The Witcher ci presenta un mondo "fantasy" ricco di scale di grigi, dove la classica dicotomia bene/male lascia spazio ad un fantomatico codice del lupo bianco
Geralt di Rivia è un'originale quanto atipico "eroe"
Non ha una personalità brillante ed estroversa né cupa e misteriosa; sta sulle sue, sa di essere una piccola foglia che si poggia di villaggio in villaggio per racimolare quanto basta per mangiare. E' un artista pieno di talento le cui opere non sono dipinti, sculture, testi musicali o letterali di menti irrequiete, lui si limita ad ammazzare mostri, ma con queste anime in pena condivide l'essere sempre al verde e il sapersi godere le piccole gioie della vita.
In The Witcher Sapkowski ci rappresenta una società studiata sotto diversi aspetti, e soprattutto cruda per i diversi (mutanti, nani, elfi, ecc...), senza però giudicare gli umani al potere. Geralt non entra nel merito di questioni politiche o sociali; a volte si trova ad affrontare scelte che eviterebbe, ma cita sempre il suo codice. I CD Projekt sono riusciti a rappresentare l'atmosfera dei libri dell'autore polacco e ci mettono davanti a scelte i cui esiti si estrinsecano solo nel lungo periodo e possono avere profonde ripercussioni sulla trama, Io vi consiglio di leggere i testi di Sapkowski, se vi va, per capire anche come ragiona lo "strigo" (brutta traduzione ahimé, ma sorvoliamo per ora) ed immergervi meglio nel suo mondo.
The Witcher inizia con bel video che ci mostra le abilità del lupo bianco
Eccellente spadaccino, ottimo alchimista, e qualche talento magico - che la sua amata maga Yennefer schernisce, quando prenderà sotto la sua ala Ciri: la bambina della legge della sorpresa. 5 segni dunque, non propriamente magie, che sono tuttavia fondamentali nel gameplay.
L'incipit vero e proprio ci butta invece nella mischia facendoci prendere piede con i comandi: i banditi di Salamandra attaccano la fortezza di Kaer Moren...ma qualcosa è accaduto a Geralt, ora ha una lacuna mnemonica e non ricorda i suoi talenti che dovremo riapprendere. Questo è l'espediente che si giocano intelligentemente gli sviluppatori per sfruttare la progressione del personaggio tipica dei gdr.
Uno spaccato beffardo e sottile della nostra civiltà vista sotto l'aspetto più disinteressato di chi è osteggiato per il suo essere diverso, ma ricercato e acclamato quando necessario
Quindi se vi siete giocati bene le vostre carte al piano superiore vi aspetta una delle tante piccanti ricompense... Poi si parte nel vivo di una trama molto curata, che presenta anche numerose quests secondarie, altrettanto ben caratterizzate. Aspetto importante non solo perché nelle produzioni gdr spesso si estrinsecano in banali e noiose vicende quanto soprattutto perché incarnano il modo stesso di vivere di Geralt. Dunque raggiunti i villaggi, entrando nelle locande e parlando con i residenti o proseguendo verso le bacheche esterne, ci imbatteremo in varie richieste di alchimisti, maghi e potenti del luogo.
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Recensione di The Witcher: Enhanced Edition - LucullusGames |
Combat System: all'inizio mi ha lasciato perplesso. The Witcher non appartiene ad un genere preciso, lo potremmo definire un Action-Rpg con elementi Hack ‘n’ Slash; fondamentalmente l'attacco si basa sulle statistiche del personaggio come le trasposizioni videoludiche di giochi cartacei quali ad esempio Baldur's Gate e Star Wars: Knights of the Old Republic Ma l'innovazione dei CD Projekt sta nell'averla contaminata con del timing. In pratica quando attaccate, il puntatore del mouse viene abbracciato per qualche istante da un circolo fiammeggiante e se ripigiate ancora sul pulsante sinistro del mouse, in questo preciso momento, colpirete gli avversari con un fendente ancora più dannoso; se proseguite ancora al ritmo giusto otterrete delle combo letali. E se sarete particolarmente bravi, anche delle mosse finali.
Gli sviluppatori hanno provato a rinfrescare l'ampio genere Rpg con questa innovazione che può lasciare spaesati e non piacere a tutti; gli va dato atto, per lo meno, che hanno provato a fare qualcosa di nuovo.
