente; diretto da una buona dose di sfida, non indirizzata al tecnicismo ma alla guida sporca e “cattiva”. E’ presente una barra del turbo da caricare con azioni spettacolari in pista (speronare l’avversario, schiantarsi contro oggetti posizionati ai bordi, ecc…)
Comparto grafico: ora sull'impatto visivo gravano gli oltre 10 anni dall’uscita ma all’epoca era di tutto rispetto, con diversi momenti della giornata scanditi da un sistema d’illuminazione egregio a tracciare le varie sensazioni provate. La paletta cromatica mutava di conseguenza la scelta dei colori, anche in base alle differenti locations e piste su: sabbia, neve, sterrato, asfalto e fango.
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FlatOut |
Comparto tecnico: ottime le texture nei modelli delle auto e gli effetti particellari nelle collisioni, con pezzi di vetro ad esplodere nell’aria, granelli di sabbia pronti a salutare il nostro passaggio saltando, e fumi pronti a conquistare lo schermo ricordandoci inesorabilmente che avevamo azzardato troppo nelle battaglie precedenti con gli avversari agguerriti.
L’interazione ambientale è ricca di oggetti con cui testare il sistema di collisioni: cartelloni, copertoni, pali, alberi, altri selezionati oggetti più grandi, ecc… Tutti queste interazioni impatteranno sulla lamiera delle auto e sulla posizione degli oggetti sul terreno.
Comparto audio: buona l’effettistica, discreti i rombi dei motori con un campionatura volutamente non realistica; la colonna sonora è più che sufficiente.
Commento finale: ora magari i giocatori più giovani potrebbero non apprezzare l’impatto grafico datato, ma per chi è curioso o per chi è amante dei titoli arcade d’una volta, questo titolo dei ragazzi finlandesi potrebbe essere una buona sorpresa soprattutto per l’immediatezza del divertimento.
Pro:
- Guida arcade divertente
- Atmosfera leggera e sopra le righe
Contro:
- Graficamente datato