Recensione di Quake 4

Quake 4 forse non è stato innovativo come il 2, ma rimane un iconico Fps Arcade Old School dalla buona dose di sfida



Quake 4 - il fascino dark viene un po’ smorzato nella prima parte, non essendo più in solitaria, ma l’atmosfera si riprende in seguito


Simpatico ragnetto affettuoso
I punti di forza del genere sono sempre stati: il gameplay arcade, privo di tatticismo, basato tutto sulla coordinazione occhio mano, con tastiere e mouse che rischiavano temperature bollenti; l’atmosfera di pura tensione, pensate a quake 2 nel ’97 in cui non c’erano certo gli effetti speciali odierni; e un motore grafico in grado di ridefinire i connotati del genere shooter. Parlando di Quake, c’imbattiamo in un mostro sacro al pari di Doom, Duke Nukem, ecc…la vecchia scuola senza: cover system, tasto per la corsa, scivolata, trama articolata...
Allora perché dovreste giocarlo? Perché c’è l’essenza stessa della sfida. Quella che si è persa con i Quick Time Event con le I.A. menomate, con la staticità. In Quake 4 i nemici scansano i colpi, dovete muovervi costantemente altrimenti perite, dovete caricare l’arma prima che si scarichi altrimenti perdete secondi preziosi e perite.

Trama: ancora una volta gli Strogg, per metà organici e per metà sintetici, minacciano la vita sulla Terra; ma stavolta gli umani sono organizzati a colpire il nemico al cuore. Impersoniamo Matthew Kane, elemento della valorosa squadra Rhino. Dobbiamo penetrare nella base Strogg e colpirli mortalmente, per una nuova speranza, per la gloria… Per la Terra!

Ritmo scandito da pause e momenti di tensione


Recensione di Quake 4 - LucullusGames
Gameplay: siamo nel cuore di una guerra cruda che procede su più linee, una situazione analoga a quanto vedremo in Star Wars Republic Commando, ma qui le tinte sono ancora più scure. Il titolo esce nel pieno della maturazione degli fps, che stanno vivendo un intenso momento storico; ma crescono anche forti lamentele sui sempre più canonici “corridoi”, e allora i Raven inseriscono zone all’aperto e sezioni a bordo di mezzi militari avanzati per rompere il clima.
C’è del blando backtracking, zone da sbloccare per poter avanzare, ma nessun enigma complicato da risolvere. Per lo più avanziamo in squadra con tecnici e medici, pronti a ristoraci nei punti salute e corazza. Armi, munizioni e kit medici sono recuperabili automaticamente passandoci sopra e i movimenti del personaggio sono estremamente dinamici. La fluidità d’azione è un fiore all’occhiello.

Effetti speciali
Gunplay: le armi sono molte, ma forse non abbastanza varie, personalmente alcune le ritengo meno utili: pistola (il danno causato è risibile), lanciarazzi (è potentissimo ma troppo lento), la sparachiodi. Preferisco il fucile a pompa, il mitragliatore, l’Hyperblaster, il lanciagranate (una volta imparata la fisica dietro i rimbalzi è un’arma micidiale) e il Railgun. Il feeling delle armi è buono e in titoli come questi è un aspetto fondamentale.

I.A: buona, anche se priva di tattica: alcuni Strogg riescono a schivare i colpi, ma si lanciano contro le nostre carni senza avere coscienza del loro gruppo. Sono in superiorità numerica e potrebbero agire di concerto ma non sono organizzati. Quindi il livello di sfida è buono, molto buono se rapportato alla media moderna, ma non raggiunge le vette del passato.

Sequel del secondo capitolo


Non fiatate


Comparto tecnico: si mantiene sulla falsa riga di Doom 3, col quale condivide lo stesso motore grafico, forse qui leggermente più affinato, ma perde - su quest’ultimo - un po’ nella resa dell’atmosfera. All’epoca non riuscì a ridefinire i canoni del genere, probabilmente solo perché ebbe la sfortuna di uscire dopo un grande Half Life 2.
Resta comunque un buon esponente, che si fa giocare ancora oggi a circa 10 anni dall’uscita. Ottimo il sistema d’illuminazione con zone scure che verranno meno attivando la torcia posta su alcune armi: un sistema tanto semplice quanto ancora attuale visto che ci sono titoli abbastanza recenti come Resident Evil 6 che non sono stati capaci di creare una gestione dinamica di luci ed ombre.

Comparto grafico: la paletta cromatica è ristretta ai colori scuri, come da tradizione del brand, anche se il sabbioso pianeta riesce ad essere meno terrificante di un tempo. All’uscita era un bel vedere, sicuramente ha lasciato più di qualche mascella slogata per qualche scorcio non da poco. Se siete giocatori moderni probabilmente non riuscirete a provare nulla di simile, ma è sempre così: se provate a rigiocare oggi, titoli della vostra infanzia, vi ricredereste sulle qualità che tanto decantate per titoli a cui siete più affezionati.

Comparto audio: buona l’effettistica, di primissimo livello all’uscita - oggi resta comunque apprezzabile, del resto ancora oggi ci sono esponenti che ne mettono in secondo piano l’impatto sui giochi commettendo un grosso errore. Le musiche invece hanno il sapore del già sentito, a volte ci lasciano soli per apprezzare il momento, ma in realtà è una scelta poco saggia.

Titolo: Quake IV
Genere: Fps
Sviluppatore: RavenSoft / id Software
Editore: Bethesda Softworks
Data di rilascio su pc: 18 ottobre 2005

Il Team in cerca di gloria
Commento finale: la trama non è mai stata un punto forte, e pure questo Quake 4 riesce a ricollegarsi bene col secondo. Un substrato abbastanza solido, in grado di evidenziare momenti epici. Se avete la curiosità di provare un titolo della vecchia scuola, questa è una buona occasione; il brand vanta molti fan e una community ancora fedele.


Pro:

  • Trama solida
  • Gameplay vecchia scuola


Contro: 

  • Avanzamento lineare


Voto 8



Extra:

Impostare la lingua italiana



Fonte immagini: Google