Recensione di Alan Wake

Alan Wake trasuda le atmosfere tipiche dei romanzi di S. King



Alan Wake è un titolo fortemente story-driven


L’action in terza persona, di sottomatrice thriller, dei Remedy non ha ottenuto tutto il successo commerciale che meritava. Presenta alcune idee interessanti e originali; sicuramente il lungo e travagliato sviluppo, che ne ha visto mutare anche il genere in corso d’opera, non l’ha aiutato. Questa versione pc risulta un porting di discreta fattura con inclusi i dlc: Il segnale e Lo scrittore... Anche se si poteva fare di più sul lato ottimizzazione e scalabilità.



Storia: Alan Wake, un tempo famoso, si trova ora avvinghiato nel classico blocco dello scrittore. Deciso a ritrovare la gloria di un tempo, si reca nell’apparente tranquilla cittadina di Bright Falls, in compagnia della sua dolce metà Alice. La location lontana, dai riflettori e ricca della natura incontaminata, è il luogo adatto per ritrovare la serenità. La coppia ha affittato un cottage su un isolotto nel bel mezzo di Cauldron Lake per gustarsi quest’angolo di paradiso…o forse no… La zona e i suoi abitanti potrebbero nascondere oscuri segreti…
Ma forse sono solo superstizioni, di fatto Alan precipita in uno dei suoi ricorrenti incubi: stavolta Alice viene inghiottita dalle acque che circondano il cottage. Ore dopo si ritrova intontito in auto; è notte fonda. Cosa ci fa lì. Come ci è arrivato? Sta ancora sognando?
No! Si era appena svegliato. Ma qualcosa pare essere mutata. Nell’oscurità; la testa gli gioca brutti scherzi. Vede forme umane rivestite d’una oscura patina, forse, malvagità? Sta forse sognando ancora?
No! Le sensazioni sono troppo forti per essere melliflue. Sorto il nuovo giorno, pare essere tornata la tranquillità tanto agognata; ora deve cercare Alice! Ma i cittadini di Bright Falls non sono collaborativi - non vogliono aiutarlo, affermano che il cottage sul lago è stato distrutto diversi anni prima - intanto arriverà in suo aiuto, l’amico e manager Berry. Ma quella misteriosa telefonata…

In quest’avventura suddivisa in episodi, a mò di fiction, ogni capitolo si conclude con una colonna sonora, il successivo appuntamento viene introdotto con il classico: <negli episodi precedenti...>
Alan è al tempo stesso elemento attivo e passivo delle vicende scritte da sé; in un equilibrio in bilico tra la vita e la morte. Ci ritroviamo a calcare un mondo parzialmente esplorabile, tra le trasmissioni radiofoniche di Pat Maine e le puntate di "Night Springs" in Tv. L’angoscia sale quando recuperiamo pagine del manoscritto elaborato dallo stesso Alan. Esse descrivono eventi in cui ci imbatteremo nell’immediato futuro; nel classico gioco del gatto col topo. Soltanto che Alan è causa dei suoi stessi mali; anche se non ricorda di aver scritto nulla del genere.

Gameplay: 24 ore suddivise tra la notte (ricca di gente losca, ricoperta di una coltre corruzione che ci attacca di soppiatto) e il giorno in cui i cittadini appaiono quasi del tutto normali. Di notte gli esseri umani sono invulnerabili al buio; ecco allora i ripari nelle piazzole illuminate da corrente alimentata da generatori difettosi. Non si può sostare, non c’è tempo da perdere, bisogna recuperare le pile per la torcia elettrica! La luce travalica il fitto male oscuro, rivelandoci i corpi di uomini assetati di sangue, ora non più immuni alle pallottole delle diverse bocche da fuoco da recuperare.
Oltre ad oggetti che emanano fasci di luce (torce, bengala, granate accecanti, fari di auto e una pistola a razzi S.O.S.), Alan può contare sulle alle armi da fuoco e su una schivata.

E’ un concept originale, con interessanti scelte di game design


Comparto grafico: ricco di pathos: si passa dalle serene e verdeggianti oasi naturali, alle sere ricche di nebbia e notti brulicanti di voci di esseri misteriosi. Oltre agli esterni, in stile thriller-horror tipico di zone lontane dai centri abitati, ci sono i claustrofobici interni tra abitazioni disabitate e miniere abbandonate: terreno fertile per scontri più ostici, visto lo spazio angusto. Ottima la visuale cinematografica dall’alto, nelle cut-scene, che ci fa cogliere le location in tutto il loro splendore.



Comparto tecnico: una telecamera non ben posizionata, le sezioni in auto rese frustanti dalla mal calibrazione dei movimenti, e le schivate goffe del personaggio sono elementi di controllo resi volutamente poco fluidi e mal ottimizzati - per accrescere il clima di tensione - in stile Silent Hill e Dead Space. Le Texture, seppur migliorate rispetto alla versione console (il titolo esce 2 anni dopo l’esclusiva xbox) risultano in bassa definizione. Ottime le ombre dinamiche, e i particellari (soprattutto per la nebbia e fasci di luce).

Comparto audio: buone le musiche, il doppiaggio in italiano si mostra altalenante, con alcuni timbri vocali decisamente stereotipati; buona la traduzione italiana. L’effettistica in generale è buona, pecca un po’ nella monotonia.


Pro:

  • Interessanti scelte di game design
  • Trama ricca di suspense
  • Atmosfera unica


Contro: 

  • Telecamera non posizionata sempre al meglio

Voto 8,9



Fonte immagini: Google