Recensione di Painkiller Overdose

Painkiller Overdose giunge 3 anni dopo il primo Painkiller. Rimane divertente, immediato e adrenalinico, peccato che anche le meccaniche rimangano identiche




Cambiano solo le locations


Storia: lasciati i panni di Daniel, impersoniamo Belial, una figura a cavallo tra i 2 Oltre-mondi. E' infatti angelo e demone allo stesso tempo, ma questa sua particolare condizione è invisa a Lucifero quanto a Samael (angelo) che gli tendono un’imboscata. Le ali del nostro protagonista vengono divorate da Cerbero, per poi essere imprigionato con un lucchetto. Saremo liberati solo in seguito allo scontro tra Daniel e Lucifero, archè potremo dare sfogo alla nostra vendetta, covata per millenni.

Painkiller Overdose


Gameplay: come sempre avremo a che fare con una mappa suddivisa in zone via via da sbloccare, per avanzare fino ad incontrare il gigantesco Boss di fine livello, in questa grande fiera dello splatter. Painkiller è un fps Arcade, non avrete a che fare con cover system, scatti, stamina, mezzi, schivate…Solo tante bocche da fuoco, tutte con una seconda modalità - con cui magari creare delle combo - per abbattere in una danza continua, e senza respiro, fiumi di avversari per 16 livelli.
Non è richiesta una tattica particolare, certo alcuni nemici sono più veloci e andranno abbattuti prima, ma in sostanza bisogna consumare il grilletto in una corsa continua, usare armi ad area là dove la calca si farà decisamente numerosa. Occhio a non usare esplosivi/barili nelle vostre vicinanze o in zone chiuse, altrimenti perirete anche voi.
Sono presenti zone segrete, da scovare per reperire monili consacrati/munizioni/armature. In ciascun livello, opzionalmente, ci sarà una specifica richiesta da esaudire (da consultare in-game col tasto “Tab”); in caso di buon esito verrete premiati con una carta dei tarocchi. Le carte fanno le veci di skills e perks: alcune hanno effetti permanenti, altre solo assimilabili a degli oggetti consumabili da richiamare in-game, previa selezione prima di ogni stage.
La ripetitività è il mostro da tenere a freno in questa tipologia di giochi, e come nel primo Painkiller Black Edition, gli sviluppatori sfruttano l’arma della varietà, e dell'ispirazione delle diverse locations e del differente periodo storico: dall’Egitto dei faraoni alla Roma Imperiale, dal Medioevo al Nazismo, ecc… con alcuni nemici peculiari dello scenario di riferimento.




I.A: come per il primo Pankiller, non stupisce per pattern d’attacco, ma il numero e l’aggressività dei nemici - soprattutto alle alte difficoltà - daranno un notevole filo da torcere. L’impegno richiesto è maggiore della versione liscia dell’originale Painkiller, ed è più vicina a quella vista nell’espansione Battle out of Hell.

Un sequel per tutti quelli che non sono ancora sazi di abbattere legioni infernali


Ops... Sono a secco di munizioni

Comparto grafico: sempre evocativi i design degli avversari, con modelli interessanti; anche gli scenari non sono da meno, e sempre accattivanti. La scenografia è sorretta da un’ispirata paletta cromatica capace di suscitare da sola forti emozioni, grazie ad un intelligente mix di pennellate vive e scure.

Comparto tecnico: col Pain Engine è stato fatto un piccolo passo avanti rispetto al primo capitolo, ma ci troviamo sempre di fronte a texture in bassa definizione, ed effetto pop-up. La fluidità è granitica, buoni i giochi di luce, e la gestione della fisica - anche stavolta gestita egregiamente dall' Havok - con animazioni degli avversari legate ai colpi subiti.

Comparto audio: buone le musiche e l’effettistica per esplosioni e differenti armi da fuoco. Le battute del protagonista invece si ripeteranno, divenendo noiose alla lunga.

Nota: trucchi e codici li trovate al seguente link:
http://lucullusgames.blogspot.it/2015/10/trucchi-e-codici-per-painkiller-overdose.html


Commento finale: sebbene il titolo sia estremamente divertente pecca di originalità; qualche arma è stata leggermente rivista, ma le meccaniche di gioco sono identiche, non si fanno passi avanti. Come per il precedente capitolo contano solo i riflessi, la determinazione, e l’amore per lo splatter, come nei gloriosi Doom, Quake, Serious Sam e Wolfenstein 3d… Ma se cercate tattica e realismo, rivolgete il vostro sguardo altrove: qui non ne troverete.


Pro:

  • Meccaniche Old School...
  • Alcune scenografie sono molto ispirate
  • Boss Fight


Contro: 

  • ... Ma riciclate dal predecessore
  • Nulla di innovativo per il genere
  • La storia rimane un mero orpello


Voto 7