Per le tecniche potete contare sulle schivate, sui segni, sulle pozioni per alterare le vostre statistiche e su due spade: una d'acciaio (per affrontare uomini e animali) ed una d'argento (efficace contro il nutrito bestiario di mostri derivati dalla mitologia slava). Il lupo bianco dispone di tre stili di combattimento: potente (adatto ad avversari lenti), veloce (efficace contro avversari agili), e “di gruppo” (che consta di ampie rotazioni per barcamenarsi in mischie con attaccanti da più lati).
L'albero delle abilità è limitato sia nella forma che nel contenuto, rispetto ad un normale Rpg.
Di fatto, se affronterete tutte le missioni secondarie, riuscirete a sbloccare quasi tutte le abilità, tra l'altro passive. Quindi, se da un lato manca quel senso di libertà nel diventare una figura più specifica, specializzandosi più su abilità magiche o da mischia o da buffer/debuffer; dall'altro lato dovete capire che i witcher sono abili sia nei segni, sia con le spade, sia con l'alchimia; e una differenziazione netta dei personaggi non sarebbe stata in linea con il protagonista. Ma ciò non vuol dire che manca l'elemento del gioco di ruolo, ci sono scelte che vi portano a combattere o meno, schierarsi con il personaggio che dovevate eliminare; con evidenti ripercussioni per la trama, che presenta diversi bivi narrativi.
Alcune scelte vi precluderanno l'interazione con personaggi interessanti o importanti alleati e le conseguenze non saranno immediate quindi non potrete facilmente tornare ad un vecchio save.
Attività secondarie: conquistare le fanciulle del posto sbloccando la relativa raffigurazione “osé” in salsa playboy; le scazzottate nelle locande (potete sfruttarle per scommettere su di voi e reperire liquidi); poker nanico coi dadi e le gare di bevute. Queste ultime sono molto importanti perché potrebbero rivelarvi informazioni fondamentali non recuperabili in altra maniera. La controindicazione sarà una colossale sbornia con tanto di sfocamento dell’inquadratura e barcollamento del nostro mutante.
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Signorina, cerca compagnia ? |
L'atmosfera che si respira muovendoci all'interno del gioco è lontana dai canoni tolkeniani, siamo immersi più in un basso medioevo superstizioso e privo di quella magia disneyana o dell'opposta tinta prettamente dark. Le terre che impareremo a conoscere sono più vicine alle realtà europee che hanno dato i natali a fantasie e leggende popolari: che hanno fatto del medioevo uno dei più ricchi periodi storici, contrariamente a quanto si pensi.
Ottimo l'effetto del ciclo circadiano con una paletta cromatica versatile, che si presta tanto a colori caldi al tramonto, quanto a freddi tinte nelle notti ricche d'inquietudine, resa magistralmente da ombre dinamiche.
Comparto tecnico: altalenante all'inizio, reso stabile da patch successive. Le texture sono buone in generale. I caricamenti sono un pò fastidiosi a causa del numero elevato.
Ottima la resa vivida del mondo di gioco col formarsi di fango e pozzanghere dopo la pioggia. Buoni anche gli effetti di luce e particellari. Peccato che i modelli per gli npc non siano molti, a volte ne si vedono in vicinanza di uguali rompendo un pò l'atmosfera. Decisamente più curati i personaggi principali.
Per quanto riguarda la scelta della visuale (3 possibili): quella in terza persona era forse la più interessante e cinematografica, ma quella isometrica è forse più pragmatica nella sua implementazione.
Titolo: The Witcher: Enhanced Edition
Genere: Action-Gdr
Sviluppatore e Editore: CD PROJEKT RED
Data di rilascio su pc: 16 settembre 2008
Comparto audio: colonna sonora eccezionale, il doppiaggio invece non è sempre ispirato, la Atari ha anche tolto diversi porzioni di testo e usato a volte termini non corrispondenti alla controparte in lingua originale. Completa il quadro dell'asincronia nel labiale e un timbro vocale scadente per Geralt.
Pro:
- Longevità
- Atmosfera
- Campagna Principale e sidequest stimolanti
Contro:
- Qualche imperfezione tecnica
- Doppiaggio italiano sottotono