Recensione di Metro: Last Light Redux

Si respira con rinnovata intensità l’atmosfera distopica pennellata da Glukhovsky, anche con dovizia di particolari estetici e sonori



I connotati della metropolitana di Metro 2033 avevano sin da subito avvinghiato i giocatori


Tanto da portare anche qualcuno alla lettura dei libri. I tratti claustrofobici di una umanità costretta a vivere nella morsa tra 2 fuochi, senza vie di fuga, era stata resa molto bene.
All’esterno un conflitto post nucleare ha reso invivibile la superficie, contaminata da radiazioni e ospitata da altre specie geneticamente modificate, ora dominanti la nuova catena alimentare. Ma all’interno bisognava fare i conti con: specie altrettanto pericolose perché ignote e dotate di poteri metafisici; oltre che con anime perdute, droghe e dissidi interni tra fazioni.
Ecco se c’era un elemento poco approfondito (in Metro 2033) era il fragile equilibrio socio-politico tra le fazioni (l'Impero, i Rossi, gli abitanti di Polis e di Venezia) descritto invece molto bene nei romanzi. Questa volta ciò è curato anche nel gioco Metro Last Light.
Anche le zone abitate erano troppo piccole nel predecessore, e non rendevano i diversi climi delle amministrazioni che le governavano: ora sono più vive.



Storia: impersoniamo ancora un Artyom lontano dai caratteri del romanzo; lì è una persona curiosa e pronta al dialogo, nel videogioco ci fa ascoltare la sua voce solo nei monologhi di intermezzo tra un capitolo e l’altro. In 2033 c’erano 2 finali a disposizione, in Last Light i ragazzi di 4A Games hanno scelto di proseguire dalla scelta di sterminare i Tetri, facendo del nostro protagonista l’eroe del D6. Diventati ora Ranger veniamo a conoscenza di un superstite, e poiché siamo gli unici in grado di comunicare con loro, siamo assegnati al compito di terminare la minaccia.
Inoltre la scoperta del D6 rischia di far cadere il velleitario status quo, stabilito dopo le guerre mosse dallo spirito rivoluzionario. A completare il quadro un elemento non originale ma in grado di trainare il plot narrativo: il dubbio morale che i Tetri potessero essere stati uccisi ingiustamente

Gameplay: alcuni elementi survival perdono un po’ di peso nell’economia del gioco, a meno di non alzare il livello di difficoltà: cartucce pre-belliche (cioè la moneta corrente), le maschere, i filtri e le munizioni sono presenti in numero maggiore. Ma sono state aggiunte meccaniche stealth più vicine al clima percepito nei romanzi. Tutto ruota attorno ai giochi di luce, senza indicatori a facilitarci il compito; bisogna sfruttare le ombre esistenti o creare il buio svitando le lampadine. Sono presenti coltelli da lancio, armi melée, silenziate, e dalla lunga gittata.
Ovviamente potete optare anche per un approccio più cruento alla rambo; quindi rimangono le armi base, riviste però nel feedback ora più adeguato: con granate normali e incendiarie, mine, pistole, mitragliatori, pneumatiche e i fucili a pompa; tutte arricchite da personalizzazioni per canna, mirini e calcio per adattarsi ad una più apparente nutrita tipologia di nemici.
Viene premiata di più la precisione; i colpi alla testa saranno molto più efficaci, mirando altre parti del corpo viceversa vi sembrerà di dover scaricare interi caricatori, prima di veder abbattuti i nemici.
Nonostante l'aggiunta della modalità stealth i combattimenti ora risultano più dinamici nei movimenti, cedendo forse un pò nella percezione del pericolo.
Permane il sistema dei salvataggi automatici, ma questo è un problema oramai dell’industria videoludica in generale.



I.A: rimane carente sulla mancanza di varietà nei pattern d’attacco per creature ed umani. Manca anche stavolta la possibilità di spostare i corpi dei nemici uccisi o storditi; quindi se avvistati dalle ronde faranno scattare l’allarme rovinando il piano tattico per chi aveva optato per azioni ombra. I “mostri” attaccano esclusivamente con attacchi ravvicinati e si differenziano quasi esclusivamente per il danno causato, a parte la varietà estetica (eccezion fatta per gli aracnidi).

Comparto grafico: ottimi gli esterni per varietà, e gli interni per la ricercatezza nei piccoli dettagli. Soprattutto le diverse zone fanno respirare situazioni ed emozioni variegate. Ottima la scelta dei colori in linea con le 2 parti del gioco; che variano l’ambientazione e il gameplay. Non vi dico altro per evitare spoiler :)

Comparto tecnico: la vegetazione è viva e mossa dal vento, con pozzanghere e brevi corsi d’acqua appaganti nella risposta all’interazione, generalmente ancora bassa a parte elementi precipui alla trama. Buone anche le animazioni facciali in grado di trasmettere emozioni, ed eccezionale il sistema d’illuminazione. Ottimi i particellari per fumi e fuoco. Ottimo il lavoro sulla maschera che si sporcherà con sangue e sostanze varie, oltre che a caricarsi di goccioline d'acqua a contatto con questi fluidi, rendendo più caotica ed immersiva la situazione di tensione.
Disabilitate SSAA se evidenziate bassi frame.

Comparto audio: discreto il doppiaggio in italiano, con pochi timbri vocali diversi; nettamente superiore l’originale in russo con sottotitoli in italiano. Eccellente il sonoro posizionale; in multicanale nelle zone esterne percepite l’origine dei differenti suoni.



Commento finale: Last Light e non 2034, perché gli sviluppatori pur avvalendosi della collaborazione di Glukhovsky optano per vicende aliene ai testi, ma fedeli allo spirito. Il prodotto è più curato nella direzione artistica, nella cura psicologica dei personaggi principali, e inserisce delle blande meccaniche stealth. Se avessero migliorato l’I.A. e aggiunto qualche vera missione secondaria, avrebbero raggiunto un risultato memorabile: resta un ottimo gioco.


Pro:
  • Atmosfera dei romanzi 
  • Doppiaggio originale
  • Meccaniche di gioco


Contro: 
  • Qualche missioni secondaria corposa sarebbe stata gradita


Voto 8,5




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